Quando Cms Corporation annunciò il Brave Gokin 40 la sorpresa
fu grande e la mia reazione davvero controversa, non sapevo se essere felice o
preoccupato allo stesso tempo. Il motivo è semplice, la licenza riguarda uno
dei “mostri sacri” dell’animazione giapponese che più ha spopolato in Italia ed
Europa, fonte di meravigliosi ricordi d’infanzia…..Goldrake! Nei mesi seguenti
all’annuncio finalmente Cms mostra il prototipo del Brave Gokin 40 Grendizer
mettendo sapientemente in mostra le caratteristiche del suo nuovo prodotto e
lanciando chiaramente la sfida al Gx04 di Bandai. Tutto è puntato sulle
dimensioni e sulle gimmik che permettono al nuovo Brave di assumere pose molto
più dinamiche rispetto al prodotto della concorrenza che proprio in
concomitanza con l’annuncio di Cms esce con l’ennesima ristampa! Inizialmente
previsto per il mese di Luglio 2013 il Brave Gokin 40 si fa attendere altri tre
mesi e viene finalmente rilasciato verso la fine del mese di Ottobre aprendo
ufficialmente la diatriba fra gli appassionati del settore perché risulta
davvero impossibile, almeno inizialmente, non paragonare il nuovo Grendizer
alla versione Soul of Chogokin Bandai.
La confezione del Brave Gokin 40 è davvero enorme, ci
troviamo davanti a ben 58 cm di lunghezza per 40 di larghezza e 15 di spessore,
credo sia assolutamente la confezione più grande mai realizzata per un gokin di
questa serie. Abbastanza deludente l’art work frontale che ripropone due
“fredde” immagini del Grendizer usate già in fase promozionale da Cms con il
Goldrake in piedi sulla destra ed all’interno dello Spazer sulla sinistra. Da
notare che l’immagine usata del disco è ancora quella della versione
provvisoria! Nella parte sottostante alla foto di sinistra troviamo la scritta
Brave Gokin 40 che precede il nome del personaggio stampato in colore rosso ed
accompagnato anche dai caratteri giapponesi. Sul retro le classiche immagini,
anch’esse riciclate dalla fase promozionale, che mostrano il prodotto con tutti
gli accessori compresi all’interno dell’enorme scatola concepita da Cms.
Aprendo il contenitore in polistirolo non si può non notare un particolare
della sagomatura interna riguardante l’alloggiamento dello Spazer. Il disco è
alloggiato senza le ali, ma invece sono ben presenti le sagomature laterali
della medesima forma. Sicuramente Cms voleva inizialmente riporre il disco già
montato, ma probabilmente nel corso del tempo i piani sono cambiati e di fatto
le ali sono riposte singolarmente in due appositi vani separati. Tutto il
contenuto è protetto dagli appositi sacchetti trasparenti, lo Spazer ed il
Grendizer occupano ovviamente la maggior parte dello spazio, le quattro coppie
di mani, le lame rotanti con i magli ripiegabili e l’alabarda sono alloggiati
in appositi incavi ricavati nel fin troppo generoso spazio della confezione. A
completare il contenuto il classico foglio a colori delle istruzioni di
montaggio, mentre mancano stranamente all’appello i tappi copri vite che sempre
accompagnano le realizzazioni Brave
Gokin. La scelta di presentare all’utente finale un contenitore parzialmente
sbagliato non è a mio modo di vedere un bel biglietto da visita, denota
sostanzialmente poca cura verso il proprio prodotto. Certamente non è una cosa
grave avere due vani vuoti nel polistirolo, si trasmette però una sensazione di
superficialità che mai ho riscontrato in prodotti di altre case e della stessa
Cms!
