domenica 27 luglio 2025

ALTEISEN SRW OG MORTAL MIND CCS

NOME DEL MODELLO: ALTEISEN 

PRODUTTORE: CCS

ANNO DI RILASCIO: 2025

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 36.000

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 7

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 10

CONFEZIONE/DIMENSIONI: 53 x 41 x 14 cm

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PRO

robusto e pesante

posabilità fantastica

colorazione top

nuovo sistema di bloccaggio dello stand

CONTRO

  tipologia di libretto istruzioni da aggiornare

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Torna CCS con il suo nuovissimo modello e, come sempre, dimostra di essere al top nel settore delle riproduzioni robotiche da collezione. Il mecha che ci propone la casa asiatica è tratto, ancora una volta, dalla fortunata e famosa saga di videogiochi Super Robot Wars Original Generation. Per la serie Mortal Mind, vi presentiamo il possente Alteisen.

Il packaging è l’ormai classico brown box in cartone con copertina interna illustrata. Il retro propone sempre un’immagine del mecha in stile disegno in bianco e nero, sempre molto bella da vedere. La confezione contiene un contenitore in polistirolo e tre blister in plastica con accessori e basetta. A corredo della dotazione il classicissimo opuscolo delle istruzioni in bianco e nero.

Peso massimo

Quando si solleva il box in polistirolo, l’Alteisen CCS ci fa sentire immediatamente il suo grande peso che, complice il montaggio di alcune parti del corpo, sale ulteriormente! Dentro alla confezione il modello è spoglio di testa, spalle, avambracci, mani e dei gonnellini intorno al bacino. Possiamo così notare la grande quantità di metallo di cui è composto il mecha, in pratica tutto il suo scheletro è un blocco di zama! Così in versione “naked” già raggiunge 1,5 kg, applicando le varie parti sopracitate arriviamo al peso record di ben 2,1 kg per un’altezza di 28 cm! Indubbiamente è il modello Mortal Mind più pesante in assoluto prodotto fino ad ora. Se pensavate che il Gunbuster fosse un peso massimo, con l’Alteisen dovrete ricredervi! Il fattore della pesantezza ha ovviamente un ruolo importantissimo nella gestione del modello, ma non solo, tutta questa massa di metallo si addice perfettamente al design massiccio del robot. CCS vuole trasmettere, con questa sua nuova realizzazione, un senso di potenza e stabilità di livello superiore…..possiamo anticiparvi che lo scopo è stato perfettamente raggiunto!

Assemblaggio

Per assemblare le varie parti che vanno a completare l’Alteisen bisogna rispettare una determinata sequenza, questo per non trovarsi poi in difficoltà nel dover inserire determinate parti. Partiamo con la testa che va spinta semplicemente sul perno del collo, poi è il turno dei due fianchetti al bacino, si bloccano e si fanno andare all’indietro. Ora è il momento di far ruotare di 360 gradi il busto ed inserire il gonnellino frontale, fatto questo si riporta il busto nella posizione di partenza. Adesso si procede con il pannello più grande sul retro che viene semplicemente fissato sulla sede a scorrimento, ovviamente, prima di compiere questa operazione, bisogna riportare i fianchetti in posizione normale. Passiamo adesso al back pack con i reattori, basta semplicemente spingere il perno nell’apposita sede dietro alla schiena. Ora è il turno dei due avambracci, qui l’operazione è davvero semplicissima, vanno fissati al perno delle braccia per poi passare al montaggio delle due mani, uniche nella dotazione accessori e con dita articolate. Eccoci alla parte finale dedicata alle due grandi spalle. Per il corretto posizionamento bisogna alzare il supporto in metallo sul frame, premere l’apposita sezione sulla spalla e procedere al bloccaggio ed al posizionamento finale. Finalmente abbiamo il nostro Alteisen Mortal Mind completo e pronto all’azione. Ci troviamo davanti ad un modello davvero massiccio e ben proporzionato e, come dicevo all’inizio, con un’estetica che trasmette potenza pura. Impossibile non notare la splendida cura che CCS ha usato per realizzare ogni minimo dettaglio, ci sono piccole scritte, pannellature e numerosissimi dettagli sapientemente realizzati. Durante le fasi di montaggio si possono ammirare, ad esempio, tutti i particolari interni delle varie sezioni dei gonnellini, un lavoro davvero incredibile per dovizia e precisione realizzato in punti che, in molti casi, rimangono nascosti alla vista.

Articolazioni e posabilità top

Ruolo fondamentale lo svolgono le articolazioni, la mobilità, ma soprattutto la tenuta e la stabilità, fattori determinanti nella realizzazione di un modello di questo genere. Visto il suo peso CCS ha studiato articolazioni a doc in grado di assicurare tutti i fattori appena citati. L’Alteisen Mortal Mind è dotato di snodi molto potenti e resistenti realizzati con il metodo ad attrito. La loro resistenza alle sollecitazioni, ma soprattutto al peso, è davvero qualcosa di eccezionale. Muovere questo bestione di oltre 2 kg risulta molto semplice e divertente, ma richiede anche con un piccolo sforzo per raggiungere la posa desiderata. Nelle gambe troviamo la maggior resistenza articolare ed anche la maggior concentrazione di peso del frame interno. Questo mix permette quindi al modello di essere messo in pose action davvero estreme, anche con divaricazione delle gambe elevata, complice l’inclinazione esagerata delle caviglie! Tutto è stato studiato nei minimi particolari per far raggiungere all’Alteisen un elevata posabilità in ogni sua parte del corpo. La testa ha due grandi antenne laterali che, in alcuni casi, possono andare a toccare la parte interna delle spalle. CCS ha però realizzato un movimento separato per le grandi spalle che consentono a queste due parti di essere alzate ed inclinate verso l’esterno. Ma non finisce qui perché tutta l’articolazione del braccio si allunga andando ad aumentare la distanza dal busto. Tutto questo permette alla testa di essere liberamente posizionata evitando collisioni con le spalle. Il collo è poi dotato di un doppio movimento che permette alla testa di scendere e salire in altezza ed anche di potersi inclinare molto lateralmente e posteriormente. Le braccia ruotano completamente a 360 gradi ed oltre ai movimenti descritti poco sopra, possono essere piegate avanti/indietro verso il busto. Le braccia ed anche gli avambracci, ruotano sul proprio asse e, questi ultimi, si piegano completamente verso i bicipiti. Le mani hanno, come già detto in precedenza, le dita articolate ed il polso mobile per essere posizionate con inclinazioni differenti. Anche il busto del modello realizza movimenti in ogni direzione, ruota, si piega avanti/indietro e s’inclina a destra e sinistra. Tutto sempre con molta semplicità ed un’ottima resistenza. Insomma, anche questo nuovo Mortal Mind raggiunge livelli di posabilità eccezionali nonostante il suo design massiccio ed a tratti “ingombrante”. I 2,1 kg, come dicevo all’inizio, giocano un ruolo importantissimo per tenuta e stabilità del modello e dimostrano il sapiente studio da parte di CCS nella distribuzione dei pesi e dei materiali usati nelle varie sezioni del mecha.

