giovedì 25 dicembre 2014

GRENDIZER EX GOKIN - FOTO UFFICIALI

Eccolo quì finalmente, direttamente dal sito ArtStorm arrivano le foto ufficiali del modello definitivo. Il Goldrake Ex Gokin è ora realtà e si mostra nella sua forma definitiva. Nelle foto che potete vedere cliccando sul link sottostante, vengono mostrate tutte le componenti del prodotto. In più alla fine viene rivelato anche il prototipo dello Spazer con il TFO. Per me rimane un grande azzardo la riproduzione del disco, sia per le notevoli dimensioni che avrà e sia per una questione di praticità. Staremo a vedere cosa s'inventerà Fewture. Certamente avere tutto il set al completo comporterà un grande esborso, il solo Goldrake costerà ben 39,800 yen, record assoluto per un modello della serie Ex Gokin. Lo Spazer ed il TFO verranno venduti separatamente e non è ancora stato reso noto il prezzo. Insieme al modello avremo in dotazione lo Spazer 2 (Goldrake 2) la classica Alabarda Spaziale, due coppie di mani, una piastra pettorale trasparente per simulare il raggio di gravità ed i classici display stand. Il design del mecha è stato pesantemente stravolto e ricorda moltissimo l'estetica dello Shin Getter 1. Probabilmente la parte meno riuscita sono i magli perforanti che alternano punte più lunghe ed altre più corte, probabilmente potranno essere ruotate per consentire il piegamento dell'avambraccio. Data di uscità fissata Aprile 2015, il nuovo anno quindi ci regalerà la nuova interpretazione del nostro amato Goldrake!



lunedì 22 dicembre 2014

GX50 COMBATTLER V SOUL OF CHOGOKIN


Nella storia della serie Soul Of Chogokin, Bandai ha più volte rivisitato alcuni soggetti prodotti, rendendoli esteticamente più belli e tecnicamente più avanzati. Queste produzioni vengono denominate Renewal e contraddistinte dalla sigla R accanto alla numerazione del modello. Non ci è dato sapere con quale criterio la casa nipponica scelga i soggetti da rivisitare, certo è che i restyling fino ad ora prodotti si sono fatti apprezzare soprattutto per le migliorie estetiche apportate. Innegabile come il GX01R Mazinger Z sia decisamente più bello, proporzionato ed aggraziato rispetto al primo GX01 uscito nel lontano 1997. Partiamo proprio dall’inizio…..1997 Mazinger Z…..1998 Great Mazinger…..dopo due pilastri dell’animazione giapponese targati Go Nagai, nel 1999 arriva il primo modello componibile della serie SOC, il Combatler V. Il GX03 diventa il nuovo punto di riferimento tecnico/estetico per i modellini di questa serie e fa capire benissimo quale sia il grande potenziale di cui dispone Bandai. Credo di non esagerare affermando che ancora oggi nessuno sia riuscito ad eguagliare, sia in termini tecnici che qualitativi, le realizzazioni  della grande B. Esattamente dieci anni dopo, nel 2009, ecco arrivare una versione completamente nuova del Combattler V denominata GX50! Viene dunque abbandonata la sigla R che viene sostituita dalla numerazione progressiva della serie. Un progetto tutto nuovo che concentra i suoi punti di forza su nuove proporzioni, accorgimenti tecnici ed una dotazione accessori più ampia e completa.

Confezione stupenda (40x28x10) con il Combattler che giganteggia sulla parte destra mentre sullo sfondo si vede la Nambara Base che ovviamente non è compresa. Nella parte sinistra cinque riquadri con all’interno le navicelle, mentre al centro compare il nome del modello con la grande V finale. Sul retro la classica vetrina rappresentativa di tutto il contenuto. All’interno due contenitori, un box in polistirolo con copertura a vetrina molto simile a quella del Voltes V e con quel tocco di vintage che richiama le vecchie confezioni anni 80. In questo contenitore troviamo il clou del GX50 con le navicelle e tutte le armi disponibili. Il successivo blister in plastica è dedicato alle varie parti che servono a formare lo stand espositivo, due paia di mani aggiuntive ed altri accessori che completano la dotazione. Immancabile il libretto illustrato, che oltre alle istruzioni, ci delizia con bellissimi disegni riguardanti i vari concept del personaggio e delle sue armi. Oltre a questo possiamo anche vedere i quattro modelli prodotti nel corso degli anni fino ad arrivare al GX50. I primi due del 1976 (uno componibile ed uno fisso), il terzo del 1982 ed il quarto nel 1999, il GX03.