Il Grendizer
Estraendo il modello possiamo immediatamente constatarne le
generose dimensioni ed il soddisfacente peso, il Grendizer è alto ben 21 cm per
un peso di 650 grammi. La struttura del corpo è costituita quasi totalmente da
metallo, solamente la testa, gli avambracci, le mani ed i femori sono costruiti
in plastica, mentre le due coppie di magli sono in gomma rigida. Il Brave Gokin
40 eredita alcune delle soluzioni tecniche adottate sul precedente modello, il
Boss Palder. A beneficiarne è soprattutto la zona delle gambe che grazie a
snodi ad estrazione permette al modello di ottenere una più ampia escursione in
ogni direzione. Bisogna però prestare attenzione alla parte bianca dei femori
che dovrà compiere una piccola rotazione verso l’esterno per consentire la
divaricazione ottimale delle gambe. Anche la zona caviglie è direttamente
importata dal Brave 39 con estrazione guidata da un perno in metallo e
susseguente inclinazione del piede. Questa soluzione però comporta un notevole
sacrificio estetico, il vuoto che rimane una volta messa in atto l’inclinazione
risulta essere davvero molto brutto. Nel Boss Palder questo inestetismo viene in
parte mascherato dalla copertura esterna della gamba che funge da riparo
estetico all’articolazione. Nel Grendizer purtroppo avviene la cosa opposta con
la base del piede più ampia e la parte terminale della gamba più stretta, tale
concezione accentua ancor di più il vuoto lasciato dall’estrazione massima
dell’articolazione. La testa può ruotare ed inclinarsi discretamente
all’indietro mentre al suo interno è stato inserito un meccanismo che permette
la visione della miniatura di Actarus attraverso la cabina di pilotaggio posta
sul volto del Grendizer. Il meccanismo di comparsa del pilota è abbinato al
movimento della testa, tirando verso l’alto e piegando all’indietro la
miniatura sparirà, mentre procedendo in senso contrario apparirà nuovamente.
Analoga cosa avviene ovviamente anche sullo Spazer permettendo di simulare
quello che si vede nella serie animata. Quando il robot si trova all’interno
del disco Actarus si vedrà nella cabina di pilotaggio dello Spazer, mentre
quando si separa dalla navicella comparirà in quella presente sul volto. La
qualità realizzativa di queste miniature è però davvero molto approssimativa,
non aspettatevi di poter chiaramente riconoscere le fattezze del principe
Fleed, quello che si ha è una microscopica sagoma rossa all’interno dei due
abitacoli. I movimenti delle braccia sono gestiti da snodi a scatto presenti
sia all’interno della spalla che all’attaccatura con il torace. La rotazione e
l’inclinazione risultano essere decisamente convincenti in fase di tenuta
garantendo una perfetta stabilità. Il modello è dotato anche di uno snodo ad
estrazione con movimento ad atrito che consente di portare le braccia anche in
avanti ampliando ulteriormente il loro raggio d’azione, utile soprattutto nella
fase di posizionamento del Grendizer all’interno del disco. Uno dei problemi
che da sempre attanaglia le realizzazioni del Goldrake è la fase di piegamento
dell’avambraccio, non tanto per la natura del movimento in se, ma per la
presenza delle parti rosse del maglio che ovviamente seguono la fase rotatoria.
Cms non introduce purtroppo novità in tal senso limitandosi ad inserire un
semplice snodo molto simile a quello impiegato da Bandai sul suo Gx04. Anche
per il Brave Gokin 40 si pone quindi il medesimo problema, le punte del maglio,
peraltro molto rigide, vanno irrimediabilmente a toccare il bicipite in fase di
piegamento. Cms offre però una soluzione alternativa avendo dotato il suo
Grendizer di due tipi differenti di maglio, la prima è la classica che siamo
abituati a vedere mentre la seconda è
dotata di punte snodate e disposte in modo più ampio appositamente per la fase
di piegamento dell’avambraccio. Oltre a questo impiego simulano la fase di
trasformazione del maglio perforante con il ribaltamento in avanti delle punte.
Esteticamente questo accessorio non è molto riuscito, la causa risiede
soprattutto nell’aumento dello spazio fra le parti che ne hanno ovviamente
aumentato le dimensioni restituendo una brutta sensazione di sproporzione con
il resto del braccio. L’avambraccio del Grendizer può essere sganciato dal
bicipite, è fissato tramite aggancio a pressione e trattenuto tramite un
piccolo blocco metallico presente all’interno della sede di aggancio. Questo
apparentemente insignificante blocco metallico è la causa principale di
un’altra bruttura estetica del Grendizer Cms…..nelle fotografie noterete sempre
il bicipite bianco mostrato con la sua bella riga di giunzione fra le parti in
vista. Il motivo è semplice, il blocco interno non permette all’avambraccio di
ruotare e quindi di combinarsi con la rotazione del bicipite che in senso
puramente estetico ha il compito di nascondere il suddetto inestetismo! Le
varie mani possono essere sostituite mediante semplice pressione, il perno che
le trattiene è di dimensioni generose e davvero molto robusto scongiurando
qualsiasi tipo di rottura durante la fase di sostituzione. Come scritto
all’inizio ne abbiamo di quattro tipi diversi, cinque se consideriamo quelle
già montate sul modello. Nell’ordine troviamo, pugni chiusi, pungi forati, mani
aperte, mani con dita snodate e per finire due pugni chiusi più piccoli da
inserire quando sull’avambraccio vengono montati i magli ripiegabili o
invertiti quelli fissi. Esteticamente le varie coppie di mani sono davvero
sproporzionate, escludendo quelle più piccole che hanno un preciso impiego,
quelle normali sono davvero sovradimensionate e contribuiscono non poco nel
rovinare l’estetica generale del modello. Anche il busto del Grendizer è stato
dotato di movimento, è possibile ruotare ed inclinare la parte alta del torace
facendo però davvero molta attenzione a quella bianca sottostante perché entra
facilmente in contatto in fase di movimento. Il pericolo è quello di graffiare
e quindi di rovinare irrimediabilmente la verniciatura bianca della fascia
addominale.
