Non c’è due senza tre…..Febbraio 2014 ci consegna finalmente
l’ultimo componente della squadra Getter Robot G Ex Gokin, il Getter Poseidon.
Come per i due modelli precedenti viene rispettata la data di uscita annunciata
da Fewture, anche se viene sempre indicato il mese di rilascio e non un giorno
specifico, è giusto comunque sottolineare la puntualità della casa produttrice
visto che in un non lontano passato i prodotti annunciati non hanno
praticamente mai rispettato le date di uscita annunciate. Al di la delle
statistiche a noi interessa che il prodotto finale sia ben fatto, curato e
“degno” del prezzo richiesto per il suo acquisto, il Getter Dragon ed il Getter
Liger hanno messo in mostra un’ottima realizzazione sotto molti punto di vista,
quindi è ovvio che le aspettative per quest’ultimo componente della squadra
Getter G siano doverosamente alte! Sarà così? Avrà saputo Fewture confermare
definitivamente la qualità raggiunta con i due Getter precedenti?.....E allora
partiamo subito alla scoperta del nuovo Getter Robot Poseidon Ex Gokin…..Change
Getta threeeeeeeeeeeeeeeeeee!
Come ogni produzione Ex Gokin eccoci difronte al nostro caro
Brown Box che rispetto ai due precedenti risulta essere leggermente più grande
e soprattutto più pesante! Il cartone esterno raggiunge i 58,5x40x20 cm,
all’interno la vera e propria confezione con 50x34x15 cm di misura. I
centimetri in più di lunghezza della confezione esterna sono giustificati dalla
presenza di una seconda scatola interna contenente le armi extra del Getter
Dragon, le Double G Tomahawk. A questo set aggiuntivo dedicherò un’apposita
recensione con relativo report fotografico. Gli art work delle coperture in
cartoncino lucido raffigurano come sempre il volto del modello ed il torace
aperto, mentre il contenitore interno è ovviamente in polistirolo. All’interno
troviamo il foglio illustrativo, il Poseidon, le gambe normali, le gambe
cingolate, i due missili, una seconda coppia di mani, la Getmachine e una
piccola scatola trasparente che custodisce la maschera facciale, i tre simboli
per la schiena, il generatore interno ed il ferretto uncinato ormai diventato
accessorio classico delle ultime produzioni Ex Gokin. Il display stand per il
modello e per la Getmachine sono come sempre riposti nel vano sottostante della
confezione protetti, come tutto il resto, da sacchetti di cellophane
trasparente.
Il modello è riposto nella confezione privo della parte
terminale delle gambe, estraendolo bisogna semplicemente scegliere quali delle
due coppie disponibili montare, analizzeremo però più avanti il loro sistema di
bloccaggio. Ci si rende subito conto che il Poseidon restituisce una notevole
sensazione di pesantezza e la conferma arriva dalla misurazione effettuata con
la bilancia digitale. Il peso del modello varia a seconda delle gambe montate,
con quelle normali abbiamo 1045 grammi, mentre con quelle cingolate arriviamo a ben 1111! L’altezza complessiva
si attesta sui 25 cm, per la precisione alla testa ne raggiunge solamente 21.
Analizzando nel dettaglio il Getter Poseidon si nota come Fewture abbia
inserito più parti in metallo rispetto ai due Getter precedenti, il corpo è
quasi interamente un blocco di ferro! Tutte le parti frontali del busto sono in
metallo, compresi gli sportelli apribili posti sulla zona pettorale gialla.
Anche bacino, femori e parte azzurra sottostante al ginocchio sono realizzate
interamente nel medesimo materiale. Le due coppie di gambe sono state costruite
in modo differente, quella normale è prevalentemente in plastica con il solo piede
in metallo, la coppia cingolata invece è praticamente l’opposto, ad esclusione
dei cingoli in gomma e di poche altre parti, la struttura portante è tutta in
metallo pesante! Testa, braccia, parte posteriore del busto, missili e parte
alta dei femori sono realizzate in plastica di ottima qualità. Tecnicamente non
ci sono novità, gli snodi impiegati sono più o meno quelli già visti sulle
produzioni precedenti, un mix fra gimmik a scatto e ad atrito. La testa compie
movimenti non molto ampi, se la rotazione e l’inclinazione verso il basso
possono essere ritenuti sufficienti, altrettanto non si può dire sul movimento
verso l’alto che risulta praticamente nullo. La maschera facciale copre il
volto sottostante lasciando solamente in evidenza, come nel Liger, gli occhi.
