martedì 29 dicembre 2020

SOL GRAVION - BARI ATION METAMOR-FORCE SENTINEL

Due anni dopo l'uscita del God Gravion, Sentinel prosegue realizzando il secondo mecha della serie, il Sol Gravion. Benchè i due robot compaiano in opere ben distinte, hanno in comune il Gran Kaiser, mecha centrale a cui le varie navette della formazione si uniscono. Diciamo che, vagamente, ricorda il  Gaogaigar nella sua unione, anche se il robot centrale del Gravion non assume nessun'altra forma. Chōjūshin Gravion Zwei è il nome originale di questa serie composta da 12 episodi, fu messa in onda l'otto gennaio del 2004. Fra i vari mecha designer che hanno partecipato, spiccano i nomi di Masami Ōbari e Kunio Ōkawara, quest'ultimo creatore di molte serie diventate famosissime anche nel nostro paese.

Il prodotto Sentinel appartiene alla serie Bari Ation Metamor-Force e giunge sul mercato con due mesi di ritardo. Inizialmente previsto per il mese di maggio, viene rilasciato ufficialmente soltanto a luglio. La confezione si presenta identica in dimensioni a quella del God Gravion riciclandone anche lo stile dell'art work principale, ma con una piccola curiosità. L'immagine in primo piano della testa è posta sul lato sinistro, accostando le due scatole si ottiene l'intero volto diviso a metà fra quella del God e quella del Sol Gravion. Il contenuto è presentato e diviso in due grandi blister in plastica. Il primo accoglie tutti mezzi principali, Gran Kaiser e le navicelle Gran Divas, mentre quello sottostante è riservato agli accessori fra cui spiccano una versione più grande della Geo Mirage ed un apposito display stand per agganciarla. Oltre a questo, troviamo la grande spada, il secondo fregio per la testa e tre coppie di mani. Due per il Sol Gravion ed una per il Gran Kaiser. Il libretto delle istruzioni è interamente a colori e mostra dettagliatamente tutti i vari passaggi della trasformazione ed impiego delle varie parti opzionali. 

Il Gran Kaiser è esteticamente identico al precedente, ma Sentinel ha ben specificato nella descrizione che, in questa nuova edizione, son stati rivisti stampo e colorazione. Non avendo il primo uscito non posso fare paragoni diretti, ma guardando alcuni video comparativi, sembra che il colore della versione Sol sia effettivamente diverso,  più scuro come tonalità. L'altezza si attesta intorno ai 19 cm per un peso di circa 280 grammi. La parte superiore del busto, le articolazioni delle spalline, le piastre che circondano le anche, l'articolazione interna delle ginocchia e delle caviglie, sono in metallo. Tutto il resto della struttura è in plastica di ottima qualità con una verniciatura veramente fantastica. Le articolazioni sono, purtroppo, tutte ad attrito anche se effettivamente  godono di un'ottima resistenza. 

Gli altri mezzi che compongono la formazione sono: 

GEO MIRAGE

GEO CALIBER

GEO STINGER

GEO JAVELIN

Anche le varie navicelle hanno alcune parti in metallo ed un livello di dettaglio davvero notevole. La loro verniciatura è impeccabile con cura dei dettagli davvero maniacale. Come citato all'inizio, è presente una versione più grande del modulo GEO MIRAGE che, unito con l'apposito display stand, replica la modalità G-GRADIUS. In sostanza le altre navicelle si agganciano in appositi punti, mentre il Gran Kaiser si colloca al di sopra della struttura. Due appositi blocchi consentono un sicuro fissaggio. La GEO MIRAGE normale, si aggancia invece nella parte sottostante andando di fatto a nascondersi, lasciando solamente in vista i cannoni retrattili. Questa modalità espositiva risulta essere di grande impatto visivo, tutti i vari componenti sono ben fissati. Anche il display stand fa il proprio dovere sostenendo senza cedimenti tutta la formazione G-GRADIUS. 

