sabato 30 novembre 2024

MAZINKAISER SKL MORTAL MIND CCS - LIMITED EDITION

NOME DEL MODELLO: MAZINKAISER SKL

PRODUTTORE: CCS

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 32.676

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ESTESTICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 10

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9

CONFEZIONE: DIMENSIONI: 54,2 x 42 x 20 cm

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PRO

esteticamente eccezionale

dotazione accessori sontuosa

doppia estetica realizzabile

la Ganzanto Sword è immensa

dettagli incredibili

CONTRO

articolazione dei polsi un po' debole

la versione con il mantello nasconde troppo il volto

la base espositiva ha bisogno di essere rinnovata

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Quella che state per leggere non è una semplice recensione, ma l’emozionante viaggio alla scoperta di quello che può essere probabilmente considerato uno dei migliori prodotti dell’anno! Condividiamo con tutti gli appassionati del settore l’analisi dell’ultima meraviglia di CCS per la serie Mortal Mind…..direttamente “dall’Inferno” presentiamo il MAZINKAISER SKL!!!!! Fin dalle prime immagini del prototipo è stata chiara una cosa, la cura maniacale riposta nella sua realizzazione, sia della figura che nei suoi accessori. Non che le produzioni precedenti abbiano avuto un trattamento diverso, ma con questo modello CCS raggiunge vette incredibili, soprattutto nella completezza della sua dotazione.

IL GRANDE BROWN BOX

La confezione ha l’ormai classica concezione a cui CCS ci ha abituati. Questa volta però le dimensioni sono da record per la serie Mortal Mind. Con 54,2 cm di lunghezza, 42 di larghezza e 20 di spessore, diventa in assoluto il più grande box realizzato ad oggi dall’azienda. Il cartone esterno questa volta è dotato di maniglia, questo per agevolarne il trasporto o gli spostamenti. Frontalmente abbiamo l’immagine del Mazinkaiser accompagnata dai loghi di produzione e dal nome del mecha. Sul retro una grande scritta con ideogrammi e la ripetizione del nome SKL ed il marchio Mortal Mind. L’apertura ci rivela la splendida copertina lucida con le immagini del Mazinkaiser e sul retro, come da tradizione, un disegno del personaggio in bianco e nero. La disposizione interna vede due grandi vassoi in plastica trasparente, due più piccoli ai lati ed il contenitore in polistirolo dov’è alloggiato il modello. Quello che però immediatamente ruba lo sguardo è l’immensa spada denominata Ganzanto Sword, per capirci meglio, quella che il mecha tiene dietro la schiena. Le sue dimensioni sono veramente esagerate, pensate che l’altezza con il manico corto, supera quella del modello! Riprenderemo più avanti la sua descrizione perché ci sarà una bella sorpresa.

MAZINKAISER SKL…SOLIDE BASI

Questo nuovo modello Mortal Mind è stato progettato basandosi sul precedente Great Mazinkaiser. Attenzione però, il Mazinkaiser SKL non è un copia/incolla del suo predecessore, ma una produzione ripensata con ben il 93% di parti nuove. La struttura ed i dettagli interni sono stati completamente rimodellati per riproporre l’aspetto cupo del nuovo SKL. Un’attenta analisi ci mostra come solamente la parte bassa delle gambe ed i piedi condividano la medesima estetica del Great Mazinkaiser, cambiandone ovviamente la colorazione. Il modello è concepito dal  classico mix di materiali. Abbiamo parti Die-Cast, ABS, POM, PVC E MAGNETI. L’altezza del solo Mazinkaiser è di 26 cm per un peso di 980 grammi. La riproduzione dei movimenti è affidata alle ormai classiche articolazioni ad attrito con un elevato grado di rigidità. Queste permettono al modello di riproporre tutte, ma proprio tutte, le iconiche pose viste nel cortometraggio animato, ma è anche possibile realizzarne tante altre di nostra fantasia grazie alla massima libertà di movimento di cui gode il nuovo SKL.  

DETTAGLI E COLORAZIONE

Sul fronte del dettaglio CCS non è seconda a nessuno, le realizzazioni precedenti sono lì a dimostrare che questa azienda è maestra nella cura dei suoi prodotti. Il nuovo SKL è scolpito ed impreziosito da molti particolari, alcuni anche molto piccoli, ma che vanno ad esaltare tutto lo sculpt generale del modello. Una delle cose che mi ha colpito molto, è il dettaglio interno visibile attraverso due piccole fessure poste sulla schiena, davvero incredibile la loro realizzazione. Possiamo ammirarne molti altri sapientemente distribuiti sul corpo del Kaiser che, nonostante la colorazione scura, possono essere notati immediatamente perché realizzati in tonalità più chiare. Abbiamo citato la colorazione scura perché il Mazinkaiser SKL di CCS è davvero dark ed è anche questo aspetto che ne aumenta la bellezza estetica. La distribuzione dei colori la trovo magnifica con un amalgama cromatica perfetta. Sotto la luce dei riflettori si può identificare bene la vera tonalità della colorazione. La fanno da padrone diverse tonalità di grigio che si alternano lungo tutto il corpo. Vengono spezzate da inserti oro e rosso scuro che troviamo sulla testa, sul pettorale, sugli avambracci, sulle mani e sulle parti terminali delle gambe. Ne possiamo notare altri anche all’interno delle articolazioni, anch’esse impreziosite da notevoli dettagli scolpiti sulla loro superficie. Le parti più scure del modello sono in grigio antracite e non nero come potrebbe sembrare ad un primo sguardo. La finitura generale è semilucida con alcune zone più opache, proprio come accaduto sullo Shin Getter Black.

