Eccolo quì finalmente, direttamente dal sito ArtStorm arrivano le foto ufficiali del modello definitivo. Il Goldrake Ex Gokin è ora realtà e si mostra nella sua forma definitiva. Nelle foto che potete vedere cliccando sul link sottostante, vengono mostrate tutte le componenti del prodotto. In più alla fine viene rivelato anche il prototipo dello Spazer con il TFO. Per me rimane un grande azzardo la riproduzione del disco, sia per le notevoli dimensioni che avrà e sia per una questione di praticità. Staremo a vedere cosa s'inventerà Fewture. Certamente avere tutto il set al completo comporterà un grande esborso, il solo Goldrake costerà ben 39,800 yen, record assoluto per un modello della serie Ex Gokin. Lo Spazer ed il TFO verranno venduti separatamente e non è ancora stato reso noto il prezzo. Insieme al modello avremo in dotazione lo Spazer 2 (Goldrake 2) la classica Alabarda Spaziale, due coppie di mani, una piastra pettorale trasparente per simulare il raggio di gravità ed i classici display stand. Il design del mecha è stato pesantemente stravolto e ricorda moltissimo l'estetica dello Shin Getter 1. Probabilmente la parte meno riuscita sono i magli perforanti che alternano punte più lunghe ed altre più corte, probabilmente potranno essere ruotate per consentire il piegamento dell'avambraccio. Data di uscità fissata Aprile 2015, il nuovo anno quindi ci regalerà la nuova interpretazione del nostro amato Goldrake!
giovedì 25 dicembre 2014
lunedì 22 dicembre 2014
GX50 COMBATTLER V SOUL OF CHOGOKIN
Nella storia della serie Soul Of Chogokin, Bandai ha più
volte rivisitato alcuni soggetti prodotti, rendendoli esteticamente più belli e
tecnicamente più avanzati. Queste produzioni vengono denominate Renewal e
contraddistinte dalla sigla R accanto alla numerazione del modello. Non ci è
dato sapere con quale criterio la casa nipponica scelga i soggetti da
rivisitare, certo è che i restyling fino ad ora prodotti si sono fatti
apprezzare soprattutto per le migliorie estetiche apportate. Innegabile come il
GX01R Mazinger Z sia decisamente più bello, proporzionato ed aggraziato
rispetto al primo GX01 uscito nel lontano 1997. Partiamo proprio
dall’inizio…..1997 Mazinger Z…..1998 Great Mazinger…..dopo due pilastri
dell’animazione giapponese targati Go Nagai, nel 1999 arriva il primo modello
componibile della serie SOC, il Combatler V. Il GX03 diventa il nuovo punto di
riferimento tecnico/estetico per i modellini di questa serie e fa capire
benissimo quale sia il grande potenziale di cui dispone Bandai. Credo di non
esagerare affermando che ancora oggi nessuno sia riuscito ad eguagliare, sia in
termini tecnici che qualitativi, le realizzazioni della grande B. Esattamente dieci anni dopo,
nel 2009, ecco arrivare una versione completamente nuova del Combattler V denominata
GX50! Viene dunque abbandonata la sigla R che viene sostituita dalla
numerazione progressiva della serie. Un progetto tutto nuovo che concentra i
suoi punti di forza su nuove proporzioni, accorgimenti tecnici ed una dotazione
accessori più ampia e completa.
Confezione stupenda (40x28x10) con il Combattler che
giganteggia sulla parte destra mentre sullo sfondo si vede la Nambara Base che
ovviamente non è compresa. Nella parte sinistra cinque riquadri con all’interno
le navicelle, mentre al centro compare il nome del modello con la grande V
finale. Sul retro la classica vetrina rappresentativa di tutto il contenuto.
All’interno due contenitori, un box in polistirolo con copertura a vetrina
molto simile a quella del Voltes V e con quel tocco di vintage che richiama le
vecchie confezioni anni 80. In questo contenitore troviamo il clou del GX50 con
le navicelle e tutte le armi disponibili. Il successivo blister in plastica è
dedicato alle varie parti che servono a formare lo stand espositivo, due paia
di mani aggiuntive ed altri accessori che completano la dotazione. Immancabile
il libretto illustrato, che oltre alle istruzioni, ci delizia con bellissimi
disegni riguardanti i vari concept del personaggio e delle sue armi. Oltre a
questo possiamo anche vedere i quattro modelli prodotti nel corso degli anni
fino ad arrivare al GX50. I primi due del 1976 (uno componibile ed uno fisso),
il terzo del 1982 ed il quarto nel 1999, il GX03.