La trasformazione in Sol Gravion si ottiene unendo i quattro moduli al Gran Kaiser. I passaggi più lunghi riguardano proprio il mecha centrale che deve essere aperto per consentire la fuoriuscita delle sedi di aggancio per le braccia. Prima di questa operazione vanno sganciati gli avambracci e, dopo aver fatto rientrare le mani, fissati all'interno delle grandi spalle. Spalle che si estendono grazie a pannelli scorrevoli ed assumono una nuova forma. Di per se queste operazioni non sono difficili da realizzare, si procede però con molta cautela perchè tutte le parti interessate sono in plastica e con una discreta rigidità di movimento. In questo frangente si avverte molto l'assenza di una struttura in metallo, questo avrebbe sicuramente garantito un maggior grado di sicurezza e solidità. L'ultimo passaggio sul Gran Kaiser è riservato alle parte bassa delle gambe, l'apertura dei pannelli sui polpacci consente l'inserimento dei piedi che, una volta piegati, spariscono all'interno delle gambe. Una volta completate tutte le operazioni, si passa all'unione delle altre parti che, fortunatamente, risulta essere davvero molto semplice. La GEO CALIBER si separa per diventare le braccia del Sol Gravion. Qui davvero stupenda la soluzione per la fuoriuscita delle mani che viene gestita da un pannello a scomparsa situato nella parte bassa dell'avambraccio. E' ora il turno di GEO STINGER e GEO JAVELIN che, aprendosi nella parte posteriore, si agganciano alle gambe del Gran Kaiser. L'ultima parte della trasformazione è affidata alla GEO MIRAGE che va ad abbracciare il busto e la schiena del Gran Kaiser, in pratica una cosa molto simile alla Grande Ala di God Sigma. Per completare il tutto bisogna inserire l'elmo sulla testa. Per procedere si devono rimuovere le alette azzurre laterali ed il fregio della testa, togliere il casco e ruotare il volto che, nella parte posteriore, rivela quello della versione Gravion. Fatto ciò, si rimonta il casco azzurro e si andranno ad assemblare le due metà del nuovo elmo con l'inserimento del nuovo fregio al centro della fronte. Il Sol Gravion è finalmente completato e si mostra in tutta la sua bellezza! Il modello raggiunge quasi 24 cm di altezza ed un peso di 680 grammi, le articolazioni dei gomiti ed i piedi sono realizzati in metallo.

Ho volutamente tralasciato il discorso posabilità sul Gran Kaiser perchè tutto si riflette nella modalità Sol Gravion. Il busto e le gambe hanno ampio raggio d'azione. La parte centrale del mecha può inclinarsi, piegarsi e ruotare di 180 gradi, questo sia a destra che a sinistra. Le gambe possono essere posizionate a piacimento, ruotano sul proprio asse e si divaricano moltissimo. Tutto questo viene egregiamente supportato dall'ottima articolazione delle caviglie che permette ai piedi inclinazioni notevoli! Il vero limite della produzione Sentinel sono i movimenti delle braccia. Sia in versione Gran Kaiser, ma ancora di più in quella Sol Gravion, le braccia hanno movimenti limitati. Le grandi spalle non consentono la rotazione perchè vincolate al busto del modello. Questa scelta purtroppo tronca in modo brutale le possibilità di pose con gli arti distesi, sia in avanti che ovviamente verso l'alto. Pur alzandosi leggermente, le spalle di fatto rappresentano un blocco, complici anche gli avambracci del Gran Kaiser all'interno. Le grandi ali della GEO MIRAGE sul petto si piegano, ma è una soluzione che rimane fine a se stessa perchè non può in nessun modo agevolare i movimenti delle spalle.  Anche la testa ha un raggio d'azione un tantino limitato, lo spazio di movimento è preciso ed inclinandola si rischia di toccare i bordi delle spalle. Accettabile comunque la rotazione, mentre il collo risulta privo di movimento. 

Escludendo la già citata GEO MIRAGE maggiorata, la dotazione di accessori non offre grandi cose. L'unica arma è la grande spada che si combina unendosi al fregio pettorale del Sol Gravion. L'arma risulta di notevoli dimensioni e di ottima fattura, con le trame dell'elsa ben stilizzate. Anche la lama presenta delle bellissime sagomature soprattutto nella parte iniziale dove sono decorate in color oro. Chiudono la lista degli accessori le due coppie di mani, una riservata all'impugnatura della spada e l'altra realizzata con le dita estese.

Il Sol Gravion Metamor-Force in definitiva ricalca le orme del suo predecessore, riproponendone pregi e difetti. La grande cura realizzativa è da sempre uno dei punti di forza delle produzioni Sentinel e, come detto, risalta moltissimo anche in questo Sol Gravion. Non si può però trascurare il particolare che penalizza i movimenti delle braccia, anche se bisogna riconoscere che il design del mecha non ha sicuramente aiutato i progettisti. Si fa sentire molto la mancanza di un display stand dedicato al Sol Gravion, sarebbe stato molto gradito un qualcosa in stile Getter Devolution, questo per riprodurre pose in sospensione. Nonostante tutto promuovo la produzione Sentinel, anche se con dei limiti, risulta essere un buon prodotto realizzato con grande precisione e solidità strutturale.