DI TUTTO…MA ANCHE DI PIU’

Non ho volutamente ancora parlato della dotazione accessori, cosa che solitamente faccio all’inizio degli articoli. Il motivo è dettato dal fatto che, in questa produzione CCS, il parco accessori ricopre come non mai un’importanza ed un valore fondamentali per la valutazione globale del lavoro svolto dall’azienda. Cominciamo stilando l’elenco completo che si trova all’interno della confezione. Leggendolo capirete immediatamente cosa vi riserva questa sontuosa edizione limited allestita da CCS. I nomi delle varie parti sono state tradotte dalla lista ufficiale fornita direttamente dalla casa di produzione.

Corpo Mazinkaiser SKL – Skull Pilder  - Ganzanto Sword – Manico lungo per Ganzanto Sword – Spada Spinata flessibile – Spada Spinata fissa – Secondo Manico di supporto per Spada Spinata – Pistole Pettorali Breastrigger – Caricatori Breastrigger lunghi – Caricatori Breastrigger corti – 4 paia di mani alternative – Prolunghe per i polsi – 3 Parti per formare la Scure Breasted Mahawk – Supporto metallico snodato per Ganzanto Sword – Corona magnetica supporto parti del Mantello – Parte principale Mantello – 6 parti formazione mantello – Testa Damaged Mazinkaiser SKL – Ali Wing Cross – Back Pack Wing Cross – Parti terminali Back Pack – 2 Bracciali per polsi – 3 Catene lunghe – 3 Catene corte – Catena centrale per il collo – Punta terminale per asta Spada Spinata – Punta terminale piatta aste Ganzanto Sword con innesto catena – Effetto Inferno Blaster – Circuito illuminazione led Inferno Blaster – Circuito Illuminazione led interno per occhi – Base Espositiva dedicata – 2 Aste di supporto metalliche corta e lunga per base espositiva – 3 Giunti di supporto modello per aste metalliche – Connettori aste metalliche fisso e mobile – Libretto istruzioni illustrato.

Questa è l’enorme dotazione accessori che CCS ha concepito per il suo SKL e, come avrete sicuramente capito, possiamo riprodurre le due versioni che il mecha mostra nel cortometraggio animato. La prima dotata di Mantello con Spada e la seconda con le grandi ali Wing Cross concesse dal mecha femminile Wingle, un mix fra la Minerva X e Devil Lady.

ADESSO ARRIVA IL DIVERTIMENTO PIU’ GRANDE

Preparatevi a perdervi in un limbo di piacere e divertimento assoluto perché con tutta la mole di accessori a disposizione sarà veramente arduo scegliere l’esposizione finale per il vostro Mazinkaiser SKL! Seguiteci adesso nella descrizione di questi fantastici accessori che ci riserveranno anche alcune bellissime sorprese ed alla fine avrete, come il sottoscritto, la diabolica tentazione di acquistare due copie di questo fantastico modello.

Cominciamo con il piccolo Skull Pilder che è riprodotto alla perfezione. Anche la sua trasformazione per agganciarsi alla testa del Mazinkaiser è perfettamente riprodotta ed il suo innesto risulta davvero molto semplice. Purtroppo c’è da segnalare un po’ di precarietà nel mantenere la posizione, ma comunque nulla di veramente grave. Pur essendo di piccole dimensioni, lo Skull Pilder è dotato di particolari davvero ben riusciti, come la dentatura ed i reattori posteriori. CCS e riuscita a riprodurne l’aspetto demoniaco alla perfezione.

La grande spada Ganzanto Sword è qualcosa di veramente incredibile, trasmette potenza a tutti gli effetti! Enorme nella sua realizzazione, ma anche super dettagliata e con al suo interno una grande sorpresa. Questa enorme spada può essere agganciata dietro alla schiena del Mazinkaiser, questo avviene grazie ad un giunto metallico snodato che viene fissato all’interno della schiena. E’ possibile abbassare, inclinare e ruotare la Ganzanto Sword per trovarne l’inclinazione migliore in base alla posa del modello. E’ possibile alternare la lunghezza dell’impugnatura cambiando il manico. Quello più lungo è ovviamente pensato per poter brandire la spada dal modello con entrambe le mani, cosa impossibile se si lascia quello corto. I numeri della Ganzanto Sword ne attestano la sua maestosità, con l’impugnatura normale misura 35 cm, ma diventano ben 49 quando si va a connettere quella più lunga. Va detto che, la presa con una sola mano, fa cedere la resistenza del polso costringendoci ad appoggiarla a terra con la punta. Possiamo però realizzare pose con la spada appoggiata sul corpo ed ottenere comunque una bella esposizione. L’impugnatura a due mani è ovviamente la più consigliata, qui il Mazinkaiser non ha cedimenti e può riprodurre alla perfezione le pose di attacco viste nel cartone animato. Ma qual è la sorpresa??? CCS ci ha dimostrato che ogni produzione ha un qualcosa di unico e inedito al suo interno. Abbassando la punta corta della Ganzanto Sword viene estratta una seconda arma, la Spada Spinata. Questa spada alternativa ha un’estetica molto particolare con sezioni a doppia punta per tutta la sua lunghezza. Raggiunge la misura di 20,5 cm a cui vanno aggiunti quelli del manico che si decide di usare. Le parti esterne dell’elsa si aprono per completarne l’estetica finale. La colorazione è grigio/oro e, tutte le sue parti, sono incise da pannellature molto dettagliate. Ma non finisce qui perché CCS ha inserito una seconda versione di questa nuova arma denominata Spada Spinata dispiegata. La lunghezza qui raggiunge i 31 cm a cui, come per la prima versione, bisogna aggiungere quella dell’impugnatura scelta. La colorazione ed il dettaglio sono i medesimi, ma abbiamo una doppia funzionalità. Il corpo di questa seconda Spada Spinata è flessibile e modulabile a piacimento, facendola diventare una sorta di frusta spinata. Oltre ad assolvere la funzione di attacco, questo accessorio può essere agganciato alla parte terminale del back pack delle Wing Cross, diventando a tutti gli effetti la coda demoniaca del Mazinkaiser SKL! La sua natura flessibile ovviamente contribuisce nel ricreare esposizioni ancor più dinamiche.

