A distanza di qualche mese dall’uscita del GX76, ecco
arrivare l’elemento immancabile e complementare del robot pilotato dal Principe
Duke Fleed. Stiamo parlando chiaramente dello Spazer, il disco con cui Goldrake
nella serie tv effettua la maggior parte dei suoi voli e comparse. Nella nuova
edizione DC è accompagnato dal Double Spazer (Goldrake 2) e dal piccolo TFO.
Bandai non poteva certo lasciare il Grendizer senza il suo supporto volante
primario, ecco quindi arrivare sul mercato il GX76X.
La confezione chiaramente ricalca lo stile delle uscite
Dynamic Classics riprendendone i colori e le decorazioni con i disegni
originali. La dimensione è notevole rispetto a quella del GX76, all’interno di
essa due blister in plastica custodiscono tutte le parti che compongono lo
Spazer Set. Oltre ai tre mezzi troviamo anche una basetta espositiva con gli
accessori per unire il robot ai due moduli principali. Caliamo un velo pietoso
sull’ormai scarno opuscolo a colori che reputo decisamente inutile. Presente
ovviamente anche il manuale istruzioni in bianco e nero.
Lo Spazer è chiaramente il piatto forte del nostro GX76X, lo
è per importanza e, soprattutto, per le dimensioni, ben diverse dal “vecchio”
disco che si trova nel GX04. Montando le ali si raggiunge la notevole misura di
30 centimetri, mentre la profondità fino ai motori è di 22. L’incastro della
ali è molto semplice, ma una volta posizionate si ha l’impressione che
rimangano leggermente alzate rispetto alla classica posizione. Il Disco
esteticamente è impeccabile, molto bella la doppia tonalità usata, bianca per
la parte superiore ed azzurra per quella inferiore. Nelle foto promozionali non
mi aveva molto convinto, ma dal vivo invece è molto gradevole e non pregiudica
affatto l’estetica. Tutta la struttura è in plastica di buona qualità, ho
rilevato solamente due segni delle sprue sulle due alette rosse che fuoriescono
lateralmente. Nessuna imperfezione sulla mia copia, soprattutto sulle parti
rosse frontali, oggetto di numerose critiche da parte di molti collezionisti.
Lo Spazer è dotato delle classiche armi che tutti conosciamo, lame rotanti e
missili perforanti. Bandai ha realizzato decisamente bene le due varianti che
rispecchiano fedelmente ciò che si vede nella serie animata. Il montaggio è
davvero semplicissimo e non richiede particolari accorgimenti. Passiamo a
quello che è la funzione primaria del nostro disco, ovvero accogliere al suo
interno il Grendizer (Goldrake). La casa giapponese ha riprogettato tutto il
sistema, sia di apertura, inserimento e fissaggio finale. La prima fase è
riservata all’apertura della parte posteriore. La pinna centrale rossa si tira
all’indietro e si alza, successivamente si procede al sollevamento del blocco
motori che andrà spinto poi completamente in avanti fino a bloccarsi. L’ultimo
step è riservato all’apertura del pannello azzurrino nella parte bassa del
disco. La seconda fase è chiaramente quella riguardante il frontale dello
Spazer dove Bandai ha introdotto la novità più rilevante. Le due parti centrali
si allargano e vengono fatte rientrare all’interno della struttura, replicando
di fatto la soluzione adottata dalla defunta CMS Corporation anni fa. Prima di
effettuare questa operazione è però fondamentale far uscire le due alette rosse
nascoste all’interno perché altrimenti bloccherebbero il rientro dei due
pannelli frontali. Successivamente si procede con l’apertura delle parti rosse
e delle ultime due azzurrine nella parte bassa.
Arriviamo ora alla preparazione del nostro Grendizer
(Goldrake) perché anche per lui la soluzione d’inserimento è totalmente
cambiata. Oltre al cambio delle mani che troviamo nella dotazione accessori del
set, dobbiamo rimuovere i due pannelli neri al bacino, la famigerata mutanda
per capirci. La nuova soluzione prevede l’aggancio di una struttura
supplementare che consentirà al modello di scivolare semplicemente all’interno
del disco. Questo accessorio va a coprire il bacino, i femori ed i fianchi con
una specie di cintura in parte trasparente ed in parte colorata. Questa sorta
di nuova imbragatura ha anche la funzione di proteggere il modello da contatti
e sfregamenti durante la fase di aggancio. L’inserimento di per se è realmente
semplice, la slitta a cui il Grendizer viene fissato permette immediatamente il
suo scivolamento all’interno del disco. Fatto ciò si può chiudere la parte
posteriore che avviene procedendo in senso opposto all’ordine di apertura. Per
terminare il posizionamento bisogna piegare le braccia e chiudere con un
apposito pannello rosso, la parte superiore sopra la schiena del Grendizer
(Goldrake). Questo pezzo è il vero e proprio fermo che blocca il robot dentro
alla struttura. Il nuovo procedimento ideato è senza dubbio più sicuro, ma allo
stesso tempo un po’ più cervellotico.
