La linea Metal Build di Bandai sta facendo sempre più breccia
nelle collezioni di tutti gli appassionati del settore, come sapete il primo
modello prodotto è stato il Gundam 00 Seven Sword uscito nel marzo 2011, oggi
le quotazioni di questo prodotto hanno purtroppo raggiunto cifre improponibili,
anche in Giappone. Tralasciando i due recolor 00 Trans-Am e Freedom Coatting
Version, siamo giunti alla quinta uscita regolare della serie ed in questa
recensione cercheremo di analizzare nel modo più approfondito possibile
l’ultima “fatica” Bandai, il Gundam Exia Repair, appartenente alla serie Mobile
Suit Gundam 00.
Questa versione compare nel primo episodio della seconda
parte, esattamente dopo 4 anni dalla distruzione dell’Exia in combattimento. Il
pilota Setsuna F. Seiei, non riuscendo a mettersi in contatto con
l’organizzazione Celestial Being, decide di riparare con i propri mezzi il
Mobile Suit danneggiato, da qui nasce il nome di Exia Repair. In seguito i
Celestial Being riescono a recuperare l’Exia ed il suo generatore GN-Drive
verrà impiantato nel Gundam 00 che diventerà il protagonista della seconda
parte della serie. Solo più avanti il Mobile Suit Exia ricomparirà con un nuovo
assetto denominato Exia Reapir 2 ed in seguito ad un nuovo danneggiamento verrà
nuovamente modificato con l’assetto Exia Reapir 3.
Passiamo ora all’analisi della produzione Bandai…..La
confezione è molto curata, l’art work presenta il modello al centro corredato
dal nome della serie in rosso metallizzato nella parte superiore, nella parte
bassa invece sono riportati il nome del Mobile Suit, alcuni dati tecnici su
peso ad altezza “reali”, il nome del pilota e la sigla di riferimento GN-001RE.
Tutta la bordatura della confezione è rifinita con inserti cromati unitamente
alla scritta Metal Build nella parte bassa. Sul retro la classica presentazione
del contenuto ed i dettagli ravvicinati più significativi. Le dimensioni della
confezione sono identiche a quelle dell’Exia precedentemente uscito,
38x26,5x7cm di spessore. All’interno della scatola troviamo un contenitore in
polistirolo riservato all’alloggiamento del modello, alle parti che compongono
il mantello e del display stand. Separatamente in un blister in plastica sono
invece contenuti gli altri accessori, l’asta regolabile per lo stand, un
secondo fregio per la testa in gomma morbida, quattro mani intercambiabili, la
GN-Sword, due generatori GN-Drive e le parti opzionali per ottenere la versione
Repair 2 da montare sul primo Exia uscito. Il modello misura 19 cm di altezza
per un peso di circa 335 grammi, tutto il frame interno è in metallo mentre la
corazza esterna è in plastica. Questa versione è realizzata sulla base di un
Mobile Suit danneggiato in battaglia, il modello infatti è stato dotato di
parti danneggiate e scheggiate, la testa presenta metà volto con i meccanismi
interni in vista ed il fregio spezzato. Manca l’aletta gialla destra accanto al
collo e quella sul pettorale sinistro, la protezione blu sull’addome, una parte
protettiva frontale del bacino, la protezione del ginocchio destro, le parti
trasparenti verdi sulle gambe e quelle mobili alle caviglie, ma l’assenza più
importante è senza dubbio quella del braccio sinistro. Al posto dell’arto
troviamo un supporto in plastica dotato di due piccole articolazioni in grado
di assumere diverse posizioni. Sui due perni vanno ad agganciarsi le due parti
in gomma rigida che formano il mantello protettivo che di fatto sostituisce il
braccio sinistro del Mobile Suit. Grazie alle due articolazioni presenti queste
due parti possono essere posizionate e ruotate in diverse posizioni, ricreando,
concedetemi il termine, un bellissimo effetto svolazzante. Le parti che formano
il mantello sono molto dettagliate, le pieghe e gli strappi sono ricreati
davvero in modo superbo con una colorazione sporca che restituisce uno
splendido effetto vissuto a tutto il mantello. Rimanendo in tema di colorazione