Veniamo ora alla configurazione con il mantello che, per la sua realizzazione, ha bisogno di sezioni differenti. In realtà sono due le versioni ottenibili, la classica e quella vista nella sigla iniziale dove il Mazinkaiser è incatenato nel sottosuolo. Si, avete capito bene, CCS ci dà la possibilità di riprodurre anche quella versione che compare solamente per brevi istanti! Le parti per realizzare il tutto sono 18, ecco la divisione nel dettaglio. 6 parti per formare il mantello, 1 parte centrale per il collo, 1 ghiera di fissaggio parti, 2 bracciali, 1 catena con il simbolo Z da posizionare intorno al collo, 3 catene corte, 3 catene lunghe e 1 parte terminale impugnatura spada con innesto catena. La vestizione del modello è piuttosto semplice, prima di tutto bisogna staccare la testa e rimuovere la parte grigia alla base del collo. Questa sezione è fissata magneticamente e la sua rimozione è davvero semplicissima. A questo punto si va ad inserire la ghiera dove vanno agganciate le varie parti che formano le versioni con il mantello. Seguendo le istruzioni si procede al fissaggio dei vari componenti, prima le sezioni esterne lunghe e poi, per ultima, la circolare che ricorda quella del Black Getter. La versione normale termina qui, mentre per realizzare la seconda bisogna procede al fissaggio delle catene. Come scritto poc’anzi ne abbiamo 6 di due lunghezze differenti. A noi la scelta su quale usare ed in che punto inserirle. Le sedi di fissaggio sono sotto la parte centrale del collo, sui bracciali che vanno montati ai polsi ed al pezzo terminale del manico della Ganzanto Sword. Per completare il tutto si procede al fissaggio della catena finale intorno al collo, quella con il simbolo Z. Per questa operazione suggerisco di smontare la testa per agire più semplicemente. Quello che abbiamo davanti è davvero un qualcosa di meraviglioso, l’impatto estetico risulta devastante e non è affatto semplice scegliere quale modalità realizzare per la nostra esposizione. Personalmente la versione completa di catene è la mia preferita perché aggiunge quel tocco in più che rende il modello ancor più bello e particolare. La posabilità non viene intaccata, le parti del mantello non precludono i movimenti del corpo perché sono mobili sui perni a cui sono fissate. La testa del modello è l’unica parte che viene penalizzata, proprio come accaduto nello Shin Black, le corna vanno a toccare le pareti interne dell’accessorio montato, limitandone appunto i movimenti. Faccio anche notare che, tutto il materiale di realizzazione mantello, è molto morbido e flessibile ed il procedimento di montaggio va realizzato con molta calma, senza forzare le parti.

Durante il cortometraggio animato il Mazinkaiser SKL riceve la possibilità di alzarsi in volo grazie alle ali Wing Cross lanciate dal mecha femminile Wingle, pilotato da Tsubasa Yuki. L’impiego di questo enorme scrander risulta fondamentale per sconfiggere l’Iron Kaiser. Come già visto nella descrizione accessori, le Wing Cross sono presenti nella dotazione accessori unitamente anche alla seconda testa denominata Damaged. CCS non ha proprio trascurato nulla ed ha dotato il suo modello anche della testa con l’occhio danneggiato dal combattimento contro Garan, il leader dell’esercito nemico. Le Wing Cross si compongono fissando le due grandi ali demoniache ai perni laterali del back pack. Successivamente si vanno a montare le punte terminali più piccole poste invece alla base del corpo centrale. Il fissaggio avviene con il medesimo sistema a scorrimento utilizzato per la Ganzanto Sword che viene collocato all’interno del vano nella schiena del modello. Le ali godono di diversi movimenti, questo per essere adattate alla posa scelta del Mazinkaiser. Possono ruotare sul perno di fissaggio in metallo, realizzato con un diametro davvero importante. Oltre alla rotazione, le Wing Cross si aprono completamente raggiungendo l’incredibile apertura di ben 76 cm! Ma non finisce qui, accanto alla sezione di aggancio, tirando leggermente, si rivela un ulteriore giunto che permette alle ali di essere piegate avanti ed indietro, ampliando ulteriormente il loro raggio d’azione. Anche le due punte terminali possono essere mosse agendo sul perno sferico a cui sono agganciate. La realizzazione di tutte queste parti è fantastica e molto curata. I dettagli delle ali sono superbi con pannellature e nervature perfettamente visibili!  Tutte le sezioni di movimento sono gestite da giunti in metallo che garantiscono grande robustezza e resistenza. Anche se durante la sessione fotografica non hanno presentato particolari criticità o cedimenti, penso che su parti così grandi e pesanti CCS dovrebbe cominciare a considerare l’utilizzo di giunture a scatto per garantire un miglior supporto dei pesi. Il modello con le Wing Cross agganciate arriva al notevole peso di 1,3 kg, ma non accusa sbilanciamenti, nemmeno inclinando il busto avanti o indietro dimostrando tutta l’efficienza dell’articolazione usata al suo interno. La colorazione di tutte le parti è perfetta eseguita con le medesime tonalità cromatiche del Mazinkaiser. Come per la Ganzanto Sword, anche le Wing Cross nascondono una sorpresa! Spingendo verso il basso la parte terminale a punta del back pack viene rivelato il volto della Wingle! Ma non finisce qui perché, come scritto in precedenza, possiamo agganciare la Spada Spinata flessibile per trasformarla in una sorta di coda demoniaca! Penso di aver terminato gli aggettivi per descrivere la bellezza di tutti questi accessori creati da CCS. Anche l’estetica con le grandi ali Wing Cross è qualcosa di assolutamente superbo che sottolinea ancor di più la grandezza di questa realizzazione Mortal Mind. Ragazzi credetemi, sarà veramente complicato scegliere come esporre questo modello!

