Componente uno…..componente due.....fuori…..componente tre!!!!!!!!!!!!!
Nell’ormai lontano Maggio 2005 viene lanciato sul mercato il GX-27 Gaiking. Dopo
aver riprodotto il Drago Spaziale, Bandai decide di dedicare al Mecha
protagonista della serie una degna rappresentazione all’interno della linea
Soul Of Chogokin. Il Mitico Robot Guerriero può quindi finalmente mettere in
mostra tutto il suo potenziale, cosa che non era stata possibile a causa della ridotta
scala a cui era stato relegato, per ovvie ragioni, all’interno del GX05.
La scatola riprende il colore del primo GX-05 e del successivo GX-05R,
con un bell’azzurrino di sfondo e l’immagine a destra delle versioni ottenibili
del Gaiking. Qualche misura, altezza 22,5 cm – lunghezza 30 cm – spessore 11,5
cm. Aprendo la confezione troviamo un box in polistirolo contenente il modello
separato in due parti unitamente ai piedi versione Normal ed alle parti
opzionali (piedi e gambe) della versione Power Up, tutto rigorosamente avvolto
in sacchettini di cellophane protettivi. Un blister in plastica trasparente
accoglie invece tutti gli accessori mentre nella parte sottostante troviamo il
classico libretto illustrativo. A chiudere il contenuto una scatola in cartone
con all’interno le parti per comporre il Display Stand, insomma, una confezione
intelligente dove tutto è disposto in sequenza, con estrema semplicità e con un
ingombro davvero ridotto.
Gli accessori del GX-27 sono molti, ecco a cosa ci si trova davanti
all’apertura del blister….. Tre teste, Normal mode – Power Up – Open Face. Le
quattro parti facciali per simulare l’appena citata Open Face, due coppie di
avambracci normali, uno calamitato con il classico snodo e l’altro con
dispositivo a molla con levetta per il lancio dei magli. Due avambracci Power
Up e altrettanti leggermente diversi per l’agganciamento delle trivelle. I set
di mani abbondano, versione Normal - pugni chiusi, pugni forati per
l’impugnatura delle armi, mano sinistra aperta e mano destra aperta solo nelle
prime tre dita. Versione Power Up - mani aperte, pugni chiusi e pugni forati.
Due paia di Croci Spaziali, i due alettoni da collocare accanto alle gambe
quando sono in fase di lancio, le sopracitate trivelle e per finire troviamo il
back pack da collocare dietro la schiena del Gaiking. Tutti questi accessori
sono in plastica e gomma rigida e hanno un livello di finitura ottimo. Le varie
coppie di mani sono veramente ben fatte e curate anche se non manca qualche imprecisione
dovuta allo stacco dai telai di stampa, quello che impressiona di più è la
grandezza dei tre set per la versione Potenziata che sono davvero enormi. La
stesura del colore su tutte queste parti è ai massimi livelli, quasi non ci
credo che siano fatte in serie, le ho esaminate molto attentamente e non ho
riscontrato proprio nessun difetto o sbavatura di vario genere. Le due trivelle
sono praticamente uguali a quelle del GX-05/05R, solo che in questo caso non
sono scomponibili, infatti le troviamo assemblate in un unico pezzo. Chicca di
assoluta qualità e bellezza è la lama tranciante che fuoriesce dalla parte
centrale delle ali, Bandai ha ripreso il vecchio progetto dedicato in origine
al GX-02 Great Mazinger, chi è in possesso del primo volume Project The Soul Of
Chogokin può notare come il medesimo sistema era inizialmente concepito sul
Grande Mazinga per simulare l’uscita del Back Spin Kick direttamente dalla
gamba. Praticamente la lama tranciante viene tirata all’indietro, ruotata ed
infine spinta in chiusura verso il basso per essere bloccata nell’apposita
sede. Piccola nota sulle tre teste, tutte quante hanno le corna mobili, ogni
singola parte di esse ruotata e messa in diverse posizioni, questo permette di
simulare la mossa della scossa mortale. Anche qui qualche piccolo segno, ma
nulla di particolarmente grave. I particolari delle maschere facciali sono
veramente perfetti e privi di sbavature, le quattro parti dedicate all’Open
Face si agganciano tra di loro con una determinata sequenza che viene indicata
sul libretto illustrativo. Una volta assemblata rimane molto solida e stabile, rimane
però esteticamente sproporzionata rispetto alle altre due presenti restituendo
una non piacevole sensazione di Super Deformed al modello. Il display stand è
composto da dodici parti, una volta assemblato si potrà comodamente alloggiare
tutto il contenuto della confezione. Questo stand espositivo è stato studiato
per dare la possibilità di esporre il modello in due modalità differenti, componenti
separati o assemblati, quindi a noi la scelta di tenere montato o smontato il
nostro Gaiking!!! Secondo me risulta essere molto più evocativa la prima
soluzione con testa del Drago Spaziale, braccia e gambe esposti uno sopra
l’altro simulando perfettamente l’effetto lancio componenti. A destra e sinistra
dello stand trovano sistemazione le trivelle con gli appositi avambracci,
mentre sopra di esse si possono collocare le due teste rimanenti con gambe e
braccia della versione potenziata. Nel retro troviamo le sedi per i restanti
set di mani, i piedi Power Up e gli alettoni del componente gambe. La parte
centrale è la classica basetta con targhetta nominativa e priva delle sagome
per l’appoggio dei piedi, questo permette di esporre il Gaiking sia in versione
Normal che Power Up.