Cromaticità e dettagli

La colorazione scelta da CCS è quella rosso scuro accompagnata da sezioni bianche, grigie, arancioni e grigio antracite. La realizzazione è come sempre impeccabile senza la minima imperfezione. Le tonalità della verniciatura sono sostanzialmente due, lucida per tutta la parte rossa ed opaca per gli altri colori. Questa differenza esalta moltissimo l’estetica del modello e, contemporaneamente, fa risaltare tutte le sezioni opache. Si crea quindi uno stacco cromatico perfetto che sapientemente spezza, nei punti giusti, quelle rosso lucido. L’Alteisen Mortal Mind è ulteriormente abbellito da numerosi particolari, molti anche di piccole dimensioni. Osservando il modello da vicino si notano scritte, simboli, piccole parti trasparenti, pannellature e dettagli incredibili! Guardate ad esempio il dettaglio della sezione interna del collo, le piccole diciture sparse sul corpo ed anche tutti i pannelli sagomati di cui è dotato il mecha. Non c’è una di queste parti che non sia curata e perfettamente verniciata, è possibile addirittura leggere i nomi delle due armi integrate sugli avambracci!

Accessori – funzionalità e led

La dotazione accessori dell’Altaisen non è molto ampia, CCS si è limitata alla realizzazione di ciò che la controparte del videogioco mostra nelle varie scene di combattimento. Come potete vedere dalla foto dedicata, abbiamo diverse effect parts a corredo del modello e la classica basetta espositiva, qui con una gradita innovazione nella sezione del supporto mobile. La parte più cospicua degli effetti è sicuramente quella dedicata alle Square Claymore che vengono lanciate dalle spalle del mecha. Nella confezione troviamo i due supporti forati dove vanno inseriti gli effetti. Ne abbiamo di 3 differenti lunghezze ( A-B-C) e li possiamo fissare a nostro piacimento in ogni posizione. Questo ci consente di realizzare esposizioni differenti che simulano il lancio. Una volta realizzata la scelta si passa al fissaggio degli effetti alle spalle dell’Alteisen. Premendo l’apposito pulsante integrato sulla struttura della spalla stessa, si apre a scatto il vano e, questo manualmente, si procede con l’apertura dei due pannelli interni. Ora è possibile agganciare gli effetti delle Square Claymore e realizzare la nostra action pose preferita. Le prossime effect parts sono quelle dedicate al Revolving Stake, una delle due armi integrate sugli avambracci dell’Alteisen e, più precisamente, su quello destro. Il Revolving Stake è a tutti gli effetti un revolver a tamburo con tanto di cartucce per ricaricarlo. A differenza della classica pistola, la parte terminale dell’arma non è la canna dove fuoriesce il proiettile, ma una punta metallica che si allunga perforando oggetti e nemici vari, un’arma davvero pittoresca direi. CCS ha realizzato il Revolving Stake perfettamente funzionante, con tamburo rotante ed estraibile, dotato di 6 cartucce per caricarlo. Il cane del revolver funziona realmente e, tramite la pressione del tasto apposito posto sulla struttura dell’arma, si abbassa per far scattare in avanti la punta terminale simulando così il colpo che si vede nel videogioco! Piccola parentesi tecnica…..per chi non lo sapesse, il cane del revolver a tamburo è una leva che, una volta azionata dal grilletto e colpendo il percussore, innesca lo sparo. Adesso entrano in gioco le due effect parts dedicate e volte a simulare l’effetto del colpo effettuato dall’arma. Sono due parti realizzate in PVC morbido da fissare alla punta del Revolving Stake. E’ possibile simulare anche una seconda tipologia di effetto andando a girare nel senso opposto l’effetto più piccolo ed applicando la mini punta inserita nella confezione. Per realizzare questo effetto perforante dobbiamo però munirci di una piccola parte biadesiva (specificato chiaramente sulle istruzioni) da posizionare tra i due effetti o tra l’oggetto che vogliamo immaginariamente perforare. La vittima sacrificale scelta per il servizio fotografico è un “povero” Gundam in scala ridotta. L’avambraccio sinistro ospita invece un machine cannonon a tre canne. Questo armamento non è stato dotato di nessun effetto, ma ha una sezione mobile che ne consente una minima visione di alcuni dettagli interni. L’ultima effect part in dotazione è dedicata al corno posto sulla fronte dell’Alteisen denominato Heat Horn. Con quest’arma l’Alteisen si scaglia contro il nemico perforandolo con il suo corno incandescente! Per replicare questo colpo sul modello CCS, bisogna staccare il corno normale ed inserire quello ad effetto. Qui entrano anche in gioco le uniche parti illuminate del modello, occhi e luce della fronte. La batteria di alimentazione è già presente nella confezione all’interno di un apposito sacchettino protettivo. Va inserita nel circuito all’interno della testa a cui si ha accesso sollevando la copertura superiore fissata magneticamente. Direttamente sul circuito troviamo anche il tasto per l’accensione, prima pressione per accendere gli occhi, seconda per la luce rossa del Heat Horn e terza per spegnere il tutto. Se per caso ci si dimentica di spegnere il circuito, dopo 5 minuti di funzionamento, tutto si spegnerà automaticamente. Dobbiamo però sottolineare che la luce dell’effetto Heat Horn non è particolarmente intensa, in pratica viene solamente illuminata la parte iniziale dell’effetto. Il nuovo arrivato Mortal Mind porta con se anche diverse parti mobili della sua corazza esterna. Abbiamo due pannelli apribili posti sui polpacci, possiamo inclinare la sezione terminale del gonnellino posteriore e vedere i reattori salire per mostrarsi meglio. Il back pack è dotato di tasti per far cambiare posizione ai 4 reattori ed ancora troviamo due pannelli nella parte terminale delle spalle che, muovendosi in avanti, concedono al braccio un’escursione più ampia. Per finire le punte mobili poste dietro alle grandi spalle, oltre a muoversi indipendentemente l’una dall’altra, sono ulteriormente dotate di pannelli orientabili. Insomma, anche questa volta CCS non ha lesinato, ma non l’ha mai fatto, sulla cura realizzativa di ogni parte del nuovo Alteisen.