Il volto scheletrico del Poseidon non appare molto ispirato, anzi, il ghigno
messo in evidenza risulta essere abbastanza anonimo, l’unica vera novità è la
possibilità di far aprire e chiudere la bocca. La piastra pettorale gialla si
solleva per mettere in evidenza il rotore sottostante (ruotabile realmente) che
permette al Getter Poseidon di generare il Getter Cyclone, nella serie quest’arma
è praticamente un vortice potentissimo che viene generato sia sulla superfice
terrestre che sul fondo del mare. Una volta sollevata la parte gialla si può
accedere anche all’interno del torace, gli sportelli rossi si aprono mettendo
in evidenza la cassa toracica che a sua volta alzandosi rivela l’alloggiamento
interno con il generatore removibile. Richiudendo la piastra pettorale troviamo altre due parti apribili in metallo
che rivelano un vano missili realizzato con un discreto grado di dettaglio.
Nella parte posteriore trovano la loro naturale sede i grandi missili ed i
classici tre simboli che da sempre ritroviamo nelle produzioni robotiche della
linea Ex Gokin. I due missili posteriori, lunghi 10 cm, sono ben realizzati ed
il loro design s’intona alla perfezione con l’estetica generale del modello. In
particolare lo sculpt è stato arricchito con pannellature di vario tipo e
stacchi di colore fra le varie zone restituendo visivamente un impatto
decisamente molto convincente, diciamo in puro stile Ex Gokin. Leggermente da
“brivido” l’aggancio alla loro sede che avviene tramite pressione sulla schiena
del Poseidon, le due linguette in plastica poste sui missili sono davvero esili
e bisogna forzare abbastanza per ottenere il corretto posizionamento…..agire
con cautela! Il busto ha movimenti non molto ampi, la rotazione destra/sinistra
è decisamente limitata come per altro la fase basculante, solo l’inclinazione
verso il basso risulta essere più accentuata facendo arrivare le parti rosse
del torace quasi a contatto con quella interna del bacino. La mobilità del
busto è gestita da una gimmik con movimento ad atrito che anche dopo numerose
sollecitazioni continua a garantire il medesimo grado di resistenza iniziale.
In tutta sincerità continuo a preferire la soluzione adottata sul Dragon, dove
lo snodo che gestisce il movimento è a scatto. Le braccia sono libere di
muoversi in ogni direzione, le coperture gialle delle spalle hanno un movimento
indipendente che permette di alzare o abbassare queste due parti. Le fasi di
rotazione delle braccia sono a frizione mentre il piegamento dell’avambraccio
(massimo 90 gradi) ed il sollevamento esterno sono a scatto. L’aggancio dei due
set di mani avviene tramite perno a pressione, a differenza di quanto visto sul
Dragon però il perno maschio è fisso sull’avambraccio costringendoci a spingere
e ruotare per inserire la mano di turno…..decisamente molto più comodi e sicuri
gl’innesti a clips usati per il primo modello. Come scritto in precedenza le
gambe del Poseidon offrono due soluzioni differenti grazie
all’intercambiabilità dei due elementi terminali, al di là del fatto puramente
estetico, le parti in questione incidono in maniera differente sulla posabilità
del modello limitando o ampliando, a seconda della scelta fatta, il limite
delle pose. Prima di tutto va osservato come intelligentemente i progettisti
abbiano adottato una gimmik a scatto per l’apertura laterale delle gambe, visto
il peso della parte superiore questa scelta è di vitale importanza per la
tenuta generale delle gambe. La fase di rotazione avanti/indietro è invece
affidata ad una soluzione a frizione, mentre per le ginocchia si ritorna al più
sicuro snodo a scatto. Le gambe classiche con il piede rotondo sono dotate di
tre pistoni funzionanti che vanno a coadiuvare il movimento dello snodo interno,
gestore principale dei movimenti caviglia/piede. Possiamo inclinare, avanzare o
arretrare la parte in questione grazie agli scatti di questa articolazione
interna. Il piede ha la parte posteriore mobile che può essere alzata e
abbassata a piacimento, questa scelta francamente mi lascia un tantino
perplesso perché in termini pratici risulta essere praticamente inutile ai fini
del miglioramento della stabilità e posabilità generale. Da applausi invece i
particolari scolpiti sotto la pianta dei piedi ed all’interno delle caviglie
dove sono stati riprodotti dei piccoli tubi idraulici. Anche sulle gambe
cingolate il lavoro svolto è encomiabile, rotolamento reale, inclinazione,
posizionamento avanti/indietro, dettagli interni ed esterni…..in più un impatto
