Esisteva una volta un essere tanto arrogante da voler sfidare
perfino gli dei. Per punirlo questi lo divisero in cinque parti dalla forma di
leone, che precipitarono sul pianeta Althea dove tuttora giace nascosto. Da
tutt'altra parte dell'universo invece, cinque ragazzi che lavorano come esploratori
spaziali tornano sul proprio pianeta, la Terra, scoprendo che in loro assenza è
scoppiata la terza guerra mondiale e che l'umanità si è ormai estinta. I
giovani non hanno nemmeno il tempo di disperarsi che vengono catturati da una
nave spaziale dell'impero di Garla. Infatti mentre sulla Terra si consumava la
terza guerra mondiale, l'impero degli uomini bestia di Garla stava conquistando
l'intero universo. Tenuti prigionieri sul pianeta alieno i cinque riescono però
a fuggire e durante l'inseguimento una luce li guida verso il pianeta-regno di
Althea dove eseguono un atterraggio d'emergenza. Qui incontrano la principessa
Fara e scoprono dell'esistenza dei cinque leoni robot. Fara vuole ostacolare i
piani di conquista di Daibazaal, imperatore del pianeta Garla, che sta
soggiogando e massacrando tutte le popolazioni dell'universo. Per questo affida
ai cinque ragazzi i cinque leoni che faranno rivivere il leggendario dio
protettore Golion. La serie si caratterizza per avversari particolarmente
crudeli e privi di qualsiasi sentimento, che non si limitano solo ad
assoggettare popolazioni aliene, ma le sottopongono anche alle pratiche più
umilianti (per esempio agli schiavi) vengono dati da mangiare altri schiavi
morti nei campi di lavoro). La serie colpisce subito duramente anche lo
spettatore, quando nei primi episodi uno dei cinque protagonisti muore e viene
sostituito dalla principessa Fara alla guida del leone blu. In un crescendo di
eroismo che si oppone alla malvagità dei Garliani, le battaglie non sembrano
avere mai fine...
Questo era Golion, serie arrivata parzialmente in Italia nel
1982. Poi ci tornò nel 1986 con il nome Voltron. Per via delle molte repliche
questa versione è ormai più conosciuta dell'originale. Ma Voltron è una
versione riscritta e rimontata dagli americani, dove il robot viene diviso in
cinque dalla strega Haggar, dove nessun pilota muore ma esce semplicemente di
scena per via di una ferita, dove non appaiono crudeltà disgustose e
l'atmosfera generale è molto più leggera. L'intervento americano arriva anche a
sostituire tutte le musiche originali con altre create appositamente. In sostanza
non è che la storia cambi di molto, ma l'originale è noto per la sua
rappresentazione disumana e crudele della schiavitù, cosa che in Voltron è
stata totalmente rimossa. Inoltre la versione statunitense proseguiva inglobando
nella storia il robot Dairugger XV, rinominato Vehicle Voltron, per poi
concludersi con 20 episodi commissionati a Toei per ripresentare il cast della
prima serie, molto più amato dai telespettatori americani. Per ironia della
sorte, nemmeno la versione americana arrivò interamente in Italia, dove venne
trasmessa solo la prima parte corrispondente a Golion.
Il 2016 non è stato un anno particolarmente proficuo per la
serie Soul of Chogokin, anzi, probabilmente è stato il più povero di uscite di
sempre…..ma quando tutti stavamo per pronunciare la parola fine, ecco che come
un fulmine a ciel sereno, Bandai rompe il silenzio ed annuncia la realizzazione
di un nuovo modello. Il Gx71 Golion! Il personaggio è decisamente importante,
uno dei famosi pezzi da novanta che mancavano all’appello e molto richiesti
dalla comunità di appassionati. Chiaramente Bandai propone la realizzazione
completamente licenziata e quindi fedele alla serie televisiva.
