lunedì 22 dicembre 2014

GX50 COMBATTLER V SOUL OF CHOGOKIN


Nella storia della serie Soul Of Chogokin, Bandai ha più volte rivisitato alcuni soggetti prodotti, rendendoli esteticamente più belli e tecnicamente più avanzati. Queste produzioni vengono denominate Renewal e contraddistinte dalla sigla R accanto alla numerazione del modello. Non ci è dato sapere con quale criterio la casa nipponica scelga i soggetti da rivisitare, certo è che i restyling fino ad ora prodotti si sono fatti apprezzare soprattutto per le migliorie estetiche apportate. Innegabile come il GX01R Mazinger Z sia decisamente più bello, proporzionato ed aggraziato rispetto al primo GX01 uscito nel lontano 1997. Partiamo proprio dall’inizio…..1997 Mazinger Z…..1998 Great Mazinger…..dopo due pilastri dell’animazione giapponese targati Go Nagai, nel 1999 arriva il primo modello componibile della serie SOC, il Combatler V. Il GX03 diventa il nuovo punto di riferimento tecnico/estetico per i modellini di questa serie e fa capire benissimo quale sia il grande potenziale di cui dispone Bandai. Credo di non esagerare affermando che ancora oggi nessuno sia riuscito ad eguagliare, sia in termini tecnici che qualitativi, le realizzazioni  della grande B. Esattamente dieci anni dopo, nel 2009, ecco arrivare una versione completamente nuova del Combattler V denominata GX50! Viene dunque abbandonata la sigla R che viene sostituita dalla numerazione progressiva della serie. Un progetto tutto nuovo che concentra i suoi punti di forza su nuove proporzioni, accorgimenti tecnici ed una dotazione accessori più ampia e completa.

Confezione stupenda (40x28x10) con il Combattler che giganteggia sulla parte destra mentre sullo sfondo si vede la Nambara Base che ovviamente non è compresa. Nella parte sinistra cinque riquadri con all’interno le navicelle, mentre al centro compare il nome del modello con la grande V finale. Sul retro la classica vetrina rappresentativa di tutto il contenuto. All’interno due contenitori, un box in polistirolo con copertura a vetrina molto simile a quella del Voltes V e con quel tocco di vintage che richiama le vecchie confezioni anni 80. In questo contenitore troviamo il clou del GX50 con le navicelle e tutte le armi disponibili. Il successivo blister in plastica è dedicato alle varie parti che servono a formare lo stand espositivo, due paia di mani aggiuntive ed altri accessori che completano la dotazione. Immancabile il libretto illustrato, che oltre alle istruzioni, ci delizia con bellissimi disegni riguardanti i vari concept del personaggio e delle sue armi. Oltre a questo possiamo anche vedere i quattro modelli prodotti nel corso degli anni fino ad arrivare al GX50. I primi due del 1976 (uno componibile ed uno fisso), il terzo del 1982 ed il quarto nel 1999, il GX03.

Come per l’edizione precedente abbiamo il modello scomposto nelle cinque navicelle….. BATTLEJET – BATTLECRASHER – BATTLETANK – BATTLEMARINE – BATTLECRAFT. Subito spicca la massiccia quantità di metallo usata per buona parte della loro produzione, escludendo il BATTLEJET che è interamente in plastica, tutte le altri componenti vantano una buona dose di zama. Ecco un breve elenco dei loro pesi: BATTLEJET 26 g – BATTLECRASHER 116 g – BATTLETANK 165 g – BATTLEMARINE 250 – BATTLECRAFT 108 g. Immediatamente si nota l’aumento delle dimensioni rispetto a quelle del GX03, questo fa presagire un ovvio incremento anche dell’altezza finale che potrà avere il mecha assemblato. La colorazione, davvero di ottima qualità, è stata variata con una tonalità di blu più chiara, mentre il rosso risulta essere molto più acceso. Anche i pochi inserti in giallo sono più chiari mentre il grigio sembra non essere variato. Bandai ha inserito qualche nuovo dettaglio, sul BATTLEJET c’è ora la possibilità di estrarre i carrelli, di aprire il cupolino frontale e di far uscire i cannoni laterali. Sul BATTLEMARINE invece le parti gialle sulle ginocchia sono state concepite in modo da potersi ribaltare e permettere la fuoriuscita dei carrelli di sostegno. Aggiunta molto gradita riguarda il cannone in dotazione per il BATTLETANK, dopo averlo applicato sulla navetta cingolata, possiamo orientare verso l’alto o verso il basso la bocca da fuoco. Non mancano ovviamente le rampe del BATTLEMARINE, accessorio questo usato per il trasporto in volo del BATTLETANK.

