lunedì 28 ottobre 2024

SHIN GETTER BLACK VERSION MORTAL MIND CCS - LIMITED EDITION

NOME DEL PRODOTTO: SHIN GETTER BLACK VERSION

PRODUTTORE: CCS 

ANNO DI RILASCIO: 2023

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 35.250

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 10

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9,5

CONFEZIONE: DIMENSIONI: 45x 38 x 25,5 cm

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PRO

doppia estetica realizzabile

nuova dotazione accessori

mano extra per lo Shin normal vers.

confezione curatissima

CONTRO

le batterie per i led si esauriscono velocemente

si poteva inserie anche l'altra mano per lo Shin normale

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Nel corso degli anni abbiamo visto alcune case di produzione proporre versioni alternative di modelli già usciti. La colorazione è di fatto l’elemento che cambia e, a volte, viene accompagnata da qualche accessorio extra o miniature per completare l’uscita del “nuovo” prodotto. Passando da Bandai con le versioni Black dei suoi Soul of Chogokin, ad Aoshima con i suoi gokin in metallo pesante, fino ad arrivare a Sentinel con alcune versioni in colorazioni differenti nella serie Riobot. Adesso è il momento di CCS che ripropone il suo bellissimo Shin Getter One in versione Black con una sontuosa Limited Edition.

La confezione aumenta la sua dimensione, passiamo dai 21 cm di altezza della versione normale ai 25,5 della Black. Il cartone esterno è sempre stilizzato con la sagoma del modello contenuto ed aprendola, lo sguardo impatta immediatamente sul bellissimo artwork della copertina interna. Come da tradizione, sul retro troviamo una raffigurazione in bianco e nero del mecha. Il grande box in polistirolo è bloccato dalle due cinghie a chiusura velcrata marchiate CCS, un tocco di classe che fa piacere ritrovare. All’interno il modello e gli accessori, il tutto avvolto in sacchetti di plastica trasparente. Tutta la dotazione è suddivisa in due sezioni sovrapposte della confezione.

Lo Shin Getter di CCS si dimostra ancora una volta spettacolare e, in questa nuova veste Black, aumenta ancora di più il suo impatto visivo. Il modello ovviamente ripropone in tutto e per tutto le qualità tecnico-realizzative dell’uscita precedente, ma è bello ammirare nuovamente tutti i particolari dello sculpt  realizzati, la cura dei dettagli, l’ottima posabilità e la bellissima illuminazione a led, qui riprodotta con tonalità verde. Quello che valorizza realmente questa edizione è la dotazione accessori concepita da CCS che, particolare importantissimo, concede innovazione e diversificazione al suo modello.

Diversificazione…..riproporre l’identica dotazione del primo Shin Getter non avrebbe avuto senso, quindi CCS ha pensato di realizzare un nuovo arsenale per questa edizione. I nuovi armamenti sono i seguenti, due grandi Tomahawk (asce) con catena di connessione, il combat knife (pugnale), la machine gun (mitragliatrice), il revolver (pistola a tamburo), il blast cannon (fucile) e gli Spike Blade (lame e spuntoni), questi ultimi davvero un chicca assoluta! Non solo le armi sono completamente nuove, ma anche l’aspetto dello Shin può cambiare e assumere quello del Black Getter di Ryoma. CCS ha realizzato il foulard (sciarpa) che contraddistingue da sempre la versione dark del Getter One. In questo caso CCS ha optato per una corpo centrale con due parti da agganciare e dotate di movimento libero. Nella confezione troviamo anche le mani con dita snodate più 5 coppie alternative fisse ed una extra per il primo Shin Getter uscito. Più precisamente è stata inserita la mano destra. A completare la ricca lista accessori la ormai classica base espositiva con i due supporti e le aste in metallo.