I materiali usati per la realizzazione del Grendizer non sono
di prima qualità, sul metallo nulla da dire, ma è tutto il resto che stona
terribilmente. Plastica e gomma usate per la testa, i femori, l’alabarda, i magli e le mani sono
davvero di bassissima qualità. Ci sono imperfezioni nell’assemblaggio dei
femori, si nota chiaramente come le due metà siano state incollate e poi pulite
molto grezzamente. Sulle gambe le parti esterne azzurre sono assemblate decisamente
male con vuoti ed aloni bianchi che si vedono molto chiaramente senza nemmeno
andare troppo vicino. Fra le due metà che compongono la gamba sinistra si nota
uno spazio decisamente maggiore rispetto alla parte destra, ci passa un foglio
di carta talmente è largo! I magli ripiegabili hanno sbavature di colore in
molti punti e addirittura risultano essere graffiati in alcune zone, come se
fossero stati puliti con della carta abrasiva…..veramente inguardabili! L’asta
dell’alabarda spaziale è davvero molto esile, si ha la sensazione di poterla
rompere in qualsiasi momento durante l’inserimento nei pugni forati dove lo
spazio risulta essere addirittura non ben calcolato. La testa è davvero
rifinita malissimo con diverse mancanze di colore soprattutto nei contorni
accanto alle parti bianche, osceno poi il foro laterale sul collo con la vite
di serraggio in bella mostra! L’unica parte che si salva sono le corna dove sia
il colore cromato che l’assemblaggio risultano essere privi di imperfezioni.
Anche sulle mani con dita snodate il lavoro eseguito in fase di montaggio è
davvero pessimo, nella mia copia ho trovato addirittura diverse falangi montate
al contrario e con svariati residui di collante…..ho trovato addirittura due
pugni chiusi destri ed una vite mancante sulla schiena del Grendizer…..davvero
no comment! La verniciatura sulle parti metalliche fortunatamente non ha grosse
imperfezioni, solamente in alcuni punti si notano piccole sbavature di colore,
tutte “fortunatamente” sulla parte posteriore del modello.
Lo Spazer
Il disco è decisamente enorme dovendo accogliere al suo
interno un Grendizer di ben 21 cm di altezza. La sua realizzazione è
prevalentemente in plastica con il solo l’appoggio centrale e le due ali in
metallo. Vediamo tutte le sue misure effettive:
Diametro 20 cm – Lunghezza alla coda 24 cm – apertura alare
38 cm – peso 412 grammi.
L’apertura che permettere l’inserimento del Grendizer è
davvero particolare, Cms ha studiato un sistema piuttosto elaborato per
consentire l’apertura della parte frontale, diciamo più in linea con ciò che
avviene visivamente nella serie Tv. Il fregio rosso si divide in due parti che
vengono fatte scorrere lateralmente sulla sagoma curva dello Spazer,
successivamente i due grandi sportelli bianchi si aprono e ruotano verso
l’esterno della struttura. Il passo seguente è di far rientrare all’interno
queste due parti….. la manovra da effettuare è piuttosto delicata dovendo far
compiere uno scatto verso il basso e contemporaneamente una rotazione che consente
agli sportelli di avanzare verso l’interno, non prima però di aver piegato le
due piccole alette situate nella parte sottostante. Questo movimento è guidato
da un apposita sede che procede lungo tutta la struttura interna del disco
portando successivamente le due parti a scorrere e rientrare completamente
nello Spazer facendo comparire lateralmente le lame rosse e rivelando il vano
per il corpo e le braccia del Grendizer. La difficoltà maggiore sta proprio nel
far compiere lo scatto e la seguente rotazione, il problema risiede
sostanzialmente nella sagomatura interna della sede di scorrimento che risulta
essere troppo precisa andando di fatto quasi a bloccare il perno guida dello
sportello. Bisogna procedere con molta cautela dato che tutte le parti in
questione sono in plastica, di spessore piuttosto esile e purtroppo anche qui
di non eccelsa qualità. L’apertura posteriore avviene invece in maniera molto
più pratica, la parte dei motori viene tirata all’indietro, una barra snodata
in metallo si occupa dei movimenti di apertura ed inclinazione verso l’alto.