Come per l’edizione precedente abbiamo il modello scomposto nelle cinque navicelle….. BATTLEJET – BATTLECRASHER – BATTLETANK – BATTLEMARINE – BATTLECRAFT. Subito spicca la massiccia quantità di metallo usata per buona parte della loro produzione, escludendo il BATTLEJET che è interamente in plastica, tutte le altri componenti vantano una buona dose di zama. Ecco un breve elenco dei loro pesi: BATTLEJET 26 g – BATTLECRASHER 116 g – BATTLETANK 165 g – BATTLEMARINE 250 – BATTLECRAFT 108 g. Immediatamente si nota l’aumento delle dimensioni rispetto a quelle del GX03, questo fa presagire un ovvio incremento anche dell’altezza finale che potrà avere il mecha assemblato. La colorazione, davvero di ottima qualità, è stata variata con una tonalità di blu più chiara, mentre il rosso risulta essere molto più acceso. Anche i pochi inserti in giallo sono più chiari mentre il grigio sembra non essere variato. Bandai ha inserito qualche nuovo dettaglio, sul BATTLEJET c’è ora la possibilità di estrarre i carrelli, di aprire il cupolino frontale e di far uscire i cannoni laterali. Sul BATTLEMARINE invece le parti gialle sulle ginocchia sono state concepite in modo da potersi ribaltare e permettere la fuoriuscita dei carrelli di sostegno. Aggiunta molto gradita riguarda il cannone in dotazione per il BATTLETANK, dopo averlo applicato sulla navetta cingolata, possiamo orientare verso l’alto o verso il basso la bocca da fuoco. Non mancano ovviamente le rampe del BATTLEMARINE, accessorio questo usato per il trasporto in volo del BATTLETANK.

Contatto…..l’agganciamento dei cinque Jet si esegue molto semplicemente, le istruzioni presenti sul libretto sono davvero molto chiare da seguire ed in brevissimo tempo ecco apparire il nuovo Combattler V. Il mecha, nella sua nuova versione, raggiunge l’altezza di 25 cm, uno in più del GX03, per un peso di 665 grammi. In definitiva solamente 15 grammi di aumento rispetto alla vecchia realizzazione che ne raggiunge 650. Lo sculpt è decisamente molto più fedele e, soprattutto quello del viso, dona al Combattler la giusta aggressività. Nuova articolazione è stata introdotta per il movimento della testa che ora gode di ampi movimenti, bellissime le braccia con gomiti ad estrazione che permettono di raggiungere un piegamento di 180 gradi. Lo snodo poi che gestisce il movimento rotatorio del braccio, rigorosamente a scatto, consente realmente un’ampia manovrabilità…..purtroppo però la fase di sollevamento della spalla, dotata invece di una gimmik a frizione, tende a cedere impietosamente sotto il peso dell’intero arto. Da esaurimento nervoso il continuo distacco degli scudi laterali con annesse alette retrattili del BATTLECRASHER, quasi ad ogni minimo spostamento queste parti si staccano dalla loro sede cadendo irrimediabilmente a terra. Stesso discorso anche per i cingoli dietro alla schiena che sono agganciati tramite una piccolissima protuberanza in plastica che si rivela totalmente inadatta a sorreggere il peso di queste parti. Qualcosa da ridire anche sul metodo ad estrazione delle mani interne, dove la manovra risulta difficoltosa a causa del non proprio grande spazio in cui si deve agire. Il recente Tryder G7 difatti è stato dotato di apertura laterale proprio per risolvere questo problema. 

