Cosmic Era 73…..dopo l’ultima battaglia Natural e Coordinator
vivono in pace…..una pace fragilissima, resa tale dalle mai riposte tensioni e
dalla continua corsa agli armamenti proseguita da entrambe le fazioni. In un
clima denso di sospetti e sotto lo sguardo di Gilbert Durandal, Presidente del
nuovo Consiglio Supremo di Plant, una misteriosa task- force chiamata Phantom
Pain, sottrae all’organizzazione ZAFT (Zodiac Alliance of Freedom Treaty) tre
nuovi prototipi di Mobile Suit. L’intervento del nuovo asso delle forze armate
di Plant, Shinn Asuka, impedirà al Capo di Stato di Orb Cagalli Yula Athha e Athrun
Zala di rimanere gravemente feriti. L’accaduto logora ancora di più la già
sottilissima pace, che andrà definitivamente in pezzi quando un gruppo di
estremisti Coordinator lanceranno sulla Terra i resti di Junius Seven generando
danni devastanti!
L’attacco terroristico scatenerà una serie di eventi che
porteranno all’inevitabile peggioramento delle tensioni tra l’Alleanza
Terrestre e la ZAFT, inconsapevoli del fatto che dietro a tutto questo ci sia
un oscuro progetto da parte di una sinistra organizzazione. Così come gli altri
protagonisti della guerra di due anni prima, anche Orb sarà costretta a
scegliere da che parte stare, soprattutto Athrun Zala, che dovrà decidere se schierarsi
con le forze di ZAFT o cercare di fare da intermediario fra i due schieramenti.
Il preambolo storico della serie Mobile Suit Gundam Seed
Destiny ha il compito di accompagnarci verso la scoperta dell’ultima
realizzazione Bandai dedicata alla linea Metal Build, il Gundam Destiny. La
confezione si presenta con tonalità molto “dark” rispetto a quelle dei modelli
precedenti, nero e rosso fanno da sfondo allo stupendo art work pose scelto da
Bandai per il frontale della scatola. Guardando la side A possiamo ammirare il
Destiny in tutto il suo splendore, raffigurato in posa dinamica con ali
spiegate ed accompagnato, nella parte
alta a destra, dalla classica scritta Metal Build stampata con caratteri a
rilievo. Il lato B della confezione fa da “vetrina” mettendo in evidenza le
varie caratteristiche del modello e delle sue armi, il tutto contornato da
minuziose didascalie in lingua giapponese. Le dimensioni del packaging sono
essenzialmente in linea con gli standard della serie, 38 cm di lunghezza, 26,5
di larghezza e 11,5 di spessore. All’interno due contenitori….. il primo in
polistirolo contenente il modello, lo scudo, il cannone, la spada, il fucile ed
il display stand…..il secondo il plastica trasparente accoglie il backpack con
le ali, quattro paia di mani, due scudi, gli effetti per le beam saber, le
parti laterali per il bacino, le punte per le spalle e i due supporti da
utilizzare sul braccio della basetta espositiva. Come sempre non manca il
manuale illustrativo per la guida all’allestimento ed al corretto uso del
modello.
Il Gundam è alto 19 cm, raggiunge però la ragguardevole
misura di 32 montando il backpack ed
aprendo completamente le ali…..ali che se portate in massima rotazione
verticale aggiungono altri 6 cm raggiungendo la ragguardevole altezza di 38 cm.
