Con grande sorpresa del pubblico appassionato e, approfittando
del quarantesimo anniversario della serie, Bandai annuncia e lancia sul mercato
il nuovo GX81, lo Zamboace. Il robot pilotato da Kappei Jin è quindi il nuovo
protagonista della linea Soul of Chogokin. Come tutti saprete lo Zamboace è il
primo componente di tre mezzi che, una volta uniti, danno vita allo Zambot 3.
Bandai aveva già dedicato un’uscita separata al piccolo mecha di Kappei, il
GX23A, differenziandolo da quello contenuto nel gattai set GX23, con femori
cromati ed un colore diverso per le armi in dotazione. In questa nuova veste le
dimensioni aumentano e viene data molta più mobilità a tutto il modello,
andando a replicare qualche soluzione introdotta nel recente GX79 Full Action.
La confezione si presenta con dimensioni abbastanza
contenute, con i suoi 36 x 26 x 5 centimetri non presenta un grosso problema
d’ingombro. Come da tradizione abbiamo il frontale con belle immagini del modello,
mentre sul retro la classica mostra del contenuto. All’interno un contenitore
in polistirolo con copertura trasparente ed il classico blister per basetta ed
accessori. Immancabili i due opuscoli illustrativi, uno dedicato alle sole
immagini ed uno per le istruzioni di montaggio parti e funzionalità. Alloggiato
nel polistirolo troviamo il modellino in versione Zambird e contornato dal
cinturone, i 50mm Vulcan, il Tremble Bullhorn e la Chest wing grande da
applicare al petto. Nel blister invece, oltre al display stand, abbiamo gli
accessori da applicare alla base per sorreggere lo Zamboace, altre due Chest wing, due lumbar cover parts
(destra e sinistra), la copertura posteriore per le gambe ed il piccolo fermo
per il perno centrale dello stand. All’interno della basetta, ormai sempre DC
style, sono custodite altre tre mani, la Zambo Magum con il Gun set ed un volto
sostitutivo. Molto bello anche il richiamo al King Bear fatto da Bandai per il
sostegno centrale della base espositiva.
Come abbiamo detto il modellino si presenta in versione
Zambird, l’assetto usato per il volo, in questa modalità la lunghezza è di 13
cm. Per completare questa configurazione bisogna aggiungere due parti, la
copertura posteriore dei femori ed ovviamente la grande Chest Wing gialla. Grazie
all’apposito sostegno da fissare alla schiena, lo Zambird può essere agganciato
al perno centrale del display stand. Alla base del perno bisogna applicare un
piccolo pezzo che permette di mantenere la corretta posizione verso l’alto e,
allo stesso tempo, di non cedere sotto il peso del modellino. In questa
configurazione il GX81 può essere dotato di appositi armamenti. Sul petto si
può applicare il Tremble Bullhorn, una sorta di cannone che, nella serie tv,
emette un raggio energetico concentrico. La seconda arma sono le due
mitragliatrici Vulcan, si applicano al di sopra delle cabine di pilotaggio
poste nei piedi del mecha. Per il corretto inserimento bisogna far scattare in
avanti le cabine, inserire i Vulcan e riportare in posizione di partenza il
tutto. Oltre alle armi è possibile sostituire la grande ala sul petto con una
seconda più piccola, ma che ha il compito di simulare perfettamente la fase di
trasformazione in modalità robot.
La trasformazione in Zamboace è davvero molto semplice, chi
possiede il GX23 non avrà sicuramente difficoltà nel portare lo Zambird in
versione robot. Come sempre però, per non incappare in spiacevoli rotture, è
sempre meglio consultare le istruzioni fornite da Bandai. Vediamo insieme i
vari passaggi della trasformazione. Bandai qui ci ha regalato una vera chicca
all’interno delle due cabine di pilotaggio. Sono presenti due miniature, nel
piede sinistro quella di Kappei Jin, mentre in quello destro il fedele
cagnolino Chiyonishiki. La prima fase riguarda proprio questa sezione. Si
solevano i due cupolini trasparenti e si ruotano all’indietro le due miniature,
questo per simulare il passaggio alla parte superiore del robot. Successivamente,
dopo aver rimosso il pannello blu posteriore, si separano le gambe e si tirano
le parti verso il basso. Nella terza fase si fanno scattare verso in avanti i
piedi e, successivamente, si ruotano verso l’alto. La parte quattro necessita
di un piccolo accorgimento, per estrarre le braccia bisogna inclinare
leggermente in avanti il busto. Fatto ciò si possono estrarre le braccia e
ruotare i pugni in posizione corretta. Il passaggio cinque si completa con la
rotazione e l’allungamento dell’avambraccio. La manovra numero sei libera i due
pannelli sui fianchi, si piegano le parti del back pack, si estrae il pannello
e lo si fissa nella posizione corretta. Rimangono ancora due ampie fessure
laterali che, grazie all’inserimento delle due coperture (lumbar cover parts)
vanno a chiudere perfettamente i due spazzi. Attenzione qui ad inserire
correttamente la parte L ed R indicata precisamente nelle istruzioni. La fase
otto e nove possono essere considerate opzionali, dipende se abbiamo scelto la
Chest Wing fissa o quella trasformabile. Se inserita quest’ultima, bisognerà
semplicemente far rientrare le due alette e piegare verso il petto la
struttura. Ultimo passaggio è la fuoriuscita della testa, tirando verso l’alto
le due calotte blu si aprono facendo comparire il volto dello Zamboace.