Come per l’edizione precedente abbiamo il modello scomposto
nelle cinque navicelle….. BATTLEJET – BATTLECRASHER – BATTLETANK – BATTLEMARINE
– BATTLECRAFT. Subito spicca la massiccia quantità di metallo usata per buona
parte della loro produzione, escludendo il BATTLEJET che è interamente in
plastica, tutte le altri componenti vantano una buona dose di zama. Ecco un
breve elenco dei loro pesi: BATTLEJET 26 g – BATTLECRASHER 116 g – BATTLETANK
165 g – BATTLEMARINE 250 – BATTLECRAFT 108 g. Immediatamente si nota l’aumento
delle dimensioni rispetto a quelle del GX03, questo fa presagire un ovvio
incremento anche dell’altezza finale che potrà avere il mecha assemblato. La
colorazione, davvero di ottima qualità, è stata variata con una tonalità di blu
più chiara, mentre il rosso risulta essere molto più acceso. Anche i pochi
inserti in giallo sono più chiari mentre il grigio sembra non essere variato. Bandai
ha inserito qualche nuovo dettaglio, sul BATTLEJET c’è ora la possibilità di
estrarre i carrelli, di aprire il cupolino frontale e di far uscire i cannoni
laterali. Sul BATTLEMARINE invece le parti gialle sulle ginocchia sono state
concepite in modo da potersi ribaltare e permettere la fuoriuscita dei carrelli
di sostegno. Aggiunta molto gradita riguarda il cannone in dotazione per il
BATTLETANK, dopo averlo applicato sulla navetta cingolata, possiamo orientare
verso l’alto o verso il basso la bocca da fuoco. Non mancano ovviamente le
rampe del BATTLEMARINE, accessorio questo usato per il trasporto in volo del BATTLETANK.
Contatto…..l’agganciamento dei cinque Jet si esegue molto
semplicemente, le istruzioni presenti sul libretto sono davvero molto chiare da
seguire ed in brevissimo tempo ecco apparire il nuovo Combattler V. Il mecha,
nella sua nuova versione, raggiunge l’altezza di 25 cm, uno in più del GX03,
per un peso di 665 grammi. In definitiva solamente 15 grammi di aumento
rispetto alla vecchia realizzazione che ne raggiunge 650. Lo sculpt è
decisamente molto più fedele e, soprattutto quello del viso, dona al Combattler
la giusta aggressività. Nuova articolazione è stata introdotta per il movimento
della testa che ora gode di ampi movimenti, bellissime le braccia con gomiti ad
estrazione che permettono di raggiungere un piegamento di 180 gradi. Lo snodo
poi che gestisce il movimento rotatorio del braccio, rigorosamente a scatto, consente
realmente un’ampia manovrabilità…..purtroppo però la fase di sollevamento della
spalla, dotata invece di una gimmik a frizione, tende a cedere impietosamente
sotto il peso dell’intero arto. Da esaurimento nervoso il continuo distacco
degli scudi laterali con annesse alette retrattili del BATTLECRASHER, quasi ad
ogni minimo spostamento queste parti si staccano dalla loro sede cadendo
irrimediabilmente a terra. Stesso discorso anche per i cingoli dietro alla
schiena che sono agganciati tramite una piccolissima protuberanza in plastica
che si rivela totalmente inadatta a sorreggere il peso di queste parti. Qualcosa
da ridire anche sul metodo ad estrazione delle mani interne, dove la manovra
risulta difficoltosa a causa del non proprio grande spazio in cui si deve
agire. Il recente Tryder G7 difatti è stato dotato di apertura laterale proprio
per risolvere questo problema.
