sabato 7 dicembre 2019

POWERED RED & 150 GERBERA STRAIGHT [POWER] OPTION SET - METAL BUILD

Benvenuti al festival dell’esagerazione, dove tutto è veramente enorme! Ritorniamo nel mondo di Gundam Seed Astray per occuparci del secondo set accessori dedicato al Red Frame della serie Metal Build. Dopo la Flight Unit, ecco arrivare il set Powered Red & 150 Gerbera Straight (Power). Uscito come prodotto TWS (Tamashii Web Shop) il set in questione è stato lanciato ad un prezzo di, parliamo del mercato nipponico, ben 22000 yen. Il Red Frame all’uscita ne costava 19800……

Ma lasciamo da parte il discorso prezzi ed entriamo nel dettaglio con la descrizione di ciò che offre questo imponente set extra. La confezione riprende la grafica e lo stile usati su quella dell’Astray, con colori di sfondo bianco e rosso. All’interno due blister in plastica presentano il contenuto. Ovviamente l’occhio viene immediatamente rapito dall’enorme 150 Gerbera Straight [Power] che occupa tutta la parte centrale. Il resto del set comprende due possenti braccia aggiuntive, un nuovo back pack, due perni di aggancio per fissare le braccia e tutta una serie di parti per formare un nuovo stand espositivo. Ci sono anche due appositi sostegni per esporre in orizzontale l’enorme 150 Gerbera.

Il montaggio dei nuovi arti è davvero molto semplice, si staccano le braccia normali e si applicano gli appositi perni che hanno il compito di bloccare lateralmente il nuovo upgrade. Sul retro bisogna far ruotare verso il basso il back pack originale liberando la sede di aggancio per la Drive System Arm Unit. Completata questa operazione si possono fissare le nuove braccia al corpo dell’Astray e, come ultimo passaggio, si va ad inserire il nuovo back pack. Questo semplice pezzo di plastica ha il compito di bloccare definitivamente la Arm Unit alla schiena del Red Frame. La nuova unità è davvero ben realizzata, ci sono molti dettagli che impreziosiscono esteticamente il tutto. Gli snodi e gran parte delle braccia sono in metallo ed il tutto ha decisamente un bel peso. Il busto del modello viene messo veramente a dura prova, ma anche il resto del corpo ne risente abbastanza. Diventa quasi obbligatoria l’esposizione con l’ausilio del display stand! La Drive System Arm Unit dispone di parti apribili, ne troviamo sul retro della braccia e sulle spalle. La mobilità dei nuovi arti è decisamente molto valida, si possono ruotare a 360 gradi ed anche completamente sul proprio asse. Diverso invece il piegamento dell’avambraccio che non riesce a chiudersi completamente. Le grandi spalle hanno un proprio snodo che ne consente movimenti indipendenti dal resto della struttura. Si possono alzare, ruotare ed inclinare in base alla posizione scelta per le braccia. I pannelli rossi laterali si sollevano creando ancor più spazio per i movimenti più estremi. Le mani hanno tutte le dita mobili e sono state dotate di un apposito aggancio per la corretta impugnatura delle armi. La presa risulta essere decisamente salda, ogni arma viene praticamente bloccata sul palmo e trattenuta dalle dita. Sul retro della Arm Unit troviamo anche due supporti mobili per alloggiare la/le Katane Gerbera Straight. Se si possiede anche il terzo set extra, sarà quindi possibile allestire contemporaneamente le due spade. Questi supporti, grazie al braccio mobile, consentono alla Katana di ruotare in avanti per essere impugnata.

Passiamo ora all’enorme 150 Gerbera Straight [Power]. Quest’arma gigantesca è praticamente l’impugnatura della Gerbera Straight ingrandita a dismisura. Il numero 150 rappresenta, ovviamente nella storia, i metri di lunghezza. Nel nostro set raggiunge la ragguardevole lunghezza di 45 cm! Esteticamente la realizzazione è veramente sbalorditiva, soprattutto per i particolari dell’elsa e del pomello di chiusura. Le particolarità di quest’arma sono due, può diventare un cannone o, separando alcune parti, aggiungere nuove armi alla dotazione del Red Frame. L’elsa della 150 Gerbera si divide in 2 coppie chiamate Gerbera Tool A e Gerbera Tool B. Il Tool A assomigliano a grandi tirapugni con due lame laterali, mentre il Tool B sono due sciabole dalla forma leggermente ricurva con la lama che fuoriesce dall’interno dell’impugnatura. Il pannello removibile dalla parte finale della  150 Gerbera Straight [Power] diventa uno scudo chiamato Gerbera Shield. Può essere ovviamente impugnato o posizionato sulla schiena dell’Astray.