La cura realizzativa delle nuovi armi è davvero eccezionale ed impreziosita da alcuni particolari davvero ben studiati. Le due Tomahawk sono state concepite per variare il loro aspetto. Le lame e le punte sono agganciate magneticamente, staccandole, possiamo ottenere due armi diverse. Una nuova ascia bilama ed una mazza chiodata! Non finisce qui però, sganciando la testa delle due Tomahawk troviamo una catena interna che fa assumere un ulteriore nuovo aspetto. Per finire, usando la lunga catena in dotazione, possiamo unire le due armi ottenendo ancora un ulteriore upgrade scenografico. Insomma, le alternative per l’esposizione delle Tomahawk non mancano. La machine gun ha un livello di dettaglio pazzesco, ogni piccola parte è scolpita ed impreziosita da dettagli e pannellature. L’impugnatura si apre per consentire l’inserimento della mano in modo più semplice e veloce. Le 4 canne da fuoco sono a scatto e vengono azionate mediante la pressione del tasto sapientemente nascosto sulla struttura. Il caricatore circolare si fissa alla sede magneticamente ed è possibile agganciare alla struttura, sempre con il medesimo sistema, anche il pugnale. In questo modo anche la machine gun può variare il suo aspetto. Ultima nota per quest’arma è la possibilità di allungare la parte posteriore, anch’essa scolpita e rifinita al suo interno. Passiamo ora blast cannon, un fucile a canna lunga dotato di caricatore, sistema a scorrimento per simulare il caricamento dei colpi ed un serbatoio posteriore estraibile. Come per la machine gun, anche questo fucile è magistralmente realizzato. Tutta la struttura è ricca di dettagli, sia interni ed esterni. La colorazione grigio/oro riprende ovviamente quella della machine gun. CCS ha voluto stupire in senso assoluto e ha nascosto il revolver all’interno del caricatore del blast cannon. Proprio così, sfilandolo dalla sede viene rivelato l’alloggiamento del revolver a tamburo! Anche la pistola, pur essendo di una dimensione ridotta, possiede dettagli stupendi e, come detto in precedenza, il tamburo dei colpi che ruota realmente.

Chiudiamo la descrizione delle nuovi armi con gli Spike Blade. Come ultimo colpo di scena CCS ha realizzato questi due accessori per completare la trasformazione  dell’aspetto dello Shin nella versione Black Getter. Rimuovendo le lame sulle braccia si liberano le sedi per fissare gli Spike Blade, uno destro ed uno sinistro. La diversificazione risiede nella grandezza delle 3 lame di cui sono dotati. Sul braccio destro le più piccole, mentre sul sinistro le più grandi, proprio per richiamare quelle del Black Getter classico. Oltre all’estetica veramente curata e particolare, questi due accessori hanno un meccanismo, azionato tramite pressione di un piccolo tasto, per far uscire gli spuntoni dorati. Mentre le punte si allungano, contemporaneamente le lame si piegano all’indietro. Per riposizionarle basta spingere all’indietro gli spuntoni e le vedremo tornare nella posizione iniziale! Potete notare dalle foto ravvicinate quanta cura è stata posta nella realizzazione di questi due grandi accessori!

Come detto nella confezione è presente anche una mano per lo Shin in colorazione normale. CCS ha pensato veramente a tutto per rendere davvero fantastica questa edizione Limited dello Shin Getter Black. L’inserimento della mano in colorazione normale, ha il compito di rendere intercambiabile l’uso delle armi della nuova dotazione Black. Possiamo quindi far impugnare allo Shin normal version la machine gun ed il blast cannon. Volendo anche il pugnale usando però le mani articolate in dotazione. Lo scambio armi fra le due versioni è reciproco perché nella dotazione accessori della versione Black CCS ha inserito anche le mani per impugnare la falce e la grande Tomahawk.

CCS ha saputo proporre la versione Black del suo Shin Getter con stile e grande personalità. Non un mero copia incolla della precedente uscita, ma una vera nuova versione diversificata in tanti aspetti. Dalla doppia estetica realizzabile sul modello a tutta la serie di nuovi accessori appositamente realizzati, traspare tutta la cura che questa casa di produzione ripone nei suoi prodotti! Innovare e migliorare ad ogni uscita, sembrano proprio essere queste le parole d’ordine in casa CCS e, a mio modesto parere, il percorso ad oggi fatto le rispetta perfettamente!
 
