martedì 31 dicembre 2013

UFO ROBOT GRENDIZER BRAVE GOKIN 40

Quando Cms Corporation annunciò il Brave Gokin 40 la sorpresa fu grande e la mia reazione davvero controversa, non sapevo se essere felice o preoccupato allo stesso tempo. Il motivo è semplice, la licenza riguarda uno dei “mostri sacri” dell’animazione giapponese che più ha spopolato in Italia ed Europa, fonte di meravigliosi ricordi d’infanzia…..Goldrake! Nei mesi seguenti all’annuncio finalmente Cms mostra il prototipo del Brave Gokin 40 Grendizer mettendo sapientemente in mostra le caratteristiche del suo nuovo prodotto e lanciando chiaramente la sfida al Gx04 di Bandai. Tutto è puntato sulle dimensioni e sulle gimmik che permettono al nuovo Brave di assumere pose molto più dinamiche rispetto al prodotto della concorrenza che proprio in concomitanza con l’annuncio di Cms esce con l’ennesima ristampa! Inizialmente previsto per il mese di Luglio 2013 il Brave Gokin 40 si fa attendere altri tre mesi e viene finalmente rilasciato verso la fine del mese di Ottobre aprendo ufficialmente la diatriba fra gli appassionati del settore perché risulta davvero impossibile, almeno inizialmente, non paragonare il nuovo Grendizer alla versione Soul of Chogokin Bandai. 

La confezione del Brave Gokin 40 è davvero enorme, ci troviamo davanti a ben 58 cm di lunghezza per 40 di larghezza e 15 di spessore, credo sia assolutamente la confezione più grande mai realizzata per un gokin di questa serie. Abbastanza deludente l’art work frontale che ripropone due “fredde” immagini del Grendizer usate già in fase promozionale da Cms con il Goldrake in piedi sulla destra ed all’interno dello Spazer sulla sinistra. Da notare che l’immagine usata del disco è ancora quella della versione provvisoria! Nella parte sottostante alla foto di sinistra troviamo la scritta Brave Gokin 40 che precede il nome del personaggio stampato in colore rosso ed accompagnato anche dai caratteri giapponesi. Sul retro le classiche immagini, anch’esse riciclate dalla fase promozionale, che mostrano il prodotto con tutti gli accessori compresi all’interno dell’enorme scatola concepita da Cms. Aprendo il contenitore in polistirolo non si può non notare un particolare della sagomatura interna riguardante l’alloggiamento dello Spazer. Il disco è alloggiato senza le ali, ma invece sono ben presenti le sagomature laterali della medesima forma. Sicuramente Cms voleva inizialmente riporre il disco già montato, ma probabilmente nel corso del tempo i piani sono cambiati e di fatto le ali sono riposte singolarmente in due appositi vani separati. Tutto il contenuto è protetto dagli appositi sacchetti trasparenti, lo Spazer ed il Grendizer occupano ovviamente la maggior parte dello spazio, le quattro coppie di mani, le lame rotanti con i magli ripiegabili e l’alabarda sono alloggiati in appositi incavi ricavati nel fin troppo generoso spazio della confezione. A completare il contenuto il classico foglio a colori delle istruzioni di montaggio, mentre mancano stranamente all’appello i tappi copri vite che sempre  accompagnano le realizzazioni Brave Gokin. La scelta di presentare all’utente finale un contenitore parzialmente sbagliato non è a mio modo di vedere un bel biglietto da visita, denota sostanzialmente poca cura verso il proprio prodotto. Certamente non è una cosa grave avere due vani vuoti nel polistirolo, si trasmette però una sensazione di superficialità che mai ho riscontrato in prodotti di altre case e della stessa Cms!