L’arma definitiva del nostro Powered Red, questo il nome corretto dell’Astray in questa configurazione, è il Positron Blaster Cannon. La versione cannone della 150 Gerbera Straight [Power] rappresenta il top dell’armamento di questo set. Sull’asta nera ci sono 3 parti apribili, una di queste nasconde al suo interno l’impugnatura vera e propria. Come per le altre armi, il fissaggio alla mano avviene nel medesimo modo citato in precedenza. Per sorreggere l’enorme cannone serviranno i due appositi supporti che troviamo nella dotazione accessori. Sono comprese anche 3 prolunghe per variare la posizione della 150 Gerbera Straight [Power]. Per una maggior sicurezza e spettacolarità delle posa realizzabile, è chiaramente consigliato l’uso dello stand anche sul Red Frame, anche se con i piedi be appoggiati a terra, il modello può essere tranquillamente esposto.

Per i possessori dell’Astray Red Frame Metal Build, questo set extra rappresenta una vera e propria chicca, ammesso che il risultato estetico incontri il proprio gusto. Non è certamente una cosa per tutti e la distribuzione tramite Tamashii Web Shop non aiuta sicuramente. Come sempre la realizzazione Bandai è impeccabile, curata in ogni minimo dettaglio senza l’ombra di una qualsiasi imperfezione. Uscito ormai da due anni, la reperibilità del Powered Red & 150 Gerbera Straight (Power) option set non è semplicissima, soprattutto per il prezzo a cui oggi viene proposto. 

  

 

martedì 19 novembre 2019

EVANGELION EVA 01 METAL BUILD


Nuovo soggetto non legato all'universo di Gundam per la linea Metal Build, che apre un nuovo, succosissimo progetto legato ad Evangelion. Non mi dilungherò sui dettagli di un anime famosissimo e controverso come questo, peraltro riportato ancora una volta alla ribalta grazie al suo approdo su Netflix, ma - piaccia o non piaccia - è anche grazie a questa impegnativa opera dello studio Gainax che gli anime robotici non sono stati spazzati via dalla faccia della terra in modo permanente, quindi... respect!

Non è certo la prima volta che Bandai allunga le mani sul brand, ci ricordiamo ad esempio i sei vecchi metallosi Soul of Chogokin o i fedelissimi SPEC, ma con i Metal Build si va ben oltre sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto, come spesso è capitato con questa linea, parliamo di una reinterpretazione dell'EVA 01, e anche abbastanza marcata. La figura, alta 22 cm, è essenzialmente quella ovviamente, ma le linee sono più esasperate e stracolme di dettagli, rendendo di fatto questo gioiellino più incazzoso che mai e dal sapore più robotico che umanoide (e chi ha visto l'anime coglierà più facilmente il senso di questa puntualizzazione), anche se non mancano zone che richiamano quasi lo sculpt di muscoli o tendini. Analogamente, pure la gamma cromatica distribuita sulle piccole e piccolissime superfici è vistosamente aumentata. Le iconiche spalle sono state poi spezzate in due sezioni, in cui quella più vicina al torace è svincolata, mentre quella più alta è ancorata alla schiena.

Tecnicamente siamo a livelli altissimi come sempre, con una quantità impressionante di punti di snodo, pannelli apribili (o scorrevoli come nel caso dell'interno delle cosce), dettagli distribuiti con maestria e ben verniciati anche se microscopici; la struttura esterna è essenzialmente costruita da ottima plastica applicata ad una solida struttura portante in metallo con snodi ad attrito, nel mio caso perfettamente performanti con un'unica piccola riserva sulla spalla destra, un po’ più loose della sinistra, e piedi un po’ al limite quando si carica l'arsenale con 3-4 armi e parti opzionali. Bilanciato benissimo, questo EVA è una fantastica bestia concepita anche per il posing estremo e, anche in questo caso, tutti gli snodi rimangono accuratamente nascosti restituendo sempre una grande naturalezza.

Ma naturalmente c'è molto, moltissimo altro, forse anche troppo! Gli accessori e l'arsenale bellico a disposizione costituiscono una giostra infinita di possibilità: pugnale, spade, spadoni, pistola e rifle configurabile in tre diverse modalità sono tutti realizzati con una minuziosità fantastica. Si può inoltre caricare ulteriormente l'estetica del robot con parti opzionali come parastinchi, porta armi per le cosce, o pannellini alternativi per i piedi.

