“Mobile Suite Gundam 00”, serie TV Sunrise divisa in due
stagioni trasmesse per la prima volta in Giappone tra il 2007 e il 2009, vede
l’umanità costretta a ricercare fonti alternative e rinnovabili d’energia
nell’A.D. 2307. Dal momento che persiste una vera e propria guerra fredda tra
le tre superpotenze che gestiscono il dominio energetico e politico, l’Union,
l’Alleanza e l’AEU, in un clima di corsa agli armamenti e di continui disagi e
discriminazioni nel mondo, si palesano le azioni di una milizia privata
indipendente, i Celestial Beings, che con l’ausilio dei loro potentissimi
mobile suit intendono muovere guerra alle… guerre, estirpando ogni conflitto
alla radice con un’azione bellica.
Qui si parla dello 00 Gundam presente per l’appunto in questa
saga, pilotato da Setsuna F. Seisei, membro dei Celestial Beings, comprensivo
anche del particolare equipaggiamento che caratterizza la variation “Seven
Sword”, che non appare nell’anime.
Il modello è il capostipite della linea Metal Build di
Bandai, ormai sinonimo di qualità eccellente.
Bandai ha impugnato lo scalpello e saputo donare forme
intriganti all’ennesimo Gundam proveniente dal mondo dell’animazione, davvero
un gioiello di design che trasuda eleganza, cattiveria e modernità da tutti i
pori. Lo sculpt generale è mozzafiato, è un oggettino davvero curato e carico
di personalità, ma piuttosto lontano da richiami ai Gundam più classici come il
leggendario RX-78, come avrete probabilmente appreso se avete dato una
sbirciata alle foto di corredo. Pertanto, non aspettatevi il ricorso ad un
design semplice e pulito, tutt’altro, qualcuno potrebbe trovarlo fin troppo
elaborato, per non dire caotico seppur fedele all’anime. Il livello di dettaglio,
in particolare, è assolutamente sopra le righe, con decals, scritte e
markerizzazioni che hanno del microscopico e tutta una serie di soluzioni
tecniche semplici, ma allo stesso tempo funzionali e mai fini a se stesse.
In 18 cm di altezza (è infatti concepito nella classica scala
1/100) è concentrata una massa circa di 340 grammi, montato anche tutto
l’arsenale a disposizione (con la Buster Sword l’altezza complessiva aumenta di
un paio di cm). Di certo non un peso piuma quindi, e il ricorso a leghe metalliche
è stato centellinato in molte aree cruciali, tanto che si può benissimo parlare
di un frame interno e relativi snodi quasi completamente in metallo - ma anche
piedi, parte del busto a vista e altri motivi estetici, specialmente negli arti
inferiori - a cui è stata montata una corazza in plastica. Verniciatura
eseguita con cura certosina e abbastanza resistente alle graffiature, salta
subito all’occhio la conseguente quasi inesistenza di segni di stacco da sprue
e l’abilità nel camuffare inestetismi come le viti.
Il nostro 00 Gundam “Seven Sword” è dotato di posabilità e
stabilità eccellenti: le combinazioni possibili sfruttando la grandissima
quantità di snodi (tutti ad attrito) sono impressionanti, e le pose anche più
estreme e bellicose sono supportate dall’ottimale distribuzione dei pesi. Da
questo punto di vista è un modello veramente riuscito, come è giusto che sia,
vista l’enorme esperienza di Bandai in materia gundamica.
Andiamo nel dettaglio: per quanto riguarda la testa, essa può
effettuare una rotazione completa di 360°, può essere inclinata più che
discretamente verso l’alto, il basso e anche leggermente in senso laterale. Vi
consiglio di manipolare con cura questa parte, non perché sia particolarmente
delicata, ma, viste le numerose “corna” e sporgenze appuntite che possono anche
cozzare tra di loro, meglio evitarsi fastidiosi episodi. Discorso particolare
meritano le spalle: permetterebbero alle braccia estensioni laterali e
movimenti completi per avanti-alto-dietro, ma esse devono sobbarcarsi
l’ingombrante presenza dei moduli GN-Drive posti proprio sopra di esse. Queste
due vistose protuberanze coniche rappresentano dei potentissimi generatori
perpetui d’energia, ed ostacolano la corsa delle braccia verso l’alto.
Tuttavia, essi sono posti su un’impalcatura parzialmente metallica che ne
permette lo spostamento all’indietro tramite una rotazione, così da liberare i
movimenti degli arti superiori, senza sacrificare gran che l’estetica. Anzi,
forse arricchendo ulteriormente il sapore hi-tech che pervade il mecha design e
che personalmente adoro. Questa zona nasconde anche un altro paio di chicche,
ma ve le lascio scoprire da soli: se siete appassionati della serie, o di
Gundam in generale, apprezzerete certi dettagli.
Molto interessante la concezione di gomiti e ginocchia, che
presentano due snodi consecutivi ciascuno per poterli piegare in misura
apprezzabilissima, e buona anche la resa estetica della parte metallica
satinata che riaffiora effettuando tali pieghe, che si integra perfettamente con
le tinte bianche, blu e rosse delle parti in plastica. Altro piccolo, ma non
scontato dettaglio lo ravvisiamo al livello dei polsi: l’aggancio delle mani
avviene prevedibilmente utilizzando un piccolo snodo a sfera, ma appena prima
di esso è possibile inclinare di pochi gradi tutto l’apparato polso-mano, cosa
che in sé non sarebbe di sicuro trascendentale, però fa parte di tutta una
serie di accortezze che impreziosiscono non poco il modello e lo rendono
qualcosa di più del “solito Gundam”.
