Dal 2010 in poi Bandai ci ha fatto capire che la linea Soul
of Chogokin non è più dedicata ai soli mecha, ma è aperta ad astronavi e,
magari in futuro, ad altri mezzi. Dopo due Yamato e l’Andromeda, ecco arrivare
una di quelle astronavi che hanno fatto la storia dell’animazione
giapponese…..l’Arcadia! Ebbene si, dopo anni di monopolio Aoshima, arriva
finalmente la mitica astronave di Capitan Harlock Soul of Chogokin targata
Bandai. La versione realizzata è tratta dalla serie Galaxy Express 999 (Leiji
Matsumoto 1977) ed è stata direttamente curata da Kazutaka Miyatake, mecha
designer che già se ne occupò nell’anime.
Confezione importante per dimensioni con ben 52x21x18 cm di
misura. All’interno un box in polistirolo sagomato ad L custodisce l’Arcadia,
mentre un blister in plastica trasparente accoglie le restanti parti da
montare, il radiocomando e l’enorme display stand. L’astronave è protetta da un
chellophane opaco, bloccata da fermi in polistirolo ed in più, sulla torre
centrale e sui motori, anche da ulteriori protezioni in plastica. Immancabile
ovviamente il classico libretto illustrativo (con diciture in inglese) che,
tramite semplici illustrazioni, spiega il montaggio delle parti e le sequenze
per la riproduzione degli effetti luminosi e sonori. Bandai ha ulteriormente
inserito un singolo foglio in bianco e nero, redatto in lingua inglese, dove
vengono spiegate le sequenze dei tasti e gli effetti ottenibili.
50 cm! Questa è la lunghezza dell’Arcadia una volta montata
la bandiera con il teschio, 926 grammi è invece il peso totale. Buona la
presenza del metallo, la maggior parte è concentrata nella parte anteriore
della nave, ma ne troviamo anche nella centrale bassa ed in tutta l’area
sottostante alla sede di attacco delle ali. Se ne riscontra anche in minima
percentuale nelle torrette dei cannoni, mentre tutto il resto è realizzato in
plastica. Certamente anche le notevoli dimensioni contribuiscono in maniera
attiva nel determinare il peso generale del modello. Ottimo davvero lo sculpt
generale della nave, soprattutto quello della prua con l’ottima stilizzazione
del teschio frontale che risulta essere davvero molto realistico. Su tutto il
corpo dell’astronave abbiamo pannellature, feritoie, griglie ed un sacco di
particolari che abbelliscono enormemente il lato estetico e fanno capire con
quanta cura sia stata realizzata l’Arcadia. Ottima anche la verniciatura con
varie tonalità di verde sovrapposte su tutta la struttura, nessuna imperfezione
o sbavatura di rilievo da segnalare. Tecnicamente a mio avviso invece non è
stato fatto un grande lavoro non essendo presente nessuna gimmik di rilievo. Le
torrette dei cannoni ruotano singolarmente e non con il sistema già visto che
ne sincronizzava il movimento ed addirittura l’innalzamento delle singole
bocche da fuoco, nella GX67 tutti questi movimenti vanno fatti manualmente. Non
esiste nemmeno un portello apribile, fatta eccezione per quello creato per
nascondere il tasto on/off dell’accensione impianto effetti ed il vano
batterie, apribile mediante cacciavite.
Come per le precedenti astronavi è stato introdotto l’uso di
un telecomando, testualmente chiamato Infrared Remote Control, per avviare le
riproduzioni degli effetti luminosi e dei suoni. Il comando è dotato di sei
pulsanti ed è praticamente identico a quello già usato per la Yamato GX64 ed il
Mazinger Z DX. La combinazione dei diversi tasti da origine ai vari effetti
riproducibili dal modello, eccone le sequenze:
A+B – Suono dei motori con luci che cambiano colore.
A+2 – Suono navigazione e luci torre comando e motori accese.
A+3 – Suono del Computer di bordo.
A+4 – Sparo cannoni da bordata.
A+5 – Suono del cannone laser.
Premendo invece i tasti 1+4 ed 1+5, si potrà regolare anche
il volume degli effetti. Oltre ai suoni e luci Bandai ha inserito anche tre melodie
prese dalla colonna sonora della serie, queste vengono riprodotte premendo
semplicemente uno dei tasti del remote control.
1 – M-54
Arcadia Attack.
2 - M-52
Tochiro and Emeraldas.
3 – M-59b
Tetsuro and Harlock.
E’ possibile interrompere in qualsiasi momento le
riproduzioni premendo contemporaneamente i tasti 1+3, se invece per due minuti
non si effettuano scelte il sistema passerà in Sleep Mode e bisognerà spegnere
e riaccendere per ripristinarne la funzione iniziale. Il telecomando può essere
usato fino ad una distanza di 70 cm dal modello e con un’inclinazione massima
di 45 gradi.
Come scritto all’inizio, è presente una piccola riproduzione
del Galaxy Express 999, è composto da sei elementi che uniti raggiungono la
misura di 32 cm. Realizzato completamente in plastica gode, nonostante le
minute dimensioni, di un ottimo dettaglio, soprattutto per la locomotiva. Può
essere esposto grazie all’impiego di quattro supporti da posizionare sul
display stand. Come scritto all’inizio dell’articolo, la basetta espositiva è
enorme ed è la copia esatta di quella già vista nella Yamato GX64, misura ben
31x14 cm. Completamente in plastica nera, riporta la targhetta con il nome del
modello e la serie di appartenenza. E’ dotata di due coppie di supporti
differenti, la prima serve per l’esposizione classica in linea retta, mentre la
seconda permette di far assumere all’Arcadia la posizione di decollo. Bisogna
prestare particolare attenzione alle indicazioni riportate sul libretto
illustrativo, ogni supporto ha una posizione ben precisa e una sede d’incastro
ben definita sul copro dell’astronave. Una volta posizionata sul display stand,
l’Arcadia gode di ottima stabilità in entrambe gli assetti, le parti di
sostegno, pur essendo in plastica, offrono una solida garanzia nel sorregge
quasi un chilogrammo di peso.
Un modello decisamente imponente e ottimamente curato,
l’Arcadia GX67 può, senza alcun dubbio, essere definita come la miglior
riproduzione presente oggi sul mercato della mitica astronave di Capitan
Harlock. Le sue dimensioni e l’alto livello di dettaglio spazzano via la
“vecchia” concorrenza dove un paragone sarebbe veramente impietoso. Certamente
50 cm non sono facilmente gestibili da tutti e richiedono realmente un grande
spazio espositivo, complice anche la dimensione della base espositiva. La
realizzazione tecnica lascia un po’ l’amaro in bocca perché, con un piccolo
sforzo in più, Bandai poteva rendere davvero eccezionale la sua opera. Inutile
dire che per i veri appassionati della serie questo è un acquisto obbligato, un
pezzo che rimarrà per sempre nella storia delle nostre collezioni.