La parte bassa del GX50 presenta un sensibile miglioramento dello snodo che permette il movimento delle gambe. Sostanzialmente questa articolazione consente di far  scendere e salire i femori aumentandone la possibilità di apertura. Al ginocchio è stata inserita una gimmik dalla doppia funzionalità, oltre al classico piegamento, possiamo ora anche ruotare tutta la parte bassa della gamba. Questa soluzione, unita alla precedente descritta, ci consegna si un Combattler decisamente più posabile, ma con una stabilità davvero molto molto precaria! La soluzione scelta da Bandai si rivela completamente inadatta ad un modello che concentra la maggior parte del suo peso nella parte alta. L’articolazione è completamente ad atrito dove invece sarebbe dovuta essere rigorosamente a scatto, proprio per il fattore del peso che questa parte deve gestire. In più anche l’effetto estetico si rivela abbastanza deludente dato che i femori non possono compiere nessun genere di rotazione sul proprio asse. Aggiungiamo anche una non ottimale tenuta delle caviglie, anch’esse dotate di un sistema di rotazione a frizione. Insomma, le innovazioni tecniche apportate si rivelano in definitiva il vero tallone d’Achille del GX50!

A risollevare la le sorti della produzione è la sontuosa dotazione accessori, qui Bandai ha fatto davvero le cose in grande inserendo tutte le armi che mancavano nella passata edizione. Ecco l’elenco dell’arsenale a disposizione del Combattler V…..BATTLE GALEGA (tenaglia) – TWIN LANCER ( lance) – ATOMIC BURNER (lanciafiamme) – CRISTAL CUTTER (trivella) – CHOUDENJI YOYO (yoyo elettromagnetici) – SUPER CHOUDENJI YOYO (doppio yoyo) CHOUDENJI CRANE (maglio con cavo) - BIG BLAST DRIVER (missile) – CUTTER KICK (lame sulla caviglia). Oltre alle armi ci sono anche degli effetti in plastica che ne accompagnano l’uso di alcune. Due saette per simulare il lancio degli YoYo elettromagnetici, si agganciano alle mani. Usandone una sola, e tramite l’impiego di un apposito accessorio, si ottiene il lancio del doppio YoYo. Anche il lancio del missile ha il suo effetto scenico, una semplice barretta in plastica da agganciare al corpo del Combattler. Per riporre tutto l’arsenale e non, Bandai ha predisposto un sontuosissimo stand dove è possibile alloggiare ogni accessorio e arma in dotazione. Qualsiasi pezzo ha una propria sede studiata in modo da rendere molto semplice e immediato l’impiego dell’accessorio voluto. 

Il Combattler V, durante il corso della serie, viene modificato in modo da ottenere una trasformazione in modalità carro chiamata GRANDASHER. Una sorta di ariete di sfondamento che si lancia a gran velocita per abbattere qualsiasi ostacolo. Questa trasformazione è davvero molto semplice, implica solamente l’aggancio di due apposite prolunghe per i cingoli e di due carrelli applicati alle ginocchia, accessorio questo mancante nella versione GX03.

La nuova “incarnazione” del Combattler V compie un passo avanti ed uno indietro. Estetica e proporzioni sono davvero ben riuscite facendo guadagnare tantissimo in termini di fedeltà con la controparte televisiva. Tecnicamente però Bandai è caduta la dove solitamente non ha rivali, compromettendo con alcune scelte davvero dubbie la stabilità dell’intero progetto. E’ un vero peccato, questo GX50 doveva essere l’evoluzione del suo predecessore, ma sotto alcuni aspetti sembra essere addirittura peggiorato! Fortunatamente finitura generale e materiali fanno risalire in parte la valutazione ed insieme alla sontuosa schiera accessoristica salvano da una  bocciatura clamorosa la realizzazione Bandai.  



giovedì 11 dicembre 2014

GETTER 1 FINAL BATTLE PARTS SET EX GOKIN PLUS +


La saga Getter Robot è da sempre fonte di grande ispirazione e guadagni per casa Fewture, come tutti sappiamo la linea Ex Gokin conta al suo attivo diverse rappresentazioni dei mitici robottoni creati dalla fantasia di Ken Ishikawa. Visto il successo che accompagna ogni nuova uscita, Fewture decide di lanciare una linea parallela chiamata EX Gokin Plus +. Sostanzialmente questa nuova serie “dovrebbe” supportare, con la produzione di nuovi accessori, i modelli Ex Gokin. Ovviamente il lancio non poteva che essere dedicato a Getter Robot. 