Oltre alle diverse spade, il Mazinkaiser SKL dispone di altre due armi molto particolari. Le pistole pettorali Breastrigger e la grande scure Breasted Mahawk. I due revolver fissati sul petto del modello, unitamente al teschio centrale, ricordano le sembianze del volto di Devil Man. Il fissaggio è garantito da una duplice soluzione, un mix fra un fermo in plastica ed una connessione magnetica delle due parti. Il modello può tranquillamente piegare il busto senza che le Breastrigger vadano ad  ostacolarne la sua azione, questo grazie al distanziamento che garantisce il connettore di sostegno. L’utilizzo di queste due armi da fuoco è preceduto da due particolari posizioni che il Mazinkaiser assume nella mini serie animata. L’impugnatura direttamente sul petto e la posizione una sopra l’altra quando vengono staccate. Tutto questo è perfettamente replicabile dal modello grazie all’impiego di due prolunghe per i polsi realizzate da CCS. Questi due semplici accessori vengono fissati al perno principale dei polsi e le mani successivamente alla loro base. In questo modo possiamo replicare sia l’impugnatura sul petto che la particolare posa in sovrapposizione. Direi che siamo veramente al top! Le Breastrigger hanno la parte posteriore mobile con il caricatore ad estrazione. Possiamo utilizzare un secondo caricatore dei colpi che, proprio come nella versione animata, fuoriesce dall’avambraccio del Mazinkaiser. Per completare la formazione delle pistole si allunga la canna da fuoco ed il gioco è fatto. Sul pettorale del mecha, per ottenere la corretta estetica, si rimuove il perno di sostegno applicato in precedenza, e si applica il piccolo teschio dorato con aggancio magnetico. Ora il nostro SKL è pronto per replicare ogni tipo di posa dinamica con le bocche da fuoco Breastrigger. Queste due armi hanno un’altra funzione, oltre ad essere utilizzate come pistole, unendosi, vanno a formare la grande tomahawk Breasted Mahawk. Nella confezione sono presenti tre parti aggiuntive per realizzare l’arma. Un supporto alternativo dove vanno agganciate le pistole e due grandi lame che vanno collocate nelle sedi dei caricatori. Unendo l’asta più lunga in dotazione per le spade, ecco materializzarsi la grande scure che appare nel combattimento con Garan.

Come sempre il modello è dotato di impianto per l’illuminazione di alcune parti. Per il Mazinkaiser SKL abbiamo un led principale all’interno del collo che permette di dare luminosità agli occhi. Con la testa normale abbiamo luce azzurra, mentre con la seconda testa abbiamo luce gialla nell’occhio normale e rossa in quello danneggiato, esattamente come nella controparte animata. Per attivare l’accensione bisogna premere la parte grigia situata alla base  del collo e premerla nuovamente per lo spegnimento. Se non si vuole spegnere la sorgente luminosa, l’impianto disabilita l’illuminazione dopo 5 minuti. Le batterie, ne servono due LR41, sono alloggiate nel vano estraibile nascosto all’interno del petto, esattamente dove si agganciano le Breastrigger ed il teschio. Il tocco finale alla sontuosa  dotazione accessori è l’effetto per la riproduzione dell’attacco Inferno Blaster. Come ogni Mazinger, anche l’SKL è dotato di un attacco con raggio pettorale di grande potenza. CCS ha realizzato una effect part di grande impatto scenografico, dotata di un proprio impianto a led multi sorgente per l’illuminazione. L’effetto è realizzato in gomma semi rigida ed è scolpito ricreando una grande vampata di fiamme che culminano in un grande teschio con le mascelle spalancate. Per dare “vita” all’Inferno Blaster c’è un apposito circuito a batteria, qui necessitano 3 LR41, dotato di attacchi specifici per fissare la effect part. Una volta completata l’operazione di aggancio,  si va semplicemente ad inserire il circuito nel vano pettorale ed a premere il tasto dell’accensione alla base del collo. E’ la classica ciliegina sulla torta perché una volta premuto l’interruttore, vedrete occhi ed Inferno Blaster accendersi e vi garantisco che l’effetto finale è davvero ben fatto. Volendo trovare il “pelo nell’uovo” faccio notare un paio di cose. La luce interessa solamente la parte terminale con il teschio, sarebbe stato ancor più scenografico se la luce avesse interessato anche il resto della effect part. L’illuminazione, come per il circuito che gestisce gli occhi, si spegne dopo 5 minuti e non è stata realizzata l’intermittenza, peccato.