Lo stand espositivo costituisce un vero piccolo diorama a sè. Anche quest'ultimo è configurabile a gusto personale, nel senso che gli accessori sono concepiti per un aggancio sulle paratie esterne nel punto che più si preferisce, e inoltre si può posizionare il robot in posa statica imprigionandolo a livello dei polsi e spalle, oppure in posa dinamica sfruttando lo stand super articolato, con o senza collegamento diretto al suo classico cavo di alimentazione... insomma, un'esposizione degna di questo capolavoro.

Eccellente modello da collezione, sul quale si può avere qualche tipo di riserva unicamente sul taglio estetico che gli è stato dato, che non va esattamente nella direzione della fedeltà assoluta all'anime. Qualche perplessità, invece, potrebbero destarle le scelte distributive di Bandai, che ha dispensato col contagocce le copie di questo Metal Build, innescando una spirale speculativa allarmante su questo attesissimo pezzo... per poi ristamparlo dopo pochissimi mesi dall'uscita. E potremmo scommettere che con l'arrivo di 02 (già annunciato) anche lo 01 tornerà a fare capolino nei negozi. Per il resto, noi prepariamo già lo spazio in vetrina per il prossimo Eva Metal Build!!

Recensione di Marco De Bon - Foto by Paolo Fasciani.
 

 



 

martedì 5 novembre 2019

GRENDIZER & SPAZER SET RIOBOT BY SENTINEL



Sentinel si è sempre contraddistinta per innovazione, cura maniacale e, soprattutto, grande fantasia. La reinterpretazione stilistica di alcuni mecha molto famosi dell’animazione giapponese, ha fatto crescere sempre di più l’interesse verso i prodotti della piccola casa nipponica. Dopo Mazinkaiser e Shin Getter, la serie Riobot abbraccia un altro personaggio storico del maestro Go Nagai, il Grendizer (Goldrake)! Sebbene il tratto generale del robot sia rimasto essenzialmente invariato, Sentinel ha optato per modifiche estetiche sul mecha, ma soprattutto sullo Spazer, vera concentrazione di novità! Precisiamo che il modello è stato rilasciato in due versioni differenti, una con il solo Grendizer ed una con all’interno lo Spazer. In questa recensione analizzeremo ovviamente il set completo.

La confezione è stilisticamente identica a quelle del Mazinkaiser e dello Shin Getter. Colori rosso e nero con frontale a vetrina e retro con immagini del contenuto. All’interno due grandi blister in plastica sovrapposti custodiscono il modello con i suoi accessori ed il Disco. Come da tradizione ritroviamo la basetta espositiva nel classico sacchettino trasparente insieme al libretto delle istruzioni.

Il nostro Grendizer (Goldrake) è alto 18 cm e viene presentato con il medesimo design estetico del Mazinkaiser. Sul corpo quindi ritroviamo pannellature e tutta una serie di particolari volti ad abbellire ed esaltare il modello. Le corna, la piastra pettorale ed i magli sono realizzati in plastica trasparente e mostrano internamente diversi particolari minuziosamente realizzati. Oltre a questo, la parte centrale del petto si può illuminare andando a simulare il raggio anti gravità. L’interruttore è posizionato sulla schiena, sapientemente nascosto da un pannellino removibile. Le batterie sono già presenti nell’alloggiamento. Le gimmick sono tutte ad attrito e consentono, come da tradizione, una grandissima mobilità al modello. Possiamo replicare tutta una serie di pose dinamiche senza nessun cedimento delle articolazioni che, è meglio precisarlo, sono realizzate in plastica. La verniciatura è sempre di alto livello qualitativo, perfettamente distribuita sul corpo del modello senza la minima imprecisione. I colori e le trasparenze si amalgamano sapientemente in un tutt’uno cromatico splendidamente realizzato. Gli accessori a corredo del Grendizer (Goldrake) sono i classici che tutti conosciamo. Magli perforanti, alabarda spaziale e boomerang elettronici. Da notare come le sedi dei magli e dei boomerang, siano rifinite internamente e non lisce, segno inequivocabile di grandissima cura per ogni particolare del pezzo. Completano la dotazione accessori tre coppie di mani, fra cui una riservata al posizionamento sullo Spazer.