La fida bilancia digitale ci consegna un peso di 393 grammi, misurazione
ottenuta con il Gundam completamente assemblato con ali ed armamenti
posteriori. In modalità “liscia” diciamo, si scende a circa 330 grammi. Come
sempre il frame interno è costruito in metallo mentre tutte le parti
dell’armatura esterna sono in plastica colorata, fanno eccezione solamente le parti rosse frontali dei piedi che sono
anch’esse in metallo. Grande lavoro come sempre a livello di mobilità, le gimmick
impiegate, tutte ad atrito, consentono al Destiny di assumere pose dinamiche
davvero molto belle ed estreme. Davvero particolare la concezione delle braccia
che hanno diverse parti mobili poste sulle spalle, avambracci e sul dorso delle
mani. Le coperture blu delle spalle si aprono e si sollevano, queste ruotano
indipendentemente rispetto al braccio consentendo di posizionare nel modo
voluto l’arto adattandosi alla posa scelta. L’avambraccio ruota in modo
indipendente a 360 gradi mentre il polso ha un ulteriore snodo che consente
alla mano una notevole inclinazione verso l’interno. Questa soluzione risulta
essere davvero molto utile per la sostituzione sia delle varie mani che per il
piccolo scudo blu posto sopra di esse. Tutto il braccio è in grado di ruotare,
di avanzare anteriormente ed anche di sollevarsi grazie ad una articolazione
posta a livello scapola, in fase di piegamento invece si possono raggiungere i
180 gradi. La testa è libera di muoversi in ogni direzione, è dotata di uno
snodo che le permette anche di avanzare ed arretrare all’interno della propria
sede, la sede stessa è inclinabile. Il busto può ruotare, piegarsi in avanti ed
essere inclinato sia a destra che a sinistra, le gambe sono come sempre
mobilissime grazie agli snodi che consentono di raggiungere livelli davvero
eccezionali di posabilità. Non si può dire altrettanto per l’inclinazione delle
caviglie, come per il Freedom le parti esterne dell’armatura limitano
decisamente il movimento. Quello che si perde in gradi d’inclinazione lo si può
“riacquistare” in fase rotatoria andando così a controbilanciare una mancanza
del modello Bandai. La verniciatura si si attesta su buoni livelli, da notare
però qualche imprecisione dietro alla testa, sulle braccia e sul frontale del
bacino che un po’ infastidiscono.
L’esaltazione estetica viene ovviamente raggiunta quando si
procede allo spiegamento delle ali, diciamo pure senza problemi che il backpack
fa la parte del leone in questa nuova realizzazione Metal Build. L’accessorio
principale si aggancia alla schiena del modello tramite un fermo a pressione,
una volta posizionato risulta essere molto stabile e solido, ma anche un
tantino pesante causando un certo sbilanciamento all’indietro. L’apertura delle
ali viene effettuata in modo molto semplice andando ad aprire la parte scura e
tirando il resto della struttura verso l’alto, una volta aperte le ali possono
anche ruotare, essere piegate verso l’interno ed anche essere sollevate in due
posizioni diverse rimanendo perpendicolari con il corpo del Destiny. Anche
questi movimenti sono gestiti da snodi ad atrito coadiuvati da sostegni in
metallo che offrono un sicuro supporto alle parti mobili. Oltre alle ali il
backpack accoglie anche i due alloggiamenti per le armi principali del Mobile
Suit, l’M2000GX e la MMI-714. Queste parti sono articolate, posso essere
ruotate ed inclinate in varie posizioni grazie ad un braccio snodato che le
unisce al resto della struttura, in fase di combattimento viene impiegato
soprattutto l’alloggiamento di sinistra che funge da supporto all’enorme
cannone M2000GX.
L’equipaggiamento armi del Gundam Destiny merita uno spazio
descrittivo approfondito all’interno della recensione, l’armamento va ben oltre
il classico fucile e scudo che troviamo quasi in ogni Gundam, ma che sono
ovviamente presenti anche nella dotazione di questo Mobile Suit e come vedremo
non rappresentano certamente il punto di forza del Destiny. Ecco l’elenco delle
armi che Bandai ha realizzato a corredo del suo modello…..
M2000GX high-energy long-range beam cannon – Questa è l’arma
che si trova nell’alloggiamento di sinistra, il cannone in chiusura misura 16,5
cm, tramite un piccolo snodo centrale ruota e si allunga raggiungendo i 26 cm di
lunghezza. Una volta aperto vengono rivelati tramite scorrimento le parti
interne e la bocca di fuoco, è anche dotato di maniglia laterale.