Concludiamo la lunga descrizione accessoristica con la ormai classica base espositiva di CCS. Anche per il Mazinkaiser SKL troviamo il display stand rettangolare con le aste metalliche ed i supporti già visti in molte delle produzioni precedenti. I connettori del modello invece sono 3, esattamente gli stessi usati per il Great Mazinkaiser. Come sempre la base è decorata con il nome ed il logo del personaggio realizzati in colorazione oro. Voglio muovere una piccola critica a CCS, trattandosi di una Limited Edition, si poteva concepire un qualcosa di diverso per dare ancora più spettacolarità a questa produzione. All’infuori di quella vista nel Cybuster, tutte le altre realizzazioni Mortal Mind hanno la medesima concezione della base espositiva. Forse è tempo di cambiare qualcosa.

LA FINE DEL VIAGGIO

Eccoci giunti al termine della lunga analisi del nuovo Mazinkaiser SKL Mortal Mind. Quello realizzato da CCS è qualcosa di veramente sontuoso, super curato e immenso. Il parco accessori la fa da padrone per mole realizzativa, dettaglio e impatto estetico ma, cosa molto importante, diversifica l’esposizione finale del modello. La cura realizzativa di tutto ciò che si trova all’interno della grande confezione, fa salire ancora di più l’apprezzamento verso questa casa di produzione che, cosa non semplice, è capace di stupire ed aumentare qualitativamente ad ogni nuova uscita. Ad oggi credo che per rapporto qualità/prezzo CCS sia il top per questa tipologia di produzioni. Nel Mazinkaiser SKL Mortal Mind  c’è tutto quello che un collezionista del settore può desiderare, un immenso “parco giochi” da cui non si vorrebbe mai uscire!

Un grandissimo ringraziamento a CCS per averci inviato il modello in anteprima. Un altro enorme ringraziamento va a tutto lo staff di Gokin.it e a Giustino per il supporto e la grandissima disponibilità!
 
 

 

lunedì 28 ottobre 2024

SHIN GETTER BLACK VERSION MORTAL MIND CCS - LIMITED EDITION

NOME DEL PRODOTTO: SHIN GETTER BLACK VERSION

PRODUTTORE: CCS 

ANNO DI RILASCIO: 2023

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 35.250

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 10

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9,5

CONFEZIONE: DIMENSIONI: 45x 38 x 25,5 cm

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PRO

doppia estetica realizzabile

nuova dotazione accessori

mano extra per lo Shin normal vers.

confezione curatissima

CONTRO

le batterie per i led si esauriscono velocemente

si poteva inserie anche l'altra mano per lo Shin normale

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Nel corso degli anni abbiamo visto alcune case di produzione proporre versioni alternative di modelli già usciti. La colorazione è di fatto l’elemento che cambia e, a volte, viene accompagnata da qualche accessorio extra o miniature per completare l’uscita del “nuovo” prodotto. Passando da Bandai con le versioni Black dei suoi Soul of Chogokin, ad Aoshima con i suoi gokin in metallo pesante, fino ad arrivare a Sentinel con alcune versioni in colorazioni differenti nella serie Riobot. Adesso è il momento di CCS che ripropone il suo bellissimo Shin Getter One in versione Black con una sontuosa Limited Edition.

La confezione aumenta la sua dimensione, passiamo dai 21 cm di altezza della versione normale ai 25,5 della Black. Il cartone esterno è sempre stilizzato con la sagoma del modello contenuto ed aprendola, lo sguardo impatta immediatamente sul bellissimo artwork della copertina interna. Come da tradizione, sul retro troviamo una raffigurazione in bianco e nero del mecha. Il grande box in polistirolo è bloccato dalle due cinghie a chiusura velcrata marchiate CCS, un tocco di classe che fa piacere ritrovare. All’interno il modello e gli accessori, il tutto avvolto in sacchetti di plastica trasparente. Tutta la dotazione è suddivisa in due sezioni sovrapposte della confezione.

Lo Shin Getter di CCS si dimostra ancora una volta spettacolare e, in questa nuova veste Black, aumenta ancora di più il suo impatto visivo. Il modello ovviamente ripropone in tutto e per tutto le qualità tecnico-realizzative dell’uscita precedente, ma è bello ammirare nuovamente tutti i particolari dello sculpt  realizzati, la cura dei dettagli, l’ottima posabilità e la bellissima illuminazione a led, qui riprodotta con tonalità verde. Quello che valorizza realmente questa edizione è la dotazione accessori concepita da CCS che, particolare importantissimo, concede innovazione e diversificazione al suo modello.

Diversificazione…..riproporre l’identica dotazione del primo Shin Getter non avrebbe avuto senso, quindi CCS ha pensato di realizzare un nuovo arsenale per questa edizione. I nuovi armamenti sono i seguenti, due grandi Tomahawk (asce) con catena di connessione, il combat knife (pugnale), la machine gun (mitragliatrice), il revolver (pistola a tamburo), il blast cannon (fucile) e gli Spike Blade (lame e spuntoni), questi ultimi davvero un chicca assoluta! Non solo le armi sono completamente nuove, ma anche l’aspetto dello Shin può cambiare e assumere quello del Black Getter di Ryoma. CCS ha realizzato il foulard (sciarpa) che contraddistingue da sempre la versione dark del Getter One. In questo caso CCS ha optato per una corpo centrale con due parti da agganciare e dotate di movimento libero. Nella confezione troviamo anche le mani con dita snodate più 5 coppie alternative fisse ed una extra per il primo Shin Getter uscito. Più precisamente è stata inserita la mano destra. A completare la ricca lista accessori la ormai classica base espositiva con i due supporti e le aste in metallo.