non può passare inosservato il bellissimo lavoro fatto da Bandai su tutto il
corpo dell’Exia Repair, dalla testa ai piedi è stata realizzata una verniciatura
sporca che in gergo viene chiamata weathering. Le ombreggiature sono realizzate
sapientemente non risultando mai troppo accentuate e distribuite uniformemente
su tutto il modello, addirittura anche i marker presenti sulle varie parti del
corpo sono appositamente graffiati e parzialmente illeggibili proprio per
completare a 360 gradi l’effetto battle damaged. Oltre alla colorazione sporca,
Bandai ha distribuito sul corpo dell’Exia Repair diverse scheggiature ed
imperfezioni, ne troviamo sopra alla testa, sul bordo della spalla destra, sul
femore, sul ginocchio sinistro e addirittura sullo scudo della GN-Sword. Il
lato puramente tecnico del modello conferma le caratteristiche della serie
Metal Build e cioè grandissima posabilità grazie ai molti snodi presenti sul
corpo. La testa può essere ruotata, inclinata ed alzata grazie ad un perno a
scatto che permette una maggiore escursione verso l’alto, il tronco ruota e si
piega in avanti mentre spalla e braccio godono di ampissima liberta di
movimento. Le gambe possono essere divaricate e piegate moltissimo, addirittura
ruotare contemporaneamente sul proprio asse, anche i movimenti avanti/indietro
sono davvero notevoli e gli snodi delle caviglie permettono al modello di avere
sempre i piedi ben appoggiati a terra. Nel piede è presente un ulteriore snodo
che ne permette il piegamento garantendo ancor più stabilità ed adattabilità in
base alla posa scelta. Unitamente ai pregi della serie Metal Build è presente
purtroppo anche quello che, a mio modo di vedere, è l’unico vero difetto di
queste produzioni…..le articolazioni ad atrito! Questo tipo di soluzione
purtroppo tende come sempre a perdere tenuta dopo diverse manipolazioni
compromettendo a volte la stabilità dell’intero modello o di una specifica
parte. E’ davvero un peccato che Bandai non inserisca le articolazioni a scatto
su questi modelli, farebbero raggiungere alla serie Metal Build l’eccellenza
per quella che è in questo momento una delle linee più soddisfacenti dal punto
di vista puramente qualitativo.
Come ho scritto all’inizio, sono presenti nella confezione
alcune parti aggiuntive dedicate al primo Exia uscito e servono per la ottenere
la versione Repair 2. Le parti in questione sono sette…..due coperture per le
spalle, due parastinchi, due protezioni da inserire nel retro braccio ed un
generatore GN-Drive più allungato. Con queste parti i possessori del primo Exia
possono ottenere la dotazione completa ed in questo modo decidere l’esposizione
fra le tre varianti a disposizione, Gundam Exia, Repair 2 e Repair 3…..ricordo
che nella confezione precedente sono inserite le parti per la configurazione 3.
Quello che colpisce e probabilmente spinge all’acquisto di
questo modello, è senza dubbio la sua diversa estetica rispetto alle versioni
normali dei Mobile Suit precedentemente usciti per la serie Metal Build. I
dettagli delle parti danneggiate, la colorazione sporca ed il mantello, donano
a questo Exia Repair un tocco di originalità e diversità notevoli. Certamente
questa uscita è strategica, lo dimostra la presenza delle parti opzionali per
completare la dotazione di serie del primo Exia uscito, cosa per altro
sicuramente fattibile con la prima confezione venduta…..potere delle strategie
di marketing….. Tecnicamente essendo un copia e incolla della prima versione,
questo modello punta tutto sul suo particolare aspetto danneggiato che
certamente solleticherà i molti palati fini amanti della serie. Dal mio punto
di vista non posso far altro che promuovere questa realizzazione della casa
nipponica che è riuscita ancora una volta a sorprendermi e stupirmi con effetti
davvero speciali ^__^ Prima di concludere voglio fare un doveroso
ringraziamento all’amico Garion-Oh per le preziose informazioni che mi hanno
permesso di realizzare questa recensione.....stay tuned…..