Eccoci all’ultimo elemento della dotazione accessori, la classica base espositiva a cui CCS ci ha ormai abituati. Forma e colorazione sono le medesime, colore nero lucido con nomenclatura in tonalità oro e sagoma rettangolare ad angoli smussati. CCS ha però apportato alcune modifiche al supporto ed al suo bloccaggio. La parte che viene agganciata alla basetta è tutta di nuova concezione con un sistema d’inclinazione molto più pratico ed efficiente. Anche la forma è completamente cambiata, abbiamo ora un braccio mobile che, grazie ad una articolazione a scatto, ci permette di far scendere e salire in 4 posizioni differenti il braccio di supporto. Anche per il vano che accoglie le 2 aste metalliche, è stata realizzata un’apposita sede che è parte integrante del nuovo design del supporto. Anche il fissaggio alla base avviene in modalità un po’ diversa dal solito, possiamo far ruotare i due dischi nella parte sottostante usando il connettore che viene posizionato al bacino del modello per la connessione delle aste metalliche. Questa nuova soluzione risulta essere molto più pratica e veloce rispetto alla vecchia che avveniva usando le mani. Come ultima novità bisogna segnalare anche la presenza di due scanalature ricavate sotto alla base espositiva. Queste nuove sezioni servono a contenere le due aste metalliche del supporto quando non vengono utilizzate. Il nuovissimo sistema dimostra tutta la sua efficienza sostenendo senza problemi il grande peso dell’Alteisen, soprattutto nella massima inclinazione possibile. Il modello rimane sempre stabile e bilanciato permettendoci un’esposizione sicura anche in posizioni molto dinamiche verso il basso!

Conclusioni ed aspettative future

La realizzazione dell’Alteisen poteva sembrare piuttosto semplice, ma in realtà nascondeva alcune insidie da superare dovute alla sua estetica piuttosto ingombrante. Il lavoro svolto da CCS sul fronte della mobilità del modello è davvero da applausi. Riuscire a dare dinamicità nei movimenti a questo colosso di oltre 2 kg, soprattutto nella sezione delle spalle, sottolinea la grande competenza raggiunta dal team di sviluppo della casa produttrice. Quello che sempre mi stupisce è la costante ed enorme qualità realizzativa di questi prodotti che, a differenza di altre aziende, continuano a mantenere un rapporto qualità/prezzo davvero importante e di ottimo livello. Personalmente riconosco a CCS l’incredibile capacità di farmi innamorare di mecha che, potenzialmente, non mi sono mai interessati o piaciuti e non è cosa da poco! Chiaramente questo Alteisen non potrà interessare a tutti i collezionisti, ma è impossibile non riconoscere la bontà del lavoro di realizzazione svolto da questa grande azienda. Il livello sale costantemente ad ogni uscita ed anche questa volta ci è stata dimostrata la volontà di migliorare anche negli aspetti all’apparenza meno importanti della produzione. Il futuro di CCS è già tracciato, è imminente l’uscita della nuova versione del Gurren Lagann denominata 2.0, particolarmente attesa per conoscere le differenze realizzative e per chi, come il sottoscritto, ha saltato la prima uscita. E’ stato mostrato recentemente il modello finale dell’Ultimate Dancouga che, sempre per la serie Mortal Mind, debutterà nel mese di settembre. Gli annunci non sono terminati perché è stata anche mostrata la sagoma oscurata del prototipo dell’Eva 02, sempre in versione ANIMA. Le nostre aspettative salgono ulteriormente aspettando nuove news sulle altre serie in produzione di CCS, soprattutto per il trio Getter che sarà il capostipite di una nuovissima serie curata da un mecha designer d’eccezione!  

Ringraziamo sempre moltissimo CCS per la collaborazione e per averci fornito il modello per la nostra recensione! Personalmente il mio immenso grazie a Giustino ed a tutti i suoi collaboratori per il grande supporto!