La cura realizzativa delle nuovi armi è davvero eccezionale ed impreziosita da alcuni particolari davvero ben studiati. Le due Tomahawk sono state concepite per variare il loro aspetto. Le lame e le punte sono agganciate magneticamente, staccandole, possiamo ottenere due armi diverse. Una nuova ascia bilama ed una mazza chiodata! Non finisce qui però, sganciando la testa delle due Tomahawk troviamo una catena interna che fa assumere un ulteriore nuovo aspetto. Per finire, usando la lunga catena in dotazione, possiamo unire le due armi ottenendo ancora un ulteriore upgrade scenografico. Insomma, le alternative per l’esposizione delle Tomahawk non mancano. La machine gun ha un livello di dettaglio pazzesco, ogni piccola parte è scolpita ed impreziosita da dettagli e pannellature. L’impugnatura si apre per consentire l’inserimento della mano in modo più semplice e veloce. Le 4 canne da fuoco sono a scatto e vengono azionate mediante la pressione del tasto sapientemente nascosto sulla struttura. Il caricatore circolare si fissa alla sede magneticamente ed è possibile agganciare alla struttura, sempre con il medesimo sistema, anche il pugnale. In questo modo anche la machine gun può variare il suo aspetto. Ultima nota per quest’arma è la possibilità di allungare la parte posteriore, anch’essa scolpita e rifinita al suo interno. Passiamo ora blast cannon, un fucile a canna lunga dotato di caricatore, sistema a scorrimento per simulare il caricamento dei colpi ed un serbatoio posteriore estraibile. Come per la machine gun, anche questo fucile è magistralmente realizzato. Tutta la struttura è ricca di dettagli, sia interni ed esterni. La colorazione grigio/oro riprende ovviamente quella della machine gun. CCS ha voluto stupire in senso assoluto e ha nascosto il revolver all’interno del caricatore del blast cannon. Proprio così, sfilandolo dalla sede viene rivelato l’alloggiamento del revolver a tamburo! Anche la pistola, pur essendo di una dimensione ridotta, possiede dettagli stupendi e, come detto in precedenza, il tamburo dei colpi che ruota realmente.

Chiudiamo la descrizione delle nuovi armi con gli Spike Blade. Come ultimo colpo di scena CCS ha realizzato questi due accessori per completare la trasformazione  dell’aspetto dello Shin nella versione Black Getter. Rimuovendo le lame sulle braccia si liberano le sedi per fissare gli Spike Blade, uno destro ed uno sinistro. La diversificazione risiede nella grandezza delle 3 lame di cui sono dotati. Sul braccio destro le più piccole, mentre sul sinistro le più grandi, proprio per richiamare quelle del Black Getter classico. Oltre all’estetica veramente curata e particolare, questi due accessori hanno un meccanismo, azionato tramite pressione di un piccolo tasto, per far uscire gli spuntoni dorati. Mentre le punte si allungano, contemporaneamente le lame si piegano all’indietro. Per riposizionarle basta spingere all’indietro gli spuntoni e le vedremo tornare nella posizione iniziale! Potete notare dalle foto ravvicinate quanta cura è stata posta nella realizzazione di questi due grandi accessori!

Come detto nella confezione è presente anche una mano per lo Shin in colorazione normale. CCS ha pensato veramente a tutto per rendere davvero fantastica questa edizione Limited dello Shin Getter Black. L’inserimento della mano in colorazione normale, ha il compito di rendere intercambiabile l’uso delle armi della nuova dotazione Black. Possiamo quindi far impugnare allo Shin normal version la machine gun ed il blast cannon. Volendo anche il pugnale usando però le mani articolate in dotazione. Lo scambio armi fra le due versioni è reciproco perché nella dotazione accessori della versione Black CCS ha inserito anche le mani per impugnare la falce e la grande Tomahawk.

CCS ha saputo proporre la versione Black del suo Shin Getter con stile e grande personalità. Non un mero copia incolla della precedente uscita, ma una vera nuova versione diversificata in tanti aspetti. Dalla doppia estetica realizzabile sul modello a tutta la serie di nuovi accessori appositamente realizzati, traspare tutta la cura che questa casa di produzione ripone nei suoi prodotti! Innovare e migliorare ad ogni uscita, sembrano proprio essere queste le parole d’ordine in casa CCS e, a mio modesto parere, il percorso ad oggi fatto le rispetta perfettamente!
 
 

 

 
 
 


 
 
 

 

 

sabato 31 agosto 2024

GETTER DRAGON SKY X STUDIO SXD CHOGOKIN

NOME DEL MODELLO: BLACK GETTER

PRODUTTORE: SKY X STUDIO

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO HKD: 1798

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 9

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9

CONFEZIONE-DIMENSIONE: 44,5 x 33,5 x 15 cm

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PRO

estetica eccezionale

posabile e pesante

batterie comprese nella confezione

parti finali dell'hangar getter one

CONTRO

base espositiva sempre anonima

qualche difficoltà nel separare le due parti del corpo

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Eccoci arrivati alla terza uscita di Sky X Studio dedicata alla serie Getter Robo Armageddon. Per certi versi probabilmente è la più attesa perché il mecha realizzato è dannatamente bello ed aggressivo, almeno per i miei gusti. Finalmente abbiamo il Getter Dragon, accompagnato dalle ultime due parti per completare la Wall of Armor del Getter One. Questo nuovo modello propone ai collezionisti quattro soluzioni espositive differenti e, per chi conosce bene la serie SXD CHOGOKIN, saprà benissimo a cosa mi riferisco. Di questo però parleremo più avanti.

