NOME DEL MODELLO: DYGENGUAR
PRODUTTORE: SENTINEL
ANNO DI RILASCIO: 2024
PREZZO DI LISTINO IN YEN: 42000
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ESTETICA: 9
COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10
ACCESSORI: 7
ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9
CONFEZIONE/DIMENSIONE: 41 x 34 x 19 cm
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PRO
il miglior dygenguar sul mercato
finalmente le articolazioni a scatto
posabilità al top
accensione led magnetica
CONTRO
le varie parti a punta possono creare problemi
le dita delle mani si staccano troppo facilmente
manca la terza spada
edizione esclusiva con l'arma mancante
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Dopo molto tempo torniamo a parlare di una produzione Sentinel e, per la precisione, di un modello inserito nella serie Riobot. Tratto dalla famosa saga di videogiochi Super Robot Wars Original Generations, comincia la nostra analisi del Dygenguar di casa Sentinel. La confezione è ben realizzata con un cartoncino molto resistente e, nella parte frontale, impreziosita da una bellissima immagine ravvicinata del mecha. Il resto della grafica si presenta piuttosto sobria, soprattutto sul retro e con una colorazione di fondo dai toni molto scuri. Il contenuto è diviso in due grandi blister in plastica trasparente, uno accoglie il modello unitamente ai volti alternativi e alla prima spada. Il secondo il resto degli accessori con la gigantesca seconda spada e l’enorme base espositiva. Troviamo ovviamente il libretto istruzioni composto da diverse pagine che, mio consiglio personale, va assolutamente consultato prima di cominciare a muovere il modello. Facciamo subito una piccola precisazione. Sentinel ha realizzato due edizioni per il suo Dygenguar, una reperibile solamente tramite acquisto sul proprio store online. Questa contiene una terza arma ed un volto aggiuntivo. La nostra recensione è realizzata con l’edizione normale, dato che non siamo riusciti a reperire quella esclusiva dello store online.
Il Dygenguar si presenta davvero imponente e maestoso nella sua realizzazione. 25 cm di altezza alla testa, 33 se prendiamo in considerazione la punta estrema delle spalle. Il peso si attesta sui 760 grammi e la sua composizione è un mix dei canonici materiali, ABS – PVC – DIECAST, quest’ultimo utilizzato soprattutto per le articolazioni. Lo sculpt del modello è realizzato alla perfezione riproponendo fedelmente tutti i particolari ed i tratti del mecha. La sua colorazione è divisa in sezioni differenti, alcune da colori lucidi ed altre da colori opachi, questo sostanzialmente riguarda le parti grigie del corpo. Analizzando l’aspetto generale della verniciatura non possiamo che lodare il lavoro svolto da Sentinel, da sempre maestra nella maniacale cura estetica dei suoi prodotti. Non c’è nessuna imperfezione da riscontrare, sia sul modello che nel più piccolo degli accessori. Come ormai accade nella maggior parte delle produzioni moderne, anche Sentinel ha dotato il suo Dygenguar di un impianto d’illuminazione a led. I punti dotati di luce sono gli occhi e le parti frontali delle spalle. La loro attivazione avviene tramite il magnetic touch ed è realizzato con la riproduzione della Kenkon, ossia l’impugnatura che il pilota del mecha brandisce per comandare i colpi con le spade del Dygenguar. La testa di questo accessorio ha un magnete al suo interno e, posizionandolo nei punti specificati sulle istruzioni, fanno accendere i led. La ripetizione dell’operazione ovviamente spegne i circuiti d’illuminazione. I vani delle batterie, non comprese nella confezione, sono ricavati i tre punti sul modello. All’interno del petto e nelle cavità interne delle spalle. Anche per queste operazioni consiglio vivamente di consultare il libretto in dotazione.