 

 

 
 
 


 
 
 

 

 

sabato 31 agosto 2024

GETTER DRAGON SKY X STUDIO SXD CHOGOKIN

NOME DEL MODELLO: BLACK GETTER

PRODUTTORE: SKY X STUDIO

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO HKD: 1798

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 9

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9

CONFEZIONE-DIMENSIONE: 44,5 x 33,5 x 15 cm

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PRO

estetica eccezionale

posabile e pesante

batterie comprese nella confezione

parti finali dell'hangar getter one

CONTRO

base espositiva sempre anonima

qualche difficoltà nel separare le due parti del corpo

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Eccoci arrivati alla terza uscita di Sky X Studio dedicata alla serie Getter Robo Armageddon. Per certi versi probabilmente è la più attesa perché il mecha realizzato è dannatamente bello ed aggressivo, almeno per i miei gusti. Finalmente abbiamo il Getter Dragon, accompagnato dalle ultime due parti per completare la Wall of Armor del Getter One. Questo nuovo modello propone ai collezionisti quattro soluzioni espositive differenti e, per chi conosce bene la serie SXD CHOGOKIN, saprà benissimo a cosa mi riferisco. Di questo però parleremo più avanti.

Medesimo stile di presentazione grafica per la confezione, sempre di grande impatto scenico con bellissime immagini dinamiche e non del prodotto. Aprendola troviamo il box in polistirolo con il modello e la maggior parte dei pannelli damaged, mentre due blister in plastica accolgono tutto il resto della dotazione accessori. Nel primo vassoio troviamo tre paia di mani alternative con le due parti dell’hangar. Nel secondo più grande abbiamo la ormai classica basetta espositiva con l’asta metallica modulabile ed il supporto dove agganciare il modello. Sono anche alloggiate le due grandi asce Tomahawk, l’asta di connessione per poterle unire, il pettorale ed un copri spalla in versione damaged, due accessori con i circuiti penzolanti (busto e braccio), le batterie per alimentare l’illuminazione a led e la miniatura del Dottor Saotome, realizzata nella ormai classica posa con la mano in tasca. Sotto alla basetta si trovano invece le due sezioni per formare le ali del Getter Dragon. Completa come sempre il tutto l’opuscolo delle istruzioni a colori.

Il modello è veramente sontuoso e aggressivo! 26,5 cm di altezza per circa 1,100 kg di peso. La sua composizione ricalca i due Getter precedentemente usciti, ma con qualche sezione diecast in più all’esterno. Il Dragon, oltre al frame interno ed alle articolazioni principali, ha parti in metallo anche sugli avambracci, nella fascia addominale, sul bacino, nei femori e nella maggior parte dei piedi, con la sola sezione della punta in plastica. Le articolazioni offrono sempre grandissima mobilità al modello e, di conseguenza, la possibilità di riprodurre pose molto dinamiche, ma sempre con grande stabilità. La natura delle gimmick è sempre quella ad attrito, ma anche per il Dragon offrono un grado di resistenza decisamente ottimo anche dopo svariati posizionamenti. La testa ed il collo hanno movimenti indipendenti grazie ad un doppio snodo. Le braccia ruotano, si sollevano e possono essere portate al petto, questo grazie alla soluzione con il perno che le svincola dalla propria sede. A differenza dei due Getter precedenti, questa parte è stata modificata per essere adattata alla diversa conformazione del busto. Quindi non si ha più quello spazio vuoto decisamente antiestetico che un po’ penalizza i precedenti modelli. I gomiti si piegano completamente mettendo in evidenza i tanto amati pistoncini a cui Sky X Studio ci ha ormai abituati. Anche il busto mantiene tutta la serie di movimenti che abbiamo apprezzato nelle precedenti produzioni, solo che nel Dragon il piegamento in avanti e quello laterale sono un po’ più limitati. La pettorina rossa scende fino alla sezione bianca addominale, di conseguenza piegando il busto, va a toccare la parte superiore del bacino, accorciando inevitabilmente il suo raggio d’azione. La grande mobilità delle gambe è garantita sempre dall’apertura dei pannelli al bacino del modello, qui presenti anche sul retro, facendo quindi salire a sei il loro numero. Permane sempre la medesima mia impressione su questa soluzione, ma come detto nelle precedenti recensioni, garantisce un’escursione davvero molto ampia. La rotazione sul proprio asse ed il piegamento completo delle ginocchia, vanno a chiudere la serie di soluzioni adottate per i movimenti delle gambe. Caviglie ad estrazione che conferiscono una grande inclinazione e piedi con sezione della punta mobile, completano le gimmick in dotazione sul Getter Dragon. Questa soluzione garantisce quella grande stabilità al modello a cui facevo riferimento poche righe sopra.