Ecco finalmente il nostro robottino in tutta la sua bellezza.
18 cm di altezza complessivi per un peso di 250 grammi. Buono il contenuto
diecast distribuito sul corpo. Tutto il busto, il bacino, i femori e le piante
dei piedi sono in freddo metallo. Anche le articolazioni che gestiscono i
movimenti al bacino e del busto, sono realizzate in zama. In plastica troviamo
tutto il resto delle parti. L’assemblaggio è ben curato, non ho rilevato
imperfezioni controllando il modello in ogni sua parte. La verniciatura è ben
distribuita, sia sulle parti in metallo che su quelle in plastica. Alla luce si
nota però un leggero cambio di tonalità fra i due materiali, nulla di clamoroso
comunque. Come citato ad inizio articolo la mobilità dello Zamboace è stata
notevolmente aumentata rispetto alla piccola controparte del GX23. Le
articolazioni sono tutte ad atrito e questo un pochino mi fa storcere il naso,
non le amo particolarmente, prediligo sempre le soluzioni con lo scatto. Detto
questo comunque le gimmick si sono rivelate di buona resistenza, anche dopo le
innumerevoli sollecitazioni a cui le ho sottoposte durante il servizio
fotografico. Notevoli quelle che permettono i movimenti delle gambe che
consentono realmente un grandissimo raggio d’azione. Quelle dei piedi sono
molto rigide e necessitano un po’ di attenzione nell’essere maneggiate. Per non
far toccare l’interno della struttura, Bandai ha realizzato due pannelli
(destro e sinistro) che, in base all’inclinazione del piede, si aprono evitando
lo sfregamento. Anche il busto è molto full action, può essere piegato e
ruotato in quasi tutte le direzioni. Lo snodo interno garantisce ottima tenuta
anche nelle posizioni più estreme. Le braccia si avvalgono di articolazioni in
plastica, quelle alle spalle ad estrazione permettono allo Zamboace di portare
ed unire le mani davanti al pettorale in modo molto semplice e funzionale.
Ovviamente la rotazione è libera a 360 gradi. La testa, pur essendo inserita
all’interno delle due calotte laterali, si dimostra molto posizionabile e ben
adattabile alle pose dinamiche. Può addirittura assumere la posizione
all’indietro per la fase di volo. E’ possibile sganciarla dal perno per
procedere alla sostituzione del volto. Bandai ne ha inserito un secondo dotato
di una smorfia molto divertente a vedersi.
L’arma principale di Zamboace è la pistola chiamata Zambo
Mgnum e può essere modificata aggiungendo varie parti del set presente.
Immancabile il cinturone (Gun Belt) dove possono essere alloggiati tutti i
pezzi e quattro caricatori (tre classici ed uno circolare) per la pistola. La
fondina è mobile per potersi adattare alla posizione della gamba e quindi non
sfregare contro di essa. Per agganciare la cintura bisogna rimuovere le due
piccole coperture lombari, questo lascia inevitabilmente un brutto vuoto sul
fianco sinistro del robot. La Zambo Magnum è dotata di quattro configurazioni
alternative, cinque se consideriamo la versione base. Sul libretto sono
indicate le varie combinazioni, dalla più semplice fino ad arrivare alla
versione finale Granades Launcher (fucile lanciagranate). Piccola curiosità
sulle due mani dedicate all’impugnatura dell’arma. Nella dotazione ne sono
presenti due praticamente uguali, ma dall’impiego differente. Quella
contrassegnata con E gode di mobilità al polso, mentre la seconda marchiata D,
rimane in posizione fissa.
Nella sua semplicità, il nuovo GX81 Zamboace risulta essere
un prodotto molto valido. Rispetta molto bene la nuova filosofia Bandai
adottata per la linea Soul of Chogokin, dimensioni contenute e buona
posabilità. Il modello segue la scia del Voltes V Full Action richiamandone
alcune soluzioni tecniche (anche se non del tutto uguali), soprattutto per
gambe e busto. L’unico vero rammarico, non lo voglio chiamare difetto, resta
quello sull’impiego di articolazioni ad atrito che, un uso prolungato nel
tempo, potrebbe comprometterne la tenuta. Per gli amanti del mitico robottone
con la mezza luna, questo nuovo GX81 sarà sicuramente un pezzo da non farsi
scappare. Infine un ringraziamento particolare all’amico Cristian Giorgi per avermi
fatto notare, con la sua traduzione, il particolare delle mani.