domenica 15 giugno 2025

GOSHOGUN NOBLE CLASS - MOSHOW TOYS

NOME DEL MODELLO: GOSHOGUN NOBLE CLASS

PRODUTTORE: MOSHOW TOYS

ANNO DI RILASCIO: 2025

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 29.000

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 10

CONFEZIONE/DIMENSIONI: 40 x 30 c 15 cm

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PRO

nuovo design eccezionale

colorazione opaca fantastica

posabilità top

basetta magnetica

led multifunzione

CONTRO

try three un po' sotto tono

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Nel corso degli anni abbiamo visto alcune case produttrici riprodurre mecha, più o meno conosciuti, con rivisitazioni estetiche. Facendo un salto indietro nel tempo non possiamo dimenticare i modelli di casa Fewture firmati dal grande e, purtroppo scomparso, Taku Sato. I suoi design alternativi hanno fatto “scuola” dando il via a tutta una serie di riproduzioni con uno stile più accattivante e, se così possiamo dire, più moderno. Ovviamente questi re-design possono piacere o non piacere, ma è innegabile che alcuni siano davvero spettacolari. Da questo  pensiero parte la recensione del mio primo prodotto targato Moshow Toys, casa di produzione asiatica a cui non mi ero mai avvicinato, ma che ho sempre seguito con curiosità. Il mecha protagonista di questo articolo, riprodotto con tanto di licenza ufficiale, è una nuova interpretazione del Goshogun, da noi conosciuto come Gotriniton.

La presentazione grafica della confezione mette già in risalto il nuovo stile del personaggio. Una grande immagine occupa tutto il frontale, sul retro invece abbiamo diverse immagini che mettono in risalto alcuni particolari del modello e del suo piccolo compagno Try Three. All’interno due grandi blister in plastica trasparente accolgono i due robot, tutta la serie di armi ed accessori a disposizione ed un bellissimo e dettagliatissimo libretto istruzioni. La confezione non è gigantesca, anzi, risulta essere contenuta nelle dimensioni e, cosa non di poco conto, realizzata con materiale di buon spessore.

Il Goshogun è protetto dai classici veli trasparenti e, questo nei punti più a rischio sfregamento, anche da appositi inserti in gommapiuma. Questo aspetto già denota un grande senso di cura nella fase dell’imballaggio del prodotto, riducendo praticamente al minimo il rischio di danneggiamento durante le fasi del trasporto. Il piccolo Try Three invece è inserito in un apposito spazio a fianco del mecha principale. Il primo contatto con il Goshogun mi ha davvero lasciato estasiato. Il nuovo design è stratosferico e colmo di dettagli incredibili. L’altezza è di ben 30 cm per un peso di tutto rispetto che arriva a toccare 1,2 kg. Anche il Try Three si difende bene con un tratto chiaramente simile al fratello maggiore, misura 8 cm di altezza per un peso di circa 18 grammi. E’ scomponibile nelle 3 navicelle ( King Arrow – Jack Knight – Queen Rose)  che possono essere inserite all’interno del Goshogun. Le soluzioni tecniche per la mobilità del modello sono tutte ben studiate ed in linea con la maggior parte delle produzioni attuali. Le articolazioni sono tutte concepite con movimento ad attrito e, cosa fondamentale, godono di una ottima resistenza e rigidità. Moshow ha raggiunto un ottimo compromesso facendo si che tutti i movimenti risultino fluidi e mai difficoltosi da realizzare. Nel servizio fotografico ho cercato di mettere in evidenza le diverse peculiarità di cui dispone il Goshogun, soluzioni che davvero fanno la differenza e che elevano la valutazione finale del prodotto.

La grande libertà di movimento della testa con il collo che si alza e si abbassa a scatto per concedere un più ampio raggio di azione. I grandi copri spalla hanno un perno snodato che consente il movimento svincolato dalle braccia, questo per essere adattati alla posa scelta. Rotazione delle braccia a 360 gradi, parte dell’avambraccio dotato di scudo con rotazione propria e polso snodato per una grande varietà di posizionamenti ottenibili. Il busto ruota e si piega in qualsiasi direzione con un piccolo particolare per ottenere la massima inclinazione in avanti. Bisogna sollevare la parte terminale rossa posta alla base del petto, dettaglio questo ben evidenziato sul manuale istruzioni. Anche sul bacino è stato fatto un grandissimo lavoro, tutti i panelli si sollevano e si adattano alla posizione delle gambe andando così ad evitare vuoti visivi antiestetici. Particolare davvero eccezionale è la realizzazione della pannellatura frontale che, oltre alle soluzioni appena citate, può svincolarsi ed essere orientata in tutte le direzioni! La trovo una soluzione davvero fantastica! Le gambe, con la loro grande mobilità, rendono il modello di casa Moshow davvero incredibile. Grandissima apertura laterale, ampio movimento avanti/indietro e, ma non poteva essere da meno, una bellissima articolazione delle ginocchia che consente il massimo piegamento possibile. Qui troviamo una soluzione già adottata da altre case produttrici, piegando le ginocchia vediamo i pannelli del femore scendere e mostrare i dettagli interni. Articolazioni delle caviglie e piedi agiscono con grandissima efficacia per garantire sempre un sicuro appoggio a terra, soprattutto nelle pose estreme. Vi assicuro che questo Goshogun ne può realizzare davvero molte con moltissima semplicità. Particolare ben studiato riguarda la sezione laterale bassa accanto ai piedi. Qui abbiamo 4 pannelli che si aprono e permettono la massima inclinazione delle caviglie, ma non finisce qui, è possibile anche ruotate tutta l’articolazione. I piedi poi godono di tre punti snodati che vanno ancor di più ad aumentare il grado complessivo di posabilità del modello. Insomma, possiamo veramente divertirci nel realizzare action pose estreme, cosa sicuramente molto apprezzata dagli amanti del “posing”.