La parte bassa del GX50 presenta un sensibile miglioramento
dello snodo che permette il movimento delle gambe. Sostanzialmente questa
articolazione consente di far scendere e
salire i femori aumentandone la possibilità di apertura. Al ginocchio è stata
inserita una gimmik dalla doppia funzionalità, oltre al classico piegamento,
possiamo ora anche ruotare tutta la parte bassa della gamba. Questa soluzione,
unita alla precedente descritta, ci consegna si un Combattler decisamente più
posabile, ma con una stabilità davvero molto molto precaria! La soluzione
scelta da Bandai si rivela completamente inadatta ad un modello che concentra
la maggior parte del suo peso nella parte alta. L’articolazione è completamente
ad atrito dove invece sarebbe dovuta essere rigorosamente a scatto, proprio per
il fattore del peso che questa parte deve gestire. In più anche l’effetto
estetico si rivela abbastanza deludente dato che i femori non possono compiere
nessun genere di rotazione sul proprio asse. Aggiungiamo anche una non ottimale
tenuta delle caviglie, anch’esse dotate di un sistema di rotazione a frizione.
Insomma, le innovazioni tecniche apportate si rivelano in definitiva il vero
tallone d’Achille del GX50!
A risollevare la le sorti della produzione è la sontuosa
dotazione accessori, qui Bandai ha fatto davvero le cose in grande inserendo
tutte le armi che mancavano nella passata edizione. Ecco l’elenco dell’arsenale
a disposizione del Combattler V…..BATTLE GALEGA (tenaglia) – TWIN LANCER (
lance) – ATOMIC BURNER (lanciafiamme) – CRISTAL CUTTER (trivella) – CHOUDENJI
YOYO (yoyo elettromagnetici) – SUPER CHOUDENJI YOYO (doppio yoyo) CHOUDENJI CRANE
(maglio con cavo) - BIG BLAST DRIVER (missile) – CUTTER KICK (lame sulla
caviglia). Oltre alle armi ci sono anche degli effetti in plastica che ne
accompagnano l’uso di alcune. Due saette per simulare il lancio degli YoYo
elettromagnetici, si agganciano alle mani. Usandone una sola, e tramite
l’impiego di un apposito accessorio, si ottiene il lancio del doppio YoYo.
Anche il lancio del missile ha il suo effetto scenico, una semplice barretta in
plastica da agganciare al corpo del Combattler. Per riporre tutto l’arsenale e
non, Bandai ha predisposto un sontuosissimo stand dove è possibile alloggiare
ogni accessorio e arma in dotazione. Qualsiasi pezzo ha una propria sede
studiata in modo da rendere molto semplice e immediato l’impiego
dell’accessorio voluto.
Il Combattler V, durante il corso della serie, viene
modificato in modo da ottenere una trasformazione in modalità carro chiamata
GRANDASHER. Una sorta di ariete di sfondamento che si lancia a gran velocita
per abbattere qualsiasi ostacolo. Questa trasformazione è davvero molto
semplice, implica solamente l’aggancio di due apposite prolunghe per i cingoli
e di due carrelli applicati alle ginocchia, accessorio questo mancante nella
versione GX03.
La nuova “incarnazione” del Combattler V compie un passo
avanti ed uno indietro. Estetica e proporzioni sono davvero ben riuscite
facendo guadagnare tantissimo in termini di fedeltà con la controparte
televisiva. Tecnicamente però Bandai è caduta la dove solitamente non ha
rivali, compromettendo con alcune scelte davvero dubbie la stabilità
dell’intero progetto. E’ un vero peccato, questo GX50 doveva essere
l’evoluzione del suo predecessore, ma sotto alcuni aspetti sembra essere
addirittura peggiorato! Fortunatamente finitura generale e materiali fanno
risalire in parte la valutazione ed insieme alla sontuosa schiera accessoristica
salvano da una bocciatura clamorosa la
realizzazione Bandai.
giovedì 11 dicembre 2014
GETTER 1 FINAL BATTLE PARTS SET EX GOKIN PLUS +
La saga Getter Robot è da sempre fonte di grande ispirazione
e guadagni per casa Fewture, come tutti sappiamo la linea Ex Gokin conta al suo
attivo diverse rappresentazioni dei mitici robottoni creati dalla fantasia di
Ken Ishikawa. Visto il successo che accompagna ogni nuova uscita, Fewture
decide di lanciare una linea parallela chiamata EX Gokin Plus +.
Sostanzialmente questa nuova serie “dovrebbe” supportare, con la produzione di
nuovi accessori, i modelli Ex Gokin. Ovviamente il lancio non poteva che essere
dedicato a Getter Robot.