Getter 1 Final Battle Parts Set…..questo è il nome della prima uscita Ex Gokin Plus +. Questo set di accessori è stato creato per riprodurre, solamente in parte, il Getter 1 danneggiato che compare all’inizio della serie Shin Getter Vs Neo Getter. Nella scena iniziale il Getter 1 viene perforato da un potente missile nemico durante un combattimento. I danni subiti sono molti, ma Musashi riesce a strappare la punta del missile ed a rimettere in piedi il Getter. Nonostante gli sforzi i danni causati dagli attacchi nemici aumentano sempre più ed il nostro eroe decide di compiere l’estremo sacrificio. Con un’ultima mossa il Getter 1 si strappa il generatore energetico interno facendosi esplodere, causando così la distruzione di tutti i nemici. Come scritto poc’anzi l’intento di Fewture è quello di ricreare, tramite l’applicazione di nuove parti, l’estetica danneggiata del Getter 1 ripercorrendo la strada già intrapresa anni fa dalla ditta Aoshima. 

Entriamo nel vivo della descrizione; la confezione che ci si trova davanti è di dimensioni molto contenute, in soli 33 x 11 x 11 cm sono racchiusi tutti i vari componenti del set. Come da tradizione Fewture la scatola giunge con il classico brown box esterno, mentre le varie facce della vera e propria confezione raffigurano il Getter 1 nelle varie configurazioni ottenibili. All’interno due blister in plastica trasparente ci mostrano immediatamente tutto il contenuto. Non manca ovviamente il foglio illustrativo con le varie fasi dedicate al posizionamento. Prima di procedere bisogna far notare che questo Final Battle Parts Set è stato realizzato per le tre versioni fino ad oggi prodotte del Getter 1 Ex Gokin, Original Color, Repaint e Black Version Changing Set. Ciò che differenzia ogni set è la diversa colorazione del missile, avremo il verde scuro per la Original Color, il Blu per la Repaint ed il bianco per la Black. Ovviamente anche le pettorine e le placche addominali saranno cromaticamente differenti andando a riprendere la tonalità delle versioni a cui sono dedicate.

E’ bene dirlo subito, il “piatto” preparato da Fewture è un mix a base di ABS e PVC, nessuna parte, nemmeno le pettorine, sono in metallo. Non sono certo io il detrattore delle realizzazioni in plastica, a patto però che la qualità e la finitura del materiale siano di ottimo livello…..procedendo nell’analisi ed al pratico impiego delle varie parti, purtroppo ci si accorge che il lavoro svolto non è qualitativamente al top. I pezzi che ci troviamo davanti sono sedici ed alternandone alcuni possiamo ottenere tre esposizioni differenti. Il set comprende le seguenti parti; una nuova testa con maschera facciale – una pettorina – una placca addominale ed una per la schiena – due perni con tre mani diverse; una con il generatore – una con la punta del missile ed una distrutta senza falangi. Cinque cavi di lunghezze diverse e per concludere il grande missile.

L’applicazione delle singole parti è davvero molto semplice ed intuitiva, via la testa, la pettorina, la placca addominale e i simboli 2 e 3 dalla schiena. Si tolgono le mani che andranno sostituite man mano con quelle nuove in dotazione. La prima configurazione ottenibile è quella che riproduce la perforazione del Getter 1, avremo quindi l’effetto del completo attraversamento addominale del missile che, separandosi in due pezzi, si aggancia al corpo del modello. La seconda modalità riproduce il Getter con la punta del missile staccata e distrutta nella mano destra, mentre la terza, prima sicuramente per effetto scenico, è  quella con il generatore strappato. Qui sarà necessario agganciare tutti i vari cavi che, partendo dal foro sull’addome, salgono fino ad arrivare al generatore nella mano. Cominciano ora però le dolenti note…..la prima cosa che ho subito notato è la precaria stabilità delle parti applicate al corpo del modello che cadono immediatamente al minimo movimento del busto. Il materiale plastico usato è davvero qualitativamente scarso e leggero, l’accostamento poi con le parti metalliche del modello è davvero impietoso. Si salvano sculpt e verniciatura che rendono molto bene l’effetto danneggiato. I vari cavi sono concepiti in modo da poter essere usati solo in una posizione, non essendo flessibili, il minimo tentativo di abbassare o ruotare il braccio provoca l’uscita dalla sede posta nella cavità addominale. La maschera facciale poi si stacca troppo facilmente, basta toccarla per provocarne il distacco. 