La colorazione realizzata da Moshow è un altro punto di forza della produzione. I colori sono opachi con una stesura sulle parti perfetta, non esiste la minima imperfezione! Il tutto poi è impreziosito da innumerevoli dettagli e piccole scritte sparse su tutto il corpo, ma senza mai esagerare. Troviamo pannellature, incisioni e micro dettagli anche all’interno delle varie sezioni apribili, nei vani di aggancio delle navicelle e perfino sotto le piante dei piedi. Un lavoro veramente sontuoso che potenzia notevolmente tutto il lato estetico del Goshogun…..ma com’è veramente il nuovo design concepito da Moshow?

La “trasformazione” estetica del mecha ha eliminato completamente le parti piatte del design originale. Tutto il corpo è stato ripensato inserendo spigolosità praticamente in ogni parte del modello. Partendo dalla testa fino ad arrivare alle parti terminali dei piedi, il nuovo look del Goshogun Moshow è un tripudio di sagome irregolari, nuove forme e piccoli dettagli sapientemente realizzati che donano un senso di muscolarità al modello. Volendo fare un paragone, possiamo confrontarlo con l’ottimo Goshogun di Pose Plus per notare tutto quello che ho appena descritto. Nel prodotto Moshow Toys traspare la ricerca di un nuovo ed intrigante stile senza che questo vada a trascurare le funzionalità classiche del personaggio.

Passiamo ora al piccolo Try Three, mecha di supporto ottenuto dall’unione dei tre jet King Arrow, Jack Knight e Queen Rose. Come detto all’inizio, il piccolo robottino è già assemblato dentro alla confezione. Le sue piccole dimensioni non hanno impedito la realizzazione di articolazioni in grado di donargli un’ampia gamma di movimenti. Il Try Three può addirittura ruotare ed inclinare il busto, ruotare le gambe, inclinare le caviglie e muovere a 360 gradi le braccia. Le sue articolazioni sono ad attrito, qui però in alcuni punti ho riscontrato una minor rigidità che compromette un po’ la stabilità generale. Considerando anche il peso davvero esiguo, risulta a volte difficile stabilizzare il piccolo mecha in determinate pose dinamiche. L’estetica e la colorazione sono in linea con la qualità realizzativa del Goshogun riprendendone ovviamente forme e tonalità. E’ costruito completamente con parti in plastica di ottima qualità con piccoli perni in metallo ad unire le varie articolazioni.

La scomposizione nei tre jet è operazione piuttosto semplice, ma richiede comunque l’uso del manuale istruzioni che, oltre a questo, guida l’utente nelle varie fasi di realizzazione delle tre configurazioni finali. Jack Knight e Queen Rose non necessitano di parti aggiuntive, mentre per completare King Arrow bisogna inserire la piccola parte dei reattori realizzata appositamente. Nella confezione troviamo 5 effect parts da inserire sui 3 jet che vanno a simulare la scia di fuoco dei reattori posteriori, una piacevole aggiunta direi. Oltre a questo possiamo esporre in fase di volo i 3 velivoli usando 3 piccoli stand espositivi, compresi nella dotazione accessori, dotati anche di braccio snodato in diversi punti. Possiamo anche usarne uno per esporre il Try Three in sospensione. Come avviene nella serie animata i 3 jet si possono agganciare al Goshogun. I vani di aggancio si aprono per accogliere le navicelle ed anche per questa fase bisogna consultare l’apposita sezione del libretto istruzioni. King Arrow e Queen Rose si bloccano automaticamente una volta inseriti negli alloggiamenti, mentre per fissare il Jack Knight è stato necessario creare un piccolo accessorio per rendere stabile la sua posizione all’interno della sede di aggancio. Da notare la cura realizzativa posta negli interni delle tre sezioni, dentro al petto ed all’interno delle due gambe. Possiamo notare piccoli dettagli e pannellature perfettamente colorate e addirittura, questo nei vani delle gambe, il simbolo ad X inciso sulla parete frontale!