Getter 1 Final Battle Parts Set…..questo è il nome della
prima uscita Ex Gokin Plus +. Questo set di accessori è stato creato per
riprodurre, solamente in parte, il Getter 1 danneggiato che compare all’inizio
della serie Shin Getter Vs Neo Getter. Nella scena iniziale il Getter 1 viene
perforato da un potente missile nemico durante un combattimento. I danni subiti
sono molti, ma Musashi riesce a strappare la punta del missile ed a rimettere
in piedi il Getter. Nonostante gli sforzi i danni causati dagli attacchi nemici
aumentano sempre più ed il nostro eroe decide di compiere l’estremo sacrificio.
Con un’ultima mossa il Getter 1 si strappa il generatore energetico interno
facendosi esplodere, causando così la distruzione di tutti i nemici. Come
scritto poc’anzi l’intento di Fewture è quello di ricreare, tramite
l’applicazione di nuove parti, l’estetica danneggiata del Getter 1
ripercorrendo la strada già intrapresa anni fa dalla ditta Aoshima.
Entriamo nel vivo della descrizione; la confezione che ci si
trova davanti è di dimensioni molto contenute, in soli 33 x 11 x 11 cm sono
racchiusi tutti i vari componenti del set. Come da tradizione Fewture la
scatola giunge con il classico brown box esterno, mentre le varie facce della
vera e propria confezione raffigurano il Getter 1 nelle varie configurazioni
ottenibili. All’interno due blister in plastica trasparente ci mostrano
immediatamente tutto il contenuto. Non manca ovviamente il foglio illustrativo
con le varie fasi dedicate al posizionamento. Prima di procedere bisogna far
notare che questo Final Battle Parts Set è stato realizzato per le tre versioni
fino ad oggi prodotte del Getter 1 Ex Gokin, Original Color, Repaint e Black
Version Changing Set. Ciò che differenzia ogni set è la diversa colorazione del
missile, avremo il verde scuro per la Original Color, il Blu per la Repaint ed
il bianco per la Black. Ovviamente anche le pettorine e le placche addominali
saranno cromaticamente differenti andando a riprendere la tonalità delle
versioni a cui sono dedicate.
E’ bene dirlo subito, il “piatto” preparato da Fewture è un
mix a base di ABS e PVC, nessuna parte, nemmeno le pettorine, sono in metallo.
Non sono certo io il detrattore delle realizzazioni in plastica, a patto però
che la qualità e la finitura del materiale siano di ottimo livello…..procedendo
nell’analisi ed al pratico impiego delle varie parti, purtroppo ci si accorge
che il lavoro svolto non è qualitativamente al top. I pezzi che ci troviamo
davanti sono sedici ed alternandone alcuni possiamo ottenere tre esposizioni
differenti. Il set comprende le seguenti parti; una nuova testa con maschera
facciale – una pettorina – una placca addominale ed una per la schiena – due
perni con tre mani diverse; una con il generatore – una con la punta del
missile ed una distrutta senza falangi. Cinque cavi di lunghezze diverse e per
concludere il grande missile.
L’applicazione delle singole parti è davvero molto semplice
ed intuitiva, via la testa, la pettorina, la placca addominale e i simboli 2 e
3 dalla schiena. Si tolgono le mani che andranno sostituite man mano con quelle
nuove in dotazione. La prima configurazione ottenibile è quella che riproduce
la perforazione del Getter 1, avremo quindi l’effetto del completo attraversamento
addominale del missile che, separandosi in due pezzi, si aggancia al corpo del
modello. La seconda modalità riproduce il Getter con la punta del missile
staccata e distrutta nella mano destra, mentre la terza, prima sicuramente per
effetto scenico, è quella con il generatore
strappato. Qui sarà necessario agganciare tutti i vari cavi che, partendo dal
foro sull’addome, salgono fino ad arrivare al generatore nella mano. Cominciano
ora però le dolenti note…..la prima cosa che ho subito notato è la precaria
stabilità delle parti applicate al corpo del modello che cadono immediatamente
al minimo movimento del busto. Il materiale plastico usato è davvero qualitativamente
scarso e leggero, l’accostamento poi con le parti metalliche del modello è
davvero impietoso. Si salvano sculpt e verniciatura che rendono molto bene
l’effetto danneggiato. I vari cavi sono concepiti in modo da poter essere usati
solo in una posizione, non essendo flessibili, il minimo tentativo di abbassare
o ruotare il braccio provoca l’uscita dalla sede posta nella cavità addominale.
