lunedì 25 dicembre 2017

HULKBUSTER S.H.FIGUARTS



La rappresentazione dei personaggi della serie Avengers è operata ormai da diverse case di produzione, non c’è dubbio che Iron Man sia per eccellenza il più riprodotto in assoluto. D'altronde le numerosissime armature di Tony Stark sono un “patrimonio” davvero enorme per non essere sfruttato. Anche Bandai ha inserito nella sua linea S.H.Figuarts già numerose rappresentazioni, sia dei vari Avengers che delle armature dell’uomo di ferro. La seconda pellicola, Age of Ultron, mette in scena uno dei combattimenti più spettacolari di sempre. Lo scontro fra l’incredibile Mark 44 Hulkbuster ed il Professor Banner, Hulk.


Uscito solamente con tiratura TWS (Tamashii Web Shop), la realizzazione Bandai giunge con un bel box dal peso non indifferente. La confezione è realizzata con una scatola di cartone primaria con all’interno un cubo in polistirolo, protetto a sua volta da una copertina scorrevole in stile Fewture per capirci. Le immagini delle facciate sono identiche fra loro, cambiano solamente le tonalità di sfondo, più scure esternamente e più chiare all’interno. Aprendo il box troviamo immediatamente il modello protetto da una copertura il plastica rigida trasparente. Hulkbuster non ha altri accessori, c’è solamente un piccolo uncino in plastica che serve per accedere agli interruttori interni di accensione luci. Ovviamente è anche presente un foglio illustrativo che spiega i vari movimenti delle sezioni del corpo, in pratica ci dice cosa può e cosa non può fare il modello
.

L’estrazione dalla scatola ci fa immediatamente soppesare la bestiolina, 25 cm di altezza per un peso di 1,2 kg. La fedeltà con la controparte cinematografica è perfetta, ogni dettaglio è minuziosamente riprodotto. La colorazione è bellissima, priva di imperfezioni di qualsiasi genere…..ecco, forse è fin  troppo perfetta…..mi spiego meglio. Probabilmente qualche scalfittura, graffio o bruciatura in stile Hot Toys avrebbe donato al modello un aspetto più veritiero a ciò che si vede nel film. Intendiamoci, non è questo assolutamente un difetto, l’Hulkbuster Bandai è assolutamente bello anche così. La realizzazione è prevalentemente in plastica accompagnata da alcune parti in metallo sul corpo, snodi interni e parte dei piedi. Anche per la parte costruttiva nulla da eccepire, le plastiche sono senza alcun difetto. Tecnicamente la casa nipponica ha svolto un lavoro davvero egregio. Hulkbuster è dotato, nonostante la mole, di una posabilità davvero molto buona. La quasi totalità delle articolazioni è ad atrito, le uniche parti interessate da una gimmik a scatto sono quelle interne che gestiscono i movimenti di rotazione delle gambe e delle braccia, peraltro realizzate in solido metallo. In alcuni punti si sente però la mancanza di un solido snodo a scatto, i più sofferenti di questa mancanza sono quelli che permettono di portare in avanti le braccia e quelli delle anche. In questi due punti ho riscontrato diversi cedimenti dovuti al peso, svariati movimenti hanno messo in mostra la poca resistenza delle articolazioni dedicate. Nonostante questo piccolo problema, è comunque possibile realizzare bellissime pose dinamiche per replicare le fasi del combattimento con Hulk. Il modellino è anche dotato di illuminazione interna. Occhi, parte centrale del petto e sotto le ginocchia, sono dotati di faretti interni. Gli interruttori sono nascosti all’interno della struttura, per accedervi basta rimuovere i pannelli situati dietro la schiena ed alle gambe. Per l’accensione degli occhi è però necessario rimuove la testa perché l’interruttore di accensione è posto proprio sotto di essa. Le batterie sono le classiche a bottone (LR41) e sono già incluse all’interno dei vani. Come citato all’inizio, per l’accensione si può usufruire del piccolo uncino in plastica, soprattutto per accedere agli interruttori interni alle gambe.