L’illuminazione è ormai diventata una regola fissa per le recenti produzioni del settore ed anche il modello Moshow ne è provvisto. Abbiamo luci a led per gli occhi, pettorale, back pack e bazooka. L’attivazione è con tocco magnetico e nella confezione troviamo un apposito accessorio dedicato a questo scopo. E’ un semplice quadratino di plastica con un magnete all’interno ed è abbellito con il logo di casa Moshow. Le parti dotate di led riproducono diversi tipi di effetti visivi che cambiano ad ogni tocco del magnete, ovviamente l’ultimo è sempre riservato allo spegnimento del circuito. Le batterie che alimentano i sistemi d’illuminazione solo le ormai classiche a bottone, ne servono 2 di tipo AG1 per la testa, 3 di tipo AG13 per il pettorale, 2 di tipo AG13 per il back pack e 2 per il bazooka. Nella confezione è presente un piccolo cacciavite per l’apertura dei vani batterie. Gli effetti riproducibili sono diversi e, come detto poco fa, si alternano ad ogni tocco. Due per gli occhi, accensione con luce fissa e luce con aumento graduale d’intensità. 4 per il back pack con il Go Flasher, intermittenza delle luci con reattori fissi, rotazione delle luci con reattori fissi, cambio intensità e luce fissa in ogni sezione. Passiamo al pettorale con l’illuminazione posta nel grande simbolo ad x, anche qui abbiamo la riproduzione di 4 effetti differenti. Nel primo il fregio s’illumina gradualmente, nel secondo abbiamo la luce ad intermittenza, nel terzo cambio d’intensità graduale e nell’ultimo illuminazione fissa. Per il Bazooka gli effetti sono identici alla sequenza degli occhi, quindi luce fissa e luce con intensità graduale. Gli accessi ai vani batterie sono ben specificati nel libretto istruzioni e sono davvero semplici da gestire, bisogna solamente usare un po’ di attenzione per quello all’interno della testa perché è di piccole dimensioni. Per quanto belli e coreografici, io non li amo particolarmente perché il loro utilizzo è effettivamente limitato al primo contatto con il modello e consumano molto velocemente le batterie. Come scritto in altre recensioni, avrebbe molto più senso concepire un sistema d’illuminazione con alimentazione e ricarica tramite presa USBC, cosa peraltro già vista su alcune realizzazioni del settore.

Armamenti ed accessori ci riservano alcune gradite sorprese che vanno sicuramente ad aumentare il valore della produzione. Le armi sono chiaramente ridisegnate per essere compatibili al nuovo design del Goshogun. Troviamo la spada Go Saber, la scure Go Stick e lo Space Bazooka. La spada presenta la classica lama con tridente finale, un elsa più larga e lavorata. La nuova sagomatura dona più tridimensionalità alla nuova Go Saber e, complice la colorazione opaca, la rende visivamente molto bella da guardare. La grande scure si compone unendo l’asta in metallo alla testa con le due lame. Anche per la Go Stick lo stile è ancor di più un richiamo a quello del modello con una grande x posta nel centro. E’ anche possibile allargare le due lame tirandole verso l’esterno e, contemporaneamente, vedremo la punta salire verso l’alto. Per lo Space Bazooka Moshow ha realizzato un qualcosa di davvero particolare. Oltre alla già descritta illuminazione, ha concepito il caricatore realmente funzionante con proiettili in metallo. Una volta inseriti all’interno e posizionato il tutto nell’apposita sede sull’arma, possiamo realmente scarrellare e vedere la fuoriuscita del bossolo lateralmente. Da notare anche la minuziosa rifinitura dei singoli proiettili e di tutte le parti mobili dello Space Bazooka che, ancora una volta, denotano e sottolineano la grande cura riposta in questa realizzazione. A corredo delle tre armi ovviamente non mancano tutta una serie di mani alternative, alcune per l’impugnatura delle armi stesse, ed altre riservate alle posizioni più dinamiche. Di nuova concezione il sistema di aggancio, invece del classico perno, abbiamo un vero e proprio gancio che va a bloccare le varie mani, ognuna provvista di asta per la connessione. I vari cambi risultano molto semplici ed al contempo si dimostrano molto solidi e resistenti. Per replicare il Go Flasher abbiamo 5 parti in plastica trasparente di color giallo da inserire nelle apposite fessure concepite sul back pack. Sono ben disegnate e in perfetto stile con il nuovo design, bellissime da vedere anche senza gli effetti luci accesi.

Non manca nella dotazione accessori concepita da Moshow la base espositiva per il Goshogun. Abbiamo un grande quadrato con misure di 28 cm per lato. La base di appoggio è decorata con il fregio pettorale ad x, il nome del personaggio in caratteri giapponesi e la scritta finale Moshow Toys. Nella confezione troviamo anche un’asta di supporto in metallo per sorreggere il modello ed un proprio sostegno dal design molto dettagliato e con forma ad x. Tutta l’area della base espositiva è magnetica e vi possiamo fissare molto saldamente il Goshogun, il Try Three, il sostegno ad x e i 3 piccoli stand, tutti ovviamente dotati di calamite nelle parti di appoggio. Ne troviamo 2 per ogni piede del Goshogun, 1 per il Try Three,  4 per la base ad x e 1 per ogni mini stand. La connessione magnetica è di ottimo livello ed offre una grande resistenza, possiamo tranquillamente appoggiarvi il modello e muoverla senza incappare in cadute o cedimenti, questo ovviamente vale per tutto il resto appena descritto.