Il Grendizer

Estraendo il modello possiamo immediatamente constatarne le generose dimensioni ed il soddisfacente peso, il Grendizer è alto ben 21 cm per un peso di 650 grammi. La struttura del corpo è costituita quasi totalmente da metallo, solamente la testa, gli avambracci, le mani ed i femori sono costruiti in plastica, mentre le due coppie di magli sono in gomma rigida. Il Brave Gokin 40 eredita alcune delle soluzioni tecniche adottate sul precedente modello, il Boss Palder. A beneficiarne è soprattutto la zona delle gambe che grazie a snodi ad estrazione permette al modello di ottenere una più ampia escursione in ogni direzione. Bisogna però prestare attenzione alla parte bianca dei femori che dovrà compiere una piccola rotazione verso l’esterno per consentire la divaricazione ottimale delle gambe. Anche la zona caviglie è direttamente importata dal Brave 39 con estrazione guidata da un perno in metallo e susseguente inclinazione del piede. Questa soluzione però comporta un notevole sacrificio estetico, il vuoto che rimane una volta messa in atto l’inclinazione risulta essere davvero molto brutto. Nel Boss Palder questo inestetismo viene in parte mascherato dalla copertura esterna della gamba che funge da riparo estetico all’articolazione. Nel Grendizer purtroppo avviene la cosa opposta con la base del piede più ampia e la parte terminale della gamba più stretta, tale concezione accentua ancor di più il vuoto lasciato dall’estrazione massima dell’articolazione. La testa può ruotare ed inclinarsi discretamente all’indietro mentre al suo interno è stato inserito un meccanismo che permette la visione della miniatura di Actarus attraverso la cabina di pilotaggio posta sul volto del Grendizer. Il meccanismo di comparsa del pilota è abbinato al movimento della testa, tirando verso l’alto e piegando all’indietro la miniatura sparirà, mentre procedendo in senso contrario apparirà nuovamente. Analoga cosa avviene ovviamente anche sullo Spazer permettendo di simulare quello che si vede nella serie animata. Quando il robot si trova all’interno del disco Actarus si vedrà nella cabina di pilotaggio dello Spazer, mentre quando si separa dalla navicella comparirà in quella presente sul volto. La qualità realizzativa di queste miniature è però davvero molto approssimativa, non aspettatevi di poter chiaramente riconoscere le fattezze del principe Fleed, quello che si ha è una microscopica sagoma rossa all’interno dei due abitacoli. I movimenti delle braccia sono gestiti da snodi a scatto presenti sia all’interno della spalla che all’attaccatura con il torace. La rotazione e l’inclinazione risultano essere decisamente convincenti in fase di tenuta garantendo una perfetta stabilità. Il modello è dotato anche di uno snodo ad estrazione con movimento ad atrito che consente di portare le braccia anche in avanti ampliando ulteriormente il loro raggio d’azione, utile soprattutto nella fase di posizionamento del Grendizer all’interno del disco. Uno dei problemi che da sempre attanaglia le realizzazioni del Goldrake è la fase di piegamento dell’avambraccio, non tanto per la natura del movimento in se, ma per la presenza delle parti rosse del maglio che ovviamente seguono la fase rotatoria. Cms non introduce purtroppo novità in tal senso limitandosi ad inserire un semplice snodo molto simile a quello impiegato da Bandai sul suo Gx04. Anche per il Brave Gokin 40 si pone quindi il medesimo problema, le punte del maglio, peraltro molto rigide, vanno irrimediabilmente a toccare il bicipite in fase di piegamento. Cms offre però una soluzione alternativa avendo dotato il suo Grendizer di due tipi differenti di maglio, la prima è la classica che siamo abituati a vedere  mentre la seconda è dotata di punte snodate e disposte in modo più ampio appositamente per la fase di piegamento dell’avambraccio. Oltre a questo impiego simulano la fase di trasformazione del maglio perforante con il ribaltamento in avanti delle punte. Esteticamente questo accessorio non è molto riuscito, la causa risiede soprattutto nell’aumento dello spazio fra le parti che ne hanno ovviamente aumentato le dimensioni restituendo una brutta sensazione di sproporzione con il resto del braccio. L’avambraccio del Grendizer può essere sganciato dal bicipite, è fissato tramite aggancio a pressione e trattenuto tramite un piccolo blocco metallico presente all’interno della sede di aggancio. Questo apparentemente insignificante blocco metallico è la causa principale di un’altra bruttura estetica del Grendizer Cms…..nelle fotografie noterete sempre il bicipite bianco mostrato con la sua bella riga di giunzione fra le parti in vista. Il motivo è semplice, il blocco interno non permette all’avambraccio di ruotare e quindi di combinarsi con la rotazione del bicipite che in senso puramente estetico ha il compito di nascondere il suddetto inestetismo! Le varie mani possono essere sostituite mediante semplice pressione, il perno che le trattiene è di dimensioni generose e davvero molto robusto scongiurando qualsiasi tipo di rottura durante la fase di sostituzione. Come scritto all’inizio ne abbiamo di quattro tipi diversi, cinque se consideriamo quelle già montate sul modello. Nell’ordine troviamo, pugni chiusi, pungi forati, mani aperte, mani con dita snodate e per finire due pugni chiusi più piccoli da inserire quando sull’avambraccio vengono montati i magli ripiegabili o invertiti quelli fissi. Esteticamente le varie coppie di mani sono davvero sproporzionate, escludendo quelle più piccole che hanno un preciso impiego, quelle normali sono davvero sovradimensionate e contribuiscono non poco nel rovinare l’estetica generale del modello. Anche il busto del Grendizer è stato dotato di movimento, è possibile ruotare ed inclinare la parte alta del torace facendo però davvero molta attenzione a quella bianca sottostante perché entra facilmente in contatto in fase di movimento. Il pericolo è quello di graffiare e quindi di rovinare irrimediabilmente la verniciatura bianca della fascia addominale.