Bandai dimostra di saperci fare anche con Iron Man e direi, visto il risultato, alla grande. La rappresentazione di Hulkbuster S.H.Figuarts risulta davvero sontuosa, non solo per la mole del soggetto. Peccato per alcuni problemini di tenuta degli snodi, ma come detto non vanno a rovinare più di tanto la posabilità del modello. Forse, visto il prezzo richiesto, si poteva fare uno sforzo in più dotando Hulkbuster del braccio a percussione che viene usato nel film, come peraltro ha fatto la ditta King Arts. Per il resto nulla da eccepire, la realizzazione Bandai è davvero di ottima qualità. Se non possedete uno spazio sufficiente per i “mostri” Hot Toys e King Arts, l’Hulkbuster S.H.Figuarts è la giusta alternativa. 


  

domenica 24 dicembre 2017

DANCOUGA METAMOR FORCE BY SENTINEL



God Bless Dancouga è una nota serie anime risalente alla metà degli anni ottanta, anche se è ufficialmente approdata anche sulle nostre tv solo pochi anni or sono. Tuttavia, agli appassionati di show robotici è una figura piuttosto nota, vuoi per gli OAV apprezzati in precedenza, vuoi per il mecha design che porta la firma di Masami Obari, vuoi per gli spettacolari toys creati anche in epoca moderna, come il Soul of Chogokin GX-13 Bandai. Questa volta è Sentinel che si cimenta nella produzione di questo Super Robot componibile, avvalendosi di alcune scelte in sede di progettazione che, manco a dirlo, hanno suscitato abbondanti discussioni tra i collezionisti.

Il robot, ricordiamolo, è solo la punta di diamante di una squadra formata da quattro giovani soldati, ognuno dei quali costituisce il pilota di un mezzo di combattimento dotato di svariate trasformazioni ciascuno: il piccolo caccia Eagle Fighter (configurabile anche in modalità robot), il Land Cougar e il Land Liger (carri armati trasformabili in robot umanoidi oppure in cyber bestie dalle linee feline) e il colossale Big Moth (a sua volta mezzo pesante, robot oppure mammut da guerra). Dal punto di vista bellico, le quattro macchine sono già piuttosto performanti, ma all’occorrenza possono combinarsi tra di loro e formare il fantastico mecha finale: in questo caso, si trasformeranno rispettivamente nella testa, nei piedi e nel corpo di Dancouga.

Due sono le caratteristiche salienti di questo prodotto, uno dei primi della sempre più ambiziosa linea Metamor Force di Sentinel : un design rivisitato, come è nello stile della ditta giapponese, visto che di certo non ritroviamo le proporzioni massicce dell’anime, ma piuttosto uno stile più slanciato e moderno; e poi la scala di produzione: questo chogokin tocca i 23 cm all’altezza della testa, che non sono pochi in senso assoluto, ma in un modello del genere ciò significa vedere un po' penalizzati l’Eagle Fighter (grande poco più di una moneta) e anche, seppur in misura meno dolorosa, i due Lander. Spettacolare il Big Moth, ma è chiaro come Sentinel abbia puntato tutto sul robot combinato, che è effettivamente una cosa eccezionale.

Nonostante le dimensioni ridotte, le trasformazioni sono fluide e precise, con tutti i blocchi del caso per non avere parti che si aprono in continuazione, e portano a singole forme robotiche più che discretamente posabili in tutti i casi (Eagle Fighter a parte, prevedibilmente non articolato nei gomiti e nelle ginocchia), quindi Sentinel conferma assolutamente la sua grande tecnica costruttiva; come pure la pulizia estrema della costruzione: non un segno di sprue, non una sbavatura, verniciature di livello eccelso e la quasi completa assenza di viti a vista sul modello.