Fare la recensione del Goshogun di Moshow Toys è stato uno spasso incredibile. Dall’apertura della confezione fino ad arrivare all’ultima foto scattata, mi ha trasmesso davvero una splendida sensazione di solidità e perfezione. Un prodotto davvero concepito e realizzato con meticolosità sopraffina! La nuova interpretazione estetica è uno spettacolo ed è impreziosita con dettagli davvero incredibili. Ovviamente qui entra in gioco il gusto personale di ogni collezionista che può anche non apprezzare il new design del mecha, ma è innegabile che la realizzazione di questo prodotto sia davvero esaltante. Credo di non esagerare nell’affermare che il Goshogun Moshow Toys sia uno dei modelli che rasenta la perfezione e vada davvero a soddisfare anche il collezionista più esigente.

Un grandissimo ringraziamento a tutto lo staff di Gokin.it per la collaborazione ed il supporto tecnico.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA GOSHOGUN MOSHOW TOYS 

 


 

  

  

domenica 18 maggio 2025

SHIN GETTER 1 CARBOTIX - BLITZWAY + MOSHOW TOYS

NOME DEL MODELLO: SHIN GETTER 1

PRODUTTORE: BLITZWAY + MOSHOW TOYS

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 27.500

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ESTETICA: 10

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 9

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 8

CONFEZIONE/DIMENSIONI: 40 x 35 x 25 cm

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PRO

fedeltà all'originale

colorazione stupenda

base espositiva diorama

prezzo contenuto

CONTRO

sistema cambio mani

aggancio ali in vista

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Blitzway e Moshow Toys uniscono le forze facendo nascere una grande collaborazione. Il mecha scelto per la loro prima volta insieme è senza dubbio uno dei più realizzati nel corso degli anni e non ha davvero bisogno di presentazioni! Signore e signori, per la serie Carbotix, ecco il bellissimo Shin Getter 1! Voglio essere sincero, alla sua presentazione il mio pensiero è stato…..”un altro Shin Getter???!!!”….. Il prodotto nato dalla collaborazione fra Blitzway e Moshow Toys è senza dubbio una grande sorpresa, ma soprattutto, una realizzazione di qualità e spessore! Scopriamo insieme tutto quello che lo Shin Getter 1 Carbotix ha da offrire al vasto pubblico di collezionisti e appassionati del settore.

Prima di tutto facciamo notare un dettaglio molto importante. Niente rivisitazioni estetiche, si è scelto di realizzare lo Shin Getter 1 con il suo design originale. Già questa scelta impone un netto distacco dalle varie produzioni uscite in precedenza, quindi nessun paragone con altri Shin di pari dimensione. Avete letto bene, ho scritto pari dimensione perché il modello Carbotix è di una stazza importante. Con i suoi 27 cm per 1,2 kg di peso, rientra di fatto nella categoria delle più recenti produzioni.

La confezione è bella pesante ed ho pensato che al suo interno ci fosse una pietra e scopriremo che, per certi versi, non sono andato troppo lontano dalla realtà. Il nero troneggia ovunque e le grafiche scelte sono solamente due, un’immagine stilizzata dello Shin a mezzo busto per il frontale ed una sagoma quasi di profilo per il retro, tutto sempre in tonalità scura con linee bianche che fanno vedere i tratti del mecha. All’interno un grande contenitore in polistirolo a due strati ed un blister in plastica. Il box si divide in due alloggiamenti separati, nel primo troviamo il modello con le ali, nel secondo la pesantissima e bellissima base espositiva insieme alla dotazione accessori. Abbiamo le due aste in metallo per la scure e la falce, l’asta di sostegno per la base,  gli effetti per lo Stoner Sunshine, due placchette magnetiche per l’addome, l’effetto per il raggio della testa e per il Getter Beeam addominale e, a chiudere questa sezione, due antenne di ricambio per la testa. Sotto al polistirolo troviamo invece un blister in plastica trasparente con 4 coppie di mani, tre volti alternativi e le parti principali delle due armi da taglio, falce e scure.  

Lo Shin Getter Carbotix, una volta estratto dalla confezione, si mostra in tutto il suo splendore. Immediatamente ci si rende conto della sua perfetta somiglianza alla versione originale della serie animata. Qui gli sviluppatori del progetto hanno fatto decisamente centro, lo sculpt del viso, della testa e di tutta la corporatura del mecha, sono la copia esatta del classico Shin Getter della serie Armageddon! Anche i colori sono stati riprodotti alla perfezione, le spalle in marrone/bianco/grigio, mentre il resto del corpo è diviso nel classico rosso/bianco con inserti in verde partendo dalla testa fino ad arrivare alle gambe. Spezzano la colorazione i laterali dell’addome, realizzati in grigio chiaro, la tonalità metallica delle articolazioni in vista, le grandi lame poste sugli avambracci, le ginocchiere, sempre di colore marrone e le due calotte dorate accanto al collo.