La colorazione la trovo veramente ben realizzata. Le tonalità cromatiche del rosso, del blu scuro e del bianco, si amalgamano perfettamente una all’altra restituendo al modello un grande impatto visivo. Non si percepisce lo stacco di tonalità fra le parti in metallo e quelle in plastica, il tutto risulta essere davvero molto omogeneo. Da notare la bellissima doppia colorazione realizzata sulle Mach Wing (ali) del modello che, unitamente ai vari dettagli scolpiti, rendono questo accessorio davvero molto bello da guardare. Tutto il lavoro di verniciatura è realizzato alla perfezione facendo registrare zero imperfezioni trovate, almeno sulla copia in mio possesso. Parlando di dettagli, il modello ne è pieno e tutti davvero ben realizzati e sapientemente distribuiti sul corpo. Dalla testa ai piedi è un tripudio di pannellature e piccoli particolari che abbelliscono e rendono più moderna e accattivante l’estetica del Getter  Dragon. Mi fanno davvero impazzire le rifiniture color oro scolpite sugli spallacci, per non parlare poi di tutti quei piccoli inserti in color grigio metallico distribuiti su molte parti del corpo. Guardate anche la scolpitura realizzata sui piedi, è davvero qualcosa di spettacolare unitamente a quelle realizzate sotto alla loro pianta.

Tornano parti e pannelli sostitutivi per realizzare la versione danneggiata del Getter Dragon. Come per il Getter One, le zone interessate sono sostanzialmente le medesime, ma con qualche ovvia differenza. Testa, petto, bicipiti, avambracci, spalla e femori hanno quindi parti sostitutive con fori, bruciature, rotture e segni di danneggiamento. Per la testa abbiamo la mascherina principale ed una delle punte sul retro. Per il pettorale, i bicipiti, gli avambracci ed i femori, ritroviamo i pannelli con aggancio magnetico. Anche i due copri spalla sono dotati di aggancio calamitato, così come le due punte ad essi collegati. Questa scelta si rivela decisamente molto valida soprattutto in fase di posizionamento, evitando così spiacevoli inconvenienti e facilitando moltissimo la movimentazione delle braccia. Nella confezione troviamo un copri spalla danneggiato, sempre con annessa punta staccabile. Anche qui la soluzione offre libertà di scelta su come esporre questa singola parte. Ovviamente la rimozione dei pannelli mostra i circuiti interni, sempre ben concepiti e realizzati. Si possono rimuovere anche le due sezioni nere semi-trasparenti sulla parte rossa delle gambe. Questi pezzi però non sono magnetici, ma ad incastro e totalmente in plastica. E’ richiesta un minimo di attenzione in più per la loro rimozione dato che gli innesti sono molto piccoli e sottili. La versione damaged del Getter Dragon ci restituisce un impatto estetico accattivante, ma mai esagerato, proprio come nel Getter One.

Nella serie animata il Professor Saotome guida un intero esercito di Getter Dragon contro Ryoma Nagare, pilota del Getter One. Ryoma scatena tutta la sua furia contro i numerosissimi Dragon, facendoli letteralmente a pezzi. Sky X Studio ci permette di replicare gli effetti della battaglia rendendo possibile la divisione a metà del modello. Inclinando in avanti il busto, viene rivelato il tasto da premere per sganciare il tronco del Dragon, una volta effettuato lo sgancio, si procede con l’inserimento di uno degli accessori con i cavi che ho citato all’inizio. Ma non finisce qui perché la “distruzione” del modello prosegue con la rimozione di una delle braccia, si possono staccare sia il destro che il sinistro, e della testa che, con grande sorpresa, è dotata alla sua base di cavi strappati, proprio come per gli accessori per il busto e del braccio. Completata la procedura di separazione delle parti con l’aggiunta delle sezioni damaged, possiamo replicare l’iconica scena con il Getter One che tiene in mano la testa del Dragon con ai piedi il resto del corpo distrutto. Tutto questo non è un’ottima scusa per acquistare due copie del modello?....... ^___^

Come per le precedenti uscite, anche il Dragon è dotato di sezioni illuminate, più precisamente nella testa e nel pettorale. Grazie alla pressione della parte superiore della testa si ottiene l’illuminazione degli occhi e del fregio sulla fronte. Nel petto abbiamo una novità interessante per l’accensione dei led. Non dobbiamo premere nessun interruttore, ma solamente avvicinare un qualsiasi pezzo dotato di magnete ad una determinata area del petto specificata nelle istruzioni. La medesima operazione va fatta anche per lo spegnimento. Nello specifico, nel manuale, viene fatto riferimento al tappo di chiusura calamitato del vano aggancio ali che si trova sulla schiena del modello. I vani batterie sono ben nascosti da un pannello dietro la testa e al centro del petto. Si accede ovviamente rimuovendo prima la pettorina rossa.