 

GALLERIA FOTOGRAFICA ALTEISEN SRW OG MORTAL MIND 

 


 

 

domenica 15 giugno 2025

GOSHOGUN NOBLE CLASS - MOSHOW TOYS

NOME DEL MODELLO: GOSHOGUN NOBLE CLASS

PRODUTTORE: MOSHOW TOYS

ANNO DI RILASCIO: 2025

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 29.000

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 10

CONFEZIONE/DIMENSIONI: 40 x 30 c 15 cm

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PRO

nuovo design eccezionale

colorazione opaca fantastica

posabilità top

basetta magnetica

led multifunzione

CONTRO

try three un po' sotto tono

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Nel corso degli anni abbiamo visto alcune case produttrici riprodurre mecha, più o meno conosciuti, con rivisitazioni estetiche. Facendo un salto indietro nel tempo non possiamo dimenticare i modelli di casa Fewture firmati dal grande e, purtroppo scomparso, Taku Sato. I suoi design alternativi hanno fatto “scuola” dando il via a tutta una serie di riproduzioni con uno stile più accattivante e, se così possiamo dire, più moderno. Ovviamente questi re-design possono piacere o non piacere, ma è innegabile che alcuni siano davvero spettacolari. Da questo  pensiero parte la recensione del mio primo prodotto targato Moshow Toys, casa di produzione asiatica a cui non mi ero mai avvicinato, ma che ho sempre seguito con curiosità. Il mecha protagonista di questo articolo, riprodotto con tanto di licenza ufficiale, è una nuova interpretazione del Goshogun, da noi conosciuto come Gotriniton.

La presentazione grafica della confezione mette già in risalto il nuovo stile del personaggio. Una grande immagine occupa tutto il frontale, sul retro invece abbiamo diverse immagini che mettono in risalto alcuni particolari del modello e del suo piccolo compagno Try Three. All’interno due grandi blister in plastica trasparente accolgono i due robot, tutta la serie di armi ed accessori a disposizione ed un bellissimo e dettagliatissimo libretto istruzioni. La confezione non è gigantesca, anzi, risulta essere contenuta nelle dimensioni e, cosa non di poco conto, realizzata con materiale di buon spessore.

Il Goshogun è protetto dai classici veli trasparenti e, questo nei punti più a rischio sfregamento, anche da appositi inserti in gommapiuma. Questo aspetto già denota un grande senso di cura nella fase dell’imballaggio del prodotto, riducendo praticamente al minimo il rischio di danneggiamento durante le fasi del trasporto. Il piccolo Try Three invece è inserito in un apposito spazio a fianco del mecha principale. Il primo contatto con il Goshogun mi ha davvero lasciato estasiato. Il nuovo design è stratosferico e colmo di dettagli incredibili. L’altezza è di ben 30 cm per un peso di tutto rispetto che arriva a toccare 1,2 kg. Anche il Try Three si difende bene con un tratto chiaramente simile al fratello maggiore, misura 8 cm di altezza per un peso di circa 18 grammi. E’ scomponibile nelle 3 navicelle ( King Arrow – Jack Knight – Queen Rose)  che possono essere inserite all’interno del Goshogun. Le soluzioni tecniche per la mobilità del modello sono tutte ben studiate ed in linea con la maggior parte delle produzioni attuali. Le articolazioni sono tutte concepite con movimento ad attrito e, cosa fondamentale, godono di una ottima resistenza e rigidità. Moshow ha raggiunto un ottimo compromesso facendo si che tutti i movimenti risultino fluidi e mai difficoltosi da realizzare. Nel servizio fotografico ho cercato di mettere in evidenza le diverse peculiarità di cui dispone il Goshogun, soluzioni che davvero fanno la differenza e che elevano la valutazione finale del prodotto.

La grande libertà di movimento della testa con il collo che si alza e si abbassa a scatto per concedere un più ampio raggio di azione. I grandi copri spalla hanno un perno snodato che consente il movimento svincolato dalle braccia, questo per essere adattati alla posa scelta. Rotazione delle braccia a 360 gradi, parte dell’avambraccio dotato di scudo con rotazione propria e polso snodato per una grande varietà di posizionamenti ottenibili. Il busto ruota e si piega in qualsiasi direzione con un piccolo particolare per ottenere la massima inclinazione in avanti. Bisogna sollevare la parte terminale rossa posta alla base del petto, dettaglio questo ben evidenziato sul manuale istruzioni. Anche sul bacino è stato fatto un grandissimo lavoro, tutti i panelli si sollevano e si adattano alla posizione delle gambe andando così ad evitare vuoti visivi antiestetici. Particolare davvero eccezionale è la realizzazione della pannellatura frontale che, oltre alle soluzioni appena citate, può svincolarsi ed essere orientata in tutte le direzioni! La trovo una soluzione davvero fantastica! Le gambe, con la loro grande mobilità, rendono il modello di casa Moshow davvero incredibile. Grandissima apertura laterale, ampio movimento avanti/indietro e, ma non poteva essere da meno, una bellissima articolazione delle ginocchia che consente il massimo piegamento possibile. Qui troviamo una soluzione già adottata da altre case produttrici, piegando le ginocchia vediamo i pannelli del femore scendere e mostrare i dettagli interni. Articolazioni delle caviglie e piedi agiscono con grandissima efficacia per garantire sempre un sicuro appoggio a terra, soprattutto nelle pose estreme. Vi assicuro che questo Goshogun ne può realizzare davvero molte con moltissima semplicità. Particolare ben studiato riguarda la sezione laterale bassa accanto ai piedi. Qui abbiamo 4 pannelli che si aprono e permettono la massima inclinazione delle caviglie, ma non finisce qui, è possibile anche ruotate tutta l’articolazione. I piedi poi godono di tre punti snodati che vanno ancor di più ad aumentare il grado complessivo di posabilità del modello. Insomma, possiamo veramente divertirci nel realizzare action pose estreme, cosa sicuramente molto apprezzata dagli amanti del “posing”.

La colorazione realizzata da Moshow è un altro punto di forza della produzione. I colori sono opachi con una stesura sulle parti perfetta, non esiste la minima imperfezione! Il tutto poi è impreziosito da innumerevoli dettagli e piccole scritte sparse su tutto il corpo, ma senza mai esagerare. Troviamo pannellature, incisioni e micro dettagli anche all’interno delle varie sezioni apribili, nei vani di aggancio delle navicelle e perfino sotto le piante dei piedi. Un lavoro veramente sontuoso che potenzia notevolmente tutto il lato estetico del Goshogun…..ma com’è veramente il nuovo design concepito da Moshow?