Contatto…..l’agganciamento dei cinque Jet si esegue molto semplicemente, le istruzioni presenti sul libretto sono davvero molto chiare da seguire ed in brevissimo tempo ecco apparire il nuovo Combattler V. Il mecha, nella sua nuova versione, raggiunge l’altezza di 25 cm, uno in più del GX03, per un peso di 665 grammi. In definitiva solamente 15 grammi di aumento rispetto alla vecchia realizzazione che ne raggiunge 650. Lo sculpt è decisamente molto più fedele e, soprattutto quello del viso, dona al Combattler la giusta aggressività. Nuova articolazione è stata introdotta per il movimento della testa che ora gode di ampi movimenti, bellissime le braccia con gomiti ad estrazione che permettono di raggiungere un piegamento di 180 gradi. Lo snodo poi che gestisce il movimento rotatorio del braccio, rigorosamente a scatto, consente realmente un’ampia manovrabilità…..purtroppo però la fase di sollevamento della spalla, dotata invece di una gimmik a frizione, tende a cedere impietosamente sotto il peso dell’intero arto. Da esaurimento nervoso il continuo distacco degli scudi laterali con annesse alette retrattili del BATTLECRASHER, quasi ad ogni minimo spostamento queste parti si staccano dalla loro sede cadendo irrimediabilmente a terra. Stesso discorso anche per i cingoli dietro alla schiena che sono agganciati tramite una piccolissima protuberanza in plastica che si rivela totalmente inadatta a sorreggere il peso di queste parti. Qualcosa da ridire anche sul metodo ad estrazione delle mani interne, dove la manovra risulta difficoltosa a causa del non proprio grande spazio in cui si deve agire. Il recente Tryder G7 difatti è stato dotato di apertura laterale proprio per risolvere questo problema. 

La parte bassa del GX50 presenta un sensibile miglioramento dello snodo che permette il movimento delle gambe. Sostanzialmente questa articolazione consente di far  scendere e salire i femori aumentandone la possibilità di apertura. Al ginocchio è stata inserita una gimmik dalla doppia funzionalità, oltre al classico piegamento, possiamo ora anche ruotare tutta la parte bassa della gamba. Questa soluzione, unita alla precedente descritta, ci consegna si un Combattler decisamente più posabile, ma con una stabilità davvero molto molto precaria! La soluzione scelta da Bandai si rivela completamente inadatta ad un modello che concentra la maggior parte del suo peso nella parte alta. L’articolazione è completamente ad atrito dove invece sarebbe dovuta essere rigorosamente a scatto, proprio per il fattore del peso che questa parte deve gestire. In più anche l’effetto estetico si rivela abbastanza deludente dato che i femori non possono compiere nessun genere di rotazione sul proprio asse. Aggiungiamo anche una non ottimale tenuta delle caviglie, anch’esse dotate di un sistema di rotazione a frizione. Insomma, le innovazioni tecniche apportate si rivelano in definitiva il vero tallone d’Achille del GX50!

A risollevare la le sorti della produzione è la sontuosa dotazione accessori, qui Bandai ha fatto davvero le cose in grande inserendo tutte le armi che mancavano nella passata edizione. Ecco l’elenco dell’arsenale a disposizione del Combattler V…..BATTLE GALEGA (tenaglia) – TWIN LANCER ( lance) – ATOMIC BURNER (lanciafiamme) – CRISTAL CUTTER (trivella) – CHOUDENJI YOYO (yoyo elettromagnetici) – SUPER CHOUDENJI YOYO (doppio yoyo) CHOUDENJI CRANE (maglio con cavo) - BIG BLAST DRIVER (missile) – CUTTER KICK (lame sulla caviglia). Oltre alle armi ci sono anche degli effetti in plastica che ne accompagnano l’uso di alcune. Due saette per simulare il lancio degli YoYo elettromagnetici, si agganciano alle mani. Usandone una sola, e tramite l’impiego di un apposito accessorio, si ottiene il lancio del doppio YoYo. Anche il lancio del missile ha il suo effetto scenico, una semplice barretta in plastica da agganciare al corpo del Combattler. Per riporre tutto l’arsenale e non, Bandai ha predisposto un sontuosissimo stand dove è possibile alloggiare ogni accessorio e arma in dotazione. Qualsiasi pezzo ha una propria sede studiata in modo da rendere molto semplice e immediato l’impiego dell’accessorio voluto. 

Il Combattler V, durante il corso della serie, viene modificato in modo da ottenere una trasformazione in modalità carro chiamata GRANDASHER. Una sorta di ariete di sfondamento che si lancia a gran velocita per abbattere qualsiasi ostacolo. Questa trasformazione è davvero molto semplice, implica solamente l’aggancio di due apposite prolunghe per i cingoli e di due carrelli applicati alle ginocchia, accessorio questo mancante nella versione GX03.

La nuova “incarnazione” del Combattler V compie un passo avanti ed uno indietro. Estetica e proporzioni sono davvero ben riuscite facendo guadagnare tantissimo in termini di fedeltà con la controparte televisiva. Tecnicamente però Bandai è caduta la dove solitamente non ha rivali, compromettendo con alcune scelte davvero dubbie la stabilità dell’intero progetto. E’ un vero peccato, questo GX50 doveva essere l’evoluzione del suo predecessore, ma sotto alcuni aspetti sembra essere addirittura peggiorato! Fortunatamente finitura generale e materiali fanno risalire in parte la valutazione ed insieme alla sontuosa schiera accessoristica salvano da una  bocciatura clamorosa la realizzazione Bandai.