La maschera facciale poi si stacca troppo facilmente, basta toccarla per
provocarne il distacco.
Pur essendo un grande appassionato dei prodotti di casa
Fewture, questa volta non mi sento di promuovere la loro nuova realizzazione.
Prese singolarmente le parti create del set sono di sicuro impatto, ma montate
ed osservate nel contesto generale del modello stonano abbondantemente.
Esteticamente si ottiene un Getter danneggiato solo nella parte centrale del corpo
mentre tutto il resto, mano sinistra a parte, rimane pulito ed immacolato, ed è
proprio questo il motivo della mia bocciatura. Avrebbe avuto decisamente più
senso produrre una nuova versione del Getter 1 completamente danneggiata e
sporca proprio come fece Aoshima con il suo Battle Damaged. Fewture però non si
è fermata alla sola realizzazione di questi set, ma ha anche da poco
commercializzato una “nuova” edizione del Getter 1 comprendente questi nuovi
accessori unitamente alla dotazione di base già vista nelle precedenti uscite.
In più la colorazione del modello è stata ulteriormente variata con un mix fra
le colorazioni della prima edizione e quella Repaint, sicuramente una ghiotta
occasione per chi ancora è alla ricerca del primo Getter Ex Gokin. Per realizzare il
servizio fotografico sono stati usati i set Original Color e Black Version…..stay
tuned.
venerdì 5 dicembre 2014
METAL BUILD ARX-8 LAEVATEIN
Tratto dalla serie di romanzi Full Metal Panic, poi trasposti
in fumetto e parzialmente in animazione, il Laevatein è l’Arm Slave personale
del protagonista e viene utilizzato nella seconda parte della storia. La sua
particolarità è di essere stato costruito basandosi sulla misteriosa tecnologia
Black Technology giunta dal futuro. Nel mondo di Full Metal Panic le nazioni
usano normalmente gli Arm Slave per combattersi, ma il Laevatein possiede in
più il meccanismo Lamba Driver in grado di azzerare momentaneamente le leggi
della fisica, permettendogli di realizzare attacchi e manovre assolutamente
irrealistiche. Con l’evolversi della storia e l’utilizzo del Lamba Driver anche
da parte dei nemici, il Laevatein viene
dotato di un altro meccanismo speciale chiamato Lamba Driver Canceller in grado
di inibirne l’utilizzo ai robot nemici.
Rispettando la tradizione della linea Metal Build, Bandai ci
propone il modello con un frame di metallo ed una corazza esterna in plastica.
Con questa scelta abbiamo al contempo un oggetto molto solido ed anche ottimamente
rifinito. Sono innumerevoli, per esempio, dettagli e piccole scritte stampate
su tutto il corpo, ma sempre perfettamente leggibili. La struttura è stata
appositamente pensata per consentire al robot di assumere pose davvero estreme.
Non dovendo scendere a compromessi dovuti ad una trasformazione, il Laevatein
può replicare sostanzialmente qualsiasi posizione umana!
Sei sono i set di mani sagomate in dotazione per permettere l’esatta
replica delle pose viste nel manga; coltelli, lame, fucili, bombe a mano e
cannoni…..la varietà espositiva di questo personaggio è davvero molto ampia.
Una gimmik davvero molto carina è quella dedicata all’apertura della cabina di
pilotaggio dietro al collo. Bandai ha addirittura inserito nella confezione una
pinzetta in plastica per permettere l’inserimento del mezzo busto del pilota, o
della miniatura con il posto di comando vuota.
Per quanto concerne il lamba Driver, questa configurazione si
ottiene aprendo le spalle, spingendo la parte interna dei polpacci e applicando
i “capelli” alla testa che in realtà fungono da dissipatore di calore. Per
ottenere invece l’effetto Canceller, vanno applicate le spalline aggiuntive con
gli scudi laterali.
Già così il modello sarebbe stato molto valido, ma Bandai
non si è accontentata ed ha inserito anche un bellissimo display stand che però
differisce completamente da quelli realizzati per i precedenti modelli Metal
Build. La basetta diventa un Hangar con rastrelliere per l’esposizione di tutte
le armi ed accessori a disposizione. Ma non finisce qui, le parti mobili del
display stand possono essere spostate e assemblate in modo differente,
lasciandoci la possibilità di scegliere la più consona configurazione
espositiva! L’effetto scenico di questo accessorio aumenta notevolmente la
bellezza di questo nuovo Metal Build.
