A tre anni di distanza dalla realizzazione del trio Getter
Robot, Fewture annuncia la ristampa dei suoi primi modelli Ex Gokin chiamandoli
Repaint Version. Per differenziare le nuove versioni da quelle del 2006,
Fewture decide di cambiare la tonalità della colorazione e di inserire nelle
confezioni alcuni accessori in più. Chiaramente l’uscita di queste nuove
edizioni ha fatto la felicità di chi in precedenza aveva mancato l’acquisto
delle prime versioni diventate ormai economicamente inavvicinabili. Nel
Settembre 2009 esce sul mercato il Getter 1 che ovviamente è strutturalmente
identico alla versione precedente, la confezione è uguale box esterno in cartone con successiva
estrazione a “matriosca” prima di poter mettere le mani sul modello.
All’interno troviamo il Getter, sulla sinistra la pettorina rossa, la placca
addominale bianca, la maschera facciale, il generatore energetico, la capsula
verde con il tappino, 8 fregi rotondi, 1 paio di mani aperte e 4 lame grigie.
Sulla destra invece sono posizionate le 2 Tomahawk, la Getmachine Eagle ed il
mantello rosso. Ribaltando la confezione ed aprendo il vano sottostante
troviamo invece la basetta espositiva, l’asta di sostegno e un piccolo display
stand aggiuntivo per esporre la navetta Eagle…..chiude il tutto il foglio delle
istruzioni in bianco e nero riportante le semplici operazioni di assemblaggio.
Il Getter 1 è molto pesante e massiccio, pesa 950 grammi ed è
alto 24 cm. E’ composto quasi totalmente in metallo ad esclusione di alcune
parti come la testa, le mani, le spalle, il mantello e le due Tomahawk, gioia per i puristi della sacra zama ^___^ e
non. La verniciatura è curata, sulla mia copia non ho riscontrato alcun tipo di
imprecisione, le plastiche si mescolano cromaticamente molto bene con tutto il
resto della verniciatura su metallo. La nuova tonalità azzurrina del bianco non
è molto accentuata, restituisce nella sua globalità un tono più scuro a tutte
le parti chiare del modello facendo risaltare di più le quelle rosse. La
posabilità è ovviamente identica al predecessore, le gambe godono di una
buonissima apertura ed avanzamento grazie agli snodi a scatto, dal ginocchio in
giù è possibile anche ruotare leggermente lo stinco. Il piede s’inclina e ruota
discretamente, mentre la punta può essere piegata singolarmente. Le braccia godono
di molta libertà di movimento, rotazione a 360 gradi, ma il sollevamento
laterale non raggiunge completamente la linea retta con il busto. C’è anche la possibilità
di spostamento avanti e indietro delle spalle anche se questo movimento è
limitato un pochino dalla piastra pettorale….. solo togliendola si potrà
beneficiare della massima escursione. Gli avambracci ruotano sul proprio asse e
possono essere piegati fino a 90 gradi grazie ad un’articolazione a scatto. Come
noto l’assemblaggio di questi modelli è ottenuto incollando sullo scheletro in
plastica parti in metallo, di per se già
una cosa non molto buona, ma ovviamente anche per queste edizioni Repaint le
cose non sono state cambiate. Quello che è cambiato è il materiale plastico di
alcune parti, soprattutto quello in ABS che al tatto risulta essere molto più
morbido rispetto alle First Version. Ho riscontrato alcuni problemi dovuti
proprio a questo fattore, la maschera facciale non rimane in posizione, ma
tende costantemente a staccarsi dalla propria sede. Anche la pettorina rossa
soffre del medesimo problema, mi è capitato più di una volta di trovarla
staccata dal busto, come se il materiale plastico respingesse verso l’esterno i
perni in metallo!
Come detto all’inizio nella confezione è presente la Getmachine
1…..la navetta è lunga 12 cm, larga nella parte posteriore 9 e raggiunge un
peso di 157 grammi. Nella parte terminale sono presenti gli stessi avambracci
del Getter 1 dotati di cutter laterali. La piastra pettorale funge da cupolino
di copertura per la cabina di pilotaggio, sollevandola è possibile visionare il
posto di guida. Anche sulla Getmachine Eagle gli avambracci possono essere
ruotati e aperti all’esterno, questo permette una piccola simulazione di
aggancio con le altre due Getmachine Jaguar e Bear. E’ costruita quasi
totalmente in metallo e nella parte sottostante troviamo il simbolo circolare identico
a quelli che sono posizionati sulla schiena del Getter. In questa edizione
Repaint i fregi sono diventati ben 8, Fewture ha deciso di realizzarne delle
copie anche con numeri normali, di fatto nella confezione troviamo sia i
simboli in carattere giapponese che quelli con la numerazione normale.