I materiali che compongono lo Shin Getter Carbotix sono il classico mix fra metallo, plastica e ABS. Le parti diecast sono concentrate all’interno per le articolazioni. Esternamente invece abbiamo i piedi e le lame delle braccia! All’interno del libretto istruzioni c’è anche una chiara immagine del mecha con le parti diecast messe in evidenza. Diciamolo subito, la realizzazione tecnica del modello non è complessa, come ad esempio quella dei prodotti CCS, ma pur essendo più semplice come concezione, riesce ugualmente a garantire una buona posabilità allo Shin. Nel prodotto Carbotix il busto è fisso, nessuna rotazione o inclinazione a livello addominale, solamente la parte pettorale e dotata di questa tipologia di movimenti. Le articolazioni sono concepite con un mix fra quelle ad attrito e quelle a scatto, con queste ultime che agiscono nei punti focali del modello. Questa scelta si rivela vincente, soprattutto sul fronte della tenuta delle pose più dinamiche e, soprattutto, sulla stabilità generale del prodotto. Una cosa che non mi è piaciuta molto è il sistema concepito per la sostituzione delle varie tipologie di mani. Il perno del polso è privo di movimento e, cosa molto importante, è in plastica rigida collegato direttamente ad una piastra circolare che, ruotandola, sblocca l’accesso al vano batterie led inserito all’interno degli avambracci. Alternando le varie tipologie di mani, mi è capitato spesso il distacco di tutta la piastra, bisogna quindi prestare un po’ di attenzione nell’effettuare queste operazioni di cambio. La verniciatura è fantastica, ben realizzata e priva di una qualsiasi imperfezione. Le tonalità dei vari colori sono lucide e fanno risaltare tantissimo lo sculpt dello Shin Getter.

Come avete capito, anche il prodotto Carbotix è dotato di punti luce alimentati da batterie, particolare questo che troviamo ormai su tutte le recenti produzioni.  Abbiamo cinque vani di alimentazione dove inserire le classiche batterie a bottone. Il primo è posizionato sulla schiena del modello e permette l’illuminazione della testa, del petto e dei fianchi. L’accensione si ottiene premendo la parte bianca sul pettorale del mecha. Per gli avambracci e mani i vani batterie sono con circuito ad estrazione e, come citato poco sopra, sono inseriti al loro interno. L’illuminazione si attiva magneticamente avvicinando una qualsiasi fonte magnetica o usando una determinata parte della base espositiva specificata nelle istruzioni. Per illuminare le parti delle gambe dobbiamo aprire i pannelli posteriori dei polpacci, qui ci sono le due sezioni per le batterie. L’accensione avviene premendo il tasto posteriore che oltretutto risulta essere perfettamente mimetizzato sul retro delle gambe. Le sezioni con illuminazione non finiscono qui, nella confezione troviamo anche due accessori dotati di un proprio circuito a led, sempre alimentato a batteria. Abbiamo la sfera per realizzare l’attacco Stoner Sunshine e l’effetto che simula il raggio addominale Getter Beeam. Entrambi gli accessori hanno attivazione magnetica. La sfera dello Stoner Sunshine è concepita nello stesso modo di quella vista per lo Shin Getter di CCS. Il circuito led è posto all’interno e lo si deve estrarre per inserire le batterie. Per l’effetto del Getter Beeam abbiamo un micro circuito, sempre nascosto all’interno della sua base. Qui la sua accensione avviene ancor più semplicemente. Il fissaggio avviene tramite un piccolo magnete sull’addome del modello, una volta fissato fa accendere i led all’interno dell’effetto. Per lo spegnimento basta ripetere la medesima operazione.

Diamo ora uno sguardo alla dotazione accessori che accompagna la produzione Blitzway-Moshow. Abbiamo le due classiche armi principali dello Shin Getter, la grande scure (Gigantic Tomahawk) e la Falce (Scythe). Le parti principali sono da assemblare alle due aste in metallo che hanno due lunghezze diverse. Unendo l’asta più lunga si arriva alla notevole lunghezza di 50 cm! Le due armi sono ottimamente realizzate ed impreziosite con dettagli incisi a rilievo sulla loro superficie. La colorazione va dal nero al grigio chiaro con parti sfumate davvero molto belle. Attenzione alle varie punte perché potrebbero causare problemi, da maneggiare con calma ed attenzione. Per la loro impugnatura abbiamo due coppie di mani dedicate con apposito foro di passaggio. Lo sculpt di queste mani è identico, cambia solamente l’inclinazione del polso per replicare una presa obliqua delle armi. Oltre a queste, ne troviamo altre 3 nella confezione. La classica a pugno chiuso è già montata sul modello, mentre le altre due si trovano nel blister in plastica. Abbiamo una coppia con dita aperte e con un foro (non passante) centrale che serve a fissare gli effetti dello Stoner Sunshine. Le ultime mani a disposizione del modello sono dotate di falangi articolate. Possiamo quindi muovere e posizionare a nostro piacimento le dita per replicare posizionamenti differenti, volendo, con un po’ di pazienza, possiamo anche usarle per l’impugnatura delle armi. Possiamo cambiare la direzione dello sguardo al nostro Shin Getter, questo grazie a 3 volti alternativi dedicati. Sguardo a destra, a sinistra e centrale con le pupille ovviamente orientate nei tre sensi.

