Nella storia della serie Soul Of Chogokin, Bandai ha più
volte rivisitato alcuni soggetti prodotti, rendendoli esteticamente più belli e
tecnicamente più avanzati. Queste produzioni vengono denominate Renewal e
contraddistinte dalla sigla R accanto alla numerazione del modello. Non ci è
dato sapere con quale criterio la casa nipponica scelga i soggetti da
rivisitare, certo è che i restyling fino ad ora prodotti si sono fatti
apprezzare soprattutto per le migliorie estetiche apportate. Innegabile come il
GX01R Mazinger Z sia decisamente più bello, proporzionato ed aggraziato
rispetto al primo GX01 uscito nel lontano 1997. Partiamo proprio
dall’inizio…..1997 Mazinger Z…..1998 Great Mazinger…..dopo due pilastri
dell’animazione giapponese targati Go Nagai, nel 1999 arriva il primo modello
componibile della serie SOC, il Combatler V. Il GX03 diventa il nuovo punto di
riferimento tecnico/estetico per i modellini di questa serie e fa capire
benissimo quale sia il grande potenziale di cui dispone Bandai. Credo di non
esagerare affermando che ancora oggi nessuno sia riuscito ad eguagliare, sia in
termini tecnici che qualitativi, le realizzazioni della grande B. Esattamente dieci anni dopo,
nel 2009, ecco arrivare una versione completamente nuova del Combattler V denominata
GX50! Viene dunque abbandonata la sigla R che viene sostituita dalla
numerazione progressiva della serie. Un progetto tutto nuovo che concentra i
suoi punti di forza su nuove proporzioni, accorgimenti tecnici ed una dotazione
accessori più ampia e completa.
Confezione stupenda (40x28x10) con il Combattler che
giganteggia sulla parte destra mentre sullo sfondo si vede la Nambara Base che
ovviamente non è compresa. Nella parte sinistra cinque riquadri con all’interno
le navicelle, mentre al centro compare il nome del modello con la grande V
finale. Sul retro la classica vetrina rappresentativa di tutto il contenuto.
All’interno due contenitori, un box in polistirolo con copertura a vetrina
molto simile a quella del Voltes V e con quel tocco di vintage che richiama le
vecchie confezioni anni 80. In questo contenitore troviamo il clou del GX50 con
le navicelle e tutte le armi disponibili. Il successivo blister in plastica è
dedicato alle varie parti che servono a formare lo stand espositivo, due paia
di mani aggiuntive ed altri accessori che completano la dotazione. Immancabile
il libretto illustrato, che oltre alle istruzioni, ci delizia con bellissimi
disegni riguardanti i vari concept del personaggio e delle sue armi. Oltre a
questo possiamo anche vedere i quattro modelli prodotti nel corso degli anni
fino ad arrivare al GX50. I primi due del 1976 (uno componibile ed uno fisso),
il terzo del 1982 ed il quarto nel 1999, il GX03.
Come per l’edizione precedente abbiamo il modello scomposto
nelle cinque navicelle….. BATTLEJET – BATTLECRASHER – BATTLETANK – BATTLEMARINE
– BATTLECRAFT. Subito spicca la massiccia quantità di metallo usata per buona
parte della loro produzione, escludendo il BATTLEJET che è interamente in
plastica, tutte le altri componenti vantano una buona dose di zama. Ecco un
breve elenco dei loro pesi: BATTLEJET 26 g – BATTLECRASHER 116 g – BATTLETANK
165 g – BATTLEMARINE 250 – BATTLECRAFT 108 g. Immediatamente si nota l’aumento
delle dimensioni rispetto a quelle del GX03, questo fa presagire un ovvio
incremento anche dell’altezza finale che potrà avere il mecha assemblato. La
colorazione, davvero di ottima qualità, è stata variata con una tonalità di blu
più chiara, mentre il rosso risulta essere molto più acceso. Anche i pochi
inserti in giallo sono più chiari mentre il grigio sembra non essere variato. Bandai
ha inserito qualche nuovo dettaglio, sul BATTLEJET c’è ora la possibilità di
estrarre i carrelli, di aprire il cupolino frontale e di far uscire i cannoni
laterali. Sul BATTLEMARINE invece le parti gialle sulle ginocchia sono state
concepite in modo da potersi ribaltare e permettere la fuoriuscita dei carrelli
di sostegno. Aggiunta molto gradita riguarda il cannone in dotazione per il
BATTLETANK, dopo averlo applicato sulla navetta cingolata, possiamo orientare
verso l’alto o verso il basso la bocca da fuoco. Non mancano ovviamente le
rampe del BATTLEMARINE, accessorio questo usato per il trasporto in volo del BATTLETANK.