La confezione si presenta con dimensioni tutto sommato
contenute, bellissimi come sempre gli art work che raffigurano il modello,
Bandai è sempre maestra nel presentare i suoi prodotti. Essendo il personaggio
conosciuto anche con il nome Voltron, le copie esportate vengono dotate di una
seconda copertura riportante appunto il nome Voltron - Defender of the Universe.
La particolarità della sovra scatola export è quella di avere l’immagine
principale differente, tutte le descrizioni ed i nomi delle armi in inglese
nella parte posteriore, qui con immagini identiche a quella giapponese.
All'interno un box in polistirolo di notevole peso contiene i cinque leoni, lo
scudo e le armi da taglio. Due blister in plastica per display stand, altre armi ed accessori.
Chiude la dotazione il classico libretto illustrativo a colori. C’è anche una
spruzzatina di vintage con i numeri adesivi da applicare sui cinque leoni. In
generale quindi ottimizzazione degli spazzi davvero ben concepita.
I cinque leoni sono tutti notevolmente posabili, questo
grazie ai numerosi snodi che Bandai ha inserito sulle varie parti del corpo. Le
zampe giocano un ruolo fondamentale, possono essere realmente posizionate in
molti modi diversi grazie alle articolazioni ad estrazione. La parte terminale
poi può ulteriormente essere inclinata e piegata per essere adattata
perfettamente alla superficie di appoggio. Anche il corpo dei felini può
compiere diversi movimenti, compresa la posa da seduti, andando a sfruttare
quegli accorgimenti che consentono al mecha assemblato di avere una posabilità
di tutto rispetto. Ognuno è dotato di proprie armi che possono essere inserite
nelle bocche e sulle spalle. Da notare che sul palato di ogni leone è stata
concepita una sede di fissaggio, quindi il rispettivo accessorio viene
agganciato e bloccato in modo molto sicuro.
Il leone nero è il più grande della formazione, è dotato di
articolazioni a scatto in quasi ogni parte del corpo. Molto ampio il raggio
d'azione della testa che può compiere praticamente ogni movimento. Il busto ad
estrazione poi va ad ampliare ancor di più la libertà di movimento del felino
nero. La coda può essere ruotata e posizionata a piacimento essendo dotata di
un piccolo snodo a sfera. In fase di trasformazione diventa la parte centrale
del corpo di Golion.
I leoni rosso e verde sono invece quelli più piccoli e
leggeri di tutto il gruppetto. Hanno le articolazioni ad atrito, ma offrono
ugualmente un ottima resistenza ed affidabilità. Sono dotati di uno sportello
apribile sulla schiena che rivela una delle armi in dotazione. Nella parte
centrale del corpo l’articolazione presente permette posizionamenti davvero
molto dinamici, atti a simulare le classiche pose da felino. Le code sono
onestamente bruttine, di colore grigio e poco posizionabili. Nonostante le dimensioni più contenute,
anche i leoni rosso e verde hanno la testa discretamente articolata. In fase di
trasformazione diventano le braccia del mecha.
I Leoni blu e giallo chiudono la formazione Golion, molto
pesanti ed anch’essi ben articolati. Le zampe sono dotate di articolazioni a
scatto nella parte centrale e gestiscono la fase di piegamento. Quella di
rotazione invece è affidata a snodi ad atrito, sempre di ottima rigidità anche
dopo numerosissimi posizionamenti. Anche questi due felini possono piegare ed inclinare
il corpo e la testa in maniera molto convincente e realistica. Come i Leoni
rosso e verde, anche il blu è dotato di uno sportello apribile sulla schiena
che contiene una terza arma all’interno. Quello giallo invece possiede un
cannone in bella vista che può essere sollevato e posizionato a piacimento. Le
code sono realizzate come su quello nero, quindi orientabili a piacimento.
Nella trasformazione finale diventano le gambe ed i piedi del Golion.