Diverse sono le effect parts a nostra disposizione, come già anticipato, abbiamo due versioni per ottenere lo Stoner Sunshine. Realizzate in materiale morbido, si fissano ai palmi delle mani dedicate e sorreggono molto stabilmente la sfera di energia dotata di led al suo interno. Le due coppie di effetti si distinguono per la loro diversa estetica, la prima più corta, fornisce una presa più ravvicinata della sfera. La seconda invece realizza la sospensione lontano dalle mani della sfera energetica. Possono essere usate anche per simulare il lancio finale dello Stoner Sunshine. Il fissaggio alle mani è ben concepito ed offre una sorprendente tenuta della sfera che, causa in circuito led interno, non pesa pochissimo. Le effect parts non finiscono qui, ne troviamo altre due dedicate al raggio Getter Beeam, uno per la testa ed uno per l’addome. Il primo è di colore verde e viene agganciato al perno dell’apposita maschera facciale. Prende la sua illuminazione quando si accendono i led della testa. Il secondo, come già anticipato all’inizio, è molto più grande e dotato di un proprio micro circuito alimentato a batteria situato all’interno della sua base. Si aggancia all’apposito supporto che, magneticamente, attiva la luce al suo interno. Oltre a questa funzione, il magnete sorregge tutto l’effetto sull’addome del modello. La sua presa è ottima e non presenta cedimenti, anche facendo oscillare lo Shin Getter. E’ presente anche un secondo accessorio, sempre applicabile magneticamente alla sezione addominale, per simulare il lancio del raggio.

Una delle particolarità che contraddistingue da sempre lo Shin Getter 1, sono le ali demoniache. Nella varie fasi della serie animata il loro aspetto cambia, presentando due forme diverse. Per il modello Carbotix si è scelta la realizzazione della versione aperta con ovviamente la possibilità di movimento delle parti. Esteticamente la realizzazione è perfetta presentando anche la doppia colorazione. All’interno il viola sfumato ed all’esterno il nero opaco. Le ali vengono fissate al modello tramite due perni in metallo e possono essere ruotate e piegate in qualsiasi direzione, questo grazie allo snodo concepito proprio alla base dei perni. La stabilità è ottima e non ha mai presentato alcun cedimento, anche dopo numerosi e svariati posizionamenti. Peccato che nella dotazione non sia presente una calotta alternativa per esporre il mecha senza ali. Purtroppo rimangono in bella vista le sedi di aggancio dietro la schiena che presentano due grossi fori, un inestetismo che si poteva facilmente risolvere.

A chiudere la descrizione accessori la splendida base espositiva! Finalmente qualcosa  di diverso rispetto ai classici quadrati o rettangoli in plastica che contraddistinguono gran parte delle produzioni del settore. Per lo Shin Carbotix è stata realizzata una base diorama che riproduce uno dei nemici sdraiati a terra sul terreno. La scultura è davvero eccezionale, colma di particolari stupendi disseminati su tutta la superficie! Possiamo ammirare i dettagli dl volto, della mano e di tutto il corpo del mostro realizzato, un lavoro davvero stupendo! In riferimento a ciò che ho scritto nell’introduzione dell’articolo, c’è da registrare un peso di 2,1 kg, probabilmente da record per questa tipologia di produzioni. Oltre al peso, la stabilità è garantita da quattro feltrini disposti al di sotto di essa che, altro particolare di rilievo, è decorata con la stessa grafica della confezione! Il modello può essere esposto in sospensione tramite l’impiego di un’asta metallica modulabile. Viene agganciata sul retro del bacino e presenta un sostegno bianco ad uncino, il fissaggio è realizzato ad incastro.  

Lo Shin Getter confezionato da Blitzway e Moshow Toys si è rivelato davvero una grande sorpresa. La realizzazione è di ottima fattura e, seppur non molto aggiornata tecnicamente, si fa apprezzare tantissimo. Il lato estetico è senza dubbio una delle grandi qualità di questo modello perché propone, finalmente, il design originale del personaggio. La base diorama è la classica ciliegina sulla torta che valorizza ancor di più tutta la produzione, proponendo un qualcosa di nuovo rispetto agli ormai classici schemi delle realizzazioni attuali. Anche dal lato economico il prodotto Blitzway-Moshow offre una bella sorpresa. Il modello Carbotix è proposto ad una cifra abbastanza contenuta e, vista la sua ottima qualità, rende il suo acquisto non proibitivo. Per chi cerca la fedeltà in un “mare” di rivisitazioni estetiche, senza dubbio questo è lo Shin Getter da avere in collezione.