 

GALLERIA FOTO SOL GRAVION METAMOR-FORCE 

 


 

 

 

 

  

giovedì 24 dicembre 2020

GX66R TRIDER G7 SOUL OF CHOGOKIN

Se diamo uno sguardo all'elenco delle produzioni Soul of Chogokin, ci accorgiamo che, durante il 2020, la lettera R compare frequentemente. Bandai è solita accompagnare con questa lettera le nuove versioni dei modelli che hanno subito un restyling estetico. Nel solo anno corrente, son ben 6 le uscite GXR prodotte dalla casa nipponica e addirittura concentrate in un lasso di tempo relativamente breve. Il periodo tra luglio e dicembre è praticamente occupato da queste produzioni, interrotte solamente a novembre dall'uscita dell'Arcadia GX93, unico modello nuovo a vedere la luce in quest'ultimo periodo dell'anno. In questo articolo ci occuperemo del ritorno di uno dei robottoni più apprezzati in Italia, il Trider G7. Torna dunque disponibile il robot di Watta in una nuova e più attinente colorazione verso ciò che si vede nella serie tv. Denominato GX66R, il nuovo set Bandai propone come new entry, la seconda navetta che compare dall'episodio 27 del cartone animato, lo Shuttle 2. E' bastata questa presenza per solleticare "l'appetito" del collezionista incallito. La nuova versione del Trider offre quindi la possibilità di completare tutto il parco mezzi della Takeo General Company e di sfoggiare la bellissima configurazione Trider Fortress in combinazione con lo Shuttle 2.

Quello che troviamo nella confezione, è praticamente l'esatta replica del "vecchio" GX66, fatta ovviamente eccezione per il già citato Shuttle 2. Gli accessori che accompagnano il Trider G7 sono rimasti invariati con tutte le armi, mani opzionali e la basetta per esporli. Non manca ovviamente il classico libretto con i riferimenti alla serie e tutti i passaggi per riprodurre le trasformazioni.

La colorazione, come detto all'inizio, è cambiata notevolmente. Il blu è più acceso, il giallo completamente diverso e più chiaro, mentre il grigio del GX66 è stato sostituito dal bianco. Anche il rosso ha una tonalità leggermente più chiara rispetto a quella del suo predecessore. Il modello in questa nuova livrea, sarebbe praticamente anime perfect, ma ancora una volta Bandai ha optato per la versione cromata dell'aquila sul petto del Trider! Scelta davvero incomprensibile che già avevo mal digerito nella versione del 2014! Tecnicamente il modello è invariato, discreta posabilità con ottima percentuale di metallo che restituisce sempre una bella sensazione di solidità generale. Da riscontrare sulla mia copia un paio di imperfezioni sulle plastiche dell'avambraccio destro e sull'aletta rossa del sinistro, per il resto nulla da segnalare. Nella confezione è presente la seconda testa trasformabile che può realizzare tre varianti diverse. Insieme alle configurazioni del Trider, abbiamo tutte le sette trasformazioni disponibili.

Il piatto forte del GX66R è chiaramente il nuovo Shuttle che ha dalla sua un'estetica decisamente più riuscita rispetto a quella squadrata del precedente.  La navetta misura 23 cm di lunghezza e ben 30 di larghezza nella parte posteriore, questo con le ali completamente aperte. Lo Shuttle è  anche dotato di un proprio armamento, due sportelli accanto alle ali e altrettanti sul corpo della nave, mostrano lancia missili e cannoni. Il vano posteriore si apre per consentire l'uscita delle alette bianche, può accogliere al suo interno il fregio pettorale del Trider quando viene staccato per la trasformazione. Nella parte bassa troviamo quattro pannelli apribili, tre sono dedicati alla fuoriuscita dei carrelli, uno centrale e due laterali, mentre il quarto consente l'aggancio del modulo cingolato per replicare la configurazione terrestre. Lo Shuttle 2 può riprodurre altre due configurazioni, la modalità di "parcheggio" e quella di volo agganciandosi al Trider Cosmic, diventando la Trider Fortress. Per realizzare l'agganciamento, si ribalta la parte frontale fino a farla bloccare sul retro. In questo modo viene rivelato il vano di aggancio dove il Trider si unirà allo Shuttle.

La nuova colorazione unita alla presenza della seconda navetta Shuttle, fanno diventare il GX66R molto appetibile anche a chi, come il sottoscritto, è in possesso della prima versione uscita. Ovviamente è anche una bella occasione per quelli che hanno saltato il Trider Bandai nella sua prima edizione. Ultima nota sul prezzo che fa registrare un incremento di 7700 Yen a distanza di sei anni. Il GX 66 veniva proposto a 27500, mentre la nuova versione GX66R a 35200, dati presi dal sito ufficiale Tamashii.jp di Bandai.