estetico che a mio parere esalta maggiormente tutta la produzione! Le due
soluzioni proposte da Fewture hanno un impatto diverso sulla posabilità del
Poseidon, paradossalmente le gambe dotate di piedi offrono una minor stabilità
dato che l’inclinazione della caviglia risulta essere piuttosto limitata
costringendoci a ridurre l’apertura delle gambe. Si può giocare con la
rotazione dei femori, ma comunque a fronte di un’ampia apertura i piedi
rimarranno sempre leggermente sollevati da terra. Le gambe dotate di cingoli
invece sono quelle che più garantiscono stabilità al Poseidon, con i loro nove
centimetri di lunghezza offrono decisamente un più ampio appoggio consentendoci
di ampliare il raggio di apertura delle gambe. Diamo ora uno sguardo al sistema
di aggancio delle gambe…..la soluzione adottata da Fewture è decisamente molto
semplice e per certi versi piuttosto scontata. Il fissaggio avviene tramite
l’inserimento di quattro perni a croce nelle apposite sedi che si trovano nella parte sottostante al
ginocchio. Una volta agganciate le due parti coincidono perfettamente ed
esteticamente la linea di giunzione è studiata in modo tale da sembrare una
semplice pannellatura scolpita per spezzare l’estetica un po’ piatta della
gamba. La sostituzione delle gambe normali non crea particolari problemi, ma
quella delle cingolate si perché essendo più corte non si ha un notevole spazio
per appoggiare le dita, soprattutto se andiamo ad agire nella parte esterna. In
più bisogna procede comunque con cautela perché i perni di fissaggio sono in
plastica ed una manovra effettuata bruscamente potrebbe causare pericolose
rotture. Sinceramente non saprei indicare un altro sistema di fissaggio,
probabilmente alla Fewture si è optato per la soluzione più semplice possibile
e che allo stesso tempo offrisse una sicura tenuta. L’unico dubbio rimane
sull’affidabilità nel tempo di tale soluzione, un ripetuto aggancio/sgancio
potrebbe far perdere il grado di tenuta iniziale.
La qualità dei materiali usati è decisamente ottima così come
la verniciatura che amalgama cromaticamente in modo perfetto le parti in
metallo a quelle in plastica! Sulla mia copia non c’è la minima sbavatura di
colore o una piccola imprecisione, tutto risulta essere davvero perfetto e ben
curato.
Prima di concludere diamo un doveroso sguardo anche alla
Getmachine Poseidon presente nella confezione. La navetta è lunga 11 cm e larga
11,5, è costruita prevalentemente in metallo e raggiunge il ragguardevole peso
di ben 200 grammi. Le sole parti in plastica sono la cabina di pilotaggio (la
testa del Poseidon) i missili laterali, i motori posteriori ed il timone
centrale. Esteticamente non si discosta moltissimo dal disegno originale,
l’unica vera variante estetica è rappresentata dalla dimensione e forma dei
missili laterali. Osservandola devo riconoscere che il suo design sintetizza
perfettamente le fattezze del Poseidon, trasmettendo un senso di potenza
assoluta.
Fewture chiude in bellezza il trio Getter Robot G confermando
tutto ciò che di buono è stato fatto con i due modelli precedenti, Dragon e
Liger. Il Getter Poseidon si è dimostrato un prodotto molto curato e ben
progettato spazzando via definitivamente quel senso di paura che spesso
precedeva ogni acquisto di un modello Ex Gokin. Accorgimenti semplici come la
testa del femore in plastica che ruota all’interno del bacino, testimoniano che
il modello è stato ben studiato in ogni minimo dettaglio. Esteticamente il
design originale non è stato stravolto, Sato lo ha portato ad un livello superiore
andando a ridisegnare ed ingrandire alcune sue parti rendendolo maledettamente
più bello e possente! Probabilmente la bellezza di questo Getter Poseidon Ex
Gokin e di tutto il trio Getter G è proprio questa, l’esaltazione del tratto
originale che non modifica il ricordo nella mente dell’appassionato, ma lo
amplifica esaltandolo alla massima potenza. L’unico neo della produzione
riguarda la scarsa dotazione accessori che con le sole mani aperte ed una
coppia di gambe alternative fa storcere un po’ il naso a noi appassionati. Si
poteva realizzare un accessorio che simulasse il Finger Net, ovvero la rete
metallica che nella serie il Poseidon fa uscire dalle dita delle mani, una cosa
simile a ciò che Bandai ha realizzato nel Dai-Guard Super Robot Chogokin. Prossimamente
approfondirò con un’apposita recensione il set aggiuntivo Double G Tomahawk che
va ad ampliare la dotazione armi del Getter Dragon, insomma, sarà la classica
ciliegina sulla torta…..stay tuned!