Contatto…..l’agganciamento dei cinque Jet si esegue molto
semplicemente, le istruzioni presenti sul libretto sono davvero molto chiare da
seguire ed in brevissimo tempo ecco apparire il nuovo Combattler V. Il mecha,
nella sua nuova versione, raggiunge l’altezza di 25 cm, uno in più del GX03,
per un peso di 665 grammi. In definitiva solamente 15 grammi di aumento
rispetto alla vecchia realizzazione che ne raggiunge 650. Lo sculpt è
decisamente molto più fedele e, soprattutto quello del viso, dona al Combattler
la giusta aggressività. Nuova articolazione è stata introdotta per il movimento
della testa che ora gode di ampi movimenti, bellissime le braccia con gomiti ad
estrazione che permettono di raggiungere un piegamento di 180 gradi. Lo snodo
poi che gestisce il movimento rotatorio del braccio, rigorosamente a scatto, consente
realmente un’ampia manovrabilità…..purtroppo però la fase di sollevamento della
spalla, dotata invece di una gimmik a frizione, tende a cedere impietosamente
sotto il peso dell’intero arto. Da esaurimento nervoso il continuo distacco
degli scudi laterali con annesse alette retrattili del BATTLECRASHER, quasi ad
ogni minimo spostamento queste parti si staccano dalla loro sede cadendo
irrimediabilmente a terra. Stesso discorso anche per i cingoli dietro alla
schiena che sono agganciati tramite una piccolissima protuberanza in plastica
che si rivela totalmente inadatta a sorreggere il peso di queste parti. Qualcosa
da ridire anche sul metodo ad estrazione delle mani interne, dove la manovra
risulta difficoltosa a causa del non proprio grande spazio in cui si deve
agire. Il recente Tryder G7 difatti è stato dotato di apertura laterale proprio
per risolvere questo problema.
La parte bassa del GX50 presenta un sensibile miglioramento
dello snodo che permette il movimento delle gambe. Sostanzialmente questa
articolazione consente di far scendere e
salire i femori aumentandone la possibilità di apertura. Al ginocchio è stata
inserita una gimmik dalla doppia funzionalità, oltre al classico piegamento,
possiamo ora anche ruotare tutta la parte bassa della gamba. Questa soluzione,
unita alla precedente descritta, ci consegna si un Combattler decisamente più
posabile, ma con una stabilità davvero molto molto precaria! La soluzione
scelta da Bandai si rivela completamente inadatta ad un modello che concentra
la maggior parte del suo peso nella parte alta. L’articolazione è completamente
ad atrito dove invece sarebbe dovuta essere rigorosamente a scatto, proprio per
il fattore del peso che questa parte deve gestire. In più anche l’effetto
estetico si rivela abbastanza deludente dato che i femori non possono compiere
nessun genere di rotazione sul proprio asse. Aggiungiamo anche una non ottimale
tenuta delle caviglie, anch’esse dotate di un sistema di rotazione a frizione.
Insomma, le innovazioni tecniche apportate si rivelano in definitiva il vero
tallone d’Achille del GX50!
A risollevare la le sorti della produzione è la sontuosa
dotazione accessori, qui Bandai ha fatto davvero le cose in grande inserendo
tutte le armi che mancavano nella passata edizione. Ecco l’elenco dell’arsenale
a disposizione del Combattler V…..BATTLE GALEGA (tenaglia) – TWIN LANCER (
lance) – ATOMIC BURNER (lanciafiamme) – CRISTAL CUTTER (trivella) – CHOUDENJI
YOYO (yoyo elettromagnetici) – SUPER CHOUDENJI YOYO (doppio yoyo) CHOUDENJI CRANE
(maglio con cavo) - BIG BLAST DRIVER (missile) – CUTTER KICK (lame sulla
caviglia). Oltre alle armi ci sono anche degli effetti in plastica che ne
accompagnano l’uso di alcune. Due saette per simulare il lancio degli YoYo
elettromagnetici, si agganciano alle mani. Usandone una sola, e tramite
l’impiego di un apposito accessorio, si ottiene il lancio del doppio YoYo.
Anche il lancio del missile ha il suo effetto scenico, una semplice barretta in
plastica da agganciare al corpo del Combattler. Per riporre tutto l’arsenale e
non, Bandai ha predisposto un sontuosissimo stand dove è possibile alloggiare
ogni accessorio e arma in dotazione. Qualsiasi pezzo ha una propria sede
studiata in modo da rendere molto semplice e immediato l’impiego
dell’accessorio voluto.
Il Combattler V, durante il corso della serie, viene
modificato in modo da ottenere una trasformazione in modalità carro chiamata
GRANDASHER. Una sorta di ariete di sfondamento che si lancia a gran velocita
per abbattere qualsiasi ostacolo. Questa trasformazione è davvero molto
semplice, implica solamente l’aggancio di due apposite prolunghe per i cingoli
e di due carrelli applicati alle ginocchia, accessorio questo mancante nella
versione GX03.
La nuova “incarnazione” del Combattler V compie un passo
avanti ed uno indietro. Estetica e proporzioni sono davvero ben riuscite
facendo guadagnare tantissimo in termini di fedeltà con la controparte
televisiva. Tecnicamente però Bandai è caduta la dove solitamente non ha
rivali, compromettendo con alcune scelte davvero dubbie la stabilità
dell’intero progetto. E’ un vero peccato, questo GX50 doveva essere
l’evoluzione del suo predecessore, ma sotto alcuni aspetti sembra essere
addirittura peggiorato! Fortunatamente finitura generale e materiali fanno
risalire in parte la valutazione ed insieme alla sontuosa schiera accessoristica
salvano da una bocciatura clamorosa la
realizzazione Bandai.