La “trasformazione” estetica del mecha ha eliminato completamente le parti piatte del design originale. Tutto il corpo è stato ripensato inserendo spigolosità praticamente in ogni parte del modello. Partendo dalla testa fino ad arrivare alle parti terminali dei piedi, il nuovo look del Goshogun Moshow è un tripudio di sagome irregolari, nuove forme e piccoli dettagli sapientemente realizzati che donano un senso di muscolarità al modello. Volendo fare un paragone, possiamo confrontarlo con l’ottimo Goshogun di Pose Plus per notare tutto quello che ho appena descritto. Nel prodotto Moshow Toys traspare la ricerca di un nuovo ed intrigante stile senza che questo vada a trascurare le funzionalità classiche del personaggio.

Passiamo ora al piccolo Try Three, mecha di supporto ottenuto dall’unione dei tre jet King Arrow, Jack Knight e Queen Rose. Come detto all’inizio, il piccolo robottino è già assemblato dentro alla confezione. Le sue piccole dimensioni non hanno impedito la realizzazione di articolazioni in grado di donargli un’ampia gamma di movimenti. Il Try Three può addirittura ruotare ed inclinare il busto, ruotare le gambe, inclinare le caviglie e muovere a 360 gradi le braccia. Le sue articolazioni sono ad attrito, qui però in alcuni punti ho riscontrato una minor rigidità che compromette un po’ la stabilità generale. Considerando anche il peso davvero esiguo, risulta a volte difficile stabilizzare il piccolo mecha in determinate pose dinamiche. L’estetica e la colorazione sono in linea con la qualità realizzativa del Goshogun riprendendone ovviamente forme e tonalità. E’ costruito completamente con parti in plastica di ottima qualità con piccoli perni in metallo ad unire le varie articolazioni.

La scomposizione nei tre jet è operazione piuttosto semplice, ma richiede comunque l’uso del manuale istruzioni che, oltre a questo, guida l’utente nelle varie fasi di realizzazione delle tre configurazioni finali. Jack Knight e Queen Rose non necessitano di parti aggiuntive, mentre per completare King Arrow bisogna inserire la piccola parte dei reattori realizzata appositamente. Nella confezione troviamo 5 effect parts da inserire sui 3 jet che vanno a simulare la scia di fuoco dei reattori posteriori, una piacevole aggiunta direi. Oltre a questo possiamo esporre in fase di volo i 3 velivoli usando 3 piccoli stand espositivi, compresi nella dotazione accessori, dotati anche di braccio snodato in diversi punti. Possiamo anche usarne uno per esporre il Try Three in sospensione. Come avviene nella serie animata i 3 jet si possono agganciare al Goshogun. I vani di aggancio si aprono per accogliere le navicelle ed anche per questa fase bisogna consultare l’apposita sezione del libretto istruzioni. King Arrow e Queen Rose si bloccano automaticamente una volta inseriti negli alloggiamenti, mentre per fissare il Jack Knight è stato necessario creare un piccolo accessorio per rendere stabile la sua posizione all’interno della sede di aggancio. Da notare la cura realizzativa posta negli interni delle tre sezioni, dentro al petto ed all’interno delle due gambe. Possiamo notare piccoli dettagli e pannellature perfettamente colorate e addirittura, questo nei vani delle gambe, il simbolo ad X inciso sulla parete frontale!

L’illuminazione è ormai diventata una regola fissa per le recenti produzioni del settore ed anche il modello Moshow ne è provvisto. Abbiamo luci a led per gli occhi, pettorale, back pack e bazooka. L’attivazione è con tocco magnetico e nella confezione troviamo un apposito accessorio dedicato a questo scopo. E’ un semplice quadratino di plastica con un magnete all’interno ed è abbellito con il logo di casa Moshow. Le parti dotate di led riproducono diversi tipi di effetti visivi che cambiano ad ogni tocco del magnete, ovviamente l’ultimo è sempre riservato allo spegnimento del circuito. Le batterie che alimentano i sistemi d’illuminazione solo le ormai classiche a bottone, ne servono 2 di tipo AG1 per la testa, 3 di tipo AG13 per il pettorale, 2 di tipo AG13 per il back pack e 2 per il bazooka. Nella confezione è presente un piccolo cacciavite per l’apertura dei vani batterie. Gli effetti riproducibili sono diversi e, come detto poco fa, si alternano ad ogni tocco. Due per gli occhi, accensione con luce fissa e luce con aumento graduale d’intensità. 4 per il back pack con il Go Flasher, intermittenza delle luci con reattori fissi, rotazione delle luci con reattori fissi, cambio intensità e luce fissa in ogni sezione. Passiamo al pettorale con l’illuminazione posta nel grande simbolo ad x, anche qui abbiamo la riproduzione di 4 effetti differenti. Nel primo il fregio s’illumina gradualmente, nel secondo abbiamo la luce ad intermittenza, nel terzo cambio d’intensità graduale e nell’ultimo illuminazione fissa. Per il Bazooka gli effetti sono identici alla sequenza degli occhi, quindi luce fissa e luce con intensità graduale. Gli accessi ai vani batterie sono ben specificati nel libretto istruzioni e sono davvero semplici da gestire, bisogna solamente usare un po’ di attenzione per quello all’interno della testa perché è di piccole dimensioni. Per quanto belli e coreografici, io non li amo particolarmente perché il loro utilizzo è effettivamente limitato al primo contatto con il modello e consumano molto velocemente le batterie. Come scritto in altre recensioni, avrebbe molto più senso concepire un sistema d’illuminazione con alimentazione e ricarica tramite presa USBC, cosa peraltro già vista su alcune realizzazioni del settore.