 

GALLERIA FOTOGRAFICA SHIN GETTER 1 CARBOTIX 

 


 


mercoledì 12 febbraio 2025

DYGENGUAR RIOBOT BY SENTINEL

NOME DEL MODELLO: DYGENGUAR

PRODUTTORE: SENTINEL

ANNO DI RILASCIO: 2024

PREZZO DI LISTINO IN YEN: 42000

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ESTETICA: 9

COLORAZIONE/VERNICIATURA: 10

ACCESSORI: 7

ARTICOLAZIONI/POSABILITA': 9

CONFEZIONE/DIMENSIONE: 41 x 34 x 19 cm

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PRO

il miglior dygenguar sul mercato

finalmente le articolazioni a scatto

posabilità al top

accensione led magnetica

CONTRO

le varie parti a punta possono creare problemi

le dita delle mani si staccano troppo facilmente

manca la terza spada

edizione esclusiva con l'arma mancante

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Dopo molto tempo torniamo a parlare di una produzione Sentinel e, per la precisione, di un modello inserito nella serie Riobot. Tratto dalla famosa saga di videogiochi Super Robot Wars Original Generations, comincia la nostra analisi del Dygenguar di casa Sentinel. La confezione è ben realizzata con un cartoncino molto resistente e, nella parte frontale, impreziosita da una bellissima immagine ravvicinata del mecha. Il resto della grafica si presenta piuttosto sobria, soprattutto sul retro e con una colorazione di fondo dai toni molto scuri. Il contenuto è diviso in due grandi blister in plastica trasparente, uno accoglie il modello unitamente ai volti alternativi e alla prima spada. Il secondo il resto degli accessori con la gigantesca seconda spada e l’enorme base espositiva. Troviamo ovviamente il libretto istruzioni composto da diverse pagine che, mio consiglio personale, va assolutamente consultato prima di cominciare a muovere il modello. Facciamo subito una piccola precisazione. Sentinel ha realizzato due edizioni per il suo Dygenguar, una reperibile solamente tramite acquisto sul proprio store online. Questa contiene una terza arma ed un volto aggiuntivo. La nostra recensione è realizzata con l’edizione normale, dato che non siamo riusciti a reperire quella esclusiva dello store online.

Il Dygenguar si presenta davvero imponente e maestoso nella sua realizzazione. 25 cm di altezza alla testa, 33 se prendiamo in considerazione la punta estrema delle spalle. Il peso si attesta sui 760 grammi e la sua composizione è un mix dei canonici materiali, ABS – PVC – DIECAST, quest’ultimo utilizzato soprattutto per le articolazioni. Lo sculpt del modello è realizzato alla perfezione riproponendo fedelmente tutti i particolari ed i tratti del mecha. La sua colorazione è divisa in sezioni differenti, alcune da colori lucidi ed altre da colori opachi, questo sostanzialmente riguarda le parti grigie del corpo. Analizzando l’aspetto generale della verniciatura non possiamo che lodare il lavoro svolto da Sentinel, da sempre maestra nella maniacale cura estetica dei suoi prodotti. Non c’è nessuna imperfezione da riscontrare, sia sul modello che nel più piccolo degli accessori. Come ormai accade nella maggior parte delle produzioni moderne, anche Sentinel ha dotato il suo Dygenguar di un impianto d’illuminazione a led. I punti dotati di luce sono gli occhi e le parti frontali delle spalle. La loro attivazione avviene tramite il magnetic touch ed è realizzato con la riproduzione della Kenkon, ossia l’impugnatura che il pilota del mecha brandisce per comandare i colpi con le spade del Dygenguar. La testa di questo accessorio ha un magnete al suo interno e, posizionandolo nei punti specificati sulle istruzioni, fanno accendere i led. La ripetizione dell’operazione ovviamente spegne i circuiti d’illuminazione. I vani delle batterie, non comprese nella confezione, sono ricavati i tre punti sul modello. All’interno del petto e nelle cavità interne delle spalle. Anche per queste operazioni consiglio vivamente di consultare il libretto in dotazione.