Passiamo ora al sodo, l’aggancio dei tre componenti. Tutto è stato
ricreato per riprodurre alla perfezione quello che si vede nella serie
televisiva, la testa del Drago Spaziale contiene realmente il volto del
Gaiking. E’ stato concepito un semplice meccanismo di salita e discesa che
permette appunto la fuoriuscita della testa del robot una volta ultimato
l’aggancio. Il componente tre viene fissato alle braccia grazie a due piccole
scanalature che ne permettono la comoda discesa, ma non basta, per essere
ancora più sicuri i progettisti hanno inserito altri due sostegni sottostanti
che contribuiscono in modo determinante nel sorreggere e fissare il nostro bel
torace al modulo braccia. Per ottenere l’uscita della testa del Gaiking basterà
poi premere fino infondo la cresta rossa del Drago, semplice no?!!! Quasi
dimenticavo, per ottenere l’agganciamento di queste due parti bisogna tirare
completamente in avanti la mascella altrimenti non si riuscirà ad unire i due
componenti. Per finire si uniscono le gambe al resto del corpo, qui troviamo il
sistema a pinza con la sede per ospitare il perno di fissaggio che si trova sul
modulo braccia. Nella parte posteriore troviamo il pulsante per l’apertura
dell’alloggiamento e una volta ultimata questa operazione, si tirano in giù le
gambe telescopiche…..voilà, il nostro Gaiking è pronto al combattimento!!!!! Tutta
la fase di agganciamento è molto semplice e non si ha il minimo pericolo di
cedimento tra le parti.
Analizziamo ora con calma le versioni ottenibili. La modalità normale
si ottiene montando i tre componenti così come si trovano nella scatola, si
aggancia la testa numero uno, quella con la mascherina in stile Mazinger e con
le corna più corte, si montano gli avambracci più piccoli con uno dei tre set
di mani e si sistemano le croci spaziali più strette nelle apposite sedi presenti
sulle gambe. Ultima operazione è l’aggancio dei piedi, si preme il pulsante
dietro di essi ed il gioco è fatto. In questa versione il Gaiking raggiunge
l’altezza di 18 centimetri. La versione potenziata comporta la sovrapposizione
di quattro parti più ovviamente una testa differente. Si sganciano i piedi e le
croci spaziali, si sovrappongono le gambe più grandi con le apposite croci a
quelle normali e si agganciano i piedi più larghi. Stessa operazione va fatta
per gli avambracci, sovrapposizione dei cilindri più grossi con conseguente
cambio mani. Per la testa si può scegliere fra due versioni, quella con
mascherina bucherellata o quella Open Face. In Power Up il modello è alto 20
centimetri, questo è dovuto alla differenza di spessore dei piedi e alla
grandezza delle corna. Gli unici optional comuni ad entrambi le versioni sono
le trivelle, si possono indifferentemente montare sia sulla versione normale
che su quella potenziata. Anche per questa operazione si sovrappongono gli
speciali avambracci a quelli normali. Il modello è molto die cast ed anche la
parte superiore del torace è in metallo leggero, mentre la mascella è in
plastica. Busto e parti cromate delle braccia sono anch’esse in metallo come
tutta la parte inferiore del robot fino ai piedi. Le parti Power Up sono in
plastica ad esclusione dei piedi. La colorazione è bellissima e priva di
sbavature, i colori usati sono fedelissimi alla serie, tranne ovviamente il
bianco puntualmente sostituito dalla vernice cromata!!! Tecnicamente bisogna
rapportare il GX al suo anno di uscita, nove anni fa Bandai non aveva ancora
raggiunto i livelli delle più recenti produzioni, ciò nonostante il Gaiking
rimane un modello valido, ma con qualche problemino di stabilità. Le
articolazioni delle braccia sono tutte a frizione ed offrono ancora oggi un
ottimo grado di resistenza. Stessa soluzione per quelle delle anche e caviglie,
mentre una gimmik a scatto sostiene invece i movimenti del ginocchio. Se in
versione Normal la posabilità si attesta su livelli accettabili, le cose
peggiorano nella Power Up. I cilindri delle gambe limitano ulteriormente la
mobilità delle ginocchia ed in più hanno la tendenza a staccarsi troppo
facilmente. Assolutamente da bocciare le caviglie che con la loro scarsissima
tenuta causano una precaria stabilità al modello che bisognerà bilanciare molto
molto attentamente. La soluzione più valida per garantire stabilità al Gaiking
è quella di inclinare all’indietro il busto, in questo modo il peso della parte
superiore andrà a controbilanciare il tutto offrendo un po’ più di sicurezza.
Il peso degli anni si fa sentire tutto, dal 2005 ad oggi il livello
tecnico/realizzativo è migliorato davvero tantissimo ed il GX27 inevitabilmente
porta con se tutti i limiti tecnici dell’epoca. Se da una parte si deve “digerire”
una precaria stabilità ed una posabilità limitata, il lato estetico e
contenutistico fanno risalire l’asticella del voto verso l’alto, facendo
raggiungere al modello una discreta sufficienza. Nonostante tutto però il
Gaiking rimane un GX molto bello e storicamente immancabile per chi come me è
cresciuto con i mitici robottoni dell’animazione giapponese, un must have per
ogni nostalgico collezionista.