Una volta completamente aperto possiamo osservare come l’alloggiamento interno
sia rivestito da uno spessore di gomma rigida, questo ovviamente per non
rischiare di graffiare la verniciatura del Grendizer che obbligatoriamente deve
strisciare fino al corretto posizionamento. Per “bloccare” il modello nello
Spazer Cms ha inserito due sfere magnetiche all’interno del vano motori, queste
andranno ad agganciarsi magneticamente con i piedi del robot che nella pianta sono
stati dotati dell’apposita sede di fissaggio. Questo spiega l’enorme estetica
dei reattori del disco che sono stati concepiti in tal dimensione proprio
perché al loro interno accolgono i grandi piedi del Grendizer. Questa parte
effettivamente rovina l’estetica generale dello Spazer, ma d'altronde la scelta
di non far accorciare le gambe del robot in fase d’inserimento ha di fatto reso
necessaria questa modifica al design della navicella. Come citato nella
descrizione del Grendizer anche per lo Spazer è stato concepito un meccanismo
di comparsa/scomparsa del pilota. L’operazione è gestita semplicemente da una
leva curva in plastica nascosta all’interno del disco, esattamente sotto la
cabina di pilotaggio. Il semplice meccanismo fa ruotare verso l’alto la
miniatura quando eseguiremo l’inserimento del Grendizer che scorrendo
all’interno dello Spazer spinge la leva nella direzione opposta. L’operazione
di comparsa del pilota può anche essere fatta manualmente, basta infilare le
dita all’interno e far ruotare la leva nella posizione corretta. Lame
rotanti!!!!!.....Cms rende degnamente omaggio alla classica arma dello Spazer
realizzandone due coppie dal diverso uso ed estetica. La prima coppia si apre
completamente, sollevando le trentadue punte otteniamo una riproduzione davvero
molto simile alle lame rotanti che vengono lanciate da Actarus durante la serie
animata e che puntualmente tranciano in due i malcapitati mini dischi di Re
Vega. Possono essere alloggiate sulle ali dello Spazer sia chiuse che aperte.
La seconda coppia in dotazione simula invece l’uscita del missile
perforante…..Cms ha concepito un sistema di comparsa del missile, aprendo le
quattro punte e premendo il tasto nella parte sottostante vedremo comparire la
bocca di lancio e successivamente, estraendolo manualmente, la punta del
missile. Oltre a questa operazione è anche possibile aprire le due piccole ali
laterali che fuoriescono dalla struttura andando a completare l’estetica finale
dell’arma. A differenza della prima coppia descritta queste lame dotate di
missile non posso essere alloggiate sulle ali dello Spazer in fase di apertura!
Il motivo è semplice…..il pulsante rientrando all’interno di fatto riempie lo
spazio riservato allo scorrimento della punta
dell’ala rendendo impossibile il corretto posizionamento. Possono essere
leggermente appoggiate, ma il risultato estetico è davvero pessimo! In più
l’estetica della lama risulta essere brutalmente falsata per via della
protuberanza concepita per far scorrere il pulsante di sollevamento del missile
perforante. La verniciatura generale si attesta su livelli discreti, ma ad un
attento esame rivela purtroppo diverse imprecisioni soprattutto nei bordi dello
Spazer e sulla parte centrale rossa che viene rivelata dopo l’apertura dei
fregi. Come detto in precedenza la plastica usata è di bassa qualità riuscendo
addirittura a peggiorare per le parti interne degli sportelli frontali e per i
fregi rossi apribili che senza ombra di dubbio sono colorati in pasta. Bisogna
purtroppo notare come alcune parti mobili dello Spazer non rimangano
correttamente in posizione, il vano posteriore non si chiude perfettamente
lasciando una fessura fra la parte bianca e quella rossa…..anche sul frontale
la situazione non migliora, i fregi rossi non combaciano perfettamente quando
sono chiusi, mentre quando aperti rimangono leggermente sollevati rispetto alla
struttura del disco!
L’agganciamento
La procedura d’inserimento del Grendizer all’interno del suo
Spazer avviene abbastanza semplicemente…..la testa rimane abbassata mentre le
braccia vanno fatte ruotare verso l’alto, ora non rimane che infilare il
modello all’interno del disco lasciando però leggermente al di fuori i piedi.