Eccoci arrivati al magic moment, ovvero l'unione dei cinque
leoni. La fase di trasformazione in verità è piuttosto semplice ed intuitiva,
però io consiglio sempre di guardare i vari passaggio riportati sul libretto
allegato. Il leone nero è stato dotato di sportelli apribili per far rientrare
e nascondere le zampe anteriori. Una volta fatto questo passaggio, si ruota
tutto all'indietro in modo che le parti rosse si uniscano alla placca
pettorale. Qui si procede poi con il blocco delle parti che avviene spingendo
verso l'interno i due fermi presenti. Si estendono completamente le zampe
posteriori con particolare attenzione al posizionamento dei piedi. Le ali rosse
si ribaltano e si allargano, la coda ruota contro la schiena e la bocca rivela
al suo interno il volto del robot. Per finire, si aprono le corna gialle e si
preme verso il basso tutta la testa. Il leone nero è pronto per l'aggancio agli
altri componenti della formazione. I
leoni rosso e verde ruotano la loro parte centrale, raccolgono le zampe e la
testa viene spinta verso l'interno. Come ultimo passaggio bisogna piegare a
novanta gradi la parte terminale dove sono agganciate le code. Code che possono
essere tranquillamente lasciate al loro posto ed inserite insieme al perno di
fissaggio nelle apposite sedi del leone nero. Le braccia ora sono in posizione.
E' ora il momento di preparare gli ultimi due felini, i leoni
blu e giallo, qui è d'obbligo consultare il libretto delle istruzioni. Come
primo passaggio bisogna piegare le teste, aprire e ruotare all'indietro il
piccolo sportellino che troviamo immediatamente sotto al collo. Questo si
tramuterà in una sorta di “tacco” per consentire ulteriore stabilità al
modello. Mi raccomando, apritelo! Dopo questo passaggio è il momento di
ripiegare le zampe, quelle anteriori andranno anche bloccate tramite una
semplice pressione. Un sonoro clack indicherà l'avvenuto fissaggio. Le code
ruotano e si piegano all'interno dell'apposita sede, mentre come ultimo
passaggio, si aprono le sedi di agganciamento per il leone nero. Attenzione
anche qui ai passaggi indicati dalle istruzioni, un pannello ruota all'interno
della struttura, mentre il secondo all'esterno. Ora anche le gambe sono in
posizione.
E' ora il momento di unire tutti i componenti della nostra
formazione Golion. L'operazione è davvero semplicissima, un pizzico di
attenzione va posta solamente per l'inserimento delle zampe nei leoni blu e
giallo controllandone il corretto allineamento. Una volta inserite si chiudono
gli sportellini esterni aperti in precedenza, questi bloccano definitivamente
le zampe all'interno della struttura. Potete tranquillamente sollevare e far
oscillare il modello, le gambe rimarranno sempre bel salde. Piccola curiosità,
per procedere allo sganciamento delle gambe, Bandai ha realizzato un apposito
pulsante di sblocco. E' segnalato nel libretto, ma è ben mimetizzato
all'interno della sede posteriore delle zampe. Io stesso all'inizio non lo
avevo notato…..grazie Cris.