Passando al busto, esso è piuttosto ben articolato e dotato
di buona mobilità. Attenzione ai possibili sfregamenti tra jet pack e parte
posteriore del gonnellino generabili dalla mobilità in avanti/dietro del
torace.
Appena più sotto troviamo per l’appunto il classico
gonnellino: diviso in quattro parti, due laterali, una anteriore e una
posteriore, le prime tre mobili per non intralciare i movimenti degli arti
inferiori. In prossimità della porzione anteriore, troviamo l’ennesima chicca:
è possibile operare un’estrazione verso l’alto per aumentare ulteriormente
l’estensione dei movimenti delle gambe, così da poter permettere anche la
seduta o movimenti iper-dinamici, da studiare magari sfruttando il bellissimo
stand compreso nella confezione. Notare che la mobilità delle gambe è comunque
eccellente già di suo, con una leggerissima tendenza alla divaricazione quando
il mecha è in assetto guerrafondaio e armato di tutte le sue spade. Le ampie
escursioni possibili a livello delle anche sono supportate ad hoc da un sistema
piedi-caviglie realizzato in modo impeccabile (sono sempre ben piantati a terra
anche in pose estreme), con tallone e resto della pianta separati. I piedi sono
in metallo.
Come già detto, tutti gli snodi sono ad attrito, ma l’assenza
di quelli a scatto è giustificata dalla massa relativamente leggera a cui si
deve dare una posa e dalla comunque solida consistenza di quelli utilizzati.
Pertanto, anche se forse almeno per le braccia si poteva osare qualcosina di
più vista la presenza di un paio di accessori di una certa consistenza.
Con tutte queste possibilità funamboliche lo 00 Gundam
sembrerebbe poter combattere come pure scegliere di danzare, ma trattasi
comunque di danza mortale: una volta assemblate le famose “Sette Spade”, lo
stesso Gundam appare così tagliente e appuntito da sembrare un’implacabile,
vistosissima arma. Meraviglioso.
EQUIPAGGIAMENTO “SEVEN SWORD” E ACCESSORI
Quando estrarrete il vostro Gundam dal suo sarcofago di
polistirolo, lo troverete in modalità “00” classica, ovvero privo di quelle
armi con relativi supporti che ne caratterizzano la variante “Seven Sword” che,
ricordiamo, non appare nell’anime. Tutti gli accessori sono realizzati con le
stesse plastiche e la cura maniacale che caratterizza il robot principale, ed è
davvero un piacere scoprirne i segreti e le mille possibilità. Devo annotare,
tuttavia, una fastidiosa tendenza delle due GN Sword a staccarsi un po’ troppo
facilmente dalle loro sedi quando sono a riposo, forse era il caso di rendere
più affidabile l’aggancio al gonnellino, ma intendiamoci, non si staccano
comunque da sole, state tranquilli. Inoltre, la Buster Sword è molto pesante in
proporzione alla massa del modello, pertanto tende a sbilanciarlo. Purtroppo
assente nella confezione il modulo O-Raiser, navicella agganciabile (previa
opportuna trasformazione) allo 00 Gundam per aumentarne esponenzialmente le
prestazioni. Bandai lo ha comunque prodotto a parte, purtroppo come Tamashii
Limited, quindi difficile da recuperare a prezzi umani.
Presente pure uno stand davvero bello e concepito per far
svolazzare il nostro Gundam spadaccino: si può regolarne angolatura ed
estensione in tre punti diversi, ed è anche molto carino esteticamente dal
momento che richiama colori e motivi del soggetto principale. Accessorio molto
gradito e ben realizzato!
LE VERSIONI
Vediamo un po’ cosa è stato proposto da Bandai di inerente
all’universo 00 Gundam:
- il qui presente 00 Gundam “Seven Sword”.
- il modulo O-Raiser, proposto come Tamashii Limited.
- 00 Gundam Trans-Am, ovvero uno 00 Gundam tendente al
rossastro (modalità max power!) comprensivo del suo O-Raiser. Anche questo
tamashii Limited.
- Gundam 00 Raiser: un altro 00 comprensivo di O-Raiser,
questa volta con colori normali e qualche variazione nelle markerizzazioni.
Anche questo è un prodotto limited.
Decisamente un esordio eccellente per la linea Metal Build.
E’ un modello a mio avviso spettacolare: iper-posabile, stabile, costruito con
cura maniacale e materiali di qualità (compresa una buona quantità di metallo),
ricco di accessori e praticamente esente da difetti rilevanti. Lo consiglio
vivamente a chiunque apprezzi i gokin ben concepiti e realizzati, amanti o meno
di Gundam. Indubbiamente, come già detto, è caratterizzato da un’estetica
particolare che qualcuno potrebbe trovare troppo caotica, ma in tal caso vi
consiglio comunque di dargli una chance e cercare di vederlo dal vivo: vedrete
che le linee e i colori assumeranno una pulizia inaspettata, dopodiché,
naturalmente, de gustibus non disputandum est.
Importato direttamente in Italia da Cosmic Group, sappiate
che lo 00 Gundam “Seven Sword” veniva inizialmente venduto a circa 110-120
euro, che ci stavano tutti e alla grande. Ora però, recuperarlo a quelle cifre
è pura utopia. Buona caccia!