Nella scuola militare per piloti spaziali di Okinawa, dove
sui robot modello RX-7 inizia il suo addestramento la giovane e fragile Noriko
Takaya, comincia la stupenda storia narrata nell'anime Top Wo Nerae GunBuster
(Punta al Top GunBuster), bellissima serie prodotta nel 1988 dallo studio
Gainax, magistralmente diretta da Hideaki Anno. Il regista, al suo debutto in
questa occasione, riconoscerà la consacrazione assoluta pochi anni più tardi
grazie alla regia della celeberrima serie Neon Genesis Evangelion (con cui GunBuster
condivide peraltro l'aspetto psicologico di alcuni dei protagonisti). L'anime,
in grado di affrontare temi come la relatività del tempo, si compone di 6
episodi, mai doppiati in italiano ma facilmente reperibili in 2 DVD in lingua
originale con sottotitoli in italiano.
A questa serie, conosciutissima in Giappone, Bandai ha reso
omaggio con la produzione di uno dei GX tra i più belli realizzati, il GX-34
GunBuster. A distanza di nove anni, la casa nipponica ristampa il modello con
una nuova colorazione denominandolo GX34R.
La confezione
La scatola ha dimensioni di tutto rispetto, secondo la tradizione
dei componibili Bandai. Sulla superficie anteriore ci sono tre immagini, due
per il Gunbuster assemblato ed una per le Buster Machines. Immancabile
l'adesivo dello studio Gainax, questa volta sistemato in basso a sinistra. Sul
retro classica carrellata d’immagini del modello con tutti gli accessori. Da
notare anche il bellissimo gioco bianco/nero e a colori delle varie immagini.
Il contenuto
La confezione contiene:
- Il grande contenitore in polistirolo con le due Buster
Machines e i piedi intercambiabili
- La scatola in cartone contenente i componenti per
l'assemblamento della stupenda base espositiva (all’epoca della prima uscita fu
la prima che venne ideata per un componibile Bandai)
- Il blister degli accessori (mani aperte, chiuse a pugno,
snodate, mano aperta per accogliere l'RX-7, curiosamente qui senza il landing
field)
- Alabarda, ascia, mazza, il generatore del Gunbuster per
riprodurre una delle ultime scene della serie, la mitragliatrice, la miniatura
dell'RX-7, gli speroni applicabili sotto i piedi del robot)
- La busta contenente il grande mantello che nell'anime il
robot usa come un vero e proprio scudo
Le Buster Machines
Su queste c'è poco da
dire, sono presenti nella confezione come tali e per assemblarle è sufficiente
applicare una placca con la ruota anteriore allo scafo della Buster Machine 2,
e i piccoli alettoni posteriori alla Buster Machine 1.
La verniciatura è molto curata e l'esposizione sul display
stand (la 1 verticalmente e la 2 orizzontalmente) le valorizza notevolmente.
GunBuster
La trasformazione delle 2 Buster Machines in GunBuster non si
può certo dire che sia semplice, Bandai ha concentrato in questo modello una
serie di soluzioni tecniche di tutto rispetto, non penso di sbagliare se
affermo che il GunBuster è uno dei modelli tecnicamente più complessi e sofisticati
prodotti da Bandai per la linea GX. La sola trasformazione dei piedi ha dello
stupefacente, non so quante volte l'ho ripetuta, estasiato dalla perizia
tecnica con cui è stata concepita. Probabilmente la prima volta si può
incontrare qualche difficoltà nelle varie fasi della trasformazione,
effettivamente il libretto in alcuni passaggi non è chiarissimo. Ad ogni modo
una volta eseguita la si può poi realizzare nuovamente con facilità nel giro di
pochi minuti senza alcun problema di sorta. Peraltro il sistema a cannocchiale
per l'estrazione delle cosce dalle gambe, molto simile a quello del Gaiking
GX27, non riconosce gli arcinoti limiti di instabilità di quest'ultimo essendo
stato in questo caso ottimizzato grazie all'adozione di due fermi per coscia
che bloccano lo scorrimento della gamba a fine corsa. Tecnicamente il robot è alto circa 25 cm al culmine delle
spalle per un peso di circa 750 grammi.