I materiali usati per la realizzazione del Grendizer non sono di prima qualità, sul metallo nulla da dire, ma è tutto il resto che stona terribilmente. Plastica e gomma usate per la testa, i femori, l’alabarda, i magli e le mani sono davvero di bassissima qualità. Ci sono imperfezioni nell’assemblaggio dei femori, si nota chiaramente come le due metà siano state incollate e poi pulite molto grezzamente. Sulle gambe le parti esterne azzurre sono assemblate decisamente male con vuoti ed aloni bianchi che si vedono molto chiaramente senza nemmeno andare troppo vicino. Fra le due metà che compongono la gamba sinistra si nota uno spazio decisamente maggiore rispetto alla parte destra, ci passa un foglio di carta talmente è largo! I magli ripiegabili hanno sbavature di colore in molti punti e addirittura risultano essere graffiati in alcune zone, come se fossero stati puliti con della carta abrasiva…..veramente inguardabili! L’asta dell’alabarda spaziale è davvero molto esile, si ha la sensazione di poterla rompere in qualsiasi momento durante l’inserimento nei pugni forati dove lo spazio risulta essere addirittura non ben calcolato. La testa è davvero rifinita malissimo con diverse mancanze di colore soprattutto nei contorni accanto alle parti bianche, osceno poi il foro laterale sul collo con la vite di serraggio in bella mostra! L’unica parte che si salva sono le corna dove sia il colore cromato che l’assemblaggio risultano essere privi di imperfezioni. Anche sulle mani con dita snodate il lavoro eseguito in fase di montaggio è davvero pessimo, nella mia copia ho trovato addirittura diverse falangi montate al contrario e con svariati residui di collante…..ho trovato addirittura due pugni chiusi destri ed una vite mancante sulla schiena del Grendizer…..davvero no comment! La verniciatura sulle parti metalliche fortunatamente non ha grosse imperfezioni, solamente in alcuni punti si notano piccole sbavature di colore, tutte “fortunatamente” sulla parte posteriore del modello.  

Lo Spazer

Il disco è decisamente enorme dovendo accogliere al suo interno un Grendizer di ben 21 cm di altezza. La sua realizzazione è prevalentemente in plastica con il solo l’appoggio centrale e le due ali in metallo. Vediamo tutte le sue misure effettive:

Diametro 20 cm – Lunghezza alla coda 24 cm – apertura alare 38 cm – peso 412 grammi.