Pur essendo un grande appassionato dei prodotti di casa Fewture, questa volta non mi sento di promuovere la loro nuova realizzazione. Prese singolarmente le parti create del set sono di sicuro impatto, ma montate ed osservate nel contesto generale del modello stonano abbondantemente. Esteticamente si ottiene un Getter danneggiato solo nella parte centrale del corpo mentre tutto il resto, mano sinistra a parte, rimane pulito ed immacolato, ed è proprio questo il motivo della mia bocciatura. Avrebbe avuto decisamente più senso produrre una nuova versione del Getter 1 completamente danneggiata e sporca proprio come fece Aoshima con il suo Battle Damaged. Fewture però non si è fermata alla sola realizzazione di questi set, ma ha anche da poco commercializzato una “nuova” edizione del Getter 1 comprendente questi nuovi accessori unitamente alla dotazione di base già vista nelle precedenti uscite. In più la colorazione del modello è stata ulteriormente variata con un mix fra le colorazioni della prima edizione e quella Repaint, sicuramente una ghiotta occasione per chi ancora è alla ricerca del  primo Getter Ex Gokin. Per realizzare il servizio fotografico sono stati usati i set Original Color e Black Version…..stay tuned.




venerdì 5 dicembre 2014

METAL BUILD ARX-8 LAEVATEIN


Tratto dalla serie di romanzi Full Metal Panic, poi trasposti in fumetto e parzialmente in animazione, il Laevatein è l’Arm Slave personale del protagonista e viene utilizzato nella seconda parte della storia. La sua particolarità è di essere stato costruito basandosi sulla misteriosa tecnologia Black Technology giunta dal futuro. Nel mondo di Full Metal Panic le nazioni usano normalmente gli Arm Slave per combattersi, ma il Laevatein possiede in più il meccanismo Lamba Driver in grado di azzerare momentaneamente le leggi della fisica, permettendogli di realizzare attacchi e manovre assolutamente irrealistiche. Con l’evolversi della storia e l’utilizzo del Lamba Driver anche da parte dei nemici, il  Laevatein viene dotato di un altro meccanismo speciale chiamato Lamba Driver Canceller in grado di inibirne l’utilizzo ai robot nemici.

Rispettando la tradizione della linea Metal Build, Bandai ci propone il modello con un frame di metallo ed una corazza esterna in plastica. Con questa scelta abbiamo al contempo un oggetto molto solido ed anche ottimamente rifinito. Sono innumerevoli, per esempio, dettagli e piccole scritte stampate su tutto il corpo, ma sempre perfettamente leggibili. La struttura è stata appositamente pensata per consentire al robot di assumere pose davvero estreme. Non dovendo scendere a compromessi dovuti ad una trasformazione, il Laevatein può replicare sostanzialmente qualsiasi posizione umana!

Sei sono i set di mani sagomate in dotazione per permettere l’esatta replica delle pose viste nel manga; coltelli, lame, fucili, bombe a mano e cannoni…..la varietà espositiva di questo personaggio è davvero molto ampia. Una gimmik davvero molto carina è quella dedicata all’apertura della cabina di pilotaggio dietro al collo. Bandai ha addirittura inserito nella confezione una pinzetta in plastica per permettere l’inserimento del mezzo busto del pilota, o della miniatura con il posto di comando vuota. 

Per quanto concerne il lamba Driver, questa configurazione si ottiene aprendo le spalle, spingendo la parte interna dei polpacci e applicando i “capelli” alla testa che in realtà fungono da dissipatore di calore. Per ottenere invece l’effetto Canceller, vanno applicate le spalline aggiuntive con gli scudi laterali.