Sono in metallo: I piedi, lo scheletro della gamba, la
coscia, i grossi scudi all'altezza delle ginocchia, il bacino, le articolazioni
delle spalle, le parti rosse ai lati del torace, le braccia e lo scheletro
dell'avambraccio.Sono in plastica: gli sportelli delle gambe, i piccoli scudi
all'altezza del bacino, il torace fatta eccezione per le parti rosse, gli
sportellini degli avambracci, la testa, le grosse spalle (ovviamente per motivi
di stabilità).
La posabilità del modello ha dell'incredibile, complice la
notevole mobilità sia in senso laterale che antero-posteriore
dell'articolazione dei femori sul bacino e la presenza di una articolazione a scatto tra
quest'ultimo e il torace tale da permettere movimenti di torsione del tronco.
Le ginocchia si flettono notevolmente e anche le caviglie sono libere di
piegarsi abbondantemente. Anche il movimento delle braccia è liberissimo,
soprattutto perchè le grosse spalle hanno uno snodo indipendente da quello
presente tra torace e braccia così da non vincolare il movimento degli arti
superiori. La mobilità della testa è discreta. Un difetto riconosciuto rispetto
alla controparte animata è sicuramente l'eccessiva snellezza dei femori
rispetto alla gamba, il Gunbuster dell'anime ha infatti una coscia ben più
massiccia, ma ovviamente l'obbligo di riprodurre la trasformazione del modello
ha reso necessario questo compromesso. Le grandi spalle hanno nella loro parte
interna sportellini che danno adito ad alloggiamenti rispettivamente per: a
destra il grande mantello, a sinistra l'ascia e la mazza (anch' essa
accorciabile per la sistemazione nel relativo scompartimento con un dispositivo
a cannocchiale), armi che peraltro il GunBuster non usa nell'anime (ma che
probabilmente erano state concepite nei primi disegni dello studio Gainax). Di
grande impatto visivo la posa con gli sportelli dei Buster Colliders aperti! La
nuova colorazione proposta è decisamente molto accattivante. In sostituzione
del grigio (GX34) abbiamo un bel bluette accompagnato da colori di contorno (rosso
e giallo) metallizzati.
Il Display Stand
Un cenno a parte è obbligatorio in questo caso per il display
stand, Bandai lo ha concepito in modo
tale da consentire l'alloggiamento al suo interno di tutti gli accessori.
Questa base espositiva è infatti un vero e proprio diorama che riproduce la
torre di lancio delle Buster Machines visibile nel quinto episodio della serie
e può essere adattato sia per esporre il robot assemblato che, appunto, le 2
Buster Machines. Non solo, la base si apre come un vero e proprio cofanetto
permettendo la sistemazione al suo
interno degli accessori mentre le mani del robot e il generatore del GunBuster
possono essere sistemati all'interno della torre di lancio essendo quest'ultima
aperta sulla sua superficie posteriore. Infine, dulcis in fundo, il display
stand permette di esporre il GunBuster in bilico simulando la posa riprodotta
sul fianco della scatola, con il robot nell'atto di sferrare un calcio
dall'alto.
Ancora oggi questo GX Bandai è uno spettacolo, sia tecnico
che stilistico. Pur concedendo alla casa nipponica qualche rivisitazione per
esigenze di trasformazione, il Gunbuster rimane sempre nell’olimpo dei grandi
capolavori Bandai. Per chi ha saltato la prima uscita, consiglio vivamente
l'acquisto di questa nuova versione che, pur cambiando veste cromatica, ha
mantenuto immutato il suo grande fascino! Ancora oggi non c'è dubbio, GunBuster
GX34R….. si punta al top!!!