L’apertura che permettere l’inserimento del Grendizer è davvero particolare, Cms ha studiato un sistema piuttosto elaborato per consentire l’apertura della parte frontale, diciamo più in linea con ciò che avviene visivamente nella serie Tv. Il fregio rosso si divide in due parti che vengono fatte scorrere lateralmente sulla sagoma curva dello Spazer, successivamente i due grandi sportelli bianchi si aprono e ruotano verso l’esterno della struttura. Il passo seguente è di far rientrare all’interno queste due parti….. la manovra da effettuare è piuttosto delicata dovendo far compiere uno scatto verso il basso e contemporaneamente una rotazione che consente agli sportelli di avanzare verso l’interno, non prima però di aver piegato le due piccole alette situate nella parte sottostante. Questo movimento è guidato da un apposita sede che procede lungo tutta la struttura interna del disco portando successivamente le due parti a scorrere e rientrare completamente nello Spazer facendo comparire lateralmente le lame rosse e rivelando il vano per il corpo e le braccia del Grendizer. La difficoltà maggiore sta proprio nel far compiere lo scatto e la seguente rotazione, il problema risiede sostanzialmente nella sagomatura interna della sede di scorrimento che risulta essere troppo precisa andando di fatto quasi a bloccare il perno guida dello sportello. Bisogna procedere con molta cautela dato che tutte le parti in questione sono in plastica, di spessore piuttosto esile e purtroppo anche qui di non eccelsa qualità. L’apertura posteriore avviene invece in maniera molto più pratica, la parte dei motori viene tirata all’indietro, una barra snodata in metallo si occupa dei movimenti di apertura ed inclinazione verso l’alto. Una volta completamente aperto possiamo osservare come l’alloggiamento interno sia rivestito da uno spessore di gomma rigida, questo ovviamente per non rischiare di graffiare la verniciatura del Grendizer che obbligatoriamente deve strisciare fino al corretto posizionamento. Per “bloccare” il modello nello Spazer Cms ha inserito due sfere magnetiche all’interno del vano motori, queste andranno ad agganciarsi magneticamente con i piedi del robot che nella pianta sono stati dotati dell’apposita sede di fissaggio. Questo spiega l’enorme estetica dei reattori del disco che sono stati concepiti in tal dimensione proprio perché al loro interno accolgono i grandi piedi del Grendizer. Questa parte effettivamente rovina l’estetica generale dello Spazer, ma d'altronde la scelta di non far accorciare le gambe del robot in fase d’inserimento ha di fatto reso necessaria questa modifica al design della navicella. Come citato nella descrizione del Grendizer anche per lo Spazer è stato concepito un meccanismo di comparsa/scomparsa del pilota. L’operazione è gestita semplicemente da una leva curva in plastica nascosta all’interno del disco, esattamente sotto la cabina di pilotaggio. Il semplice meccanismo fa ruotare verso l’alto la miniatura quando eseguiremo l’inserimento del Grendizer che scorrendo all’interno dello Spazer spinge la leva nella direzione opposta. L’operazione di comparsa del pilota può anche essere fatta manualmente, basta infilare le dita all’interno e far ruotare la leva nella posizione corretta. Lame rotanti!!!!!.....Cms rende degnamente omaggio alla classica arma dello Spazer realizzandone due coppie dal diverso uso ed estetica. La prima coppia si apre completamente, sollevando le trentadue punte otteniamo una riproduzione davvero molto simile alle lame rotanti che vengono lanciate da Actarus durante la serie animata e che puntualmente tranciano in due i malcapitati mini dischi di Re Vega. Possono essere alloggiate sulle ali dello Spazer sia chiuse che aperte. La seconda coppia in dotazione simula invece l’uscita del missile perforante…..Cms ha concepito un sistema di comparsa del missile, aprendo le quattro punte e premendo il tasto nella parte sottostante vedremo comparire la bocca di lancio e successivamente, estraendolo manualmente, la punta del missile. Oltre a questa operazione è anche possibile aprire le due piccole ali laterali che fuoriescono dalla struttura andando a completare l’estetica finale dell’arma. A differenza della prima coppia descritta queste lame dotate di missile non posso essere alloggiate sulle ali dello Spazer in fase di apertura! Il motivo è semplice…..il pulsante rientrando all’interno di fatto riempie lo spazio riservato allo scorrimento della punta  dell’ala rendendo impossibile il corretto posizionamento. Possono essere leggermente appoggiate, ma il risultato estetico è davvero pessimo! In più l’estetica della lama risulta essere brutalmente falsata per via della protuberanza concepita per far scorrere il pulsante di sollevamento del missile perforante. La verniciatura generale si attesta su livelli discreti, ma ad un attento esame rivela purtroppo diverse imprecisioni soprattutto nei bordi dello Spazer e sulla parte centrale rossa che viene rivelata dopo l’apertura dei fregi. Come detto in precedenza la plastica usata è di bassa qualità riuscendo addirittura a peggiorare per le parti interne degli sportelli frontali e per i fregi rossi apribili che senza ombra di dubbio sono colorati in pasta. Bisogna purtroppo notare come alcune parti mobili dello Spazer non rimangano correttamente in posizione, il vano posteriore non si chiude perfettamente lasciando una fessura fra la parte bianca e quella rossa…..anche sul frontale la situazione non migliora, i fregi rossi non combaciano perfettamente quando sono chiusi, mentre quando aperti rimangono leggermente sollevati rispetto alla struttura del disco!