Passiamo ora alla vera ed importante novità di livello tecnico introdotta da Sentinel…..finalmente le articolazioni a scatto! Personalmente ho smesso di acquistare questi prodotti proprio perché le articolazioni ad attrito, concepite nelle produzioni precedenti, mi hanno sempre lasciato dubbi e perplessità di tenuta. Sul Dygenguar però la concezione è fortunatamente cambiata e la casa produttrice lo ha dotato dei famosi ratchet joint. In realtà questa introduzione è stata fatta sul modello precedente, il bellissimo Compatible Kaiser, sempre inserito nella serie Riobot. Le nuove articolazioni interessano la maggior parte dei punti mobili, ma soprattutto, quelli fondamentali che contribuiscono al sostegno delle posizioni e dei pesi. Braccia, busto, gambe e caviglie sono quindi dotati di movimenti autobloccanti e da una rigidità davvero elevata. Nelle caviglie e nelle braccia bisogna usare una certa energia per far compiere gli scatti desiderati, questo si traduce però in grande solidità ed affidabilità della posa scelta. Discorso a parte va fatto per quelle delle gambe che, pur essendo concepite nel medesimo modo, offrono un grado di rigidità un po’ inferiore rispetto a quelle citate prima. Non ho comunque avuto difficoltà nel realizzare pose dinamiche, il modello non ha mai presentato criticità o cedimenti, la tenuta e la stabilità generale si sono rivelate davvero di ottimo livello. L’unica vera nota negativa, almeno secondo la mia opinione, riguarda la scelta di dotare il modello solamente di dita articolate che, almeno nella mia copia, si staccano davvero con troppa facilità! La loro concezione è davvero basilare, soprattutto per quello che riguarda il fissaggio alla mano che è costituito da una piccola sfera per ogni dito. Nei vari movimenti eseguiti ho riscontrato davvero molti distacchi dalle sedi ed è un vero peccato.  

Il nostro Dygenguar dispone di ben 6 volti alternativi e tre espressioni facciali diverse. Sentinel ha dotato il modello di 3 volti con occhi colorati e 3 con occhi trasparenti, questi ovviamente riservati all’illuminazione a led. La loro sostituzione avviene molto semplicemente grazie anche alla tipologia di perno utilizzato per togliere e rimettere la testa del mecha. Non troviamo il classico ball joint, ma un perno con testa a croce che semplifica notevolmente le operazioni togli/metti. Rimanendo sempre nel campo delle parti staccabili, abbiamo la possibilità di simulare il lancio degli avambracci. Particolare anche qui la soluzione concepita da Sentinel, non il classico perno sferico, ma uno squadrato con tanto di leva di bloccaggio. Questa dovrà essere alzata per poter sganciare l’avambraccio che, grazie all’impiego di un apposito accessorio ed agli specifici sostegni snodati della basetta, potrà essere posizionato nella modalità lancio. Proseguendo nell’analisi del parco accessori, per la verità non molto ampio, troviamo le due spade in dotazione. La prima è la riproduzione della classica katana giapponese, mentre la seconda è in pratica l’arma finale che viene usata dal Dygenguar per infliggere i colpi più potenti ai nemici, l’immensa Zankanto Sword. Lunga ben 46 cm rappresenta l’accessorio clou del modello Sentinel, praticamente scelta obbligata per l’esposizione finale. Il peso della spada è notevole e per aiutare il Dygenguar al suo sostegno, sono stati creati appositi accessori da agganciare ai palmi delle mani. Sono concepiti sia per la Zankanto che per la spada normale ed hanno due inclinazioni differenti, questo per poter esporre le armi in perfetto asse verticale o in posizione inclinata. Questi blocchi svolgono egregiamente la loro funzione andando a bloccare saldamente l’elsa delle spade impedendo di fatto il distacco dalle mani. Le articolazioni a scatto poi svolgono un ruolo fondamentale per sorreggere il peso della immensa Zankanto Sword. Sarebbe stato impensabile concepire il modello con le vecchie soluzioni ad attrito!

L’analisi finale è riservata alla base espositiva che, viste le dimensioni del modello, è di dimensioni assai generose, ma comunque già proposta in produzioni precedenti a questa, ad esempio nell’Ultimate Gravion. E’ il classico grande quadrato con angoli staccabili. Abbiamo però anche qui l’introduzione di una bella novità, oltre al classico braccio snodato, Sentinel ha realizzato un secondo sostegno praticamente identico a quelli della serie Metal Build Bandai. Quindi abbiamo un braccio telescopico con base orientabile in fase d’inclinazione, tutto ovviamente con fermi di bloccaggio. La testa di fissaggio è in metallo con movimento a scatto, questo per sorreggere in modo efficace il peso del modello. Seppur funzionale, questa tipologia di stand espositivo richiede un grande spazio per essere utilizzato e, come nel mio caso, rimarrà permanentemente nella confezione. Lo scrivo con dispiacere perché l’esposizione del Dygenguar in pose sospese è dannatamente bella da vedere.

Il Dygenguar Riobot è un modello davvero ben realizzato e finalmente concepito con soluzioni diverse dalle classiche utilizzate in precedenza da Sentinel. Le sue dimensioni sono in linea con le realizzazioni attuali che vediamo uscire sul mercato, cosa che sicuramente contribuisce ad aumentarne l’apprezzamento finale. Togliendo il difetto delle dita articolate che ho descritto, il modello Sentinel entra di diritto nella classifica delle realizzazioni più belle del 2024. Personalmente spero anche nella realizzazione dell’altro mecha che lo accompagna nelle sue scorribande, l’Aussenseiter, sarebbe davvero fantastico avere il duo di queste dimensioni e qualità. Piccola nota aggiuntiva alla recensione. Il modello ha diverse sezioni appuntite che possono provocare danni alle dita. Come ho scritto all’inizio, sul libretto illustrativo Sentinel ha ben specificato come movimentare il modello con specifico focus su dove mettere le mani.