Perché la sua riuscita avvenga, bisogna che tutte le sezioni siano
perfettamente posizionate ed allineate come riportato dalle istruzioni. Il
risultato finale è esteticamente più appagante, fatta eccezione per la parte
bassa dove purtroppo troneggia un enorme vuoto ai fianchi del robot!
Passiamo ora al Double Spazer, da noi conosciuto più
semplicemente come Goldrake Due. Questa sorta di aereo pilotato da Alcor
fornisce un secondo supporto per il volo del Grendizer (Goldrake) e si aggancia
alla schiena del robot. La nuova versione concepita per il Set GX76X porta con
se due sostanziali differenze, il materiale costruttivo e la modalità di
aggancio. La realizzazione è totalmente in plastica e non mi ha decisamente
entusiasmato. La struttura è molto leggera e trasmette la sensazione di una certa
fragilità. In compenso la colorazione è valida e priva di difetti. Come
particolari da segnalare abbiamo i rotori che possono girare realmente e le due
lame cicloniche che si possono unire. La testa della cabina di pilotaggio può
piegarsi unitamente alle ali per assumere la posizione in atterraggio. Per
l’aggancio al Grendizer (Goldrake) Bandai ha optato per la sostituzione della
punta frontale, bisogna quindi staccare quella lunga e sostituirla con una più corta. Nella parte
inferiore è nascosto il perno di fissaggio che assicura il nostro Goldrake Due
al robot di Actarus. Come detto all’inizio dell’articolo è presente nella
confezione anche il piccolo disco TFO, semplicissimo nella sua realizzazione,
ben curato e fatto per completare il Set con la medesima dotazione del primo
GX04.
La basetta in dotazione è più piccola di quelle a cui ci
siamo abituati in questi ultimi tempi e non corredata dalla classica targa
nominativa, ma preserva comunque la funzione di contenitore per alcuni
accessori. In questa versione abbiamo due sportelli separati che, aprendosi,
rivelano da una parte un secondo supporto trasparente per il GX76 e dall’atra
un piccolo blister con le mani sostitutive, due perni ed un pannello da
applicare al Double Spazer. Così com’è questa base permette di esporre i tre
moduli del set, ma di fissarne solamente due grazie ai supporti presenti nel
piccolo blister. Spazer e Double Spazer quindi hanno la loro collocazione ben
definita sulla modesta superficie offerta dallo stand. Curiosamente però il
TFO, pur essendo forato nella parte sottostante, non è stato dotato di alcun
tipo di fissaggio. Questa mancanza può essere però colmata mediante l’utilizzo
di un piccolo perno presente negli Stand ACT prodotti sempre da Bandai.
Altrimenti lo si può tranquillamente appoggiare in qualsiasi punto si voglia. A
sottolineare la complementarità con il GX76, la basetta dello Spazer Set si
unisce a quella del Grendizer (Goldrake) tramite l’uso di un’asta di sostegno
posizionabile in due modi differenti. Collocata in senso verticale può
sostenere lo Spazer con all’interno il robot o il Grendizer (Goldrake)
agganciato al Double Spazer, qui grazie all’impiego del secondo supporto
trasparente in dotazione. Grazie poi alla testa orientabile a scatto, si
possono far assumere inclinazioni diverse per esposizioni un po’ più dinamiche.
A tal proposito il disco è sto dotato di un apposito accessorio da sostituire
al pannello posto sul fondo. Segnalo però che la sua tenuta non è molto
affidabile, soprattutto con il Grendizer (Goldrake) all’interno. Fissando
l’asta in orizzontale ed utilizzando quella di sostegno dedicata al GX76,
possiamo esporre il disco, il robot e gli altri due mezzi. Anche se il colpo
d’occhio è notevole, continuo a preferire lo stand del GX04 che, a mio modesto
parere, offriva una soluzione estetica più appagante. Bisogna anche tener conto
che, l’unione delle due basi, occupa decisamente un bello spazio, fattore
spesso decisivo per le nostre esposizioni in vetrina.
Il GX76X Spazer Set DC si presenta alla prova definitiva con
molte luci e qualche ombra. La realizzazione di alcune parti e soluzioni un
pochino cervellotiche per la fase di agganciamento, intaccano in parte il mio
giudizio finale. La cosa che più mi è dispiaciuta è il trattamento riservato al
Double Spazer che, in sostanza, sembra essere proprio un giocattolino da
bancarella all’insegna del risparmio! Questo Set rimane comunque un acquisto
imprescindibile per l’appassionato di Grendizer (Goldrake) e per il
collezionista che vuole completare la nuova realizzazione Dynamic Classics.
Come più volte abbiamo scritto, l’estetica è in definitiva il vero punto di
forza della serie DC che, anche in questo Spazer Set, risulta essere il fattore
determinante di tutta la produzione.