Armamenti ed accessori ci riservano alcune gradite sorprese che vanno sicuramente ad aumentare il valore della produzione. Le armi sono chiaramente ridisegnate per essere compatibili al nuovo design del Goshogun. Troviamo la spada Go Saber, la scure Go Stick e lo Space Bazooka. La spada presenta la classica lama con tridente finale, un elsa più larga e lavorata. La nuova sagomatura dona più tridimensionalità alla nuova Go Saber e, complice la colorazione opaca, la rende visivamente molto bella da guardare. La grande scure si compone unendo l’asta in metallo alla testa con le due lame. Anche per la Go Stick lo stile è ancor di più un richiamo a quello del modello con una grande x posta nel centro. E’ anche possibile allargare le due lame tirandole verso l’esterno e, contemporaneamente, vedremo la punta salire verso l’alto. Per lo Space Bazooka Moshow ha realizzato un qualcosa di davvero particolare. Oltre alla già descritta illuminazione, ha concepito il caricatore realmente funzionante con proiettili in metallo. Una volta inseriti all’interno e posizionato il tutto nell’apposita sede sull’arma, possiamo realmente scarrellare e vedere la fuoriuscita del bossolo lateralmente. Da notare anche la minuziosa rifinitura dei singoli proiettili e di tutte le parti mobili dello Space Bazooka che, ancora una volta, denotano e sottolineano la grande cura riposta in questa realizzazione. A corredo delle tre armi ovviamente non mancano tutta una serie di mani alternative, alcune per l’impugnatura delle armi stesse, ed altre riservate alle posizioni più dinamiche. Di nuova concezione il sistema di aggancio, invece del classico perno, abbiamo un vero e proprio gancio che va a bloccare le varie mani, ognuna provvista di asta per la connessione. I vari cambi risultano molto semplici ed al contempo si dimostrano molto solidi e resistenti. Per replicare il Go Flasher abbiamo 5 parti in plastica trasparente di color giallo da inserire nelle apposite fessure concepite sul back pack. Sono ben disegnate e in perfetto stile con il nuovo design, bellissime da vedere anche senza gli effetti luci accesi.

Non manca nella dotazione accessori concepita da Moshow la base espositiva per il Goshogun. Abbiamo un grande quadrato con misure di 28 cm per lato. La base di appoggio è decorata con il fregio pettorale ad x, il nome del personaggio in caratteri giapponesi e la scritta finale Moshow Toys. Nella confezione troviamo anche un’asta di supporto in metallo per sorreggere il modello ed un proprio sostegno dal design molto dettagliato e con forma ad x. Tutta l’area della base espositiva è magnetica e vi possiamo fissare molto saldamente il Goshogun, il Try Three, il sostegno ad x e i 3 piccoli stand, tutti ovviamente dotati di calamite nelle parti di appoggio. Ne troviamo 2 per ogni piede del Goshogun, 1 per il Try Three,  4 per la base ad x e 1 per ogni mini stand. La connessione magnetica è di ottimo livello ed offre una grande resistenza, possiamo tranquillamente appoggiarvi il modello e muoverla senza incappare in cadute o cedimenti, questo ovviamente vale per tutto il resto appena descritto.

Fare la recensione del Goshogun di Moshow Toys è stato uno spasso incredibile. Dall’apertura della confezione fino ad arrivare all’ultima foto scattata, mi ha trasmesso davvero una splendida sensazione di solidità e perfezione. Un prodotto davvero concepito e realizzato con meticolosità sopraffina! La nuova interpretazione estetica è uno spettacolo ed è impreziosita con dettagli davvero incredibili. Ovviamente qui entra in gioco il gusto personale di ogni collezionista che può anche non apprezzare il new design del mecha, ma è innegabile che la realizzazione di questo prodotto sia davvero esaltante. Credo di non esagerare nell’affermare che il Goshogun Moshow Toys sia uno dei modelli che rasenta la perfezione e vada davvero a soddisfare anche il collezionista più esigente.

Un grandissimo ringraziamento a tutto lo staff di Gokin.it per la collaborazione ed il supporto tecnico.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA GOSHOGUN MOSHOW TOYS 

 


 

  

  

domenica 18 maggio 2025

SHIN GETTER 1 CARBOTIX - BLITZWAY + MOSHOW TOYS

NOME DEL MODELLO: SHIN GETTER 1

PRODUTTORE: BLITZWAY + MOSHOW TOYS

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 27.500

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 8

CONFEZIONE/DIMENSIONI: 40 x 35 x 25 cm

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PRO

fedeltà all'originale

colorazione stupenda

base espositiva diorama

prezzo contenuto

CONTRO

sistema cambio mani

aggancio ali in vista

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Blitzway e Moshow Toys uniscono le forze facendo nascere una grande collaborazione. Il mecha scelto per la loro prima volta insieme è senza dubbio uno dei più realizzati nel corso degli anni e non ha davvero bisogno di presentazioni! Signore e signori, per la serie Carbotix, ecco il bellissimo Shin Getter 1! Voglio essere sincero, alla sua presentazione il mio pensiero è stato…..”un altro Shin Getter???!!!”….. Il prodotto nato dalla collaborazione fra Blitzway e Moshow Toys è senza dubbio una grande sorpresa, ma soprattutto, una realizzazione di qualità e spessore! Scopriamo insieme tutto quello che lo Shin Getter 1 Carbotix ha da offrire al vasto pubblico di collezionisti e appassionati del settore.

Prima di tutto facciamo notare un dettaglio molto importante. Niente rivisitazioni estetiche, si è scelto di realizzare lo Shin Getter 1 con il suo design originale. Già questa scelta impone un netto distacco dalle varie produzioni uscite in precedenza, quindi nessun paragone con altri Shin di pari dimensione. Avete letto bene, ho scritto pari dimensione perché il modello Carbotix è di una stazza importante. Con i suoi 27 cm per 1,2 kg di peso, rientra di fatto nella categoria delle più recenti produzioni.