L’agganciamento

La procedura d’inserimento del Grendizer all’interno del suo Spazer avviene abbastanza semplicemente…..la testa rimane abbassata mentre le braccia vanno fatte ruotare verso l’alto, ora non rimane che infilare il modello all’interno del disco lasciando però leggermente al di fuori i piedi. Dopo questa operazione si procede con l’abbassamento del vano motori andando a bloccare i piedi del Grendizer tramite gli appositi magneti. Una volta accertato il corretto posizionamento si spinge il vano motori in avanti fino alla completa chiusura, di conseguenza il corpo del modello viene spinto completamente verso l’esterno dello Spazer dove si procede alla sistemazione finale di braccia e testa. Sistemato a dovere il tutto ci si accorge immediatamente che il Grendizer è praticamente libero di muoversi all’interno del disco, i soli magneti ai piedi non garantiscono la tenuta della posizione, Cms non ha previsto nessun altro tipo di fermo interno pensando probabilmente che il solo atrito con la parte interna in gomma potesse in qualche modo trattenere il pesante corpo del Grendizer. Un altro problema è poi rappresentato dalle spalle che tendono a cadere verso il basso schiacciate dal loro stesso peso. Questo accade perché l’articolazione ad estrazione interna non è in grado di sorreggere perfettamente la spalla lasciandola inesorabilmente cadere verso il basso! A questo inconveniente si riesce ad ovviare giocando con l’articolazione a scatto interna alla spalla che, portata alla sua massima escursione, consente il rientro dello snodo sopracitato contribuendo in modo determinante al corretto posizionamento del braccio. Un velo pietoso deve essere calato sulle mani articolate che devono essere usate per questa fase, mentre si cerca il corretto inserimento le falangi si muovono e a volte si staccano rendendo un vero delirio questa operazione…..concepirne una coppia fissa probabilmente era troppo complicato! La testa infine risulta avere un’inclinazione davvero minima facendola rimanere rivolta più verso il basso che verso l’alto, forse, ma è una mia supposizione, il meccanismo interno di comparsa del pilota ha in qualche modo tolto spazio alla rotazione all’indietro. Il risultato finale quindi non è certo quello che si ha nel Gx04 Bandai dove la testa del Grendizer rimane perfettamente sollevata e rivolta con lo sguardo dritto in avanti. Come purtroppo da tradizione, Cms non ha concepito un display stand per l’esposizione del suo prodotto, nel caso del nostro Brave Gokin 40 l’esposizione dello Spazer avviene tramite il semplice appoggio alla superfice. La parte centrale sottostante in metallo rientra sotto il peso del disco consentendo il corretto bilanciamento di tutta la struttura. Come ultima nota riporto il peso totale che raggiungono Grendizer e Spazer una volta uniti, 1,062 Kg.

Le versioni prodotte del Brave Gokin 40 sono due, Normal ed Exclusive, la prima è sostanzialmente destinata alla distribuzione di massa, mentre la seconda è per il solo mercato italiano e francese. Le differenze che distinguono le versioni sono due, nella Exclusive il colore delle corna è giallo pastello ed all’interno della confezione in più si trova il TFO. 

E’ davvero un peccato dover constatare che il Brave Gokin 40 Grendizer ha deluso le aspettative, chi attendeva il Goldrake definitivo rimarrà davvero deluso. Il prodotto Cms mostra una qualità davvero approssimativa facendo veramente registrare un picco verso il basso per un modello della serie Brave. Tecnicamente i prodotti Cms non sono mai stati eccelsi, ma le finiture ed i materiali sono invece stati sempre piuttosto convincenti non prestando mai il fianco a critiche piuttosto feroci. Quello che realmente stupisce del Brave 40 è la pochezza di cura avuta fin dal confezionamento del prodotto con addirittura la sagoma del polistirolo palesemente sbagliata! Esteticamente il Grendizer fa anche la sua figura, ma questo non può assolutamente bastare e far passar sopra alle numerose imperfezioni ed errori di progettazione presenti sul modello. Nei vari forum di settore si sono viste fotografie riguardanti rotture ed magagne di ogni genere, soprattutto sulla verniciatura delle corna della versione Exclusive dove il colore giallo è stato semplicemente applicato sulla base cromata della Normal! La delusione è davvero molta, alla base ci sono anche idee buone, ma tutte vanificate da una realizzazione di bassa qualità  che inesorabilmente fanno perdere al Brave Gokin 40 la sfida con il Gx04 Bandai. La mia recensione non vuole essere un processo accusatorio contro Cms, vuole solo mettere in evidenza quelli che sono i pregi e i difetti di questa produzione perchè a fronte della cifra richiesta è giusto far conoscere agli utenti finali ciò che offre la realtà di questo prodotto. Purtroppo la mia conclusione non può essere positiva, un modello del resto semplice da realizzare e con un bagaglio affettivo così importante meritava un trattamento davvero di altro spessore!.....Stay tuned.