Già così il modello sarebbe stato  molto valido, ma Bandai non si è accontentata ed ha inserito anche un bellissimo display stand che però differisce completamente da quelli realizzati per i precedenti modelli Metal Build. La basetta diventa un Hangar con rastrelliere per l’esposizione di tutte le armi ed accessori a disposizione. Ma non finisce qui, le parti mobili del display stand possono essere spostate e assemblate in modo differente, lasciandoci la possibilità di scegliere la più consona configurazione espositiva! L’effetto scenico di questo accessorio aumenta notevolmente la bellezza di questo nuovo Metal Build.

Nella confezione (38x26x12) sono inserite, sotto forma di kit da montare, anche le miniature del pilota e del meccanico, per i più bravi modellisti quindi c’è anche la possibilità di poter colorare questi due personaggi per rendere ancor più completa la rappresentazione Bandai. Voglio ricordare che il Laevatein è in scala 1/48 e si attesta sui 19 cm di altezza con un peso di 298 grammi. Qualche lieve imprecisione riscontrata sulla verniciatura in alcuni punti, soprattutto vicino alla testa. Presenti anche diversi segni di stacco dai telai di stampa, non fortunatamente sul modello, ma su quasi tutti gli accessori in plastica ed ABS. 

Bandai conferma ancora una volta la sua predilezione per la linea Metal Build, che al momento sembra essere quella più curata del vasto parco uscite della casa nipponica. Questo personaggio è realmente poco noto qui in Italia, ovviamente perché la sua trasposizione animata non è mai giunta nel nostro paese. Rimane però una produzione di assoluto valore, sia tecnico/realizzativo che contenutistico, una perla che davvero non può mancare all’appassionato collezionista della linea Metal Build.



domenica 23 novembre 2014

GAOFIGHGAR SUPER ROBOT CHOGOKIN


GAO…FIGH…GAR….mancava solo lui all’appello ed ovviamente Bandai ha prontamente provveduto. Per la serie Super Robot Chogokin, ecco arrivare il terzo mecha protagonista della serie Gaogaigar, più precisamente Gaogaigar Final. In realtà, andando in ordine di apparizione, il Gaofighgar è il secondo dei robot comandato dal cyborg Guy. A differenza del modello precedente, caratterizzato dalla presenza del leone Galeon, Guy si pone al comando del modulo Phantom Gao che a sua volta si trasforma nel Gaofar. La successiva unione con i mezzi Linear Gao 2, Drill Gao 2 e Stealth Gao 3, formano il Gaofighgar…..Final Fusion!

La confezione è come sempre di dimensioni contenute, anche se ben più grande paragonata a quella del primo Gaogaigar. All’interno dei 23 x 19 cm e 10 di spessore, troviamo il modellino con i pochi accessori sistemati negli ormai classici blister in plastica trasparente. Come sempre di grande impatto l’art work frontale della confezione che raffigura il Gaofighgar in posa plastica insieme ad un suo primo piano, sullo sfondo invece la scritta The King of Brave. La dotazione accessori comprende:  cinque set di mani di cui uno dedicato alla friendly pose con il Genesic Gaogaigar, il Protect Wall, gli effetti per il Broken Phantom, due trivelle aggiuntive, le parti trasparenti per le ali, un fregio sostitutivo per la testa e i due supporti da usare con gli stand Act Bandai. Chiude come sempre il foglio illustrativo in bianco e nero. Manca all’appello il Dividing Driver…..vedremo più avanti il perché…..