MMI-714 Arondight Beam sword – Seconda arma riposta nel
backpack e contenuta nel vano di destra, questa spada ruota e si allunga
esattamente come il cannone M2000GX. Le misure sono identiche, 16,5 in chiusura
e 26cm in apertura, anche qui lo snodo centrale consente la rotazione mentre un
fermo ne blocca il movimento. La lama sulla punta si allunga mentre nella parte
inferiore fuoriescono due punte che vanno a formare l’elsa della spada,
successivamente l’impugnatura si apre per permettere alle apposite mani di
brandire l’arma. Sui palmi delle mani sono presenti degli appositi fermi che
consentono al modello di sostenere l’arma senza alcun problema di cedimento. E’
presente anche un effetto in plastica rosa da agganciare nella parte
sottostante della spada.
MMI-X340 Palm Beam Cannons - Sui palmi delle mani aperte sono
realizzate le bocche da fuoco di quest’arma, nella serie televisiva il Gundam
Destiny lancia potenti scariche di energia in grado di abbattere i nemici.
MX2351 Solidus Fulgor Beam Shield Generator - Sono due scudi
protettivi in plastica sottile da applicare sul dorso delle mani, simulano dei
fasci di raggi protettivi usati per proteggersi dagli attacchi nemici. Si
fissano alle mani tramite un semplice perno a pressione.
MA-BAR73/S High-Energy Beam Rifle – E’ il classico fucile
laser in dotazione, può essere agganciato dietro al bacino del Destiny.
RQM60F Flash-Edge 2
Beam Boomerang – Le punte delle spalle diventano l’impugnatura delle
classiche Beam Saber, sono dotate di due effetti in plastica rosa diversi, uno
corto ed uno lungo che restituisce la classica immagine della spada laser.
Nella serie il Gundam Destiny usa queste armi in due modalità differenti,
lanciandoli contro i nemici come appunto un boomerang o come classiche spade
laser. La parte sottostante si toglie e viene infilata nella cavità
dell’apposita mano, rimontata forma l’impugnatura dell’arma.
SHIELD – Scudo protettivo in plastica di piccole dimensioni
che viene alloggiato sul braccio sinistro, le protezioni frontali si tolgono
per essere rimontate in una seconda posizione per simulare l’apertura.
Come per ogni produzione Metal Build è compresa una basetta
espositiva dotata di braccio allungabile, il design è il medesimo, quello che
cambia è il colore. Rosso e nero sono i colori scelti per il display stand con
ovvio richiamo alla colorazione delle ali del Gundam Destiny, a corredo
troviamo anche due diversi agganci da usare sul modello. Il primo trova
collocazione sulla schiena, mentre il secondo sul retro del bacino, a noi la
scelta su quale dei due impiegare per l’esposizione del nostro Mobile Suit.
Anche questa volta Bandai fa centro arricchendo con un’altra
perla l’ottima linea Metal Build! Bisogna però far notare come la casa
nipponica si sia presa la licenza di rivisitare, direi anche abbondantemente,
il design originale del Gundam Destiny rielaborandone le sagome rendendolo più
slanciato ed attuale. In questo modello però si avverte più che mai la mancanza
di snodi a scatto, soprattutto al busto ed alle caviglie che vengono
pesantemente messi sotto sforzo dal peso del backpack con le ali. Diventa quasi
un obbligo quindi l’impiego del display stand per l’esposizione del modello che
come detto all’inizio raggiunge dimensioni di tutto rispetto. Per chi ha
problemi di spazio questo potrebbe rappresentare un problema dato che
posizionato sulla basetta espositiva con braccio tutto abbassato si raggiungono
facilmente i 40 cm. Non si può però non ammirare la bellezza estetica di questo
Mobile Suit che colpisce l’appassionato collezionista senza pietà lasciando ben
poco spazio ad ogni remore sull’acquisto. Visti gli annunci fatti da Bandai la
linea Metal Build saluta i nostri cari Mobile Suit per qualche tempo essendo
stato scelto per la prossima rappresentazione un personaggio di tutt’altra
serie…..stay tuned.