L’arsenale armi a disposizione del nostro Getter Dragon si limita esclusivamente alle due grandi Tomahawk che, grazie ad una piccola asta in dotazione, possono essere unite per diventare una sorta di alabarda. Le due asce sono dotate di doppia lama, sono molto ben realizzate e rifinite con ottimi particolari scolpiti sulle lame e sulla testa con gli spuntoni. L’operazione per unirle è davvero molto semplice, si staccano le due punte alla fine dell’impugnatura e si vanno ad inserire nei fori dell’asta di connessione. La dotazione accessori è completata dalla basetta espositiva, dalle ali (Mach Wing) e dalle due parti finali per completare l’hangar del Getter One. La base espositiva è sempre la medesima con asta in metallo pieghevole per l’esposizione del modello in sospensione. Anche qui medesima soluzione per l’aggancio al bacino del modello, si rimuove il piccolo sportello con fissaggio magnetico per inserire il perno di fissaggio dell’asta.

Anche le ultime due parti per comporre l’hangar sono l’esatta replica delle precedenti con pannelli scorrevoli e led per l’illuminazione. Una volta applicate alla basetta del Getter One, possiamo finalmente apprezzare la Wall of Armor completa. Al suo interno è possibile alloggiare le armi del modello ed inserire tutta la serie di braccia meccaniche presenti nella confezione del primo Getter. Una piccola critica però va fatta sulla scelta del posizionamento delle braccia meccaniche. Purtroppo è possibile solamente la loro applicazione nella parte posteriore della base, ed anche se sono snodate, non permettono di arrivare alle sezioni davanti al modello. Sarebbe stato meglio aggiungere alcuni fori di fissaggio anche sui panelli frontali dell’hangar, questo per dare quantomeno una scelta all’utente per il loro impiego. Comunque sia, esporre la base hangar con l’accensione di tutte le luci led, offre davvero un grandissimo colpo d’occhio! Ricordo che l’alimentazione è a batteria, necessitano 6 batterie AAA, tre per ognuna delle sezioni. Per concludere è anche possibile posizionare la miniatura di Ryoma (ma anche le altre due) per completare la nostra esposizione e replicare alla perfezione la scena della serie animata.

Sky X Studio completa il trio dei Getter della serie Armageddon confermando tutto quello di buono fatto nelle uscite precedenti. Il Dragon che ci troviamo fa le mani è, a mio modesto parere, la realizzazione più bella mai fatta per questo mecha. Le proporzioni sono azzeccatissime e lo sculpt generale è di notevole spessore replicando alla perfezione l’aspetto massiccio che si vede nelle scene della serie animata. La casa di produzione ha saputo anche migliore alcune sezioni del modello, segno questo di grande attenzione. Grande cura realizzativa, grande posabilità, diverse soluzioni espositive e la bellissima Wall of Armor completa per il Getter One, consacrano definitivamente Sky X Studio come una delle migliori aziende del settore presenti oggi sul mercato.
 
 

 

  

domenica 25 agosto 2024

EVANGELION FINAL MODEL - ANIMA - MORTAL MIND CCS

NOME DEL MODELLO: EVANGELION FINAL MODEL 

PRODUTTORE: CCS

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 36.300

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ESTETICA: 9,5

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 10

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 10

CONFEZIONE - DIMENSIONE: 49 x 35 x 16 cm

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PRO

posabilità eccezionale

attivazione led magnetica

colorazione fantastica

accessori ben studiati e realizzati

CONTRO

nulla!

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La linea Mortal Mind di CCS ormai è sinonimo di garanzia e grande qualità. Abbiamo visto fino ad ora la realizzazione di mecha massicci e pesanti che hanno sempre soddisfatto la maggior parte del vasto pubblico dei collezionisti del settore. Solamente il Lazengann presenta una corporatura più esile rispetto alle produzioni finora realizzate. La nuova uscita di CCS si discosta completamente dai classici robottoni e ci propone un personaggio dal nome altisonante, Evangelion! Il modello realizzato è l’Eva 01, tratto dalla serie di light novel Neo Genesis Evangelion – Anima. L’opera scritta da Takuma Kageyama e successivamente da Ikuto Yamashita, è chiaramente basata sulla famosa serie televisiva creata dallo studio Gainax. Quello che CCS ci propone è l’Evangelion Final Model con un’estetica un po’ diversa da quella del classico Eva 01 della serie originale.