 

GALLERIA FOTO GX66R TRIDER G7 

 


 





 

 

 

 

  

domenica 20 dicembre 2020

OPTIMUS PRIME DLX BY THREEZERO

Terza uscita per la linea DLX di Threezero dedicata al film spin-off Bumblebee. L'ultima pellicola dedicata al mondo dei Transformers, propone i protagonisti con un'estetica molto più vicina a quella originale, rendendoli di fatto molto più riconoscibili rispetto a quelli creati dal regista Michael Bay. 

L'azienda Threezero ci propone il grande capo degli Autobot nella nuova scala DLX dopo il successo ottenuto dai bellissimi Bumblebee e Blitzwing. Il modello, come i precedenti, non è trasformabile, ma bensì una grande action figure dotata di grandissima posabilità. Sono ben 53 i punti articolati disseminati per tutto il corpo del modello, questo permette ad Optimus DLX di assumere posizioni veramente spettacolari. Incredibile l'estensione delle gambe che possono essere portate in avanti grazie allo snodo svincolato posto all'interno del bacino! L'unico vero difetto riscontrato, se così può essere chiamato, è la difficoltà per l'inserimento delle varie mani. I perni posti all'interno del braccio, muovendosi, rendono abbastanza difficoltosa l'operazione, complice anche una grande rigidità del materiale plastico con cui sono realizzate. 

Grandissima cura anche per la verniciatura. La colorazione è riprodotta in stile weathering con ombreggiature, graffi e scalfiture sapientemente realizzate che donano al nostro Optimus Prime, un aspetto decisamente "vissuto". Stupendi poi tutti i particolari meccanici a vista che si integrano perfettamente all'estetica del personaggio, aggiungono quel pizzico di modernità al design originale. Oltre a questo troviamo anche due led posti all'interno della testa per l'illuminazione degli occhi. Perfettamente occultato il piccolo tasto per l'accensione e lo spegnimento, posto esattamente sulla parte frontale del cranio. Le batterie non sono comprese nella confezione, bisogna procurarsi due piccole LR44 per il funzionamento.

La dotazione accessori è minimal, ma del resto Optimus Prime non possiede un grande arsenale di armi. Troviamo il classico fucile, dotato di caricatore separabile, 4 coppie di mani ed una singola ed il classico display stand con braccio orientabile. Nonostante l'altezza di 28 cm ed un peso di quasi un chilogrammo, il braccio dello stand non ha nessuna difficoltà nel sostenere il modello nelle più svariate posizioni ed inclinazioni. 

Optimus Prime DLX di Threezero risulta essere un prodotto di estrema qualità realizzativa, un concentrato di tecnica ed estetica sapientemente miscelato. Realizzato con parti diecast, plastica e con articolazioni ad attrito, raggiunge con pieno merito un posto d'eccellenza nel panorama modellistico dedicato a questo tipo di realizzazioni. Per chi ama il mondo dei Transformers, Optimus Prime DLX diventa un'acquisto obbligatorio!

 

GALLERIA FOTO OPTIMUS PRIME DLX 

 


 

domenica 22 novembre 2020

GX88 DAIRUGGER XV SOUL OF CHOGOKIN

Dopo il grandissimo successo del Golion/Voltron, Bandai decide di produrre anche il mecha che viene collegato all'omonima serie, il Dairugger XV, chiamato anche Vehicles Voltron Force. Bisogna precisare che, questa serie, è stata pesantemente riadattata negli Stati Uniti e, diversi spezzoni di episodi, sono stati inseriti nella seconda stagione di Voltron. 

Bandai riproduce in modo decisamente superbo il possente robot formato dalla combinazione di ben 15 veicoli, da quì appunto il nome Dairugger XV. La confezione è praticamente identica in dimensioni a quella del Voltron, anche qui corredata da una sovra copertina in cartoncino rigido. Sostanzialmente abbiamo entrambe le raffigurazioni, giapponese ed inglese. All'interno un box in polistirolo con copertura a vetrina, permette di osservare tutti i mezzi della formazione. Un blister in plastica trasparente invece contiene tutti gli accessori, compreso il display stand. 

I veicoli sono riprodotti in modo eccezionale, colmi di dettagli e molti, con grande sorpresa, decisamente pesanti! Oltre ad essere usati separatamente, si possono ottene tre formazioni distinte unendo, secondo un preciso schema, le navicelle. 