Avvicinandosi alla forma Dancouga, si possono apprezzare un gran numero di chicchine tecniche: la proboscide che va ad appallottolarsi all’interno del Big Moth, rivelandone un’altra solo scolpita su addome e bacino (questa genialata permette l’eccellente mobilità di tutto il busto), le mani articolate a livello delle singole falangi, il meccanismo a rotazione telescopico per le gambe, arti inferiori dotati di estrema posabilità, caviglie comprese (nonostante qualche fessura di troppo). Il modello finale è qualcosa di una bellezza folgorante, con quelle linee slanciate che comunque trasudano cattiveria da tutti i pori, fantastico! L’eccezionale mobilità generale non può che galvanizzare ulteriormente queste sensazioni, qui siamo al cospetto di un robot componibile posabile quanto un Super Robot Chogokin. Tra l’altro devo ammettere che in “modalità action” la figure si avvicina molto fedelmente alla dinamicità delle linee dei disegnatori della serie tv, catturandone in pieno lo spirito.

Ho evocato l’abusatissimo termine “chogokin” a buon diritto direi, visto che Sentinel ha profuso l’amata lega metallica nelle enormi spalle, nell’addome, nella parte inferiore delle gambe, in parte dei piedi e in qualche dettaglio interno, insomma niente male. Gli snodi sono prevalentemente in plastica e ad attrito, tutti piuttosto possenti e solidissimi. Ma è doveroso segnalare un punto molto delicato che pare abbia generato diversi grattacapi a qualche collezionista, ovvero l’articolazione delle spalle, effettivamente un po' complicata. Complicata perché formata da una serie di 4-5 snodi l’uno adiacente all’altro e caratterizzato ciascuno da movimento specifico, pertanto è necessario portare un minimo di attenzione nella scelta del movimento in fase di posing, ma soprattutto operare con precisione e fermezza lo spostamento verticale dell’intero blocco (vedi foto) qualora si debba trasformare il Big Moth: in quel frangente, meglio agire direttamente con entrambe le mani sulla singola parte interessata, anziché tirare da chissà dove. Fate attenzione.

Eccellente la realizzazione degli accessori: le armi da fuoco sono molto curate e verniciate ottimamente, come pure lo spadone, che presenta un leggerissimo weathering e uno sculpt davvero aggressivo. Presente anche l’enorme Booster, l’unità che conferiva a Dancouga l’abilità di volare, previo agganciamento sulla schiena. Con questo accessorio, il modello tocca i 30 cm di altezza, ma la posabilità non ne risente granchè - occhio però a dove appoggiate le mani – anzi, le possibilità espositive aumentano ulteriormente con l’abbassamento dei cannoni in posizione orizzontale d’attacco. Trovare una posa efficace per questo modello è davvero semplice, e, aggiungerei, estremamente divertente; è quasi un peccato dover scegliere cosa riporre nella scatola.

Tuttavia, esprimere un giudizio secco sul Dancouga Sentinel non è affatto semplice, anche perché devo pur camuffare il mio hype ^^. Ferma restando l’eccellente fattura di questa realizzazione, la scala adottata potrebbe non essere apprezzata da chi preferisce colossi da 25-30 cm; inoltre, ricordiamolo, il design è sottoposto al giudizio soggettivo, come per tutte le reinterpretazioni; infine, il prezzo di listino era estremamente caro già all’uscita nel 2015 – parliamo di una vera bordata, 39,500 yen! – , prezzo poi degenerato ulteriormente negli anni a causa della non facile reperibilità.

Ma i temerari che riusciranno ad entrare in possesso di una copia si troveranno tra le mani uno dei più bei chogokin componibili mai realizzati.

Articolo e foto di Marco De Bon



sabato 16 dicembre 2017

GUNDAM ASTRAY RED FRAME METAL BUILD



Proseguiamo inarrestabili il viaggio descrittivo all’interno della linea Metal Build. Protagonista di questo articolo sarà un mobile suit tratto ancora dalla serie Gundam Seed Astray. Il racconto di Astray si focalizza principalmente sui tre mobile suit MBF-P02, ovvero, Astray Blue Frame, Astray Gold Frame ed Astray Red Frame. Sarà proprio quest’ultimo a svelarci tutti i suoi particolari, minuziosamente riprodotti da Bandai, in quella che è ormai a tutti gli effetti una delle migliori linee di produzione della casa giapponese.