Medesimo stile di presentazione grafica per la confezione, sempre di grande impatto scenico con bellissime immagini dinamiche e non del prodotto. Aprendola troviamo il box in polistirolo con il modello e la maggior parte dei pannelli damaged, mentre due blister in plastica accolgono tutto il resto della dotazione accessori. Nel primo vassoio troviamo tre paia di mani alternative con le due parti dell’hangar. Nel secondo più grande abbiamo la ormai classica basetta espositiva con l’asta metallica modulabile ed il supporto dove agganciare il modello. Sono anche alloggiate le due grandi asce Tomahawk, l’asta di connessione per poterle unire, il pettorale ed un copri spalla in versione damaged, due accessori con i circuiti penzolanti (busto e braccio), le batterie per alimentare l’illuminazione a led e la miniatura del Dottor Saotome, realizzata nella ormai classica posa con la mano in tasca. Sotto alla basetta si trovano invece le due sezioni per formare le ali del Getter Dragon. Completa come sempre il tutto l’opuscolo delle istruzioni a colori.

Il modello è veramente sontuoso e aggressivo! 26,5 cm di altezza per circa 1,100 kg di peso. La sua composizione ricalca i due Getter precedentemente usciti, ma con qualche sezione diecast in più all’esterno. Il Dragon, oltre al frame interno ed alle articolazioni principali, ha parti in metallo anche sugli avambracci, nella fascia addominale, sul bacino, nei femori e nella maggior parte dei piedi, con la sola sezione della punta in plastica. Le articolazioni offrono sempre grandissima mobilità al modello e, di conseguenza, la possibilità di riprodurre pose molto dinamiche, ma sempre con grande stabilità. La natura delle gimmick è sempre quella ad attrito, ma anche per il Dragon offrono un grado di resistenza decisamente ottimo anche dopo svariati posizionamenti. La testa ed il collo hanno movimenti indipendenti grazie ad un doppio snodo. Le braccia ruotano, si sollevano e possono essere portate al petto, questo grazie alla soluzione con il perno che le svincola dalla propria sede. A differenza dei due Getter precedenti, questa parte è stata modificata per essere adattata alla diversa conformazione del busto. Quindi non si ha più quello spazio vuoto decisamente antiestetico che un po’ penalizza i precedenti modelli. I gomiti si piegano completamente mettendo in evidenza i tanto amati pistoncini a cui Sky X Studio ci ha ormai abituati. Anche il busto mantiene tutta la serie di movimenti che abbiamo apprezzato nelle precedenti produzioni, solo che nel Dragon il piegamento in avanti e quello laterale sono un po’ più limitati. La pettorina rossa scende fino alla sezione bianca addominale, di conseguenza piegando il busto, va a toccare la parte superiore del bacino, accorciando inevitabilmente il suo raggio d’azione. La grande mobilità delle gambe è garantita sempre dall’apertura dei pannelli al bacino del modello, qui presenti anche sul retro, facendo quindi salire a sei il loro numero. Permane sempre la medesima mia impressione su questa soluzione, ma come detto nelle precedenti recensioni, garantisce un’escursione davvero molto ampia. La rotazione sul proprio asse ed il piegamento completo delle ginocchia, vanno a chiudere la serie di soluzioni adottate per i movimenti delle gambe. Caviglie ad estrazione che conferiscono una grande inclinazione e piedi con sezione della punta mobile, completano le gimmick in dotazione sul Getter Dragon. Questa soluzione garantisce quella grande stabilità al modello a cui facevo riferimento poche righe sopra.

La colorazione la trovo veramente ben realizzata. Le tonalità cromatiche del rosso, del blu scuro e del bianco, si amalgamano perfettamente una all’altra restituendo al modello un grande impatto visivo. Non si percepisce lo stacco di tonalità fra le parti in metallo e quelle in plastica, il tutto risulta essere davvero molto omogeneo. Da notare la bellissima doppia colorazione realizzata sulle Mach Wing (ali) del modello che, unitamente ai vari dettagli scolpiti, rendono questo accessorio davvero molto bello da guardare. Tutto il lavoro di verniciatura è realizzato alla perfezione facendo registrare zero imperfezioni trovate, almeno sulla copia in mio possesso. Parlando di dettagli, il modello ne è pieno e tutti davvero ben realizzati e sapientemente distribuiti sul corpo. Dalla testa ai piedi è un tripudio di pannellature e piccoli particolari che abbelliscono e rendono più moderna e accattivante l’estetica del Getter  Dragon. Mi fanno davvero impazzire le rifiniture color oro scolpite sugli spallacci, per non parlare poi di tutti quei piccoli inserti in color grigio metallico distribuiti su molte parti del corpo. Guardate anche la scolpitura realizzata sui piedi, è davvero qualcosa di spettacolare unitamente a quelle realizzate sotto alla loro pianta.

Tornano parti e pannelli sostitutivi per realizzare la versione danneggiata del Getter Dragon. Come per il Getter One, le zone interessate sono sostanzialmente le medesime, ma con qualche ovvia differenza. Testa, petto, bicipiti, avambracci, spalla e femori hanno quindi parti sostitutive con fori, bruciature, rotture e segni di danneggiamento. Per la testa abbiamo la mascherina principale ed una delle punte sul retro. Per il pettorale, i bicipiti, gli avambracci ed i femori, ritroviamo i pannelli con aggancio magnetico. Anche i due copri spalla sono dotati di aggancio calamitato, così come le due punte ad essi collegati. Questa scelta si rivela decisamente molto valida soprattutto in fase di posizionamento, evitando così spiacevoli inconvenienti e facilitando moltissimo la movimentazione delle braccia. Nella confezione troviamo un copri spalla danneggiato, sempre con annessa punta staccabile. Anche qui la soluzione offre libertà di scelta su come esporre questa singola parte. Ovviamente la rimozione dei pannelli mostra i circuiti interni, sempre ben concepiti e realizzati. Si possono rimuovere anche le due sezioni nere semi-trasparenti sulla parte rossa delle gambe. Questi pezzi però non sono magnetici, ma ad incastro e totalmente in plastica. E’ richiesta un minimo di attenzione in più per la loro rimozione dato che gli innesti sono molto piccoli e sottili. La versione damaged del Getter Dragon ci restituisce un impatto estetico accattivante, ma mai esagerato, proprio come nel Getter One.