Nella confezione (38x26x12) sono inserite, sotto forma di kit
da montare, anche le miniature del pilota e del meccanico, per i più bravi
modellisti quindi c’è anche la possibilità di poter colorare questi due
personaggi per rendere ancor più completa la rappresentazione Bandai. Voglio
ricordare che il Laevatein è in scala 1/48 e si attesta sui 19 cm di altezza
con un peso di 298 grammi. Qualche lieve imprecisione riscontrata sulla
verniciatura in alcuni punti, soprattutto vicino alla testa. Presenti anche
diversi segni di stacco dai telai di stampa, non fortunatamente sul modello, ma
su quasi tutti gli accessori in plastica ed ABS.
Bandai conferma ancora una volta la sua predilezione per la
linea Metal Build, che al momento sembra essere quella più curata del vasto
parco uscite della casa nipponica. Questo personaggio è realmente poco noto qui
in Italia, ovviamente perché la sua trasposizione animata non è mai giunta nel
nostro paese. Rimane però una produzione di assoluto valore, sia
tecnico/realizzativo che contenutistico, una perla che davvero non può mancare
all’appassionato collezionista della linea Metal Build.
domenica 23 novembre 2014
GAOFIGHGAR SUPER ROBOT CHOGOKIN
GAO…FIGH…GAR….mancava solo lui all’appello ed ovviamente
Bandai ha prontamente provveduto. Per la serie Super Robot Chogokin, ecco
arrivare il terzo mecha protagonista della serie Gaogaigar, più precisamente
Gaogaigar Final. In realtà, andando in ordine di apparizione, il Gaofighgar è
il secondo dei robot comandato dal cyborg Guy. A differenza del modello
precedente, caratterizzato dalla presenza del leone Galeon, Guy si pone al
comando del modulo Phantom Gao che a sua volta si trasforma nel Gaofar. La
successiva unione con i mezzi Linear Gao 2, Drill Gao 2 e Stealth Gao 3,
formano il Gaofighgar…..Final Fusion!
La confezione è come sempre di dimensioni contenute, anche se
ben più grande paragonata a quella del primo Gaogaigar. All’interno dei 23 x 19
cm e 10 di spessore, troviamo il modellino con i pochi accessori sistemati negli
ormai classici blister in plastica trasparente. Come sempre di grande impatto
l’art work frontale della confezione che raffigura il Gaofighgar in posa
plastica insieme ad un suo primo piano, sullo sfondo invece la scritta The King
of Brave. La dotazione accessori comprende:
cinque set di mani di cui uno dedicato alla friendly pose con il Genesic
Gaogaigar, il Protect Wall, gli effetti per il Broken Phantom, due trivelle
aggiuntive, le parti trasparenti per le ali, un fregio sostitutivo per la testa
e i due supporti da usare con gli stand Act Bandai. Chiude come sempre il
foglio illustrativo in bianco e nero. Manca all’appello il Dividing
Driver…..vedremo più avanti il perché…..
Il Gaofighgar è alto 15 cm per un peso di 355 grammi, ben 165
in più rispetto al Gaogaigar. L’aumento del peso è chiaramente dovuto alla
quantità superiore di metallo usata nella costruzione del modellino, difatti
tutte le gambe, ad esclusione del rivestimento esterno dei femori, è in metallo
pesante. Del medesimo materiale sono anche gli snodi al bacino ed i piedi. Qui
però bisogna fare una precisazione, il piede non è completamente costruito in
zama, ma solamente la punta e la parte esterna del tacco. La parte centrale e
l’interno tacco sono invece realizzati in plastica. Salendo verso l’alto, tutte
le parti rimanenti del corpo sono in materiale
plastico, ad eccezione degli snodi interni delle spalle che sono
realizzati in ferro. La verniciatura la trovo davvero eccezionale con colori
brillanti che donano un effetto metallico molto bello a tutto il modello.