Come sempre confezione very cool con l’Astray in posa plastica centrale su sfondo bianco e rosso. Bellissima la parte del frame riprodotta sulla destra con i particolari in rilievo, mentre in alto a sinistra la scritta Metal Build ed il nome del modello. Spacchettando troviamo un bel vassoio in polistirolo con all’interno il Gundam ed il display stand. Il secondo contenitore è il solito blister trasparente con tutta la serie di accessori. Scudo, Beam Rifle, Beam Saber, Gerbera Straight con fodero, il back pack, due sostegni per il display stand, il fregio a V per la testa e cinque coppie di mani più una singola, quest’ultima per impugnare la guaina della spada. Immancabile il libretto istruzioni a colori con quattro facciate descrittive.

Metal inside…..frame interno i metallo verniciato, davvero bellissime le due tonalità di rosso usate che si contrastano fra loro in vari punti. Armatura esterna in plastica precolorata e con una bella mano di lucido ad abbellire il tutto. Attenzione però, questo non è sinonimo di scarsa cura o qualità, le plastiche sono prive di qualsiasi imperfezione e, in alcuni punti, incise con l’aggiunta di fregi e scritte. Posabilità al top, come ogni Metal Build l’esplosività dei movimenti è una delle prerogative principali. Gli snodi usati sono tutti a frizione con un’ottima tenuta delle pose riprodotte. Molto utile la possibilità di piegare solamente la zona dei polsi che aggiunge ulteriore flessibilità nell’impugnare la Gerbera Straight.

La via del Samurai…..quello che contraddistingue l’Astray Red è senza dubbio la presenza della Katana nel proprio arsenale armi. La Gerbera Straight è la riproduzione della classica spada usata dai mitici guerrieri giapponesi durante le loro battaglie. Bandai ha riprodotto l’arma in modo davvero sublime! Dall’impugnatura fino alla lama, è un susseguirsi di particolari incredibili con addirittura una scritta incisa sulla parte terminale della lama stessa…..un vero uomo che va dritto per la sua strada…..questo il significato dei quattro ideogrammi incisi. Molto bello e particolare anche il fodero della Gerbera Straight, curato anch’esso nei minimi dettagli, sembra quasi una seconda lama data la sua forma. E’ possibile decidere il lato su cui esporre la Katana, tramite appositi fori laterali posti all’esterno delle gambe, si va a fissare molto semplicemente il perno di bloccaggio. Ma non è tutto, grazie ad un apposito supporto, tutta la spada può essere tenuta con la curvatura verso l’alto o verso il basso. Il supporto è poi dotato di uno snodo che consente il movimento sia verso l’interno che verso l’esterno. Con questa soluzione la Gerbera Straight sarà sempre posizionata correttamente in base alla posa scelta.
Le altre armi sono le classiche a disposizione dei mobile suit, peraltro già viste nel Blue Frame. Lo scudo, il fucile Beam Rifle e le immancabili spade laser Beam Saber. Da segnalare il doppio sistema di aggancio dello scudo, può essere fissato direttamente al braccio o essere impugnato tramite apposita manopola mobile posta nel suo interno.

Il Display stand è la classica basetta con asta orientabile ed allungabile. Grazie a due diversi tipi di aggancio possiamo decidere fra due modalità di fissaggio. La prima è un semplice perno che va ad infilarsi nella sede posta dietro al bacino. La seconda invece offre decisamente un sostegno più affidabile, si aggancia nella medesima zona, ma va ad interessare tutta la parte bassa posteriore del modello.