Passiamo ora ad analizzare il nuovo Spazer concepito da Sentinel. L’estetica è chiaramente in linea con il Grendizer (Goldrake), anzi, qui è ancor più carica di pannellature, parti in rilievo e particolari ben distribuiti su tutta la struttura. Sentinel gioca sapientemente anche con la colorazione,  miscelando in modo perfetto tre tonalità di rosso, il bianco ed il grigio antracite. Il disco raggiunge i 20 cm di lunghezza per 30 di apertura alare. Le ali sono leggermente sottodimensionate, ma ci si fa rapidamente l’occhio. Di contro la parte posteriore, dalla cabina di pilotaggio fino ai reattori, risulta essere decisamente più grande rispetto allo disegno originale. Gli unici accessori dello Spazer sono due grandi missili che si applicano sotto alle lame poste sulle ali. Oltre a questo utilizzo è possibile inserirli sulle braccia del modello per farli diventare due grandi trivelle, un qualcosa che ricorda un pochino l’armamento di Jeeg Robot. Manca all’appello una delle armi più iconiche del Disco, le lame rotanti. Stranamente non sono state realizzate e quelle chiuse presenti sulle ali, sono fisse. Ma eccoci alla grande novità! In questa nuova interpretazione il Grendizer (Goldrake) entra nello Spazer in un modo totalmente diverso. Tutta la struttura si apre per permettere al robot di essere fissato al suo interno. Per compiere questa operazione è necessario “vestire” le gambe ed i piedi del modello con parti aggiuntive più grandi. Una volta indossate e, successivamente, ruotate le gambe come indicato nelle istruzioni, si procede al fissaggio del Grendizer (Goldrake) allo Spazer. Un perno in metallo assicura la struttura alla schiena del mecha. Dopodichè si applica il pannello base e si procede con la chiusura delle parti laterali. Ogni sezione ha la propria sede che, una volta posizionata, viene bloccata in modo sicuro e preciso. A questo punto non resta che alzare la testa e fissare le mani dotate di perno all’apposita sede realizzata sulla struttura interna. Il particolare delle mani dedicate risulta essere determinante per ottenere il perfetto posizionamento delle braccia che, in altre produzioni, risulta essere uno dei momenti più irritanti della procedura! Eccolo qua, il nostro Grendizer (Goldrake) nella sua classica versione Ufo Robot pronto ad essere esposto in tutta la sua bellezza. Il pannello base è forato centralmente e può essere quindi agganciato al braccio dello stand espositivo che, grazie alle sezioni snodate, permette anche esposizioni inclinate. Le sorprese però non finiscono qui. La vera rivoluzione estetica di Sentinel si rivela in tutta la sua potenza. Lo Spazer diventa una sorta di armatura potenziata del Grendizer (Goldrake)! Le parti laterali si aprono in tre sezioni diverse diventando delle enormi braccia aggiuntive  del modello. Le grandi mani nascoste all’interno della struttura sono addirittura snodate e possono essere mosse in modo indipendente. Il pannello base del Disco può essere anche utilizzato in due modalità differenti. Separando e sovrapponendo le due parti, diventa un gigantesco pugno, mentre riposizionato in modo normale, può essere utilizzato come scudo protettivo. Con queste trovate geniali Sentinel ha concepito un nuovo utilizzo dello Spazer, trasformandolo da accessorio di trasporto a parte attiva della struttura del Grendizer (Goldrake).

Bisogna però far notare che non tutto è perfetto, la modalità Spazer Upgrade, chiamiamola così, mette a dura prova le articolazioni del modello. Le gimmick interne del Disco sono quasi tutte in metallo, questo fa si che il peso da sopportare aumenti notevolmente. La parte del modello che più viene messa in crisi è il busto. Lo Spazer agganciato obbliga ad un attento bilanciamento delle parti che, se posizionate in modo oculato, non creano nessun tipo di problema.

Ancora una volta Sentinel dimostra di non aver paura nel proporre qualcosa di nuovo, qualcosa che vada al di fuori dei classici schemi. L’aver in parte stravolto uno dei personaggi più famosi del Maestro Go Nagai, è sicuramente una grande scommessa  da parte della casa giapponese. E’ innegabile che il risultato estetico della trasformazione dello Spazer non sia bellissimo da vedere. Va riconosciuto però ai progettisti di casa Sentinel grandissima fantasia e coraggio nell’elaborare e proporre una soluzione del genere. Probabilmente i puristi del personaggio non gradiranno e, da questo punto di vista, probabilmente si spiega la commercializzazione delle due versioni. Ad ognuno il proprio Grendizer insomma, liscio o con un pizzico di brio in più.