Bisogna avvicinarsi molto per notare la diversità dei materiali, soprattutto
delle spalle e del busto, l’azzurro ed il grigio usati per la colorazione sono
assolutamente spettacolari. Come sempre i personaggi della serie Super Robot
Chogokin godono di grande posabilità ed ovviamente anche il Gaofighgar può
realizzare pose dinamiche molto belle. Tutto ciò che di buono è stato fatto sul
primo Gaogaigar, in termini di mobilità, lo ritroviamo qui addirittura
migliorato. L’estensione delle braccia ed il movimento di apertura delle gambe,
sono i punti in cui si nota un aumento di stabilità. Le articolazioni in
metallo garantiscono un atrito superiore rispetto a quelle in plastica,
garantendo una maggior tenuta nelle pose più estreme. Migliorata sensibilmente
l’escursione avanzata delle spalle che nella loro massima estensione consentono
senza problemi di realizzare la posa Hell&Haven. Nel Gaofighgar i pettorali
sono ampi e fissi, di conseguenza la riproduzione della classica posa a pugni
uniti necessitava di una maggior mobilità delle braccia. Tutto il resto si
attesta su ottimi livelli con avambracci, gambe e piedi in grado di realizzare
piegamenti estremi. L’unica parte leggermente penalizzata è la testa, il codino
posteriore di fatto preclude l’escursione verso l’alto, impedendo in qualsiasi
angolazione la si metta, questo movimento. Ultima nota riguarda la mobilità del
busto, per poter assicurare il piegamento in avanti, Bandai ha reso mobile la
protuberanza addominale. Un semplice snodo permette alla punta di muoversi
assecondando i movimenti del busto in fase di torsione e rotazione.
Doverosa anche una piccola discrezione sullo Stealth Gao 3
che in questa edizione vede aumentare notevolmente le proprie dimensioni.
L’ingombro è di ben 21 x 9 cm che aumenta fino a 26 in fase di apertura. La
particolarità di questa nuova versione è data appunto dall’apertura delle due ali
laterali che ruotando, salgono fino alla parte superiore. Nella serie
televisiva cambiano colore passando dal nero al verde acceso, Bandai ha
inserito le parti sostitutive per replicare tale effetto, basta semplicemente
sganciare ed infilare le due ali verde trasparente.
Come accessori abbiamo il classico scudo energetico, qui
chiamato Protect Wall, e gli anelli per replicare il Broken Phantom, versione
potenziata del precedente Broken Magnum. Questi due cerchi in plastica giallo
trasparente sormontano semplicemente l’avambraccio, replicando l’anello di
energia che nella serie tv circonda il braccio del Gaofighgar. Chi conosce la
serie sa benissimo come viene generato l’effetto del Broken Phantom, dal petto
del Gaofighgar compare una luce che genera l’anello energetico. Bandai, per
replicare questo particolare, ha reso possibile la rimozione di una piccola
piastrina al centro del petto che, una volta tolta, lascia in vista la cavità
in color giallo acceso. Come scritto all’inizio, manca nella confezione il
Dividing Driver, una delle armi principali di questa serie. Bandai ha deciso di
inserire l’accessorio mancante in una nuova edizione che comprenderà il
RepliGaogaigar (replica di produzione terrestre del Gaogaigar), lo Stealth Gao
unitamente a due nuove effect parts. Il tutto verrà venduto come esclusiva
Tamashii Web Shop per la fine del mese di Novembre. Inutile dire che potrete
leggere su queste pagine l’apposita recensione al momento dell’uscita.
La serie Super Robot Chogokin sembra aver cambiato
decisamente rotta abbandonando il principio delle dimensioni contenute. Le
ultime realizzazioni hanno visto un deciso aumento delle altezze ed anche della
qualità, imponendo al mercato delle Action Figure robotiche un nuovo standard
di produzione. Il Gaofighgar risulta essere un ottimo prodotto, ben curato nei
particolari e quindi perfettamente in linea con le ultime uscite della serie.
L’aumento poi delle parti in metallo ed una revisione dei punti “deboli” della
prima versione, sono un segno molto importante da parte della casa nipponica
che dimostra di voler proseguire ed affinare sempre più la serie Super Robot
Chogokin.