La confezione è bella pesante ed ho pensato che al suo interno ci fosse una pietra e scopriremo che, per certi versi, non sono andato troppo lontano dalla realtà. Il nero troneggia ovunque e le grafiche scelte sono solamente due, un’immagine stilizzata dello Shin a mezzo busto per il frontale ed una sagoma quasi di profilo per il retro, tutto sempre in tonalità scura con linee bianche che fanno vedere i tratti del mecha. All’interno un grande contenitore in polistirolo a due strati ed un blister in plastica. Il box si divide in due alloggiamenti separati, nel primo troviamo il modello con le ali, nel secondo la pesantissima e bellissima base espositiva insieme alla dotazione accessori. Abbiamo le due aste in metallo per la scure e la falce, l’asta di sostegno per la base,  gli effetti per lo Stoner Sunshine, due placchette magnetiche per l’addome, l’effetto per il raggio della testa e per il Getter Beeam addominale e, a chiudere questa sezione, due antenne di ricambio per la testa. Sotto al polistirolo troviamo invece un blister in plastica trasparente con 4 coppie di mani, tre volti alternativi e le parti principali delle due armi da taglio, falce e scure.  

Lo Shin Getter Carbotix, una volta estratto dalla confezione, si mostra in tutto il suo splendore. Immediatamente ci si rende conto della sua perfetta somiglianza alla versione originale della serie animata. Qui gli sviluppatori del progetto hanno fatto decisamente centro, lo sculpt del viso, della testa e di tutta la corporatura del mecha, sono la copia esatta del classico Shin Getter della serie Armageddon! Anche i colori sono stati riprodotti alla perfezione, le spalle in marrone/bianco/grigio, mentre il resto del corpo è diviso nel classico rosso/bianco con inserti in verde partendo dalla testa fino ad arrivare alle gambe. Spezzano la colorazione i laterali dell’addome, realizzati in grigio chiaro, la tonalità metallica delle articolazioni in vista, le grandi lame poste sugli avambracci, le ginocchiere, sempre di colore marrone e le due calotte dorate accanto al collo.

I materiali che compongono lo Shin Getter Carbotix sono il classico mix fra metallo, plastica e ABS. Le parti diecast sono concentrate all’interno per le articolazioni. Esternamente invece abbiamo i piedi e le lame delle braccia! All’interno del libretto istruzioni c’è anche una chiara immagine del mecha con le parti diecast messe in evidenza. Diciamolo subito, la realizzazione tecnica del modello non è complessa, come ad esempio quella dei prodotti CCS, ma pur essendo più semplice come concezione, riesce ugualmente a garantire una buona posabilità allo Shin. Nel prodotto Carbotix il busto è fisso, nessuna rotazione o inclinazione a livello addominale, solamente la parte pettorale e dotata di questa tipologia di movimenti. Le articolazioni sono concepite con un mix fra quelle ad attrito e quelle a scatto, con queste ultime che agiscono nei punti focali del modello. Questa scelta si rivela vincente, soprattutto sul fronte della tenuta delle pose più dinamiche e, soprattutto, sulla stabilità generale del prodotto. Una cosa che non mi è piaciuta molto è il sistema concepito per la sostituzione delle varie tipologie di mani. Il perno del polso è privo di movimento e, cosa molto importante, è in plastica rigida collegato direttamente ad una piastra circolare che, ruotandola, sblocca l’accesso al vano batterie led inserito all’interno degli avambracci. Alternando le varie tipologie di mani, mi è capitato spesso il distacco di tutta la piastra, bisogna quindi prestare un po’ di attenzione nell’effettuare queste operazioni di cambio. La verniciatura è fantastica, ben realizzata e priva di una qualsiasi imperfezione. Le tonalità dei vari colori sono lucide e fanno risaltare tantissimo lo sculpt dello Shin Getter.

Come avete capito, anche il prodotto Carbotix è dotato di punti luce alimentati da batterie, particolare questo che troviamo ormai su tutte le recenti produzioni.  Abbiamo cinque vani di alimentazione dove inserire le classiche batterie a bottone. Il primo è posizionato sulla schiena del modello e permette l’illuminazione della testa, del petto e dei fianchi. L’accensione si ottiene premendo la parte bianca sul pettorale del mecha. Per gli avambracci e mani i vani batterie sono con circuito ad estrazione e, come citato poco sopra, sono inseriti al loro interno. L’illuminazione si attiva magneticamente avvicinando una qualsiasi fonte magnetica o usando una determinata parte della base espositiva specificata nelle istruzioni. Per illuminare le parti delle gambe dobbiamo aprire i pannelli posteriori dei polpacci, qui ci sono le due sezioni per le batterie. L’accensione avviene premendo il tasto posteriore che oltretutto risulta essere perfettamente mimetizzato sul retro delle gambe. Le sezioni con illuminazione non finiscono qui, nella confezione troviamo anche due accessori dotati di un proprio circuito a led, sempre alimentato a batteria. Abbiamo la sfera per realizzare l’attacco Stoner Sunshine e l’effetto che simula il raggio addominale Getter Beeam. Entrambi gli accessori hanno attivazione magnetica. La sfera dello Stoner Sunshine è concepita nello stesso modo di quella vista per lo Shin Getter di CCS. Il circuito led è posto all’interno e lo si deve estrarre per inserire le batterie. Per l’effetto del Getter Beeam abbiamo un micro circuito, sempre nascosto all’interno della sua base. Qui la sua accensione avviene ancor più semplicemente. Il fissaggio avviene tramite un piccolo magnete sull’addome del modello, una volta fissato fa accendere i led all’interno dell’effetto. Per lo spegnimento basta ripetere la medesima operazione.