Il Gaofighgar è alto 15 cm per un peso di 355 grammi, ben 165 in più rispetto al Gaogaigar. L’aumento del peso è chiaramente dovuto alla quantità superiore di metallo usata nella costruzione del modellino, difatti tutte le gambe, ad esclusione del rivestimento esterno dei femori, è in metallo pesante. Del medesimo materiale sono anche gli snodi al bacino ed i piedi. Qui però bisogna fare una precisazione, il piede non è completamente costruito in zama, ma solamente la punta e la parte esterna del tacco. La parte centrale e l’interno tacco sono invece realizzati in plastica. Salendo verso l’alto, tutte le parti rimanenti del corpo sono in materiale  plastico, ad eccezione degli snodi interni delle spalle che sono realizzati in ferro. La verniciatura la trovo davvero eccezionale con colori brillanti che donano un effetto metallico molto bello a tutto il modello. Bisogna avvicinarsi molto per notare la diversità dei materiali, soprattutto delle spalle e del busto, l’azzurro ed il grigio usati per la colorazione sono assolutamente spettacolari. Come sempre i personaggi della serie Super Robot Chogokin godono di grande posabilità ed ovviamente anche il Gaofighgar può realizzare pose dinamiche molto belle. Tutto ciò che di buono è stato fatto sul primo Gaogaigar, in termini di mobilità, lo ritroviamo qui addirittura migliorato. L’estensione delle braccia ed il movimento di apertura delle gambe, sono i punti in cui si nota un aumento di stabilità. Le articolazioni in metallo garantiscono un atrito superiore rispetto a quelle in plastica, garantendo una maggior tenuta nelle pose più estreme. Migliorata sensibilmente l’escursione avanzata delle spalle che nella loro massima estensione consentono senza problemi di realizzare la posa Hell&Haven. Nel Gaofighgar i pettorali sono ampi e fissi, di conseguenza la riproduzione della classica posa a pugni uniti necessitava di una maggior mobilità delle braccia. Tutto il resto si attesta su ottimi livelli con avambracci, gambe e piedi in grado di realizzare piegamenti estremi. L’unica parte leggermente penalizzata è la testa, il codino posteriore di fatto preclude l’escursione verso l’alto, impedendo in qualsiasi angolazione la si metta, questo movimento. Ultima nota riguarda la mobilità del busto, per poter assicurare il piegamento in avanti, Bandai ha reso mobile la protuberanza addominale. Un semplice snodo permette alla punta di muoversi assecondando i movimenti del busto in fase di torsione e rotazione.

Doverosa anche una piccola discrezione sullo Stealth Gao 3 che in questa edizione vede aumentare notevolmente le proprie dimensioni. L’ingombro è di ben 21 x 9 cm che aumenta fino a 26 in fase di apertura. La particolarità di questa nuova versione è data appunto dall’apertura delle due ali laterali che ruotando, salgono fino alla parte superiore. Nella serie televisiva cambiano colore passando dal nero al verde acceso, Bandai ha inserito le parti sostitutive per replicare tale effetto, basta semplicemente sganciare ed infilare le due ali verde trasparente. 

Come accessori abbiamo il classico scudo energetico, qui chiamato Protect Wall, e gli anelli per replicare il Broken Phantom, versione potenziata del precedente Broken Magnum. Questi due cerchi in plastica giallo trasparente sormontano semplicemente l’avambraccio, replicando l’anello di energia che nella serie tv circonda il braccio del Gaofighgar. Chi conosce la serie sa benissimo come viene generato l’effetto del Broken Phantom, dal petto del Gaofighgar compare una luce che genera l’anello energetico. Bandai, per replicare questo particolare, ha reso possibile la rimozione di una piccola piastrina al centro del petto che, una volta tolta, lascia in vista la cavità in color giallo acceso. Come scritto all’inizio, manca nella confezione il Dividing Driver, una delle armi principali di questa serie. Bandai ha deciso di inserire l’accessorio mancante in una nuova edizione che comprenderà il RepliGaogaigar (replica di produzione terrestre del Gaogaigar), lo Stealth Gao unitamente a due nuove effect parts. Il tutto verrà venduto come esclusiva Tamashii Web Shop per la fine del mese di Novembre. Inutile dire che potrete leggere su queste pagine l’apposita recensione al momento dell’uscita. 

La serie Super Robot Chogokin sembra aver cambiato decisamente rotta abbandonando il principio delle dimensioni contenute. Le ultime realizzazioni hanno visto un deciso aumento delle altezze ed anche della qualità, imponendo al mercato delle Action Figure robotiche un nuovo standard di produzione. Il Gaofighgar risulta essere un ottimo prodotto, ben curato nei particolari e quindi perfettamente in linea con le ultime uscite della serie. L’aumento poi delle parti in metallo ed una revisione dei punti “deboli” della prima versione, sono un segno molto importante da parte della casa nipponica che dimostra di voler proseguire ed affinare sempre più la serie Super Robot Chogokin. 




mercoledì 19 novembre 2014

GAOGAIGAR SRC & KEY OF VICTORY 2

Secondo aggiornamento (2.0) dedicato al Gaogaigar Super Robot Chogokin di Bandai, nello specifico andremo ad analizzare il set Key of Victory 2, uscito qualche mese dopo la realizzazione del Mecha targato Sunrise. Nella serie televisiva, questa seconda serie di accessori è usata per il combattimento nello spazio e va ad ampliare una dotazione già ricca all’inizio, aumentando a dismisura quello che è l’impatto estetico del personaggio leonino.