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GAOGAIGAR,
SUPER ROBOT CHOGOKIN
mercoledì 19 novembre 2014
GAOGAIGAR SRC & KEY OF VICTORY 2
Secondo aggiornamento (2.0) dedicato al Gaogaigar Super Robot
Chogokin di Bandai, nello specifico andremo ad analizzare il set Key of Victory
2, uscito qualche mese dopo la realizzazione del Mecha targato Sunrise. Nella
serie televisiva, questa seconda serie di accessori è usata per il
combattimento nello spazio e va ad ampliare una dotazione già ricca all’inizio,
aumentando a dismisura quello che è l’impatto estetico del personaggio leonino.
Confezione di discrete dimensioni con 25 x 19,5 x 6,5 cm, dentro
il solito blister in plastica trasparente che contiene i nuovi accessori
unitamente al libretto illustrativo ed un sacchettino con le parti per formare
un nuovo stand di sostegno. All’interno dunque abbiamo lo StealthGao 2, il
Gatling Driver, i supporti per i Phantom Ring e le coperture trasparenti per i
generatori interni. Tutto è realizzato in plastica con una verniciatura di
ottima qualità. Purtroppo non mancano alcuni piccoli segni di stacco dai telai
di fabbricazione principalmente riscontrati sulla parte alta dei reattori.
Lo StealthGao 2 ha un’apertura alare di ben 22 cm con una
lunghezza di 12,5 nella parte centrale. I due enormi motori laterali
raggiungono invece gli 11 cm. Queste due parti possono essere orientate verso
l’esterno grazie ad uno snodo posto al loro interno e perfettamente invisibile.
Ottimo il dettaglio dei generatori che può essere lasciato in vista grazie
all’applicazione delle due protuberanze trasparenti di color verde. Queste
parti vanno a sostituire quelle nere già montate sullo StealthGao e sono
formate da cinque componenti separati che s’incastrano semplicemente uno con
l’altro. Le ali di questo nuovo Booster Unit si possono chiudere ed
aprire, questa possibilità risulta
essere fondamentale per l’equilibrio generale del modello in base alla posa
scelta. Il peso totale dello StealthGao 2 è di 101 grammi contro i 32 della
versione 1, di conseguenza l’aumento del peso da sostenere complica notevolmente
il lavoro delle articolazioni del Gaogaigar che tende immediatamente a
sbilanciarsi all’indietro. Lo snodo del busto è quello che più viene messo in
crisi, ma anche le caviglie subiscono l’inevitabile contraccolpo dovuto allo
sbilanciamento. Giocando con le articolazioni si possono trovare quindi i
giusti equilibri per far restare in piedi il Gaogaigar, ma anche grazie al movimento sopracitato
delle ali, che con la loro mole spostano
o aggiungono peso, il modello trova il corretto posizionamento. Se non si vuole
perdere tempo possiamo usare il nuovo stand tripiede che sorregge in modo
impeccabile il nostro modellino. Lo stand svolge una duplice funzione, può
essere usato anche per esporre il solo StealthGao 2. E’ dotato di due
attacchi intercambiabili, uno a punta
singola per il Gaogaigar ed uno a punta doppia per il solo StealthGao.
Il secondo componente della confezione è il Gatling Driver,
misura ben 19 cm ed è perfettamente uguale al Dividing Driver, tranne per la
parte terminale, dove al posto della punta troviamo tre lame. Queste tre parti
si possono aprire ed anche ruotare, nella serie televisiva la rotazione genera due
effetti differenti creando una sorta di scudo energetico o una perforazione nel
corpo del nemico di turno.
Ultima opzione concessa dal set Key Of Victory 2 è il
potenziamento del Broken Magnum tramite l’inserimento del cilindro superiore
destro posto nella parte superiore del generatore sulle ali. Grazie all’uso del
supporto apposito, si può montare la suddetta parte sopra all’avambraccio
destro del Gaogaigar, trasformando il Broken Magnum nel più potente Phantom
Ring Plus. Ovviamente tale potenziamento è disponibile anche per l’avambraccio
sinistro.
Questo secondo set colpisce sicuramente per la sua resa estetica, la maestosità del nuovo StealthGao 2 fa sprizzare potenza assoluta al nostro Gaogaigar. Purtroppo però bisogna anche dare una tiratina d’orecchie a Bandai che non ha progettato adeguatamente le articolazioni del modellino in funzione di questo secondo accessorio. L’uso dello stand diventa quasi un obbligo andando purtroppo a smorzare quella che è la dote più acclamata della linea Super Robot Chogokin, la posabilità!
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