mercoledì 21 gennaio 2015

GX67 ARCADIA SOUL OF CHOGOKIN


Dal 2010 in poi Bandai ci ha fatto capire che la linea Soul of Chogokin non è più dedicata ai soli mecha, ma è aperta ad astronavi e, magari in futuro, ad altri mezzi. Dopo due Yamato e l’Andromeda, ecco arrivare una di quelle astronavi che hanno fatto la storia dell’animazione giapponese…..l’Arcadia! Ebbene si, dopo anni di monopolio Aoshima, arriva finalmente la mitica astronave di Capitan Harlock Soul of Chogokin targata Bandai. La versione realizzata è tratta dalla serie Galaxy Express 999 (Leiji Matsumoto 1977) ed è stata direttamente curata da Kazutaka Miyatake, mecha designer che già se ne occupò nell’anime. 

Confezione importante per dimensioni con ben 52x21x18 cm di misura. All’interno un box in polistirolo sagomato ad L custodisce l’Arcadia, mentre un blister in plastica trasparente accoglie le restanti parti da montare, il radiocomando e l’enorme display stand. L’astronave è protetta da un chellophane opaco, bloccata da fermi in polistirolo ed in più, sulla torre centrale e sui motori, anche da ulteriori protezioni in plastica. Immancabile ovviamente il classico libretto illustrativo (con diciture in inglese) che, tramite semplici illustrazioni, spiega il montaggio delle parti e le sequenze per la riproduzione degli effetti luminosi e sonori. Bandai ha ulteriormente inserito un singolo foglio in bianco e nero, redatto in lingua inglese, dove vengono spiegate le sequenze dei tasti e gli effetti ottenibili.

50 cm! Questa è la lunghezza dell’Arcadia una volta montata la bandiera con il teschio, 926 grammi è invece il peso totale. Buona la presenza del metallo, la maggior parte è concentrata nella parte anteriore della nave, ma ne troviamo anche nella centrale bassa ed in tutta l’area sottostante alla sede di attacco delle ali. Se ne riscontra anche in minima percentuale nelle torrette dei cannoni, mentre tutto il resto è realizzato in plastica. Certamente anche le notevoli dimensioni contribuiscono in maniera attiva nel determinare il peso generale del modello. Ottimo davvero lo sculpt generale della nave, soprattutto quello della prua con l’ottima stilizzazione del teschio frontale che risulta essere davvero molto realistico. Su tutto il corpo dell’astronave abbiamo pannellature, feritoie, griglie ed un sacco di particolari che abbelliscono enormemente il lato estetico e fanno capire con quanta cura sia stata realizzata l’Arcadia. Ottima anche la verniciatura con varie tonalità di verde sovrapposte su tutta la struttura, nessuna imperfezione o sbavatura di rilievo da segnalare. Tecnicamente a mio avviso invece non è stato fatto un grande lavoro non essendo presente nessuna gimmik di rilievo. Le torrette dei cannoni ruotano singolarmente e non con il sistema già visto che ne sincronizzava il movimento ed addirittura l’innalzamento delle singole bocche da fuoco, nella GX67 tutti questi movimenti vanno fatti manualmente. Non esiste nemmeno un portello apribile, fatta eccezione per quello creato per nascondere il tasto on/off dell’accensione impianto effetti ed il vano batterie, apribile mediante cacciavite.

Come per le precedenti astronavi è stato introdotto l’uso di un telecomando, testualmente chiamato Infrared Remote Control, per avviare le riproduzioni degli effetti luminosi e dei suoni. Il comando è dotato di sei pulsanti ed è praticamente identico a quello già usato per la Yamato GX64 ed il Mazinger Z DX. La combinazione dei diversi tasti da origine ai vari effetti riproducibili dal modello, eccone le sequenze:

A+B – Suono dei motori con luci che cambiano colore.

A+2 – Suono navigazione e luci torre comando e motori accese.

A+3 – Suono del Computer di bordo.

A+4 – Sparo cannoni da bordata.

A+5 – Suono del cannone laser.

Premendo invece i tasti 1+4 ed 1+5, si potrà regolare anche il volume degli effetti. Oltre ai suoni e luci Bandai ha inserito anche tre melodie prese dalla colonna sonora della serie, queste vengono riprodotte premendo semplicemente uno dei tasti del remote control.

1 – M-54 Arcadia Attack.

2 - M-52 Tochiro and Emeraldas.

3 – M-59b Tetsuro and Harlock. 

E’ possibile interrompere in qualsiasi momento le riproduzioni premendo contemporaneamente i tasti 1+3, se invece per due minuti non si effettuano scelte il sistema passerà in Sleep Mode e bisognerà spegnere e riaccendere per ripristinarne la funzione iniziale. Il telecomando può essere usato fino ad una distanza di 70 cm dal modello e con un’inclinazione massima di 45 gradi.

Come scritto all’inizio, è presente una piccola riproduzione del Galaxy Express 999, è composto da sei elementi che uniti raggiungono la misura di 32 cm. Realizzato completamente in plastica gode, nonostante le minute dimensioni, di un ottimo dettaglio, soprattutto per la locomotiva. Può essere esposto grazie all’impiego di quattro supporti da posizionare sul display stand. Come scritto all’inizio dell’articolo, la basetta espositiva è enorme ed è la copia esatta di quella già vista nella Yamato GX64, misura ben 31x14 cm. Completamente in plastica nera, riporta la targhetta con il nome del modello e la serie di appartenenza. E’ dotata di due coppie di supporti differenti, la prima serve per l’esposizione classica in linea retta, mentre la seconda permette di far assumere all’Arcadia la posizione di decollo. Bisogna prestare particolare attenzione alle indicazioni riportate sul libretto illustrativo, ogni supporto ha una posizione ben precisa e una sede d’incastro ben definita sul copro dell’astronave. Una volta posizionata sul display stand, l’Arcadia gode di ottima stabilità in entrambe gli assetti, le parti di sostegno, pur essendo in plastica, offrono una solida garanzia nel sorregge quasi un chilogrammo di peso. 

Un modello decisamente imponente e ottimamente curato, l’Arcadia GX67 può, senza alcun dubbio, essere definita come la miglior riproduzione presente oggi sul mercato della mitica astronave di Capitan Harlock. Le sue dimensioni e l’alto livello di dettaglio spazzano via la “vecchia” concorrenza dove un paragone sarebbe veramente impietoso. Certamente 50 cm non sono facilmente gestibili da tutti e richiedono realmente un grande spazio espositivo, complice anche la dimensione della base espositiva. La realizzazione tecnica lascia un po’ l’amaro in bocca perché, con un piccolo sforzo in più, Bandai poteva rendere davvero eccezionale la sua opera. Inutile dire che per i veri appassionati della serie questo è un acquisto obbligato, un pezzo che rimarrà per sempre nella storia delle nostre collezioni.