Lo stile della confezione è diventato uno dei marchi di fabbrica per i modelli Mortal Mind, abbiamo quindi il classico cartone esterno con la sagoma dell’Eva sulla parte frontale. Anche all’interno le disposizioni non cambiano, troviamo la bellissima copertina illustrata a colori con il classico disegno in bianco e nero sul retro. Un grande box in polistirolo contiene il modello, il display stand, il libretto istruzioni, le parti del backpack, la grande spada Bizen Osafune ed un supporto mobile in plastica trasparente. I canonici blister accolgono tutto il resto della dotazione accessori, ne sono presenti tre. Uno contiene le quattro parti per formare le Ali di Luce. Due sono invece dedicati alle altre armi, alla testa con due corni, alle mani alternative (6 paia), ai supporti per gli armamenti, l’armatura per le gambe, tre agganci per lo stand, le aste metalliche per la base, un disco nero magnetico per la schiena, il giunto alare e la parte b per completare le Ali di Luce. Troviamo anche un piccolo accessorio con testa magnetica che ha una doppia funzionalità, ma questo lo scopriremo più avanti.

La prima operazione da compiere, una volta estratto dalla confezione, è quella di montare la testa, l’armatura delle gambe e le due parti che compongono il backpack, una delle novità estetiche di questa versione. Quello che ci troviamo fra le mani è un modello alto 29 cm, con un peso di 580 grammi e dalla sagoma ovviamente esile. L’Eva 01 ha una corporatura umanoide che lo rende molto più slanciato esteticamente rispetto ad uno dei tradizionali mecha che conosciamo. La grande sfida di CCS è stata sicuramente quella di realizzare delle articolazioni più piccole,  ma che allo stesso tempo offrissero il medesimo grado di resistenza ed affidabilità di quelle viste nelle precedenti produzioni. La prova è stata superata in modo stupefacente, tutte le articolazioni presenti sul Final Model, quasi tutte in metallo, eguagliano lo standard di altissima qualità a cui CCS ci ha abituato. Tutto il modello si muove con grande armonia e semplicità realizzando pose dinamiche davvero di grande effetto, ma sempre con grandissima stabilità, cosa fondamentale per una realizzazione di questo tipo. Bellissima l’articolazione che gestisce il movimento delle braccia avanti/indietro. Muovendo in avanti, si vede avanzare anche la parte grigia del pettorale che si adatta alla nuova posizione. Doppio snodo per i movimenti del collo e della testa, questa soluzione assicura grande libertà nel scegliere il giusto tipo d’inclinazione. La bocca si apre e possiamo ammirare come all’interno siano presenti piccole rifiniture di assoluto pregio, particolari questi che aumentano il valore dell’intera produzione! Le parti laterali della testa si possono muovere a piacimento, possiamo aprirle o chiuderle, alzarle e abbassarle. Le braccia hanno una grande libertà di movimento, questo perché non sono vincolate dal classico coprispalla. Essendo libere, possono chiaramente riprodurre più movimenti ed essere notevolmente alzate verso l’alto. Sull’avambraccio è stata realizzata una parte mobile, questa sezione ruota e si adatta alla posizione scelta per il braccio e per la mano. La parte terminale a punta si alza, questo per consentirci un rapido e semplice cambio mani. Il perno del polso è in plastica e gestisce a 360 gradi tutti i movimenti delle varie estremità a disposizione. Sono sei le coppie di mani alternative, ognuna contraddistinta da una lettera sul manuale istruzioni e, cosa molto importante, con una ben specifica funzione di presa in determinati punti delle armi. Il mio consiglio è di guardare attentamente le indicazioni di CCS per evitare spiacevoli rotture.