Abbiamo l'AIR TEAM con lo Strato Fighter, il SEA TEAM con l'Aqua Fighter e il LAND TEAM con il Turbo Terrain Fighter. 

La formazione del Dairugger avviene esattamente come nella serie animata, partendo dal basso verso l'alto. La sequenza di aggancio fra le 15 navicelle è semplicemnte stupenda e non particolarmente complicata da realizzare. Ovviamente è d'obbligo il rimando al libretto delle istruzioni presente nella confezione. 

Quello che otteniamo è un modello decisamente imponente con circa 30 cm di altezza e quasi 1,4 kg di peso! Quasi tutte le navicelle hanno parti in metallo, questo contribuisce a rendere il modello veramente molto stabile. 

Verniciatura e cura realizzativa sono delle migliori viste fino ad ora nella serie Soul of Chogokin, non ho riscontrato differenze cromatiche fra le parti in metallo e quelle in plastica. Quello che personalmente non mi piace, è la scelta di introdurre, come sul Voltron, parti cromate, armi comprese. La vera sorpresa di questo GX88 è la sua grandissima mobilità! E' davvero incredibile il lavoro fatto sulle articolazioni del modello che, con grandissimo piacere, risultano essere tutte a scatto. Nonostante la mole e la natura componibile del modello, il Dairugger può replicare pose molto dinamiche senza compromettere la stabilità. Qualche compromesso estetico è da mettere in conto, soprattutto nel piegamento del busto, ma nel complesso il risultato è davvero eccezionale! 

La dotazione accessori è davvero ricca, Bandai ha inserito tutte le armi e diverse paia di mani sostitutive. Abbiamo la grande spada Blazing Sword, la Solar Combat Spears in due configurazioni diverse, l'Electro Whip, il Ray Beam Whip con cavo flessibile e quattro versioni per le Spinning Laser Blades. Completa la dotazione il display stand, realizzato in modo identico a quello del Voltron, comprese le due targhette nominative.

La realizzazione Bandai è impeccabile, è riuscita nell'arduo compito di rendere estremamente posabile un colosso componibile di ben 30 cm! Considerando la ricca dotazione accessori, la grande cura e la grande quantità di metallo presente, il GX88 Dairugger XV, può essere sicuramente annoverato come una delle più belle produzioni della casa nipponica. Il GX88 verrà ristampato e nuovamente commercializzato nel mese di Febbraio 2021.

 

GALLERIA FOTO GX88 DAIRUGGER XV 

 


 

 

domenica 22 marzo 2020

BUMBLEBEE DLX SCALE BY THREEZERO

Dopo svariate rappresentazioni nella maestosa scala Premium, l'azienda 3a decide di aprire la produzione della nuova serie DLX, con misure decisamente più contenute. Parliamo di modelli della serie Transformers con misure che vanno dai 22 cm ai 30. Il primo ad inaugurare la nuova serie è il famosissimo Bumblebee, tratto ovviamente dall'ultima pellicola a lui interamente dedicata.

Il prodotto è curatissimo in ogni sua parte, dalla confezione a vetrina fino all'ultimo pezzo che lo compone. La struttura è quasi totalmente il metallo, mentre la corazza esterna è realizzata in plastica. Sostanzialmente 3A propone un modello in pieno stile Metal Build, ma dal peso decisamente superiore, parliamo di 550 grammi!

Grandiosa posabilità, il nostro Bumblebee, grazie a tutti gli snodi presenti, può riprodurre pose dinamiche incredibili. Eccezionale il lavoro sulla schiena dell'autobot che consente un piegamento davvero notevole. Tutte le articolazioni sono ad attrito, ma la grande resistenza fra le parti garantisce sempre una tenuta eccezionale, anche su di una gamba sola! 

La verniciatura poi è da urlo con tutta una serie di sporcature che replicano in modo impeccabile l'estetica vista nel film. Un lavoro di painting davvero eccezionale su tutto il modello.

La dotazione accessori comprende tre coppie di mani, due coppie di sportelli (questi in dimensioni diverse), il cannone per il braccio, due teste dotate di luci e una bellissima basetta espositiva, quest'ultima spudoratamente copiata da quella Bandai.....ma questo è un bene. Anche esposto in sospensione, il braccio della basetta non presta mai il fianco a cedimenti, garantendo sempre un'ottima tenuta per il nostro Bumblebee. 

Per me è il primo prodotto della casa  3A e devo dire che ne sono rimasto veramente molto soddisfatto. Ottimo rapporto qualità/prezzo, finitura e cura generale di altissimo livello. Un produzione da promuovere a pieni voti che apre le porte della mia collezione anche agli altri personaggi della serie DLX.