Con l’Astray Red Frame si chiude il trio dei mobile suit della serie ad essi dedicata. Come sempre la realizzazione Bandai risulta essere impeccabile sotto ogni punto di vista e va ad arricchire con un’altra perla la flotta Metal Build. Abbiamo volutamente lasciato per ultima l’analisi di questo modello nonostante la sua uscita sia antecedente a quella del Blue Frame, invertendo di fatto l’ordine in cui sono stati rilasciati i modelli sul mercato. Bandai ha dotato questo mobile suit di ben tre upgrade, il primo praticamente in contemporanea all’uscita sul mercato, mentre gli altri due a distanza di un anno. Essendo molto particolari ed importanti, abbiamo optato per un percorso recensivo consecutivo che andrà ad analizzare separatamente e nei minimi dettagli i tre set dedicati. Stay tuned…..

Un enorme ringraziamento all’amico Cristian Giorgi per la traduzione.



sabato 9 dicembre 2017

DESTINY GUNDAM METAL BUILD HEINE CUSTOM TAMASHII NATION 2015



Tamashii Nation, l’evento annuale dove Bandai presenta le novità per il nuovo anno, è anche occasione per proporre alcuni modelli in versione esclusiva. La casa di Asakusa è maestra nel realizzare nuove varianti cromatiche che fanno vacillare la fragile resistenza del collezionista. Nell’edizione 2015 Bandai propone una nuova versione del Destiny Gundam Metal Build, uscito nel 2013, chiamata Heine Custom. Questa nuova edizione si differenzia dalla regolare per la nuova colorazione, qui arancione e rossa. La realizzazione è direttamente estrapolata dal videogame Gundam Extreme Vs-Force. 

La confezione è in dimensione identica alla tiratura seriale, cambia l’art work frontale e tutta la colorazione di sfondo. Viene raffigurata la sagoma del Destiny completamente nera con in risalto solamente alcune parti del volto ed il fregio sulla spalla sinistra. Tutto il resto del packaging è di colore arancione acceso con la scritta Tamashii Nation 2015 sul retro. Anche all’interno identica dotazione con il mobile suit corredato da display stand e accessori. Il box comprende un contenitore in polistirolo ed un blister in plastica trasparente.

Come detto il modello è identico al suo omonimo regolare, la nuova veste cromatica gioca molto con il contrasto fra i colori arancione e rosso. Le zone interessate sono tutte nella parte alta con busto, spalle, avambracci e back pack ad accogliere il cambiamento di colorazione. Vista la sovrapposizione di due tinte molto accese, Bandai ha spezzato sapientemente la colorazione inserendo altri colori. Con questa soluzione si distingue immediatamente la diversità cromatica delle zone che, se così non fosse stato, sarebbe risultata quasi identica. Sul busto gli inserti grigio chiaro dividono nettamente il pettorale arancio dalla zona addominale rossa, a sua volta divisa in due tonalità leggermente diverse. Sono stati anche inseriti un paio di dettagli in giallo oro. Sul back pack dalle grandi ali abbiamo invece una continua sovrapposizione dei due colori principali, spezzati dal giallo e dal grigio antracite della parte superiore. La finitura generale è come sempre ottima e priva d’imperfezioni di qualsiasi genere.

La dotazione accessori comprende gli armamenti classici, le varie coppie di mani, gli effetti per le spade e la basetta espositiva. Lo stand della versione Heine Custom è completamente nero e con il medesimo fregio a forma di rosa che troviamo sulla spalla sinistra del Destiny.

Tecnicamente nessuna novità, personalmente ho riscontrato un aumento della rigidità e quindi di tenuta, dello snodo che gestisce il piegamento del busto. Durante le varie sessioni fotografiche ho stressato la parte interessata volutamente, usufruendo anche dell’option set Wing of Light che va ad aumentare notevolmente il peso delle ali.

Il modello è stato messo in vendita direttamente al Tamashii Nation 2015, successivamente, a partire dal mese di aprile 2016, Bandai ha realizzato ben tre ristampe acquistabili solamente sul Tamashii Web Shop.

Ad ognuno il proprio Destiny…..sia in versione normale che in questa Heine Custom, ci si trova per le mani sempre un gran pezzo. I puristi probabilmente preferiranno sempre la colorazione classica attinente alla serie, ma vi assicuro che in questa versione il Gundam Destiny acquista un qualcosa di più…..forse addirittura me lo fa preferire!