Una delle più marcate particolarità che contraddistingue l’Evangelion Final Model è la particolare concezione del backpack. I designer hanno spostato sul retro del modello le classiche estensioni delle spalle che si vedono nella disegno originale. In questa versione sono addirittura raddoppiate, assumendo quasi un’estetica di supporto alare. Lo “zaino” posteriore è composto da due distinte unità, ognuna con una specifica finalità in fase di movimentazione. La prima, fissata alla base posteriore del collo, ha braccia metalliche che consentono il movimento avanti/indietro, mentre la seconda, questa fissata al centro della schiena, si alza e si abbassa. I propulsori laterali possono a loro volta essere orientati in modo indipendente o essere fissati (perno a scomparsa) agli altri due per compiere movimenti simultanei. Questa soluzione si rivela davvero ben studiata e realizzata perché ci offre diverse soluzioni estetiche fra cui scegliere. Il corpo del modello è davvero un  qualcosa di grandioso, qui realmente sono riproducibili inclinazioni, rotazioni e piegamenti davvero incredibili! Tutto questo si traduce nella possibilità di riprodurre le classiche pose aggressive dell’Eva.

Un altro particolare estetico di rilievo è la particolare conformazione ingrossata della parte superiore delle gambe. La sezione dei femori appare notevolmente ingrandita e massiccia rispetto al design originale. L’armatura delle cosce inizialmente mi ha creato qualche perplessità per quanto riguarda la possibile poca mobilità in apertura delle gambe. Tutti i miei dubbi però sono stati spazzati via appena ho provato a movimentare il modello. CCS ha saputo sapientemente realizzare una semplice ed efficace soluzione per concedere super posabilità alle gambe del suo Eva. La sezione frontale del bacino si svincola e si alza andando a liberare lo spazio necessario per consentire la massima apertura possibile delle gambe. Non parlo solo di escursione laterale, ma anche di rotazione verso l’alto. Qui davvero abbiamo raggiunto un livello di movimento davvero eccezionale. Tutto questo va unito alle articolazioni delle caviglie che offrono un grado d’inclinazione davvero estremo! Il risultato? L’Evangelion Final Model di CCS può realizzare pose dinamiche assurde, ma sempre con grandissima stabilità ed affidabilità. Questa, a mio modo di vedere, è la sfida più grande vinta da CCS nella realizzazione di questo modello. Bilanciare perfettamente una corporatura esile come quella dell’Eva non era compito semplice ed il risultato finale dimostra, ancora una volta, la grandissima competenza di questa azienda.

Anche sul fronte accessori CCS non si è risparmiata ed ha dotato la sua nuova creatura di tutto il necessario per far “esplodere” esteticamente il modello. Le armi in dotazione sono diverse, abbiamo il classico fucile, il Progressive Knife, la grande Bizen Osafune, la seconda spada Magoroku Exterminate Sword e Lancia di Lucretius. Il Fucile può essere combinato magneticamente al coltello per creare un’arma unica, è possibile agganciarlo con o senza copertura. Anche la spada Magoroku è comprensiva di fodero e quindi possiamo decidere di esporla a lama sguainata o riposta. La Lancia è composta da tre parti combinabili fra loro in modo molto semplice ed è realizzata con una colorazione nero/lucido molto bella e si possono chiaramente notare diversi fregi incisi in prossimità delle punte. Tutte le altre armi possono essere agganciate al modello grazie all’impiego di due supporti metallici da applicare all’armatura delle cosce. Rimuovendo l’apposito pannellino si procede al fissaggio dei supporti. Anche per questi due accessori CCS ha saputo realizzare qualcosa di davvero particolare. La struttura è interamente in metallo ed è dotata di sezioni mobili, questo permette di poter orientare a piacimento gli armamenti agganciati per essere adattati alla posizione assunta dall’Evangelion. Abbiamo portato una delle gambe molto in avanti? Nessun problema, possiamo far arretrare una delle spade più indietro o addirittura ruotarla in senso opposto, in modo da non disturbare il movimento delle braccia. Insomma, anche in questo caso CCS ha saputo valorizzare un accessorio rendendolo dinamico, spingendo il collezionista a sperimentare il suo impiego. Il Fucile gode di un supporto espositivo in più, può essere alloggiato anche dietro alla schiena sfruttando l’aggancio nascosto all’interno della sezione centrale nero-verde posta al centro. Come tutti i modelli Mortal Mind, anche l’Eva 01 è dotato d’impianto luci. Abbiamo illuminazione per occhi e pettorale. Il vano batterie, già comprese nel modello, è nascosto nell’incavo ricavato all’interno della schiena, sapientemente occultato da una doppia copertura magnetica e dalle parti del backpack. L’accensione delle luci avviene tramite l’uso della piccola asta con testa magnetica citata all’inizio della descrizione. Appoggiandola al petto avremo l’accensione fissa dei led, un secondo appoggio farà partire l’intermittenza, mentre la terza spegnerà il circuito. Per accedere al vano batterie si deve aprire il backpack, togliere il disco nero ed agganciare sempre l’asta con testa magnetica. Ruotando in senso antiorario la calotta grigia si potrà estrarre il circuito di alimentazione e procedere anche all’eventuale sostituzione delle batterie. Questa operazione andrà ripetuta per inserire, ammesso che lo si voglia fare, il circuito nel giunto alare A che andrà inserito nel vano schiena ed a cui andranno agganciate le quattro ali di luce unitamente alla parte B per completarle. Ma cosa sono le Ali di Luce? CCS ha realizzato cinque effect parts di grande impatto che vanno applicate alla schiena del modello. Due grandi, due medie ed una centrale più piccola. Tutte le parti vanno fissate al giunto alare trasparente che troviamo nella dotazione accessori. Il fissaggio è molto semplice inserendo i perni nelle apposite sedi. Ogni Ala ha un senso e va posizionata nel lato di appartenenza. Le due più grandi nella parte superiore, mentre le medie nella inferiore. Il giunto alare gestisce anche i movimenti delle Ali di Luce grazie alla sezione inferiore mobile. Possiamo quindi decidere di posizionarle tutte verso l’alto o far scendere le medie verso il basso. Questi effetti hanno tutti insieme un discreto peso che va a gravare sulla schiena del nostro Eva 01. CCS, questo per evitare sbilanciamenti, ha concepito un piccolo braccio snodato trasparente da applicare come supporto dell’intera sezione posteriore. Sfruttando uno dei connettori dello stand, è possibile quindi usufruire di questo sostegno aggiuntivo per non rischiare ribaltamenti all’indietro. Detto questo però io vi garantisco che il Final Model rimane ben saldo a terra anche senza supporto. Nel servizio fotografico ho realizzato uno scatto appositamente per testare la stabilità del modello con le Ali di Luce, senza l’impiego del supporto. Il risultato è l’ennesima conferma del grandissimo lavoro fatto da CCS sulle articolazioni che, pur essendo ad attrito, offrono sempre grandissima solidità al modello.