Confezione di discrete dimensioni con 25 x 19,5 x 6,5 cm, dentro il solito blister in plastica trasparente che contiene i nuovi accessori unitamente al libretto illustrativo ed un sacchettino con le parti per formare un nuovo stand di sostegno. All’interno dunque abbiamo lo StealthGao 2, il Gatling Driver, i supporti per i Phantom Ring e le coperture trasparenti per i generatori interni. Tutto è realizzato in plastica con una verniciatura di ottima qualità. Purtroppo non mancano alcuni piccoli segni di stacco dai telai di fabbricazione principalmente riscontrati sulla parte alta dei reattori. 

Lo StealthGao 2 ha un’apertura alare di ben 22 cm con una lunghezza di 12,5 nella parte centrale. I due enormi motori laterali raggiungono invece gli 11 cm. Queste due parti possono essere orientate verso l’esterno grazie ad uno snodo posto al loro interno e perfettamente invisibile. Ottimo il dettaglio dei generatori che può essere lasciato in vista grazie all’applicazione delle due protuberanze trasparenti di color verde. Queste parti vanno a sostituire quelle nere già montate sullo StealthGao e sono formate da cinque componenti separati che s’incastrano semplicemente uno con l’altro. Le ali di questo nuovo Booster Unit si possono chiudere ed aprire,  questa possibilità risulta essere fondamentale per l’equilibrio generale del modello in base alla posa scelta. Il peso totale dello StealthGao 2 è di 101 grammi contro i 32 della versione 1, di conseguenza l’aumento del peso da sostenere complica notevolmente il lavoro delle articolazioni del Gaogaigar che tende immediatamente a sbilanciarsi all’indietro. Lo snodo del busto è quello che più viene messo in crisi, ma anche le caviglie subiscono l’inevitabile contraccolpo dovuto allo sbilanciamento. Giocando con le articolazioni si possono trovare quindi i giusti equilibri per far restare in piedi il Gaogaigar,  ma anche grazie al movimento sopracitato delle ali, che con la loro mole  spostano o aggiungono peso, il modello trova il corretto posizionamento. Se non si vuole perdere tempo possiamo usare il nuovo stand tripiede che sorregge in modo impeccabile il nostro modellino. Lo stand svolge una duplice funzione, può essere usato anche per esporre il solo StealthGao 2. E’ dotato di due attacchi  intercambiabili, uno a punta singola per il Gaogaigar ed uno a punta doppia per il solo StealthGao. 

Il secondo componente della confezione è il Gatling Driver, misura ben 19 cm ed è perfettamente uguale al Dividing Driver, tranne per la parte terminale, dove al posto della punta troviamo tre lame. Queste tre parti si possono aprire ed anche ruotare, nella serie televisiva la rotazione genera due effetti differenti creando una sorta di scudo energetico o una perforazione nel corpo del nemico di turno. 

Ultima opzione concessa dal set Key Of Victory 2 è il potenziamento del Broken Magnum tramite l’inserimento del cilindro superiore destro posto nella parte superiore del generatore sulle ali. Grazie all’uso del supporto apposito, si può montare la suddetta parte sopra all’avambraccio destro del Gaogaigar, trasformando il Broken Magnum nel più potente Phantom Ring Plus. Ovviamente tale potenziamento è disponibile anche per l’avambraccio sinistro.

Questo secondo set colpisce sicuramente per la sua resa estetica, la maestosità del nuovo StealthGao 2 fa sprizzare potenza assoluta al nostro Gaogaigar. Purtroppo però bisogna anche dare una tiratina d’orecchie a Bandai che non ha progettato adeguatamente le articolazioni del modellino in funzione di questo secondo accessorio. L’uso dello stand diventa quasi un obbligo andando purtroppo a smorzare quella che è la dote più acclamata della linea Super Robot Chogokin, la posabilità!