Dopo questa operazione si procede con l’abbassamento del vano motori andando a
bloccare i piedi del Grendizer tramite gli appositi magneti. Una volta
accertato il corretto posizionamento si spinge il vano motori in avanti fino
alla completa chiusura, di conseguenza il corpo del modello viene spinto
completamente verso l’esterno dello Spazer dove si procede alla sistemazione
finale di braccia e testa. Sistemato a dovere il tutto ci si accorge
immediatamente che il Grendizer è praticamente libero di muoversi all’interno
del disco, i soli magneti ai piedi non garantiscono la tenuta della posizione,
Cms non ha previsto nessun altro tipo di fermo interno pensando probabilmente
che il solo atrito con la parte interna in gomma potesse in qualche modo
trattenere il pesante corpo del Grendizer. Un altro problema è poi
rappresentato dalle spalle che tendono a cadere verso il basso schiacciate dal
loro stesso peso. Questo accade perché l’articolazione ad estrazione interna
non è in grado di sorreggere perfettamente la spalla lasciandola
inesorabilmente cadere verso il basso! A questo inconveniente si riesce ad
ovviare giocando con l’articolazione a scatto interna alla spalla che, portata
alla sua massima escursione, consente il rientro dello snodo sopracitato
contribuendo in modo determinante al corretto posizionamento del braccio. Un
velo pietoso deve essere calato sulle mani articolate che devono essere usate
per questa fase, mentre si cerca il corretto inserimento le falangi si muovono
e a volte si staccano rendendo un vero delirio questa operazione…..concepirne
una coppia fissa probabilmente era troppo complicato! La testa infine risulta
avere un’inclinazione davvero minima facendola rimanere rivolta più verso il
basso che verso l’alto, forse, ma è una mia supposizione, il meccanismo interno
di comparsa del pilota ha in qualche modo tolto spazio alla rotazione
all’indietro. Il risultato finale quindi non è certo quello che si ha nel Gx04
Bandai dove la testa del Grendizer rimane perfettamente sollevata e rivolta con
lo sguardo dritto in avanti. Come purtroppo da tradizione, Cms non ha concepito
un display stand per l’esposizione del suo prodotto, nel caso del nostro Brave
Gokin 40 l’esposizione dello Spazer avviene tramite il semplice appoggio alla
superfice. La parte centrale sottostante in metallo rientra sotto il peso del
disco consentendo il corretto bilanciamento di tutta la struttura. Come ultima
nota riporto il peso totale che raggiungono Grendizer e Spazer una volta uniti,
1,062 Kg.
Le versioni prodotte del Brave Gokin 40 sono due, Normal ed
Exclusive, la prima è sostanzialmente destinata alla distribuzione di massa,
mentre la seconda è per il solo mercato italiano e francese. Le differenze che
distinguono le versioni sono due, nella Exclusive il colore delle corna è
giallo pastello ed all’interno della confezione in più si trova il TFO.
E’ davvero un peccato dover constatare che il Brave Gokin 40
Grendizer ha deluso le aspettative, chi attendeva il Goldrake definitivo
rimarrà davvero deluso. Il prodotto Cms mostra una qualità davvero
approssimativa facendo veramente registrare un picco verso il basso per un
modello della serie Brave. Tecnicamente i prodotti Cms non sono mai stati
eccelsi, ma le finiture ed i materiali sono invece stati sempre piuttosto
convincenti non prestando mai il fianco a critiche piuttosto feroci. Quello che
realmente stupisce del Brave 40 è la pochezza di cura avuta fin dal
confezionamento del prodotto con addirittura la sagoma del polistirolo
palesemente sbagliata! Esteticamente il Grendizer fa anche la sua figura, ma
questo non può assolutamente bastare e far passar sopra alle numerose
imperfezioni ed errori di progettazione presenti sul modello. Nei vari forum di
settore si sono viste fotografie riguardanti rotture ed magagne di ogni genere,
soprattutto sulla verniciatura delle corna della versione Exclusive dove il
colore giallo è stato semplicemente applicato sulla base cromata della Normal!
La delusione è davvero molta, alla base ci sono anche idee buone, ma tutte
vanificate da una realizzazione di bassa qualità che inesorabilmente fanno perdere al Brave
Gokin 40 la sfida con il Gx04 Bandai. La mia recensione non vuole essere un
processo accusatorio contro Cms, vuole solo mettere in evidenza quelli che sono
i pregi e i difetti di questa produzione perchè a fronte della cifra richiesta
è giusto far conoscere agli utenti finali ciò che offre la realtà di questo
prodotto. Purtroppo la mia conclusione non può essere positiva, un modello del
resto semplice da realizzare e con un bagaglio affettivo così importante
meritava un trattamento davvero di altro spessore!.....Stay tuned.