Diamo ora uno sguardo alla dotazione accessori che accompagna la produzione Blitzway-Moshow. Abbiamo le due classiche armi principali dello Shin Getter, la grande scure (Gigantic Tomahawk) e la Falce (Scythe). Le parti principali sono da assemblare alle due aste in metallo che hanno due lunghezze diverse. Unendo l’asta più lunga si arriva alla notevole lunghezza di 50 cm! Le due armi sono ottimamente realizzate ed impreziosite con dettagli incisi a rilievo sulla loro superficie. La colorazione va dal nero al grigio chiaro con parti sfumate davvero molto belle. Attenzione alle varie punte perché potrebbero causare problemi, da maneggiare con calma ed attenzione. Per la loro impugnatura abbiamo due coppie di mani dedicate con apposito foro di passaggio. Lo sculpt di queste mani è identico, cambia solamente l’inclinazione del polso per replicare una presa obliqua delle armi. Oltre a queste, ne troviamo altre 3 nella confezione. La classica a pugno chiuso è già montata sul modello, mentre le altre due si trovano nel blister in plastica. Abbiamo una coppia con dita aperte e con un foro (non passante) centrale che serve a fissare gli effetti dello Stoner Sunshine. Le ultime mani a disposizione del modello sono dotate di falangi articolate. Possiamo quindi muovere e posizionare a nostro piacimento le dita per replicare posizionamenti differenti, volendo, con un po’ di pazienza, possiamo anche usarle per l’impugnatura delle armi. Possiamo cambiare la direzione dello sguardo al nostro Shin Getter, questo grazie a 3 volti alternativi dedicati. Sguardo a destra, a sinistra e centrale con le pupille ovviamente orientate nei tre sensi.

Diverse sono le effect parts a nostra disposizione, come già anticipato, abbiamo due versioni per ottenere lo Stoner Sunshine. Realizzate in materiale morbido, si fissano ai palmi delle mani dedicate e sorreggono molto stabilmente la sfera di energia dotata di led al suo interno. Le due coppie di effetti si distinguono per la loro diversa estetica, la prima più corta, fornisce una presa più ravvicinata della sfera. La seconda invece realizza la sospensione lontano dalle mani della sfera energetica. Possono essere usate anche per simulare il lancio finale dello Stoner Sunshine. Il fissaggio alle mani è ben concepito ed offre una sorprendente tenuta della sfera che, causa in circuito led interno, non pesa pochissimo. Le effect parts non finiscono qui, ne troviamo altre due dedicate al raggio Getter Beeam, uno per la testa ed uno per l’addome. Il primo è di colore verde e viene agganciato al perno dell’apposita maschera facciale. Prende la sua illuminazione quando si accendono i led della testa. Il secondo, come già anticipato all’inizio, è molto più grande e dotato di un proprio micro circuito alimentato a batteria situato all’interno della sua base. Si aggancia all’apposito supporto che, magneticamente, attiva la luce al suo interno. Oltre a questa funzione, il magnete sorregge tutto l’effetto sull’addome del modello. La sua presa è ottima e non presenta cedimenti, anche facendo oscillare lo Shin Getter. E’ presente anche un secondo accessorio, sempre applicabile magneticamente alla sezione addominale, per simulare il lancio del raggio.

Una delle particolarità che contraddistingue da sempre lo Shin Getter 1, sono le ali demoniache. Nella varie fasi della serie animata il loro aspetto cambia, presentando due forme diverse. Per il modello Carbotix si è scelta la realizzazione della versione aperta con ovviamente la possibilità di movimento delle parti. Esteticamente la realizzazione è perfetta presentando anche la doppia colorazione. All’interno il viola sfumato ed all’esterno il nero opaco. Le ali vengono fissate al modello tramite due perni in metallo e possono essere ruotate e piegate in qualsiasi direzione, questo grazie allo snodo concepito proprio alla base dei perni. La stabilità è ottima e non ha mai presentato alcun cedimento, anche dopo numerosi e svariati posizionamenti. Peccato che nella dotazione non sia presente una calotta alternativa per esporre il mecha senza ali. Purtroppo rimangono in bella vista le sedi di aggancio dietro la schiena che presentano due grossi fori, un inestetismo che si poteva facilmente risolvere.

A chiudere la descrizione accessori la splendida base espositiva! Finalmente qualcosa  di diverso rispetto ai classici quadrati o rettangoli in plastica che contraddistinguono gran parte delle produzioni del settore. Per lo Shin Carbotix è stata realizzata una base diorama che riproduce uno dei nemici sdraiati a terra sul terreno. La scultura è davvero eccezionale, colma di particolari stupendi disseminati su tutta la superficie! Possiamo ammirare i dettagli dl volto, della mano e di tutto il corpo del mostro realizzato, un lavoro davvero stupendo! In riferimento a ciò che ho scritto nell’introduzione dell’articolo, c’è da registrare un peso di 2,1 kg, probabilmente da record per questa tipologia di produzioni. Oltre al peso, la stabilità è garantita da quattro feltrini disposti al di sotto di essa che, altro particolare di rilievo, è decorata con la stessa grafica della confezione! Il modello può essere esposto in sospensione tramite l’impiego di un’asta metallica modulabile. Viene agganciata sul retro del bacino e presenta un sostegno bianco ad uncino, il fissaggio è realizzato ad incastro.  

Lo Shin Getter confezionato da Blitzway e Moshow Toys si è rivelato davvero una grande sorpresa. La realizzazione è di ottima fattura e, seppur non molto aggiornata tecnicamente, si fa apprezzare tantissimo. Il lato estetico è senza dubbio una delle grandi qualità di questo modello perché propone, finalmente, il design originale del personaggio. La base diorama è la classica ciliegina sulla torta che valorizza ancor di più tutta la produzione, proponendo un qualcosa di nuovo rispetto agli ormai classici schemi delle realizzazioni attuali. Anche dal lato economico il prodotto Blitzway-Moshow offre una bella sorpresa. Il modello Carbotix è proposto ad una cifra abbastanza contenuta e, vista la sua ottima qualità, rende il suo acquisto non proibitivo. Per chi cerca la fedeltà in un “mare” di rivisitazioni estetiche, senza dubbio questo è lo Shin Getter da avere in collezione.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA SHIN GETTER 1 CARBOTIX