Passiamo ora alla vera ed importante novità di livello tecnico introdotta da Sentinel…..finalmente le articolazioni a scatto! Personalmente ho smesso di acquistare questi prodotti proprio perché le articolazioni ad attrito, concepite nelle produzioni precedenti, mi hanno sempre lasciato dubbi e perplessità di tenuta. Sul Dygenguar però la concezione è fortunatamente cambiata e la casa produttrice lo ha dotato dei famosi ratchet joint. In realtà questa introduzione è stata fatta sul modello precedente, il bellissimo Compatible Kaiser, sempre inserito nella serie Riobot. Le nuove articolazioni interessano la maggior parte dei punti mobili, ma soprattutto, quelli fondamentali che contribuiscono al sostegno delle posizioni e dei pesi. Braccia, busto, gambe e caviglie sono quindi dotati di movimenti autobloccanti e da una rigidità davvero elevata. Nelle caviglie e nelle braccia bisogna usare una certa energia per far compiere gli scatti desiderati, questo si traduce però in grande solidità ed affidabilità della posa scelta. Discorso a parte va fatto per quelle delle gambe che, pur essendo concepite nel medesimo modo, offrono un grado di rigidità un po’ inferiore rispetto a quelle citate prima. Non ho comunque avuto difficoltà nel realizzare pose dinamiche, il modello non ha mai presentato criticità o cedimenti, la tenuta e la stabilità generale si sono rivelate davvero di ottimo livello. L’unica vera nota negativa, almeno secondo la mia opinione, riguarda la scelta di dotare il modello solamente di dita articolate che, almeno nella mia copia, si staccano davvero con troppa facilità! La loro concezione è davvero basilare, soprattutto per quello che riguarda il fissaggio alla mano che è costituito da una piccola sfera per ogni dito. Nei vari movimenti eseguiti ho riscontrato davvero molti distacchi dalle sedi ed è un vero peccato.
Il nostro Dygenguar dispone di ben 6 volti alternativi e tre espressioni facciali diverse. Sentinel ha dotato il modello di 3 volti con occhi colorati e 3 con occhi trasparenti, questi ovviamente riservati all’illuminazione a led. La loro sostituzione avviene molto semplicemente grazie anche alla tipologia di perno utilizzato per togliere e rimettere la testa del mecha. Non troviamo il classico ball joint, ma un perno con testa a croce che semplifica notevolmente le operazioni togli/metti. Rimanendo sempre nel campo delle parti staccabili, abbiamo la possibilità di simulare il lancio degli avambracci. Particolare anche qui la soluzione concepita da Sentinel, non il classico perno sferico, ma uno squadrato con tanto di leva di bloccaggio. Questa dovrà essere alzata per poter sganciare l’avambraccio che, grazie all’impiego di un apposito accessorio ed agli specifici sostegni snodati della basetta, potrà essere posizionato nella modalità lancio. Proseguendo nell’analisi del parco accessori, per la verità non molto ampio, troviamo le due spade in dotazione. La prima è la riproduzione della classica katana giapponese, mentre la seconda è in pratica l’arma finale che viene usata dal Dygenguar per infliggere i colpi più potenti ai nemici, l’immensa Zankanto Sword. Lunga ben 46 cm rappresenta l’accessorio clou del modello Sentinel, praticamente scelta obbligata per l’esposizione finale. Il peso della spada è notevole e per aiutare il Dygenguar al suo sostegno, sono stati creati appositi accessori da agganciare ai palmi delle mani. Sono concepiti sia per la Zankanto che per la spada normale ed hanno due inclinazioni differenti, questo per poter esporre le armi in perfetto asse verticale o in posizione inclinata. Questi blocchi svolgono egregiamente la loro funzione andando a bloccare saldamente l’elsa delle spade impedendo di fatto il distacco dalle mani. Le articolazioni a scatto poi svolgono un ruolo fondamentale per sorreggere il peso della immensa Zankanto Sword. Sarebbe stato impensabile concepire il modello con le vecchie soluzioni ad attrito!
L’analisi finale è riservata alla base espositiva che, viste le dimensioni del modello, è di dimensioni assai generose, ma comunque già proposta in produzioni precedenti a questa, ad esempio nell’Ultimate Gravion. E’ il classico grande quadrato con angoli staccabili. Abbiamo però anche qui l’introduzione di una bella novità, oltre al classico braccio snodato, Sentinel ha realizzato un secondo sostegno praticamente identico a quelli della serie Metal Build Bandai. Quindi abbiamo un braccio telescopico con base orientabile in fase d’inclinazione, tutto ovviamente con fermi di bloccaggio. La testa di fissaggio è in metallo con movimento a scatto, questo per sorreggere in modo efficace il peso del modello. Seppur funzionale, questa tipologia di stand espositivo richiede un grande spazio per essere utilizzato e, come nel mio caso, rimarrà permanentemente nella confezione. Lo scrivo con dispiacere perché l’esposizione del Dygenguar in pose sospese è dannatamente bella da vedere.