Quello che ci troviamo davanti è un colosso di ben 27 centimetri
con un peso di 1425 grammi! Al tatto non sono molte le parti in metallo, Bandai
lo ha concentrato molto di più nella struttura interna. Le articolazioni sono
quasi tutte a scatto e gestiscono i movimenti fondamentali del modello, quindi
quelli delle gambe e delle braccia. Molto apprezzata la soluzione
dell’articolazione ad estrazione dei gomiti (leoni rosso e verde) che va ad
aumentare sensibilmente il movimento in fase di piegamento. Attenzione qui a
posizionare la parte corretta quando si compie la fase di trasformazione. Per
essere un grande componibile, questo Gx71 ha una buona posabilità e lo si può
davvero posizionare in molti modi differenti. Sfruttando poi il piegamento del
busto e del bacino, si ottengono bellissime pose dinamiche. Tutti gli
accorgimenti adottati per rendere i leoni estremamente mobili, esaltano quindi
le prestazioni finali del Golion una volta assemblato. Abbiamo quindi
inclinazione notevole delle caviglie, piegamenti nella parte sottostante al
ginocchio, rotazione dei femori e perfino una parziale flessione in avanti
delle spalle! Giocando poi con la rotazione dei piedi (teste leoni blu e
giallo) e con i movimenti delle zampe anteriori, il modello trova sempre un
ottimo appoggio a terra. Le plastiche usate per la realizzazione del GX71 sono
in pasta e non verniciate, questo però non è assolutamente un difetto. La
colorazione delle varie parti è davvero molto convincente, questo senza dubbio
dovuto alla qualità dei materiali impiegati. Quello che a mio parere stona un
pochino, sono le parti cromate che vanno in contrasto con quelle colorate.
Personalmente non ho mai apprezzato questa soluzione nei vari Gx, preferisco
una colorazione omogenea su tutto il modello. Il Golion Bandai è senza dubbio
la miglior e fedele realizzazione disponibile oggi sul mercato dedicata a
questo personaggio.
Le armi in dotazione non sono
molte, abbiamo il classico spadone, peraltro ottimamente rifinito
sull’elsa, due lame che possono essere anche unite fra loro ed il famoso scudo
a stella. Da notare anche un secondo volto con espressione facciale diversa da
alternare a quello già inserito sul modello.
Ultimo sguardo è dedicato al display stand che troviamo
incluso nella confezione. E’ composto da cinque parti che vanno assemblate fra
loro in modo semplicissimo ed intuitivo. Sulla basetta, come da tradizione
della serie Soul of Chogokin, abbiamo la targhetta con il nome del personaggio.
Essendo conosciuto con due nomi diversi, Bandai ha pensato di accontentare
tutti inserendo entrambi. Troviamo quindi la targhetta con il nome in caratteri
giapponesi, Golion, e quella in inglese Voltron. Nello stand è praticamente
possibile alloggiare tutte le armi. La parte superiore fatta a scalini accoglie
tutte quelle da taglio, mentre nella parte interna alla basetta sono
posizionati lo scudo ed il secondo volto del mecha. Lateralmente e nel ripiano
scorrevole all’interno, sono invece accolte le altre armi dei leoni, quelle che
si applicano alle spalle. Il display stand offre anche un’ultima chicca,
nascosti nella parte sottostante del ripiano scorrevole, troviamo quattro perni
in plastica. Questi piccoli accessori, uniti agli stand ACT Bandai, servono per
simulare la posa del lancio delle teste dei leoni. Durante la nostra prova però
abbiamo riscontrato un problema. I due perni riservati alle teste dei leoni blu
e giallo, vengono stranamente respinti dalla sede di fissaggio, rendendo
impossibile il loro aggancio al braccio dello stand. Credo che il problema sia
dovuto alla poca profondità delle sedi delle due teste. A sostenere la mia tesi
c’è l’assoluta perfezione dell’inserimento su quelle dei leoni rosso e verde
che risultano infatti essere più profonde.
Bandai riaccende la serie Soul of Chogokin con una produzione
magistrale! Quello che all’annuncio poteva sembrare un modello poco curato, si
è rivelato invece un gran bel prodotto. Sicuramente la poca presenza sulla
struttura esterna del metallo sarà pretesto per criticare il lavoro e le scelte
della casa nipponica, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. La realtà è che
questo Golion si presenta solido, ben costruito e soprattutto ben progettato.
La serie Soul of Chogokin riapre i battenti e lo fa con un Gx davvero
eccezionale! Bandai è tornata ed ha già lanciato la sfida a tutta la concorrenza…..sarà
un 2017 infuocato…..! Un ringraziamento particolare all’amico Cristian per i
consigli e la splendida intro storica di questa recensione.