Nella serie animata il Professor Saotome guida un intero esercito di Getter Dragon contro Ryoma Nagare, pilota del Getter One. Ryoma scatena tutta la sua furia contro i numerosissimi Dragon, facendoli letteralmente a pezzi. Sky X Studio ci permette di replicare gli effetti della battaglia rendendo possibile la divisione a metà del modello. Inclinando in avanti il busto, viene rivelato il tasto da premere per sganciare il tronco del Dragon, una volta effettuato lo sgancio, si procede con l’inserimento di uno degli accessori con i cavi che ho citato all’inizio. Ma non finisce qui perché la “distruzione” del modello prosegue con la rimozione di una delle braccia, si possono staccare sia il destro che il sinistro, e della testa che, con grande sorpresa, è dotata alla sua base di cavi strappati, proprio come per gli accessori per il busto e del braccio. Completata la procedura di separazione delle parti con l’aggiunta delle sezioni damaged, possiamo replicare l’iconica scena con il Getter One che tiene in mano la testa del Dragon con ai piedi il resto del corpo distrutto. Tutto questo non è un’ottima scusa per acquistare due copie del modello?....... ^___^

Come per le precedenti uscite, anche il Dragon è dotato di sezioni illuminate, più precisamente nella testa e nel pettorale. Grazie alla pressione della parte superiore della testa si ottiene l’illuminazione degli occhi e del fregio sulla fronte. Nel petto abbiamo una novità interessante per l’accensione dei led. Non dobbiamo premere nessun interruttore, ma solamente avvicinare un qualsiasi pezzo dotato di magnete ad una determinata area del petto specificata nelle istruzioni. La medesima operazione va fatta anche per lo spegnimento. Nello specifico, nel manuale, viene fatto riferimento al tappo di chiusura calamitato del vano aggancio ali che si trova sulla schiena del modello. I vani batterie sono ben nascosti da un pannello dietro la testa e al centro del petto. Si accede ovviamente rimuovendo prima la pettorina rossa.

L’arsenale armi a disposizione del nostro Getter Dragon si limita esclusivamente alle due grandi Tomahawk che, grazie ad una piccola asta in dotazione, possono essere unite per diventare una sorta di alabarda. Le due asce sono dotate di doppia lama, sono molto ben realizzate e rifinite con ottimi particolari scolpiti sulle lame e sulla testa con gli spuntoni. L’operazione per unirle è davvero molto semplice, si staccano le due punte alla fine dell’impugnatura e si vanno ad inserire nei fori dell’asta di connessione. La dotazione accessori è completata dalla basetta espositiva, dalle ali (Mach Wing) e dalle due parti finali per completare l’hangar del Getter One. La base espositiva è sempre la medesima con asta in metallo pieghevole per l’esposizione del modello in sospensione. Anche qui medesima soluzione per l’aggancio al bacino del modello, si rimuove il piccolo sportello con fissaggio magnetico per inserire il perno di fissaggio dell’asta.

Anche le ultime due parti per comporre l’hangar sono l’esatta replica delle precedenti con pannelli scorrevoli e led per l’illuminazione. Una volta applicate alla basetta del Getter One, possiamo finalmente apprezzare la Wall of Armor completa. Al suo interno è possibile alloggiare le armi del modello ed inserire tutta la serie di braccia meccaniche presenti nella confezione del primo Getter. Una piccola critica però va fatta sulla scelta del posizionamento delle braccia meccaniche. Purtroppo è possibile solamente la loro applicazione nella parte posteriore della base, ed anche se sono snodate, non permettono di arrivare alle sezioni davanti al modello. Sarebbe stato meglio aggiungere alcuni fori di fissaggio anche sui panelli frontali dell’hangar, questo per dare quantomeno una scelta all’utente per il loro impiego. Comunque sia, esporre la base hangar con l’accensione di tutte le luci led, offre davvero un grandissimo colpo d’occhio! Ricordo che l’alimentazione è a batteria, necessitano 6 batterie AAA, tre per ognuna delle sezioni. Per concludere è anche possibile posizionare la miniatura di Ryoma (ma anche le altre due) per completare la nostra esposizione e replicare alla perfezione la scena della serie animata.

Sky X Studio completa il trio dei Getter della serie Armageddon confermando tutto quello di buono fatto nelle uscite precedenti. Il Dragon che ci troviamo fa le mani è, a mio modesto parere, la realizzazione più bella mai fatta per questo mecha. Le proporzioni sono azzeccatissime e lo sculpt generale è di notevole spessore replicando alla perfezione l’aspetto massiccio che si vede nelle scene della serie animata. La casa di produzione ha saputo anche migliore alcune sezioni del modello, segno questo di grande attenzione. Grande cura realizzativa, grande posabilità, diverse soluzioni espositive e la bellissima Wall of Armor completa per il Getter One, consacrano definitivamente Sky X Studio come una delle migliori aziende del settore presenti oggi sul mercato.