A chiudere la dotazione accessori l’ormai classico display stand che accompagna le produzioni Mortal Mind. Basetta nero-lucido con scritta color oro. Sempre due i supporti applicabili, uno fisso ed uno mobile con le classiche aste in metallo di lunghezze differenti. Tre invece i connettori da usare sul modello, qui ovviamente più sottili di quelli visti nelle precedenti uscite che si integrano perfettamente alla corporatura longilinea dell’Eva. Come sempre hanno gradi d’inclinazione differenti per far assumere al modello pose in volo diverse in combinazione con i due supporti.

Prima di concludere questa lunga recensione, un doveroso commento va fatto alla colorazione dei questo Evangelion Final Model. La realizzazione è come sempre impeccabile, ma quello che mi ha davvero stupito è la perfetta amalgama di varie tonalità, sia del viola, del giallo/arancione e del nero/verde. Il gioco tono su tono ricorre praticamente su tutto il modello ed è veramente uno spettacolo visivo entusiasmante! Osservare tanta cura realizzativa è qualcosa di davvero fantastico e segno di grande impegno da parte di CCS nel voler curare ogni minimo aspetto delle sue produzioni.

Il “viaggio” di CCS prosegue inarrestabile con un altro modello davvero superbamente realizzato. Ad ogni uscita questa azienda sale di livello dimostrando grande attenzione verso il suo pubblico di appassionati. L’Evangelion Final Model tocca nuove vette sul fronte della mobilità per questa tipologia di modelli, imponendo nuovi standard realizzativi. Tutta la produzione è uno spettacolo, ci sono dettagli bellissimi ovunque, come l’apertura delle griglie sull’armatura delle gambe, per non parlare poi delle sezioni frontali sui piedi che si adattano alle pose scelte. Insomma, tutto, ma proprio tutto mi è piaciuto tantissimo, pur non essendo un grande estimatore della serie Gainax. Un grandissimo e doveroso ringraziamento a CCS per averci fornito il modello in anticipo regalandoci sempre la possibilità di poter ammirare in anteprima le sue produzioni. Un altro immenso grazie a Giustino ed a tutto lo staff di Gokin.it per il supporto fornito ad ogni recensione!