Ovviamente quelli riportanti il carattere ed il numero 1 sono doppi, uno per il
Getter ed uno per la Getmachine.
Le armi presenti nella confezione principale sono le due
Tomahawk, di forma identica a quella del Getter First Version con ovviamente
tonalità di colore cambiata. Sono totalmente in gomma dura ed un pochino
fragili all’attaccatura con la lama. Il sistema per l’impugnatura è il medesimo
visto in precedenza, incastro a sfera sulla mano del Getter. Oltre alle due
classiche asce il Getter 1 dispone di una nuova arma aggiuntiva che, come per
la precedente edizione, si trova nella confezione del Getter 3. Per questa
Repaint Version Fewture ha creato la Gigantic
Double Tomahawk, una enorme scure di dimensioni davvero gigantesche. La scatola
in realtà è un piccolo set contenente dieci pezzi, nel blister trasparente sono
alloggiate le parti che compongono l’arma, un nuovo set di pugni forati, un
accessorio per la schiena ed una piccola basetta rotonda. Le parti che
compongono la grande Tomahawk sono sei, l’asta assomiglia maledettamente alla
trivella del Getter 2 con ovviamente una lunghezza superiore. All’estremità
superiore vengono fissate le due lame laterali identiche a quelle che ci sono
sulle braccia del Getter 2, poi è la volta della parte più grande, le lame
sagomate. Una volta montate rimangono le due estremità terminali a doppia punta
che vanno a completare l’arma. La Gigantic Double Tomahawk assemblata è alta
ben 40 cm!!!!! Posizionata nella mano forata del Getter 1 trova appoggio
tramite la piccola basettina rotonda che ho menzionato poche righe sopra.
Esteticamente nulla da dire, questa nuova arma spacca veramente la mascella, ma
il rovescio della medaglia è il peso eccessivo di questo accessorio! Se tenuta in
posizione verticale non esistono problemi, ma appena si tenta di abbozzare una
qualsiasi altra posa il busto del Getter 1 viene inesorabilmente sbilanciato
dal peso dell’enorme Tomahawk! Diciamo che con qualche escabotage si riesce
comunque ad ovviare al problema sbilanciamento, una soluzione valida è far
appoggiare una delle due lame che si trovano sull’impugnatura ad una gamba del
modello, in poche parole si deve cercare un sostegno per poter scaricare
l’eccessivo peso della parte superiore. Questa nuova arma nasconde però una
seconda funzione, la parte centrale con le grandi lame può essere utilizzata
come ali aggiuntive sulla schiena del Getter 1, montando il piccolo supporto
nero al posto del simbolo numero 2 si ottiene l’agganciamento al modello. Una
volta posizionate le nuove ali posso anche essere orientate in diverse
posizioni, grazie ad uno snodo ad atrito le due parti possono piegarsi sia
verso l’interno che verso l’esterno.
Non mi sono dilungato più di tanto nella descrizione tecnica perché
il modello è l’esatta copia dei Getter 1 e Getter Black usciti in precedenza. Ho
posto doverosamente l’accento sulle novità introdotte in questa versione e sui problemi
riscontrati a causa dei materiali plastici. In definitiva Fewture ha ristampato
il suo precedente prodotto cercando soprattutto di diversificarne il contenuto
e la colorazione guardandosi bene dal modificarne la struttura portante. In
definitiva io la vedo come un’occasione persa per cercare di risolvere quelli
che sono i punti nevralgici del progetto costruttivo. Bella la novità della
basetta espositiva per la Getmachine e della Gigantic Double Tomahawk che
risulta essere accessorio ben più versatile rispetto alla Missile Machine Gun
vista nella prima edizione. L’estetica come sempre non ha rivali, l’impatto che
questi Getter hanno, nonostante questa sia comunque una ristampa, è sempre
davvero devastante e questo alla Fewture lo hanno capito davvero molto bene!